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Autore: Io_me stessa    02/11/2013    1 recensioni
Il personaggio di Michael Yew mi ha sempre incuriosita, di lui si sa poco e niente. Così ho cominciato a pensare ai suoi genitori ed ecco il risultato! Spero vi piaccia! Leggete numerosi!
P.s. Gradirei qualche parere, anche critico :)
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Apollo, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il campo era stato allestito poco lontano dal villaggio attaccato, abbastanza distante garantirne la sicurezza e abbastanza vicino perché i suoi abitanti potessero arrivarci a piedi. Era più grande di quanto Apollo si aspettasse: numerose tende erano disposte in un ordine apparentemente casuale, medici con camici bianchi correvano da e verso il  villaggio, portando ogni volta nuove ondate di feriti. Questi ultimi sembravano non finire mai; uomini , donne e bambini; colpiti da mine antiuomo, pistole, armi bianche o semplicemente picchiati a sangue. Credeva di essere pronto, in fin dei conti era il dio della medicina! Ma fu soprattutto questo a farlo sentire incredibilmente in colpa. I mortali dovevano risolvere i loro problemi da soli, se gli dei gli avessero aiutati sempre non avrebbero avuto un obbiettivo, un motivo per cui combattere;  era così facile dirlo dall’Olimpo… Scacciò quei pensieri, se lui si intristiva il Sole non splendeva più, quella gente aveva già perso tutto, non poteva privarli anche di una nuova alba. Si diresse verso un ambulatorio all’estremità ovest del campo; nessuno lo notò, forse la Foschia faceva il suo lavoro, oppure là erano tutti talmente occupati da non badare a lui finche non era in pericolo di vita. Entrato nell’ambulatorio vide la donna che cercava. Emily Yew aveva I lunghi capelli scuri legati in una coda, era china su un ragazzino probabilmente appena 15enne,svenuto e magro da far paura. Era concentrata nel suo lavoro ma quando il dio entrò alzò i caldi occhi nocciola e gli rivolse un sorriso asciutto, poi tornò sul ragazzo. Apollo guardò l’orologio, il suo turno era finito da almeno un’ora, ma Emily faceva un mucchio di straordinari non pagati e non richiesti. A volte gli sembrava davvero sfinita e si pentiva di averle permesso di partire con un organizzazione umanitaria, ma poi si ricordava che lei non glielo aveva mai chiesto. In fondo amava il suo altruismo, il suo innato desiderio di far del bene e di lottare per i diritti degli altri, senza alcun tornaconto. Un uomo arrivò alle sue spalle e le disse qualcosa che Apollo non sentì attraverso il vetro insonorizzato, lei parve insistere un po’, ma poi uscì con evidente sollievo. Lo salutò con dolcezza e i due camminarono in silenzio verso il limitare del bosco. La mente di entrambi era occupata dalla medesima cosa, ma nessuno riusciva ad esprimerla ad alta voce. Come sempre fu lei quella più coraggiosa : ”Hai pensato a quello che ti ho detto?”. “Ho pensato…” esitò, ma poi disse la verità, di fronte a lei non riusciva a farne a meno “ho pensato a un nome” Lei soffocò una risata “Sì, anch’io, ma veramente ti chiedevo cosa significasse per me, per te, per noi…”  “Sai come la penso, è l’unico luogo dove potrà essere al sicuro” disse con triste certezza. “Sì, lo so” rispose lei. Ci fu una pausa lunga una vita. “Non sarò egoista” dichiarò infine Emily “se pensi che questa sia l’unica possibilità, io farò ciò che è meglio per lui”. Questo pose fine alla conversazione, e lei lo sorprese di nuovo per la sua forza. “A che… a che nome avevi pensato?” disse poi timidamente. “ Michael”  annunciò il dio sorridendo “avevo pensato a Michael”.
 
 
Angolo dell'autrice
 
Ciao! Spero che vi sia piaciuta :) nn ho molto da dire perché la storia parla da sola, ma... qualche recensione? Anche piccola, minuscola, anche critica :
  
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