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Autore: Nick95    02/11/2013    3 recensioni
Siamo sull'Isola Esme - Anno 1940
Emmett e Rosalie si sono appena sposati, Esme e Carlisle decidono di fare una piccola vacanza.
Ed Edward? Leggere per scoprire.
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Edward Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Precedente alla saga
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SALVATAGGIO

Saltai velocemente in acqua senza farmi notare da alcun umano.
Andai sotto, sempre più giù, fino a raggiungere il fondale, e guardai verso l'alto. Era notte fonda, e riuscivo a scorgere la parte inferiore delle barche attraccate al porto di Rio. Cominciai a nuotare verso il largo, e in due minuti la costa non si vedeva più.
Era solo una settimana, niente di più.
Solo una settimana, e mi sarei ricongiunto con la mia famiglia. Perchè io così la consideravo. Una famiglia, non un clan. Anche se clan era il nome migliore da dare ad un gruppo di creature come noi.
Carlisle, mio padre, o meglio, il mio creatore, il creatore di tutti.
Esme, umanamente la più grande di noi tutti, e la mia madre a tutti gli effetti.
Rosalie ed Emmett, i miei fratelli, o forse era Rosalie mia sorella ed Emmett un semplice cognato, il che non faceva una minima differenza per me. Erano una coppia, così come Carlisle ed Esme. E poi c'ero io, il più giovane di tutti.
Emmett e Rosalie hanno deciso di trascorrere una settimana in Australia, mentre Esme e Carlisle hanno scelto l'Argentina. Ovviamente, Carlisle mi ha proposto di passare la settimana a Denali, ma io ho rifiutato, volendo un posto tranquillo.
Ovviamente, per avere un posto tranquillo dovevo essere isolato, vista la mia capacità. Sentire pensieri non era affatto il massimo se cerchi un po' di silenzio.
Allora Carlisle mi ha rivelato che aveva fatto un regalo ad Esme, una piccola isola deserta, battezzata proprio Isola Esme, e mi ha proposto di andare a stare lì. Ho accettato, pensando di passarci un po' di giorni tranquilli e spensierati.
Accelerai il battito delle gambe, e pian piano risalii in superficie, sincerandomi della direzione da prendere, per poi proseguire.
Non sapevo dell'esistenza di Isola Esme, perchè in quel periodo era in corso la mia piccola 'ribellione' a Carlisle, che mi ha portato ad assaggiare sangue umano, di persone poco più umane di me, viste le loro azioni. Era una specie di patto stretto con me stesso. Mi sarei nutrito solo di assassini e delinquenti. Ma erano comunque umani, e non avevo nessun potere di spezzare le loro vite, qualunque cosa abbiano fatto in vita loro. Quindi tornai da Carlisle, e lì conobbi Esme. Ripresi a cibarmi solo di sangue animale.

Giunto sull'isola, mi recai subito nella casa che Esme stessa aveva progettato e costruito.
Era strano non sentire alcuna voce. Gli unici rumori che sentivo erano lo scorrere dell'acqua e il fruscio delle piante, ma nessuna mente in funzione. Era un silenzio rilassante. Presi un libro a caso e cominciai a leggerlo. Leggere era una specie di passatempo per me. Avevo già una laurea in biologia, e stavo studiando ancora.
Arrivato a metà libro, un rombo ruppe il silenzio dell'isola.
Un caccia stava passando di qui. La Seconda Guerra Mondiale, a volte dimenticavo che tra gli umani era in corso un'altra guerra, che finora ha raggiunto le stesse proporzioni della Grande Guerra, e non stentava a fermarsi. La stirpe italiana di nostri simili, che si facevano chiamare Volturi, aveva vietato, pena la morte, la partecipazione alla guerra da parte di un vampiro. 
Riuscivo a sentire i pensieri dei piloti alla guida di quel caccia.
Ehi, Robert, guarda che isola c'è laggiù, pensò il primo.
Nella sua mente lo vidi visualizzare l'immagine dell'isola su cui mi trovavo.
Facciamo un po' di fuochi d'artificio, pensò quello che doveva chiamarsi Robert.
No! Aveva intenzione di lanciare un missile diretto proprio qui.
Mi osservai intorno. Non c'era nessun testimone indiscreto in aria.
Nella mia mente si formulò solo una frase: Non quest'isola.
Uscii di casa proprio nel momento in cui il missile partì.
Io di certo non mi sarei fatto niente, ma l'isola avrebbe riportato danni che non sarebbero piaciuti ad Esme.
Spiccai un salto, mentre i miei occhi visualizzavano al rallentatore il missile diretto proprio verso di me.
E quello? Da dove è sbucato?, sentii pensare Robert.
Il missile mi raggiunse, ed io con una presa elegante lo rallentai fino a fermarlo, per poi scagliarlo verso il caccia così velocemente che non era neanche iniziata la fase di discesa del mio salto.
I pensieri terrorizzati dei piloti si spensero. L'esplosione fu assordante.
Il caccia, o quello che ne rimaneva, cominciò la sua caduta libera verso l'isola quando toccai terra.
Spiccai un altro salto e, badando a non toccare la parte ancora infuocata, interruppi la caduta del caccia per poi scagliarlo lontano da quell'isola.
I radar avrebbero registrato tutto, ma la teoria che un errore avrebbe provocato l'esplosione del missile prima di essere lanciato era alquanto convincente. Ritoccai terra.
Per fortuna avevo scelto di stare sull'Isola Esme.

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Mi è venuta in mente così, mentre fantasticavo :) e l'ho scritta e pubblicata. Fatemi sapere cosa ne pensate.
  
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