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Autore: Lara Ponte    02/11/2013    5 recensioni
In realtà, questa è una FF su Fallout: New Vegas
(Dato che non c'era la sezione apposita, ho sfruttato questa, ma credo possa andar bene lo stesso.)
Per prima cosa devo avvisare la presenza di grossi Spoiler.
Racconto una delle tante avventure/scelte fatte col mio personaggio.
Lo potrei definire: una simpatica canaglia. Non certo un paladino ma nemmeno troppo malvagio !
Enjoy ^_^
Genere: Avventura, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Visite di “Cortesia”

 

'Conosci il tuo nemico'

Un vecchio detto, una frase fatta, forse...
Ma questo è quello che penso mentre di nuovo attraverso il deserto, in direzione della base sul fiume di confine chiamata Cottonwood-cove.
Non è passato nemmeno un mese da quando su un altura lì vicino, assieme al mio amico li abbiamo sterminati tutti. Non sono nemmeno riusciti a vedere da dove arrivavano i confetti di piombo che uno alla volta li hanno fatti cadere come foglie.
'Schiavisti di merda' Una definizione fin troppo gentile per individui che credono di aver il diritto di togliere la libertà agli altri uomini, in base ai loro gusti personali.

All'orizzonte comincio a vedere ciò che rimane delle croci, con cui si divertono tanto a torturare chi non è come loro, osservo poi le aste ormai scarne dei loro vessilli ai quali invece mi son divertito io personalmente ad appiccare il fuoco.
Adesso mentre manca poco ad arrivare alla piccola chiatta sul molo, sono solo. Ho detto a Boone con una scusa banale di aspettarmi a Novac, mentre ho lasciato il piccolo Rex dalla signora Gibson, la mia mercante di fiducia che abita là vicino. Sapessero cosa ho in mente, sarebbe un disastro.

Quei bastardi, o meglio il loro capo, tale Caesar mi ha invitato nel suo accampamento. Ha detto di volermi dare una possibilità di “Appianare le nostre divergenze”.
Sorrido mentre osservo da lontano il Caronte che mi porterà nel loro inferno.
E' curioso come ora che possiedo il Platinum Chip tutti all'improvviso si dimostrino amici.
Ancora non so bene a cosa serve questa roba, ma di sicuro è importante.
Fa caldo, come sempre. Prima di avvicinarmi a quel Legionario mi concedo un bagno ed una bevuta in quelle acque limpide, di questi tempi è abbastanza raro trovare fonti non radioattive, quindi ne approfitto, che mi aspetti pure.
Appena ho finito, indosso il mio equipaggiamento migliore e mi concedo uno spuntino.
Devo riconoscere che l'addestramento di quegli uomini è ammirevole: non batte ciglio mentre capisce perfettamente che lo faccio apposta a prendermela comoda.
Quando siamo finalmente faccia a faccia, gli mostro il ciondolo che mi ha dato quel “simpaticone” di Vulpes Inculta. 'Peccato, sarebbe pure un bel ragazzo se non fosse così stronzo!'

 

Arriviamo finalmente al Forte, dall'altra parte del fiume. Non ricordo molto dell'attraversata, credo di essermi appisolato durante il tragitto. Come immaginavo il comitato di benvenuto è composto da diverse guardie. Per un attimo accarezzo una delle mie pistole, sono quasi tentato di cominciare subito la festa. Ma ci ripenso, se sono qua è perché sono curioso.
Ascolto educatamente il loro regolamento e tutto ciò che hanno da dirmi. Si capisce perfettamente che tollerano a mala pena la mia presenza. Non posso biasimarli, ormai non conto nemmeno più i cadaveri dei loro compagni che mi sono lasciato alle spalle. Anch'io però so parlare bene: gli concedo “In prestito” soltanto le armi, riesco a convincerli di avere problemi fisici per cui non posso separarmi da ciò che loro considerano droghe: medicinali e farmaci che in effetti mi rendono più resistente.

L'accampamento è schifosamente pulito ed in ordine, quasi meglio dei loro nemici della RNC. Osservo alcuni ragazzini che si addestrano, sognando di diventare dei veri legionari, mi passa vicino uno schiavo, lo hanno caricato come un Bramino, ma non posso fare nulla per lui, non ancora.
Faccio infine due chiacchiere con un mercante. E' proprio vero che il denaro non ha ideali, ma in fondo chi sono io per giudicare?


Arrivo  alla tenda del loro comandante supremo. Pochi passi e saremo faccia a faccia.
Le sue guardie, i pretoriani non portano armi. Sono convinti di cavarsela bene anche senza: lasciamoglielo credere. Avanzo senza curarmi del loro sguardo glaciale.
Lui siede in un trono assurdo, sono a meno di un metro dal suo naso eppure non riesco a capire cosa gli passi nella mente. So che mi odia, ho fatto un paio di scherzetti alle sue truppe niente male.
Inizia a parlarmi nel più civile dei modi, dice di potermi perdonare per la faccenda di Nelson e confessa di aver ammirato il mio coraggio per come mi sono vendicato di quel bastardo di Benny.
Cerca di mettermi paura, ma rimango impassibile. Se è bravo lui a nascondere le proprie emozioni, lo sono anch'io, nemmeno mi scomodo ad insultarlo, non spreco parole per lui.
Se avessi addosso almeno una pistola, sarebbe divertente sparagli in faccia appena finisce di parlare. Ma sono curioso e so aspettare.
Inoltre ogni tanto mi piace stare alle regole altrui per un po': è divertente far credere a qualcuno di potermi comandare e poi fare di testa mia quando meno se lo aspetta.

 

La mia curiosità in un certo senso è stata premiata. Ho scoperto che c'è un bunker qua sotto il Forte e Caesar vuole (vorrebbe!) che scoprissi cosa nasconde ed eliminassi eventuali pericoli per il suo esercito. Su alcune cose che mi ha detto non posso dargli torto e su altre l'ho quasi ammirato.
Però non posso dimenticare. Non faccio a tempo ad uscire dalla sua tenda che subito mi tornano alla mente i volti delle persone che sono state torturate o che hanno rischiato di diventare loro schiavi.
'Meglio la morte della schiavitù' L'ho sempre pensato per me e non posso permettere che capiti ad altri.

Dopo aver attraversato l'altra metà dell'accampamento, entro nell'edificio dove si trova l'ingresso alla base sotterranea. Di guardia, soltanto quattro pretoriani. Uno di loro mi si avvicina e mi restituisce tutte le armi ed il chip. 'Non sa che sta commettendo il suo più grosso errore...'
Mi volto verso la console che dovrebbe aprire il passaggio nemmeno troppo segreto e mi rigiro tra le dita il piccolo gingillo. In effetti la fessura che vedo è esattamente della dimensione giusta.
Con la coda nell'occhio noto che il più vicino a me ha appena abbassato la guardia. Devo essere stato proprio bravo a fare la parte del “Bravo soldatino”!
Gli taglio la gola senza che nemmeno si accorga del mio movimento. Gli altri tre provano immediatamente a saltarmi addosso, ma sono veloce, troppo veloce per loro. 'Credete davvero di battermi senza un'arma?' Sparo nelle ginocchia a quello che sta per colpirmi azzoppandolo sul posto e lascio due buchi tra gli occhi agli ultimi due. Dopo aver dato il colpo di grazia a quel poveraccio do' una controllatina al mio equipaggiamento. Là fuori nessuno si è accorto di nulla: bella invenzione il silenziatore.

Ora devo solo scegliere se eliminarli tutti come un'ombra o se far fare un po' di movimento al mio miglior fucile d'assalto caricato a 5,56. Si chiama “All american” un nome davvero assurdo, ma mi ci trovo bene.
Osservo ora l'uscita, ci siamo: alla fine ho deciso che sarà una bella festa. Che il casino cominci.
In tutti questi mesi ho addestrato duramente il mio fisico. Fare tappi mi è servito a procurarmi le migliori armature sulla piazza, ho con me abbastanza munizioni e pezzi di ricambio da poter resistere da solo ad un'altra Hooverdam.

 

Dopo poche ore è finita. Lo ammetto è stato meno semplice del previsto ma ce l'ho fatta. La mia armatura è ridotta uno schifo e anche i miei fucili sono tutti da riparare, ma ne è valsa la pena.
I legionari erano condannati fin dal primo momento. Avrei voluto liberare gli schiavi, ma terrorizzati sono fuggiti via assieme al mercante. Ho risparmiato i ragazzini, ma non so se sia stata la cosa giusta. Forse tra vent'anni se sarò ancora in vita, uno di loro potrebbe diventare il nuovo Caesar e giustamente richiedere la mia testa.

Guardo il fiume, ma di usare la chiatta per tornare alla “sponda giusta” del Mojave non ci penso nemmeno, quindi mi tuffo in acqua e nuoto fino ad arrivare dall'altra parte.
La diga poco distante è spettacolare ma non ho proprio voglia di tornarci adesso. Soprattutto non mi va di vedere le facce dei soldati della Repubblica. Nonostante siamo in buoni rapporti e mi ringrazierebbero in tutti i modi, probabilmente i prossimi a dover lasciare la zona saranno proprio loro. Il chip che possiedo è la chiave di tutto, ma ancora non ho deciso a chi affidarlo e cosa sia meglio fare per questo territorio.

 

Trovo infine un rifugio di fortuna per riposarmi dalla giornata pesante, sapendo che domani dovrò affrontare un'altra lunga marcia sotto un sole impietoso. 'Peccato non avere dei mezzi di trasporto...'
Arrivo infine a Novac dove nel piccolo motel troverò Craig, silenzioso e paziente come al solito. So di essere irriconoscibile, ma come sempre il suo sguardo non rivela alcun sentimento.
'Riuscirò mai a farlo sorridere?'
Intanto sono io che sorridente, tiro fuori dallo zaino l'armatura che indossava Caesar e la getto davanti ai suoi piedi. Osserva sbalordito il trofeo ancora ricoperto di sangue e tutto quello che riesce a dirmi è una sola parola: “Pazzo”.
'Te ne accorgi soltanto adesso?' “Perdonami se non ti ho portato con me, non volevo perdere un altro amico...” Detto così può sembrare crudele, ma sappiamo entrambi che in mischia lui era completamente negato.
In realtà comincio ad essere un po' stanco della sua compagnia silenziosa, a tratti inquietante, ma dopo tutto quello che ha passato non posso non provare rispetto nei suoi confronti, inoltre è un amico sincero.

'Quante cose ancora da fare!' Penso infine mentre mi siedo per scrivere una lettera ad Arcade. Mi manca moltissimo e vorrei tornare da lui al più presto, ma prima appunto devo sistemare questo musone di Boone. Mi sono ripromesso di trovargli al più presto un posto che possa diventare la sua casa: se lo merita davvero.

 

 

 

 

Pensieri a mezz'aria...

12 Novembre 2013

Da brava distrattona, l'altra volta ho pubblicato talmente in fretta da non aver lasciato nemmeno un saluto :P
Scusatemi ed abbiate pazienza ;)
Che dire su questa FF ?
Non molto in effetti...
Inizialmente il titolo doveva essere :
"La caduta di Caesar"
Ma dato che mi sembrava troppo "spoileroso" sulla storia, ho usato un tono più ironico... :P
Rileggendola ora credo di aver usato troppo spesso la parola ed il verbo "divertirsi" XD
In effetti le ripetizioni non sono felicissime... appena avrò un po' di tempo in più cercherò di sistemare.

Martedi 12 Agosto 2014
Aggiornamento...
Dopo una vita, alla fine ho trovato qualche minuto per fare qualche piccolissima correzione alla parte iniziale.

Grazie ancora per aver letto questo lavoretto (fin troppo frettoloso!)
Ciao ciao

 

 

 

  
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