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Autore: Lights    02/11/2013    10 recensioni
Harry, Hermione, Luna e Ron trascorreranno il weekend di Halloween in un modo molto particolare, in stile babbano. L'organizzazione della vacanza è stata affidata tutta a Ron e a Luna, e si sa, con loro, tutto può accadere, perfino un delitto!
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Luna Lovegood, Ron Weasley
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Storia scritta per l'iniziativa Halloween Auror Stories - HAS

organizzata dal gruppo "Cercando chi dà la roba alla Rowling [Team Harry/Hermione]"

 

 

 

 

Weekend con delitto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

- Dai, Hermione, ci divertiremo, - mi aveva detto Harry quando me laveva proposto. - Halloween è loccasione giusta per stare insieme. Siamo sempre tutti così impegnati che un podi riposo ce lo meritiamo. - E poi, aveva sorriso, con quel suo tipico sorriso malandrino, probabilmente ereditato dal padre; angolo destro delle labbra leggermente sollevato con laggiunta di occhiolino e, infine, la stoccata finale: sguardo fisso negli occhi. Ditemi voi, come si fa a resistere quando Harry Potter ti chiede qualcosa in questo modo?

Rassegnata, avevo risposto di sì, ma credetemi, ora che sono qui in piena notte, davanti a questo vecchio castello,  che non promette nulla di buono, non sono più tanto sicura che sia stato un bene lasciare a Ron e a Luna il compito di organizzare la vacanza. Già mimmagino i titoli sulla Gazzetta del Profeta:Quattro ragazzi ritrovati morti in un posto abbandonato da Merlino, oppure,Quattro amici, una vacanza da urlo finita in tragedia.

- Sarà un weekend senza magia. Una cosa nuova! - aveva esclamato Luna euforica, sbattendo il bicchiere di burro birra sul tavolo. Mi ero voltata verso di lei con espressione scettica.

- Un intero weekend da Babbani. Forte, no? - aveva rincalzato Ron.

Scuoto il capo per scacciare questi pensieri. Respiro a fondo, ma mentre lo sto facendo una manata di Ron sulla schiena mi blocca il respiro.

- Dai, Hermione, entriamo!

Tossisco, un paio di volte. Harry mi affianca. - Tutto bene?

Non so come interpretare il suo sguardo. Preoccupato? Perplesso? Che stia iniziando anche a lui a dubitare di questafantastica idea?

Faccio di sì con la testa. Suvvia, Hermione, un podi spirito di avventura! Sono leggermente scarsa nell'arte dell'autoincoraggiarmi, lo so. Mi appunto mentalmente di ricordarmi di documentarmi sulla materia.

Entriamo e ci ritroviamo di fronte a una scalinata altissima. Mi guardo attorno e non vedo altro che candele accese, ragnatele, oggetti impolverati e un sacco di quadri raffiguranti personaggi del passato con sguardo inquietante, ritratti in momenti non proprio felici. Esecuzioni al rogo, ghigliottine, impiccagioni, sono dipinti così bene, che sembrano quasi vivi, con pennellate precise e uso magistrale del colore, giochi di ombre e luci tali che inizio a dubitare che sia un castello babbano, come era descritto nel depliant consegnatoci dallagenzia. Per sicurezza sfioro la bacchetta che tengo nella giacca.

Un rintocco di campane ci fa sussultare. Istintivamente mi avvicino a Harry e gli afferro il braccio. Lui si volta verso di me e sorride. - Fifona, - mi sussurra.

- Benvenuti. - Una luce illumina la persona che ha appena parlato, in cima alla scalinata. Ha allargato le braccia. Dopo pochi secondi le richiude e inizia a scendere gli scalini con un andamento regale. Indossa un vestito che sembra risalire allOttocento Francese. Siamo tutti in silenzio, lunico rumore che si sente è il fruscio della stoffa del vestito.

Mi ritrovo a trattenere il fiato affascinata da quella strana figura.

Ci raggiunge. Ha una posizione perfettamente eretta, come lo esige letichetta. Le mani sono giunte allaltezza delladdome e un sorriso tirato regna sovrano sul suo viso diafano, solcato dai segni del tempo. I capelli sono raccolti in una crocchia stretta. Un trucco accurato accentua il colore grigio degli occhi. Il tutto le dona unaria alquanto inquietante e austera.

- Sono Madame Toussau e vi do il benvenuto al Castello Luigi XVI, famoso per le sue stranezze. Spero le possiate assaporare tutte. - Sorride, ma a me il suo ghigno provoca solo i brividi. - Lasciate pure qui le vostre valige. Maurice le porterà nelle vostre stanze. - Un tuono rimbomba per il castello e subito lo scroscio dacqua riempie il silenzio che si è creato tra noi. La luce si spegne per un attimo e, quando ci vediamo di nuovo, ci troviamo davanti un tipo in livrea che si sta accollando i nostri bagagli. - Prego, seguitimi, vi porto alle vostre camere.

Ci scambiamo unocchiata indecisa. Resto immobile accanto a Harry.

- Andiamo. - Mi afferra la mano e mi fa muovere.

Madame Toussau ci guida verso un lungo corridoio illuminato solo dalle fiamme delle candele. Equidistanti tra loro ci sono delle armature, perfettamente lucide, in contrasto con i quadri, i drappeggi di velluto rosso e il tappeto floreale tipico del sedicesimo secolo, tutti impolverati e pieni di ragnatele.

Ci fermiamo davanti a una porta e solo ora mi accorgo che Harry mi tiene ancora per mano. Con nonchalance, mollo la sua mano e mi scosto leggermente da lui.

Entriamo e scopriamo che è un soggiorno dove ci sono quattro porte, ognuna di esse conduce a una stanza.

- Bene, - inizia Madame Toussau attirando la nostra attenzione, rivolta ad ammirare ogni singolo dettaglio di questo posto. - Per vivere al meglio questo weekend da Babbani, riponete le vostre bacchette in queste scatole.

Per magia, compare sotto i nostri occhi un tavolino con sopra quattro scatole. Il faro al soffitto lo illumina e solo allora mi accorgo che sul tronco sono intagliate persone che cercano di scappare, con visi deformati dalle urla di paura, mani tese verso lalto che chiedono aiuto.

Luna e Ron eseguono subito, io e Harry esitiamo per un attimo.

Harry mi guarda. - Sei pronta a metterti in gioco?

- Vorrei ricordarti che anchio ho vissuto tra i babbani, proprio come te! Che sarà mai, - Mi avvicino al tavolino, apro la scatola. È foderata di velluto blu elettrico. Vi appoggio la bacchetta che entra alla perfezione.

Che sarà mai, mi ripeto, ma, chissà per quale motivo, la cosa non mi tranquillizza.

Harry fa lo stesso, mi guarda divertito.

– Ottimo. – E, con uno schiocco di dita di Madame Toussau, le scatole si sigillano, il tavolino scompare e la luce che lo illuminava si spegne all'improvviso. - Non mi resta altro che augurarvi un buon soggiorno al castello Luigi XVI, e- Si ferma un attimo e ci osserva per un lungo istante. I suoi occhi brillano, il che rende tutto ancora più angosciante. - State attenti, perché qui nulla è come sembra.

Un soffio di vento fa spegnere le candele e noi rimaniamo completamente al buio.

Merlino! Ho il cuore in gola. Automaticamente cerco la mano di Harry, la trovo quasi subito. Avverto la sua stretta sicura, è calda, ma poi sento qualcosa strisciare su di me.

- Harry, - sussurro, mentre la paura mi toglie la capacità di parlare, e la sensazione che qualcosa mi stia salendo sulla gamba diventa ormai una certezza. Una scia viscida si allunga sulla mia pelle, non ce la faccio più. Urlo di terrore al graffio che ricevo sulla gamba. Sono paralizzata.

- Hermione! - urlano i tre e allimprovviso la stanza si illumina.

Io sono completamente aggrappata a Harry con gli occhi serrati.

- Ehi, - mi soffia lui sul viso, mi scosta i capelli dalla fronte. - Guarda, - m’incita ad aprire gli occhi.

Lo osservo. Unespressione divertita è dipinta sul suo viso. Io invece, non mi sto divertendo per niente. Mi volto verso gli altri e vedo Luna che tiene in braccio un gattino tutto bianco.

- Ma quanto sei morbido. - Luna strofina il viso sul pelo dellanimale.

- È un ammasso di pelo, niente di più, non serve aver paura, - mi stuzzica Ron.

Mi avvicino al gattino e inizio ad accarezzarlo.

- Ne riparliamo la prossima volta che ti imbatterai in dei ragni.

- Ora non litigate, calmiamoci un po. È latmosfera di Halloween che ci sta suggestionando. - Harry mi appoggia la mano sulla spalla.

Sulla soglia della porta compare nuovamente Madame Toussau. Questo suo apparire e sparire dal nulla inizia a darmi sui nervi. Il micio se ne accorge e scappa dalle braccia di Luna per andare a strusciarsi tra le gambe della donna, scomparendo sotto la sua ampia gonna.

- La cena sarà servita alle otto nella sala Ghigliottina. Se nel frattempo volete fare un giro nel castello, sentitevi liberi di gironzolare dove volete. Ci sono quadri affascinanti, armature imponenti. Abbiamo anche un comodo salotto con il caminetto. Lasciatevi trasportare dalla storia che vi sussurra il castello. 

Allimprovviso la finestra del salone si spalanca e una forte folata di vento ci costringe a raggomitolarci su noi stessi per ripararci e, per lennesima volta, Madame Toussau scompare alla nostra vista.

Harry si affretta a chiudere il balcone.

- Non pensate che Madame Toussau sia veramente simpatica? - ci chiede Luna tutta euforica.

Simpatica? Più che altro direi agghiacciante. Osservo Ron e Harry, e credo che abbiano fatto il mio stesso pensiero.

- Andiamo a fare un giro per il castello? - propone Ron.

- Ci sarà sicuramente una biblioteca, - ipotizzo.

I tre si voltano a guardarmi. Deformazione professionale? In fondo sono sempre una bibliotecaria.

- Magari troviamo un libro che racconta la storia di questo castello. Non siete curiosi di sapere quali segreti nascondono queste mura?

Ron si avvicina e mi appoggia le mani sulle spalle. - Hermione, - quasi sussurra il mio nome, - il mistero non sempre è svelato dai libri. A volte basta semplicemente viverlo.

Il luccichio nei suoi occhi non suggerisce niente di positivo.

- Forza, andiamo a scovare i fantasmi e i mostri che vivono tra queste mura! - Mi passo una mano sul viso. - Siamo sempre maghi, in fondo. - Mi fa locchiolino.

Già, che sarà mai, abbiamo vissuto di peggio.

 

 

 

 

Ci siamo divisi. Ron e Luna hanno preferito esplorare il giardino della villa a caccia di strane creature. Credo che Ron sia convinto di trovare anche qui degli gnomi da giardino. Mi sa che gli unici gnomi che scoveranno saranno quelle tipiche statue che usano i Babbani per decorare i loro giardini.

Mi volto verso Hermione che sta osservando con attenzione un gigantesco quadro. Alla fine ce labbiamo fatta a trovare la biblioteca del castello. È immensa. Le pareti sono riempite da scaffali pieni zeppi di libri. Cè una scala appoggiata che, grazie a un meccanismo, permette di spostarsi senza fatica da una parte allaltra della libreria. Insomma, il paese dei balocchi di Hermione. È impossibile descrivere lespressione di meraviglia, godimento che era dipinta sul suo viso quando siamo entrati in questa stanza. È rimasta sulluscio per diversi minuti indecisa da che parte andare. Poi si è mossa lentamente e ha toccato ogni singolo libro, e ora è ferma davanti a questo immenso quadro che raffigura una coppia mentre sta ballando. Dai vestiti e dallacconciatura credo che risalga agli anni quaranta o cinquanta.

Come ogni quadro di questo castello, anchesso è dipinto in un modo tale che sembra quasi che i due personaggi escano dalla tela. I tratti e luso magistrale del colore li fanno sembrare così veri.

Mi affianco a Hermione. - Bello.

- È stupendo. - Lo dice con profonda ammirazione. - Questi due sembrano così veri. - Allunga la mano verso il dipinto.

- Ferma, che fai! - La blocco subito. - Non toccare. - Intrappolo la sua mano nella mia.

Ci guardiamo negli occhi. Cè una strana alchimia tra di noi. I suoi occhi sembrano quasi che mi vogliano dire qualcosa. Il cuore mi batte velocemente.

- Hermione, io- Ma prima che possa continuare, la porta si spalanca ed entra Madame Toussau.

Ci osserva per qualche secondo e poi sul suo viso compare un ghigno soddisfatto. - Scusate, non volevo disturbarvi. - Fa cenno di andarsene e solo allora Hermione e io ci accorgiamo che abbiamo ancora le mani legate e la nostra posizione è equivoca.

Ci stacchiamo imbarazzati, come se avessimo preso una scossa.

- Stavamo ammirando questo bellissimo dipinto. - Hermione si volta verso il quadro per leggere di chi è lautore. - Ma è sempre lui!

- Acuta osservazione, signorina Granger. - Madame Toussau si avvicina a noi. - I quadri sono stati tutti dipinti dalla famiglia Pennac. Larte e la creatività scorrevano nelle vene di ogni discendente. - Osserva con sguardo perso il ritratto. Non vorrei sbagliarmi, ma nei suoi occhi leggo una punta di amarezza. - Come la tragedia che li ha accomunati.

- Quale tragedia? - domandiamo in coro.

- Ogni discende della famiglia Pennac è morto in circostanze misteriose.

Appena pronuncia le ultime parole, come a sottolineare la gravità della cosa, un tuono rimbomba per tutto il palazzo e riprende a piovere. La luce salta e noi rimaniamo al buio per qualche secondo, ma, a differenza delle altre volte, Madame Toussau è ancora qui con noi. Accende un candelabro e lombra fa assumere al suo viso un aspetto ancora più pauroso.

- Sono dolente, ma limpianto elettrico è difettoso.

Ecco spiegato perché salta in continuazione la luce.

- Chi sono? - chiede Hermione allungando la mano per sfiorare il quadro, ma, prima che lo possa toccare, Madame Toussai le schiaffeggia il dorso.

Hermione le rivolge uno sguardo colpevole e di scuse.

- Chloe Bernard e Matthew Dubois. Erano grandi amici di Philippe Pennac. Una triste storia.

- Che cosa gli è successo? - continua Hermione. Ha preso a grattarsi il dorso della mano.

Madame Toussau passeggia per la stanza e si ferma davanti alla grande vetrata. Il suo riflesso sul vetro è alquanto inquietante. Lespressione grave sul suo viso mi fa intuire che anche lei è coinvolta nella storia che ci sta per raccontare.

- Eravamo molto amici, io, Philippe, Chloe e Matthew. Chloe era bellissima. È stata sempre la prima donna del gruppo, quella che portava vivacità e armonia tra noi. Un piccolo bocciolo di rosa, come amava definirla Philippe. Lui e Matthew ne erano completamente affascinati e facevano a gara per soddisfare ogni suo piccolo desiderio.

Mi accomodo in poltrona e poco dopo Hermione mi raggiunge e si sedie sul bracciolo adagiandosi su di me. La guardo un attimo sorpreso. Lei mi sorride, ma ho quasi limpressione che non voglia staccarsi da me.

- Io ero considerata quella asociale, ma il mio comportamento schivo, in realtà, era solo dovuto alla timidezza. Il mio mondo erano i libri, tutto il resto lo lasciavo in secondo piano. Matthew era il coraggioso, sempre pronto a difendere gli altri e a schierarsi con i più deboli. Al contrario, in Philippe cera una punta di codardia, che più volte lha condotto a nascondersi dietro le sue opere invece di lottare per quello che voleva realmente. Ero molto legata a Matthew. Lui cera sempre quando avevo bisogno. Lui era la mia quercia. Le sue braccia erano il mio rifugio segreto quando avevo bisogno di calore e protezione. - Sospira e si porta una mano sul viso ad accarezzarsi la guancia, come a ricordare un gesto del passato.

- Trascorrevo molto tempo con Philippe, mi piaceva stare con lui, e solo con me lui si dimostrava per quello che era: un uomo dolce, divertente e premuroso. E poi

Madame Toussau si volta verso di noi e per un attimo rimane senza parole. Il suo viso diafano diventa ancora più bianco di quello che è.

Mi alzo preoccupato e mi avvicino a lei. - Tutto bene?

Inclina leggermente il capo e mi guarda dritto negli occhi. - Tu sei proprio come lui.

- Come lui, chi?

- Sei identico a Matthew. - Mi prende il viso tra le mani. - I tuoi occhi sprigionano lo stesso fuoco di determinazione che aveva lui. - Mi prende la mano, e se lappoggia sulla guancia. Avverto il freddo della sua pelle, sembra quasi che non le scorra sangue nelle vene.

Hermione, a quel gesto di Madame Toussau, si alza e mi affianca. Mi afferra per un braccio e mi discosta di qualche centimetro.

- Bada, Emilie, non si ripeterà la stessa storia, - pronuncia in tono grave Hermione.

Madame Toussau sgrana gli occhi. Io non ci sto capendo più niente. Il mio sguardo salta da una allaltra.

La donna in silenzio ci osserva un attimo ed esce dalla stanza, come se stesse fuggendo, ma nonostante questo non abbandona mai il suo stile elegante e silenzioso.

- Hermione. - La osservo, al contrario lei mi sorride. - Stai bene? Come facevi a conoscere il nome di Madame Toussau e cosa intendevi con quella accusa?

Si volta infastidita avvicinandosi alla libreria. - Il nome lho letto su questo quadro. - Mi indica un piccolo ritratto appeso vicino alla libreria e poi riprende a grattarsi il dorso della mano. - Ti stavo solo proteggendo, mi è sembrata un comportamento inopportuno.

Mi avvicino al quadro che raffigura i quattro giovani: Emilie, Matthew, Chloe e Philippe.

- Dovevano essere molto amici.

- Sì, lo credo anchio. - Hermione si avvicina e si accoccola sulla mia spalla.

- Hermione? - Sono paralizzato, non so che cosa fare.

- Ho freddo. - Mi fa locchiolino e si stringe di più a me. Io, al contrario, inizio a sentire caldo. Il suo profumo mi solletica le narici e mi rendo conto che usa ancora lo shampoo ai frutti di bosco e yogurt che le ho regalato per il compleanno. e io che credevo che non le piacesse.

Restiamo fermi in quella posizione per diverso tempo. Riesco perfino ad avvertire il battere del suo cuore che, insieme al suo respiro regolare, mi fa calmare e fa scomparire il velo di imbarazzo.

- Hermione, - quasi sussurro per non infrangere quella strana atmosfera tra di noi.

- . - Alza il capo e i nostri visi si trovano vicini, molto vicini. Mi sorride e si sporge verso di me, stiamo perla porta della libreria si spalanca ed entrano correndo Ron e Luna.

- Ragazzi, siamo bagnati fradici. - Ridono entrambi, mentre gocciolano sul pavimento. - Il temporale ci ha colto alla sprovvista, eravamo alla ricerca di elfi, - continua Luna tra le risate.

Elfi? Scuoto la testa. Questi due sono folli.

- Vi conviene andarvi a cambiare prima che vi becchiate un raffreddore.  

Hermione si toglie la felpa e la mette sulle spalle di Luna. - Su, veloce. Vi aspettiamo per la cena.

Ron e Luna escono dalla libreria e io e Hermione rimaniamo nuovamente da soli.

- Dai, vieni vicino al camino. - Mi afferra per la mano e mi porta accanto al fuoco. - Le tue mani sono così calde. - Sorride e se le appoggia sulle guance.

Chiude gli occhi e si coccola tra esse. Sorrido. Hermione che si lascia andare a questi gesti di tenerezza, è troppo strano. Neanche ci credo. Sarà latmosfera del castello. Così lassecondo. In fondo è piacevole e anchio sto bene. Sto così bene che piano piano mi avvicino a lei e labbraccio. La stringo forte a me. Pone il capo nellincavo del collo. Posso sentire il suo fiato che mi solletica la pelle, mentre il calore del fuoco del camino ci avvolge. È una situazione così irreale ma talmente bella che non vorrei mai che questo momento finisse. Non siamo mai stati così in confidenza. I nostri abbracci sono sempre stati più di consolazione che spontanei, solo per il gusto di godere della compagnia del corpo dellaltro. Non avrei mai immaginato che avere realmente Hermione tra le mie braccia mi potesse creare questo scombussolamento interiore, ma allo stesso tempo una piacevole calma.

- Stai bene? - mi domanda allimprovviso.

- Mai stato meglio, - rispondo con sincerità e le bacio il capo.

Il rintocco dellora ci fa sussultare. Ci stacchiamo lentamente proprio nellattimo in cui entra Maurice, avvisandoci che la cena è servita.

Il resto della serata prosegue tranquillamente, ma tra me e Hermione qualcosa è cambiato. Più volte ho sorpreso il suo sguardo e ogni volta lei ha fatto finta di niente, distogliendolo subito, mentre un leggero colore rosso le imporporava le guance.

Stiamo prendendo una tazza di in soggiorno quando entra Madame Toussau.

- Vi auguro la buona notte. Maurice resterà sveglio a vegliare il vostro sonno.

Un brivido mi percorre tutta la schiena. Lo sguardo scivola sulluomo. Non so perché, ma ha quasi le sembianze di un Dissennatore. Lespressione del suo viso cancella ogni barlume di vitalità. Mi scuoto per scacciare quellorribile sensazione e cerco di distrarmi altrove, ed eccolo lì, ancora una volta, lo sguardo di Hermione su di me.

Questa volta non scappa, anzi, mi sorride per un attimo e poi riprende a mangiare. Il comportamento di Hermione non passa inosservato. Se nè accorta anche Madame Toussau. Si ferma sulluscio e per un attimo perde il suo savoir-faire. Afferra con forza lo stipite della porta e lancia unocchiata truce nella sua direzione e poi se ne va infastidita.

Abbiamo passato la serata a ridere, a scherzare, a giocare a scacchi, a raccontarci storie. Ron in questo è bravissimo, più volte ha fatto urlare di terrore Luna e Hermione, e io mi sono divertito insieme a lui a fare gli scherzi alle ragazze. In fondo, senza magia, si sta anche bene. È bello essere normali, ogni tanto.

Ora ognuno è nelle proprie stanze. È notte fonda. Fuori cè un forte vento che riesce persino a piegare gli alberi e a scuotere le vetrate. Lululato del vento mi mette unansia addosso che non riesco a calmare. La notte è buia, e non cè neanche una stella nel cielo. Una vera notte di Halloween dove i due mondi, quello dei vivi e dei morti, si incontrano.

Sorrido, perché nella mente risuona ancora la voce lugubre di Ron mentre racconta lultima storia di paura.

Chiudo le tende, la stanza piomba nel buio. Un piccolo tocco sulla porta mi fa leggermente sobbalzare. Vado ad aprire e mi ritrovo Hermione in camicia da notte a piedi nudi.

- Mi spiace disturbarti, stavi dormendo?

- Non ancora. Tutto bene?

Il suo viso è impaurito e sta tremando come una foglia.

- Posso stare un poqui con te? Non mi va di stare da sola e Luna dorme. - Si chiude la porta alle spalle e siamo completamenti immersi nel buio. Il suo respiro sul mio viso è caldo, deve aver mangiato una caramella al gusto di fragola.

- Harry, - sussurra il mio nome. La sua voce trema.

Senza essere padrone di me stesso, la mia mano sfiora la pelle del suo braccio in una lunga carezza, seguendo la linea immaginaria del suo corpo fino a racchiudere il suo viso nel palmo.

- Non ti preoccupare, ci sono io qui con te. Non cè niente di aver paura, fino a quando io sono con te.

Avverto il suo sorriso nel buio. Faccio un passo in avanti. Incontro il suo corpo che si adagia al mio. Le labbra sfiorano la sua fronte e gliela bacio.

- Andiamo a letto.

A quella proposta Hermione si irrigidisce e si scosta da me.

- No, aspetta, non fraintendere... - Vado a tentoni per la stanza in cerca della luce. Finalmente la trovo e accendo l'abat-jour. La luce soffusa le dona unaria ancora più sexy di qualche minuto prima.

Si copre meglio con la vestaglia e io levo lo sguardo per limbarazzo. Che stupido.

- Io intendevo- Hermione mi blocca con un gesto della mano. Si avvicina. Mi appoggia la mano sulle labbra.

- Non importa. Ho capito.

Scosta la coperta e sinfila nel letto. - Tu ovviamente dormi sopra le coperte. - Mi fa locchiolino divertita.

Mi distendo a pancia in su, sopra le coperte. Porto le braccia dietro alla testa.

Rimaniamo in silenzio per diverso tempo. Lascio vagare lo sguardo sul soffitto decorato e passo in rassegna ogni disegno. Posso percepire il respiro regolare di Hermione. Mi volto verso di lei convinto che si sia addormentata, invece la ritrovo rivolta verso di me che mi sta osservando da chissà quanto tempo.

- Sai, Harry, - inizia piano. - Non avevo mai notato quella ruga che ti solca la fronte che si accentua quando la tua mente è piena di pensieri che non vuoi rivelare.

Mi volto verso di lei, e appoggio una mano sotto il cuscino e laltra lavvicino alla sua che tiene sopra alla coperta. I nostri mignoli si sfiorano appena.

- Sto bene quando sono con te, - mi rivela.

Sorrido, mi sento così stupido. Incrocio il mio mignolo con il suo. Anch’io. -

- Buonanotte. - Afferro la sua mano e la stringo stretta nella mia.

Hermione chiude gli occhi per prima, sorride.

Non riesco a prendere sonno ma non oso muovermi per non svegliarla. È voltata e mi le spalle. La sua schiena è rilassata. Gli occhi scivolano sul suo corpo. A un tratto si gira nel sonno e si avvicina a me. Quando entra in contatto con il mio corpo, si accoccola nel mio abbraccio, e appoggia la testa sul mio petto. Sorrido. Chi vogliamo prendere in giro. In fondo, Hermione e io, siamo come due poli che si attraggono. Cercano di stare lontani nella vita quotidiana, di rispettare quella sottile linea rossa che delimita il rapporto di amicizia, ma, appena essa si addormenta, il nostro subconscio ci porta a stare più vicini e superarla. Le accarezzo i capelli. Lascio scivolare le dita tra le sue ciocche e, lentamente, quel gesto calmo mi fa addormentare.

- Lasciami! - Lurlo disperato di Hermione mi sveglia allimprovviso.

La finestra della stanza sbatte, la tenda svolazza impazzita e lacqua scrosciante del temporale entra in camera.

Scendo immediatamente dal letto e mi affaccio alla finestra. Vedo il corpo di Hermione in spalla a Maurice che segue Madame Toussau verso la scogliera.

- Hermione! - grido disperato. Mi fiondo fuori dalla finestra.

Sono fermi vicino alla scarpata. Mi manca il respiro talmente ho corso. Non ho niente con me. Niente bacchetta. Niente magia. Solo io con le mie forze.

- Matthew, stai in disparte, non posso perderti questa volta.

- Ma cosa sta dicendo?

- Maurice, fallo!

Luomo si muove a quellordine e alza in aria il corpo inerme di Hermione, pronto a gettarla nel burrone.

La pioggia scende copiosa su di noi. È talmente fitta che a stento riesco a tenere gli occhi aperti.

- Non lo fare! È importante per me.

- E io cosa sono per te, Matthew?

Allimprovviso tutto mi è più chiaro. Il passato si è mescolato con il presente.

Mi muovo lentamente verso Madame Toussau.

- Emilie. - Le tendo la mano. - Lo sai che per me sei importante. Non voglio che ti macchi unaltra volta di questa colpa. Lascia andare gli spettri del passato, donati la pace che cerchi.

- Ma tu ami lei! - mi urla in faccia. Il suo viso è segnato dalla pioggia. Il trucco è colato, rigandole le guance e fa trasparire ancora di più la sua follia. - Tu devi amare me!

Si volta verso Maurice. - Ora! - ordina.

- No! - Urlo disperato. Non posso fare niente. Mi getto su Maurice, ma Madame Toussau mi intercetta e mi blocca.

- Non ti permetterò di sprecare la tua vita per lei, anche questa volta.

È la fine, penso disperato. - Non farlo, io la amo!

Il frastuono del tuono copre il mio urlo, e il lampo che segue illumina la notte.

Il fulmine cade poco distante da noi e per lo spavento Madame Toussau perde lequilibrio e cade a terra, lasciandomi libero, mentre Ron si getta su Maurice un attimo prima che lasci cadere Hermione giù per la scarpata.

La pioggia si placa allimprovviso. Mi rialzo aiutato da Luna, corro da Hermione e la tengo stretta tra le mie braccia.

- Grazie, ragazzi. Il vostro intervento è stato provvidenziale. - Appoggio il viso sul capo di Hermione ancora priva di sensi. - Ma come avete fatto a trovarci?

- È stato Philippe. - Luna mi indica il signore anziano inginocchiato vicino al corpo di Madame Toussau. - Ci ha sentito correre per il castello e ci ha condotto da voi.

Rimaniamo a osservare Philippe che accoglie tra le sue braccia il corpo di Emilie.

 

 

 

- Il coraggio di un uomo, Matthew, che ha lottato per salvare la donna che amava, Chleo, dalla gelosia folle di Emilie e dalla codardia dimostrata dal suo amico Philippe, che alla fine, però, ha saputo riscattarsi e proteggere la sua amata Emilie dal suo gesto di pazzia. - Luna pronuncia in tono solenne le ultime parole, poi stringe a il libricino datoci da Philippe, che raccontava lintera vicenda.

Finisco di bere e appoggio la tazza di sul tavolino.

- In fondo cercavamo un weekend diverso dal solito, no? - sorride Ron.

- Solo preferivo che la parte della protagonista dellintreccio di questo gioco di ruolo non fosse capitata a me, avrei fatto volentieri la comparsa. - Mi strofino la mano, dove con nonchalance Madame Toussau mi aveva punto con una droga particolare per soggiogarmi. - Ma devo ammettere che questo weekend mi ha concesso anche dei bei momenti. - Lancio unocchiata furtiva a Harry, che, a sentire la mia confessione, per poco non si soffoca con il che sta bevendo.

- Cerano per caso degli Scottarelli nel tuo tè? - domanda ingenuamente Luna.

Ron e io la guardiamo sconvolti. A volte non so proprio come faccia a inventarsi queste strane creature e credere che esistano realmente.

Carichiamo i bagagli in macchina.

- Grazie, in fondo è stato un weekend divertente, a parte il mancato volo dallo strapiombo e lessere soggiogata. - Mi rivolgo a Madame Toussau, stringendole la mano.

Ora, con la luce del sole e gli abiti moderni, non ha più la sua aria inquietante, anzi, la trovo addirittura una bella signora. Perfino il castello non ha più quellaria paurosa dellaltra sera.

- Mi dispiace, Hermione, ma quando ti ho visto con Harry in biblioteca abbiamo capito che eri perfetta per interpretare il ruolo presente di Chloe. - Sorride compiaciuta.

- La vostra interpretazione è stata fantastica, per non parlare degli effetti speciali, e non erano neanche incantesimi! Davvero complimenti, sono veramente rimasto impressionato dai vostri marchingegni babbani, - si complimenta Ron con Philippe.

- Maurice, devo dire che a un certo punto, ieri sera, mi hai messo paura. Ho davvero dubitato delle tue intenzioni. - Si congratula anche Harry.

- Ecco a voi le vostre bacchette. - Maurice ci porge le scatole. - In fondo, a volte, essere Babbani non è male. - Ride soddisfatto facendo locchiolino a Ron.

- Siamo contenti che vi siate divertiti. Tornate presto a trovarci, il castello di Luigi XVI vi aspetta con unaltra interpretazione il prossimo anno, e ricordate- Madame Toussau si ferma un attimo e ci osserva riacquistando il suo cipiglio inquietante. - Qui, nulla è mai come sembra.

Ci scambiamo unocchiata e poi scoppiamo a ridere.

Già, che sarà mai, dopo questa esperienza possiamo affrontare di tutto il prossimo anno.

 

 

 

 

 

 

 

 

Angoletto di Lights

 

Questa storia nasce per caso. L’idea me l'ha dato la foto che ho postato sotto il titolo. Una storia senza pretese, scritta in un weekend, e devo dire l’idea che è saltata fuori mi ha divertito parecchio.

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Prima di tutto, un doveroso grazie a Kukiness per il betaggio. Non sai quanto sei preziosa per me ogni volta ^_^

 

Un grazie anche ai membri del gruppo “Cercando chi dà la roba alla Rowling” che hanno partecipato in massa all’iniziativa Halloween Auror Stories

 

Sono felice di essere riuscita a partecipare a questa iniziativa.

 

Tornerò, spero presto, con Remember Me, non vi preoccupate, non ho abbandonato la storia, è in fase di completamento.

   
 
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