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Autore: Shainareth    02/11/2013    3 recensioni
*** ATTENZIONE! *** La presente shot è comprensibile solo a chi ha letto anche Meduse.
Fu a quel punto che i nostri quattro eroi iniziarono a sudare freddo: si erano preoccupati dei costumi per la festa ma non dei regali per il festeggiato.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Compleanno memorabile'
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COMPLEANNO MEMORABILE




D’un tratto, proprio mentre Garu era sul punto di mollare Pucca su uno degli sgabelli del ristorante, le porte della cucina si spalancarono e ne uscirono Zio Raviolo, Linguini e Ho con una grande torta guarnita con panna e gocce di cioccolata. Si levò un applauso in onore di Dada e del suo quindicesimo compleanno.
   «Io… Io…» iniziò a balbettare il ragazzo, visibilmente commosso da tutta quella calorosa dimostrazione d’affetto. «Credo che questo sia il compleanno migliore della mia vita…»
   Fu a quel punto che i nostri quattro eroi iniziarono a sudare freddo: si erano preoccupati dei costumi per la festa ma non dei regali per il festeggiato. Ci fu un veloce, ansioso scambio di sguardi.
   «E ora come facciamo?» Fu Abyo ad esprimere a voce alta la domanda che li affliggeva. «Non possiamo certo andare a comprarne uno adesso!»
   «Dobbiamo trovare una soluzione», convenne Ching, corrucciando lo sguardo con determinazione. «Spremiamo le meningi, ragazzi!»
   Pochi attimi dopo, Pucca lanciò una sommessa esclamazione, dando segno di aver risolto il loro problema, e, ancora aggrappata a Garu, gli indicò il piano superiore del ristorante. Il ninja partì a passo di carica, portandosela appresso come la sposina che sembrava, e fu solo quando, una volta varcato l’uscio di una camera e la porta fu richiusa alle loro spalle con un tonfo e una doppia mandata, che il poveretto comprese la tragica verità.
   Abyo e Ching, che li avevano seguiti fino a metà scalinata, furono gli unici a udire le urla di Garu, un sonoro e continuato scoccare di baci e bacetti, e un frastuono dovuto alla probabile colluttazione che stava avvenendo in camera di Pucca. Poi, di colpo, il ninja riuscì a fuggire con in viso un’espressione terrorizzata e svariati segni di rossetto addosso – quattro sul viso, due su un codino e sei sul resto del corpo.
   «Certo che tu ci caschi proprio tutte le volte, eh?» commentò Abyo, quando il poveretto cercò riparo dietro di lui. «Caspita, però! Ti ha conciato per le feste!» aggiunse, facendogli notare che adesso il papillon gli pendeva da un lato, il colletto della camicia era tutto storto e un lembo dello stesso indumento usciva fuori dai pantaloni.
   Una sorridente e innamorata Pucca li raggiunse saltellando su un piede solo. «Allora, ci vuoi dire che cosa hai escogitato?» le domandò Ching, mentre Garu, tremando come una foglia, si faceva sempre più piccolo alle spalle del suo amico.
   Pucca si affacciò verso il piano inferiore e invitò gli altri a fare lo stesso. Quindi, indicò loro uno degli invitati. «Muji?» chiese Abyo, non capendo. «Che ce ne facciamo di lui?» La ragazzina gli diede uno scappellotto, facendogli intuire che avrebbe dovuto spostare lo sguardo un po’ più a sinistra. «Ring Ring!» sobbalzò a quel punto lui. «Ma certo! Dada è innamorato di lei!»
   «Sì, ma cosa c’entra Ring Ring? Il regalo non dovrebbe essere nostro?» fu la lecita domanda che pose Ching, non del tutto convinta dell’idea avuta da Pucca. Ma poi ricordò che quando era stato il compleanno di quest’ultima, oltre che una festa a sorpresa, le avevano regalato anche Garu. «Oh, ho capito! È un’ottima idea!» saltò su, infischiandosene del fatto che forse sua cugina non sarebbe stata molto d’accordo con quella trovata. «Ma come facciamo a convincerla a collaborare?»
   «Ci sono!» sentenziò Abyo, impettendosi come il migliore dei tacchini. «Scendo a sedurla, così sarà più facile coglierla di sorpresa», informò gli altri, convintissimo di ciò che diceva.
   Ching divenne rossa di rabbia, ma non fece in tempo a fermarlo che lui era già partito in quarta. Ovviamente lo seguì come un’ombra, pronta a rimetterlo in riga e lasciando Pucca e Garu ad osservare la situazione dall’alto.
   A Ring Ring, a dire il vero, quella festa non stava piacendo poi molto. Sì, il cibo e le bevande erano ottimi come sempre, al Goh-Rong, però gli invitati le sembravano tutti così campagnoli… E poi aveva accettato di partecipare anche lei solo per sfoggiare tutto il proprio fascino e far invidia a Pucca, che invece, ancora una volta, aveva osato superarla. Almeno agli occhi degli altri, perché come sempre Ring Ring era convinta di essere di gran lunga più bella e aggraziata di lei. Ah, ma quando sarebbe diventata abbastanza grande per lasciare quel villaggio di zoticoni per la grande città, gliel’avrebbe fatta vedere, a quel branco di capre! Sentendosi incompresa, sospirò e si portò alle labbra un bicchiere di limonata.
   «Ciao, fata!» fu il saluto che la fece sussultare.
   Quello di Abyo avrebbe dovuto essere un complimento da gran conquistatore, ma poiché Ring Ring era davvero vestita da fatina, quel giorno, il doppio senso non fu colto. «Ciao… mummia», rispose la ragazza, squadrandolo dalla testa ai piedi con aria perplessa.
   Benché fosse davvero fasciato e incerottato in più punti a causa delle punture delle meduse, lui quasi ci rimase male. «Sono un guerriero del kung fu ferito in un combattimento mortale», ci tenne a farle sapere con tono petulante. «Dal quale ovviamente sono uscito vincitore», aggiunse con orgoglio, incrociando le braccia al petto.
   «Ah, sì?» mormorò Ring Ring, poco interessata alla faccenda.
   In quel momento Ching li raggiunse e diede un colpo di tosse per attirare l’attenzione del suo presunto fidanzato. Il quale, com’è facile supporre, non comprese. «Non ora, Ching», le disse difatti, quasi seccato. «Non vedi che sto cercando di rimorchiare?»
   Lei cominciò ad emettere fumo dalle orecchie per la rabbia, mentre sua cugina si lasciava andare ad una risatina maligna e divertita. «Non montarti la testa», l’avvisò allora la minore, afferrando Abyo per un braccio e mettendoselo alle spalle con prepotenza. «Siamo qui solo per chiederti un favore.»
   «A me?» cascò dalle nuvole Ring Ring, inarcando le sopracciglia sottili. «E perché mai?»
   «Si tratta di Dada», le spiegò pazientemente Ching, dando una gomitata al ragazzo alle sue spalle, che frattanto protestava per quell’intromissione. «Che regalo gli hai fatto?»
   «Nessuno», fu la candida risposta che ricevette. «Credevo che la mia sola presenza bastasse e avanzasse.»
   Gli altri due si scambiarono uno sguardo. «Potrebbe essere più facile di quanto credessimo», ipotizzò allora Abyo.
   «Di che parli?» volle sapere Ring Ring, corrucciando la fronte.
   «Ecco, vedi», prese allora a dire Ching, convinta che lei avrebbe davvero potuto aiutarli. Sapeva che sua cugina non era davvero così frivola e dispettosa come voleva apparire, per cui le sarebbe bastato premere sui tasti giusti per smuoverla a compassione o per persuaderla a dare loro una mano. «Siccome siamo sempre stati tutti piuttosto scortesi nei suoi confronti…»
   «…e siccome anche noi non gli abbiamo portato un accidenti…» si sentì in diritto di aggiungere Abyo.
   «…speravamo che tu potessi fare un piccolo sforzo per rendere Dada il ragazzo più felice di Sooga almeno per questa sera», concluse Ching.
   Ring Ring li fissò con poca convinzione. «E perché mai dovrei sprecarmi a fare una cosa del genere?»
   «Perché Dada è sempre stato carino e gentile, con te», provò a farle notare l’altra. «Pensa solo a tutte le volte che ti ha aiutata senza mai chiedere nulla in cambio.»
   Questo era vero, dovette riconoscere la ragazza. Tuttavia era anche convinta che Dada ci avesse sempre guadagnato qualcosa, da quei favori. «Dimentichi che mi sono ampiamente sdebitata con lui?»
   «E come?» s’incuriosì Abyo, dal momento che nessuno se n’era accorto.
   «Facendogli dono della mia compagnia, ovviamente», si vantò Ring Ring, passandosi una mano fra i capelli che aveva sciolto sulle spalle per l’occasione. «Senza contare che mi sono persino abbassata a baciarlo più volte», aggiunse, sia pure a malincuore, con voce tutt’altro che tenera.
   A Ching parve accendersi una lampadina in testa. «Perciò non ti costerà farlo ancora, vero?»
   Sua cugina la fissò con orrore. «Come osi propormi una cosa del genere?!»
   «Andiamo, che ti costa?» cercò di convincerla anche Abyo.
   «Non se ne parla!» fu la perentoria risposta della ragazza.
   Fece per aggiungere altro, ma l’improvvisa presa che avvertì attorno alla vita le fece soffocare un urlo in gola: un laccio piuttosto spesso, o qualcosa di molto simile ad esso, le si aggrovigliò attorno al corpo e lei fu trascinata via, in alto, verso il soffitto.
   Attoniti, Abyo e Ching si lasciarono andare ad un’esclamazione e sgranarono gli occhi, seguendola con lo sguardo fino a che non si accorsero della figura che si era macchiata del rapimento della bella Ring Ring. «È Spaghetto Girl!» vociò il ragazzo, attirando l’attenzione di tutta la sala.
   Pucca… Pardon, Spaghetto Girl se ne stava su un piede solo sulla ringhiera del primo piano del ristorante, tenendo appesa al proprio lazo spaghettoso la povera Ring Ring. Alle sue spalle, Garu la sorreggeva per le gambe, temendo che quel precario equilibrio finisse per farle spiaccicare entrambe di sotto.
   «Dannata, rimettimi subito giù!» starnazzava frattanto la vittima della loro geniale trovata.
   «Che ficata!» esclamò invece Dada, tutto contento. «Spaghetto Girl è venuta alla mia festa!»
   Lei lo salutò con una manina. «Razza di idiota!» urlò viceversa Ring Ring. «Vieni ad aiutarmi, anziché rimanere lì ad ammirarla come un fesso!»
   «Oh!» saltò su Ching, battendo i palmi fra loro con fare entusiasta. «Ci serve un eroe che vada a salvare la povera, indifesa Ring Ring!» affermò, sperando che Dada cogliesse il suggerimento.
   Fu però nuovamente Abyo il primo a partire in quarta. «Questo è un lavoro per un grande guerriero come me!» sentenziò, facendosi avanti. «Non temere, bella gnocca», disse poi, rivolgendosi alla fanciulla in pericolo. «Ti salverò!»
   Stizzita, Ching gli mise lo sgambetto e gli fece avere un incontro ravvicinato col pavimento. Già che c’era, per esser certa che non si muovesse da lì, gli si appollaiò addosso come neanche Won avrebbe saputo fare con lei. Quindi, riprese parola. «Dada… Anzi! Sguatterus! Tocca a te salvare Ring Ring!»
   Lui la fissò con gli occhi spalancati. «A me?!» stentò a crederci. «Ma… Ma non posso combattere contro Spaghetto Girl! È troppo forte!» provò a giustificarsi, come sempre assai insicuro delle proprie capacità.
   «Sono certa che ce la farai», lo incoraggiò la ragazza, decisa a fargli cambiare idea. «E, dopo che l’avrai salvata, Ring Ring ti getterà le braccia al collo e ti darà il bacio più sbaciucchioso che tu possa immaginare», gli garantì.
   E mentre dall’alto sua cugina strepitava contrariata per quell’oscenità, Dada fu comprensibilmente assorbito dalla propria immaginazione: se fosse riuscito a trarla in salvo, Ring Ring si sarebbe finalmente accorta del suo valore e avrebbe accettato di uscire con lui?
   Arrossendo fino alla punta delle orecchie, il giovane strinse i denti e decise che avrebbe per lo meno potuto provare. In fondo, cos’aveva da perdere? La faccia? Già fatto una miriade di volte. «Lo farò», annunciò allora, stupendo l’intera assemblea per il suo indomito coraggio. E dando fondo a tutte le proprie conoscenze del ninjutsu, balzò subito nella direzione della rapitrice, pronto a riprendersi la sua bella.
   Quella saltellò sulla ringhiera per evitarlo, mentre Garu si affannava a starle dietro e sentiva farsi sempre più pressante un attacco cardiaco. Ci fu un buffo inseguimento, che vide i due eroi mascherati fronteggiarsi con stili assai opposti: Spaghetto Girl sembrava quasi improvvisare un balletto sulle punte dei piedi, affiancata anche da un partner che di tanto in tanto era persino costretto a sollevarla a mezz’aria per il punto vita; Sguatterus faceva invece ricorso a tecniche decisamente più ortodosse e apprezzate persino dal maestro Chang che, di sotto, non poteva fare a meno di applaudire alla sua abilità.
   Infine, decidendo che lo spettacolo fosse durato abbastanza e che Dada avesse dato ampiamente prova del proprio coraggio e delle proprie capacità, Spaghetto Girl lanciò l’ostaggio per aria, facendola cadere nel vuoto e urlare per lo spavento. «Ring Ring!» gridò Sguatterus, precipitandosi in suo soccorso. Ma Spaghetto Girl additò la scena al suo improvvisato assistente, che subito comprese e, armato di carta regalo e fiocco, saltò verso gli altri due, riuscendo ad impacchettare Ring Ring proprio un attimo prima che Dada potesse afferrarla e a trarla in salvo.
   Con un balzo, Garu raggiunse nuovamente l’eroina mascherata, che, per premiarlo, non si lasciò pregare per riempirlo di baci appassionati – fra le tante comprensibili proteste da parte del poveretto. Quanto agli altri due, non appena Dada atterrò al centro della sala, un’acclamazione generale lo investì, stordendolo e facendolo imbarazzare per tutto quell’entusiasmo che mai si sarebbe aspettato da parte di qualcuno. Sorrise scioccamente, ma poi si ricordò del pacco regalo che aveva ancora fra le braccia e che si agitava come se fosse stato indemoniato. Senza perdere altro tempo, lo scartò e da lì ne uscì una Ring Ring spettinata, accaldata e col fiato corto. La fantasia da quindicenne di Dada volò per lidi che per pudore noi eviteremo di descrivere.
   «Ma siamo diventati matti?!» strillò la poveretta, aggrappandosi a lui perché la testa le girava a causa di tutto quello sballottamento.
   «Oh, Ring Ring!» la chiamò Ching, saltellando nella sua direzione con un sorriso enorme. «Se sei salva lo devi soltanto a Dada!»
   «È vero! È un eroe!» concordarono tutti i presenti, sposando la sua causa.
   «Direi che adesso se l’è proprio meritato, quel bacio», ammiccò la ragazzina con le trecce.
   Sua cugina la fissò stralunata, ma pur volendo fare appello al proprio orgoglio, vista la baraonda che si era venuta a creare a causa di quel salvataggio in extremis, non poteva darle torto. Ruotò gli occhi al soffitto e strinse le labbra. «Oh, e va bene!» sbuffò, arrendendosi all’idea di doverle dare ascolto.
   Dada inarcò le sopracciglia e spalancò le orbite con fare incredulo: sul serio avrebbe ricevuto un bacio da lei?! Non fece nemmeno in tempo a pensarlo che subito accadde – anche perché Ring Ring aveva fretta di chiudere lì la faccenda. Ching sospirò estasiata, Abyo scrollò le spalle, pur lasciandosi andare ad un sorriso, e Garu gridò in cerca di qualche altro eroe che riuscisse a strapparlo dalle grinfie di Spaghetto Girl.
   Quindi, tornando ad assumere la propria compostezza e dandosi un’occhiata allo specchietto tascabile, Ring Ring dichiarò distrattamente: «Lo spettacolo è finito, gente. Ora smammate.»
   «Caspita…» esalò invece Dada, ancora intontito per quanto appena accaduto e con un sorriso ancora più sciocco di quello di prima sulle labbra. «Questo sì che è un compleanno da ricordare…»












E con questa spero di aver pareggiato i conti con Dada, che avevo bellamente dimenticato alla fine della shot sul suo compleanno. *Si sente mortalmente in colpa*
Sinceramente trovo questa storia un po' (tanto) confusa, ma spero sia ugualmente comprensibile. Sappiatemi dire.
Un bacio a tutti e a domani, col terzo capitolo di Amnesia - Passato. ;)
Shainareth





  
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