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Autore: saretta_    18/04/2008    11 recensioni
Vorrei tornare bambina,
perché le ginocchia sbucciate
fanno meno male dei cuori infranti,,
[InoxShika]
Genere: Romantico, Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Hero or Murder?
Voglio tornare bambina




Ino uscì dal negozio di fiori della sua famiglia, per sfuggire all’umidità della serra adiacente che si infiltrava nell’aria, mischiandosi alla calura estiva già opprimente.
Saltellò fino al grande pozzo in mezzo alla piazza, il quale più che utile era per abbellimento, infatti poco profondo e ampio, come una grezza fontana.

Si alzò sulle punte con l’altezza dei suoi sette anni, per arrivare al bordo e rinfrescarsi il viso. Ma si bloccò, sorridendo estasiata.


[come possono essere solo i bambini]

Pesciolini rossi posti lì da poco nuotavano veloci, sorpassando i riflessi argentei dove i raggi del sole si immergevano nell’acqua limpida.

Si alzò ancora di più sulle punte, allungando un braccio, fino a sfiorare la superficie cristallina: al contatto con l’acqua fresca, sorrise rabbrividendo.


[un brivido puro: non si conosce ancora la malizia a quell’età]

Fece scivolare sull’acqua i polpastrelli rosei.
Appena individuò un pesce a pochi centimetri da lei, fece pressione sulle braccia, poggiando il busto sul bordo inclinato della fontana e distendendo le braccia per toccare il pesce: ma questo scappò bruscamente, e lei cadde nell’acqua fresca, alzando un gran quantità di spruzzi


[il vestitino azzurro si è bagnato, la mamma si arrabbierà]

Se Ino si fosse alzata, la testa sarebbe rimasta fuori dall’acqua; ma per lo spaventò si agitò inutilmente, mentre la mente si annebbiava e i battiti del cuore acceleravano paurosamente.

Per fortuna,una mano le afferrò il vestitino, tirandole fuori la testa. Ino, respirò a bocca aperta, gli occhioni color rugiada  ancora spalancati per lo spavento, si alzò, con le gambe tremanti, e grazia al proprietario della mano che l’aveva salvata, uscì dal pozzo.


[la paura annebbia i sensi]

Sputacchiando dell’acqua, Ino scrollò il caschetto bionda fradicio, e solo allora si ricordò di colui che l’aveva salvata da un possibile annegamento.


«Shi- Shikamaru? Mi hai salvata tu?»


Davanti a lei, un bambino più alto di lei e con le braccia piegate a sorreggere il capo, guardò per aria con una piccola smorfia: non gli piacevano i ringraziamenti esagerati o i complimenti pomposi che avrebbe fatto sicuramente l’amichetta.

Annuì, infilando le mani in tasca e ostinandosi a guardare tutto fuorché l’aria sorpresa di Ino.


«Ma allora sei un eroe!»


Trillò la bambina, portando sognante le mani incrociate sotto il mento.


«Oh Shika, grazie! Stavo affoganno


«Si dice ‘affogando’, Ino»


«Grazie mille!»


Urlò ancora con la sua vocetta infantile, ignorando la correzione di Shikamaru e saltandogli addosso in un abbraccio affettuoso, bagnandoli così anche i suoi indumenti.


«Sei un danno! Mi hai bagnato tutta la maglietta!»


Si lamentò Shikamaru, tastandosi la canotta. Scosse la testa, e il corto e crespo codino ondeggiò con lui.


«Smettila di urlare Ino, o ti ributto nella fontana. Ti agitavi come una scema! “aiuto, aiuto, non so nuotare!”»


La prese in giro, scimmiottandola.

Ino si accigliò, mentre corti ciuffi bagnati le ricadevano sulla fronte.

 «Non facevo così! Mi sono spaventata e sono andata… com’è che si dice?»


«Nel panico?»


«Esatto! Nel panico! Voglio proprio vedere te in una situazione del genere»

Disse lei offesa, incrociando le braccia al petto.
Il caldo sole d’estate intanto la cullava, asciugandole lentamente la pelle e il vestito.
Il suo broncio durò poco, perché sorrise a Shikamaru dopo due minuti.

«Comunque resta il fatto che mi hai salvato la vita. Per questo, da oggi non litigheremo mai più! Ti voglio bene Shika!»





Vorrei tornare bambina,

perché le ginocchia sbucciate
fanno meno male dei cuori infranti,,




Ino uscì fuori dal negozio di fiori della sua famiglia, con calma, senza fretta.
 Grosse nuvoli nere si compattavano in cielo, rabbuiando ancora di più quel freddo pomeriggio invernale.
Appoggiato al muro, un adolescente sui diciasette anni di bell’aspetto fumava tranquillamente una sigaretta, con lo sguardo fisso prima sul negozio Yamanaka, e poi sulla figura sinuosa che ne uscì, quasi impettita.

«È quasi sera Shikamaru. È inutile stare qui, e spaventi  i clienti. Vai casa»


«Non finchè non parliamo. Non devi dirmi niente?»


Le domandò il ragazzo, mentre una nuvoletta di fumo uscì grigia dalle sue labbra.

«Sì» disse Ino, facendo una smorfia «smetti di fumare quella merda»


 Shikamaru la fissò seriamente. «Ino, non l’ho deciso io»


 Le disse, accarezzandole una guancia. Ino gli schiaffeggiò la mano.


[non era più una bambina]

«Vai pure, sai quanto me ne frega delle tue scuse. Ne posso avere a decine di ragazzi migliori di te»

 
Sputò sprezzante, assottigliando gli occhi.

Shikamaru sussurrò un «stupida orgogliosa» ben udibile, e si staccò dal muro, mentre un vento gelido fece ondeggiare la lunga coda bionda di lei e la sua gonna di lana viola.

«Credi che se potessi non rimarrei qui a Konoha? Mi hanno trasferito al Paese della
Pioggia non per mia volontà, spero che tu ci arrivi a questo»


Sbottò lui, spegnendo la sigaretta con la punta della scarpa.


«Non parlarmi come se fossi stupida! Non è nemmeno colpa mia se ti hanno affidato

una missione di spionaggio là, sai?»

Gli rispose, evitando il suo sguardo indagatore.

Shikamaru le prese il mento fra le mani, obbligandola a fissarlo.
 Il familiare brivido percosse la schiena di Ino, come ogni volta che era a distanza ravvicinata con Shikamaru.

[La malizia dei suoi anni che scalpita sotto la pelle]

 «Non so se tornerò, da questa missione e questo lo sai anche tu. Ma non dirmi che troverai un altro ragazzo durante la mia assenza: perché così mi uccidi, Ino»


 La ragazza fece viaggiare il suo sguardo cristallino su ogni centimetro del viso di Shikamaru, serio e accigliato, consapevole che non l’avrebbe rivisto per troppo tempo.

Una goccia di pioggia le cadde sulla punta del naso, facendolo arricciare.

«Lo sai che non avrò nessun altro ragazzo, lo sai che voglio solo te»


Mormorò, cercando le sue labbra.

Mentre la pioggia cadeva sempre più frequente, Shikamaru le restituì il bacio, un bacio semplice ma avvolgente, di chi conosce già ogni movimento dell’altro ma non si stancherebbe mai di lui.
La loro braccia sapevano dove aggrapparsi, i loro morsi sapevano che punto ferire.
 La pioggia divenne troppo forte per essere ignorata, e loro si staccarono piano, rimanendo abbracciati e un poco ansimanti.

 [i capelli bagnati si appiccicano alla schiena, la mamma si domanderà perché; o forse lo sa già]

«Tornerai» gli disse Ino, e suonava tanto come un ordine.


«Ci proverò» rispose Shikamaru: non se la sentiva di illuderla.


C’erano il cinquanta per cento di possibilità di riuscita, una percentuale troppo veritiera per dirlo ad Ino.


«Senti» continuò Shikamaru «se non dovessi tornare… no Ino, fammi finire! Se non dovessi tornare, promettimi che solo allora cercherai un bravo ragazzo, con la testa apposto, ti sposerai con lui e sarete felici. Ino, promettimelo»


Ino lo guardò battagliera, pronta a urlargli di no, lei non lo farà mai, perché ama solo lui, e non troverà mai nessun’altro; ma incrociò lo sguardo del ragazzo, che si era addolcito in una supplica.

Sa che lui ha mentito sulla missione, che è molto più pericolosa di quanto le ha detto, e lo ha fatto per il suo bene: se mentire è l’unico modo per tranquillizzarlo, non si sarebbe tirata indietro.

«Ci proverò» rispose anche lei, guardando di lato per non far vedere la bugia dentro ai suoi occhi.


[l’amore annebbia i sensi]

«Ok. Ok» disse lui, allontanandosi un poco, e passandosi una mano sugli occhi stanchi «devo andare. Parto domani all’alba, se vuoi..»


«No. Non chiedermi di venirti a salutare, perché sarebbe ancora…più difficile. Lo è già ora»

Lo interruppe, portando una mano ben curata sopra la testa per proteggersi dalla pioggia, con scarsi risultati.


«Sì, immaginavo. Allora, addio»


«No Shika. Arrivederci»


Shikamaru scosse la testa, e il crespo codino ondeggiò con lui.


«Va bene. Arrivederci, Ino»


Camminò piano, incurante della pioggia insistente, e dopo poco fu solo un ombra fra tante.

Ino lo osservò finchè poté, tremante di freddo e di odio.
 Odio per la vita dei ninja, odio per le missioni pericolose, odio verso di lui, l’annoiato ragazzo amico di una vita, che la insultava e imitava in continuazione, lui che stuzzicava, lui che la riprendeva, lui che la correggeva con la sua aria da saputello. Lui che amava, che adorava, con cui aveva perso la verginità, con cui erano rimasti abbracciati pomeriggi interi sotto le nuvole.

«Una volta mi hai salvato la vita, Shika…e ora me la stai togliendo».



*
Tadah!! Eccomi di nuovo qui, con una storia allegrissima!
Sto usurpando il computer della mia amicuccia [chia tivubì] perchè nel mio c'è ancora quello stramaldetissimo virus T.T
Allora, questa ficcy mi è uscita così, triste e con un finale sospeso. Punto.
Questo non perchè io sia depressa o cos'altro, mi sono messa a scrivere ed è uscita sta.. meraviglia di positività. In realtà volevo solo scrivere il primo pezzo dei bimbi felici e simpatici, ma mi sembrava inconcludente, nonchè noioso xD
Vabbè, la smetto di scrivere che in realtà dovremmo fare una ricerca per la scuola..
NiHao^^

sa

....il titolo vuol dire 'Eroe o assassino!'
Ok, me ne vado sul serio ora
  
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