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Autore: Betty_95    02/11/2013    0 recensioni
Sarò breve u.u :
Parla di un pezzo della vita di Elisewin e Seth che si ricongiungono dopo essersi lasciati.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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BELIEVE IN TRUE LOVE.


 
La brezza fresca del pomeriggio inoltrato mi smuoveva i lunghi capelli color carota facendomi venire la pelle d'oca.
Dal River Thames il panorama era mozzafiato: il Tamigi che scorreva tranquillo, stormi di uccelli che volavano felici e i vaporetti, colmi di gente che vivevano la loro vita, solcavano le acque del fiume della capitale Britannica lasciandosi alle spalle la consueta scia delle navi che dividono leggermente l'acqua a metà e formano una leggera schiumetta. 
Il sole era diventato rosso fuoco e stava per lasciare spazio alla luna che tra breve avrebbre fatto capolino in un cielo sgombro di nuvole. Per essere una giornata di fine Ottobre, stranamente il cielo era pulito e neanche una goccia era venuta giù a bagnare le strade della città. Non era per niente stata una giornata grigia e cupa...Ma non per il mio cuore. Dentro di me c'era una tempesta, un mare agitato.
Mille pensieri infestavano la mia mente: la mia famiglia, il lavoro, i miei amici, ma soprattutto lui: Seth. Era già passato un mese da quando ci eravamo lasciati ed io, ancora, non ero riuscita a chiudere quella ferita che mi faceva sanguinare il cuore. 
Le occhiaie si erano accentuate per i troppi pianti quando, durante la notte, mi svegliavo  con il cuore a pezzi e con le lenzuola inzuppate dalle mie stesse lacrime. Ricordo ancora il giorno in cui l'avevo rivisto all'aeroporto dopo la sua vacanza a Praga, con suo fratello Josh e altri amici; ricordo che ero corsa tra le sue braccia ma lui mi aveva allontanata guardandomi con quei profondi occhi azzurri, dicendomi:

       
      "Mi dispiace ma non me la sento più di continuare. Sai...a Praga ho fatto cose che non sopporteresti."



In quel momento tutti i ricordi che mi legavano a lui riemersero e il mio cuore andò in frantumi facendomi scorrere sul viso lacrime calde. Non mi aveva dato neanche il tempo di replicare o chiedergli il perchè di tutto quello. Si era girato ed era sparito tra la gente che affollava l'aeroporto. Speravo fosse solo uno scherzo ma non fu così. Da quella volta non si era fatto più sentire nè vedere lasciandomi con quell'amaro in bocca. Non sopportavo l'idea di stare senza quel ragazzo.
La mia vita non aveva più un senso da quando lui mi aveva voltato le spalle, da quando non sentivo più il sapore della sua saliva o l'odore della sua pelle; e adesso, lì su quel ponte, la mia vista si offuscava nuovamente facendo traboccare altre lacrime.
Mi portai la mano sulla guancia per cacciare via quelle gocce d'acqua salate ma niente, fuoriuscivano dagli occhi come un fiume in piena facendomi sbavare il mascara.  
Mi appoggiai al parapetto del ponte e ci appoggiai le braccia. Le persone che passavano mi guardavano con una nota di preoccupazione ma continuavano a camminare per la loro strada girandosi dall'altro lato. Lentamente mi coprii il viso con le mani: tutto questo non poteva essere successo, non così, non senza una risposta, non senza un addio, non senza aver rivisto quegli occhi un ultima volta.
In un attimo di disperazione la mano destra scivolò dentro la tasca serrandosi sul telefono. Lo guardai sperando di vedere sul display la scritta: "SMS non letto"  magari da parte sua o una sua chiamata, ma niente. Ogni giorno speravo di ricevere qualcosa che mi potesse dire che mi aveva cercata, ma invano. Si sà: la speranza è l'ultima a morire ed io speravo e pregavo ogni giorno che la ferita del mio cuore si richiudesse da sola, ma uno squarcio così grande non si può sanare in così poco tempo. Mi uccidevo l'anima a chiedermi perchè, perchè un amore grande come il nostro fosse finito così, in un battito di ciglia, come se quello che c'era tra noi non fosse importante e profondo, come se a lui non fregasse nulla di tutti quei momenti memorabili che avevamo passato assieme. Ma io c'ero e se lui fosse venuto a cercarmi io mi sarei fatta trovare. Mi sarei fatta trovare per dirgli che da quando era andato via si era portato una parte di me, gli avrei detto che ero pronta a perdonarlo, qualsiasi cosa avesse fatto. Gli avrei detto che lo amavo ancora e che lo avrei amato per sempre, incondizionatamente.
Guardai il display e in preda alla speranza e alla disperazione composi velocemente il suo numero e premetti il tastino verde di inoltro chiamata. Squillava, a breve avrebbe risposto. Il cuore mi martellava sapendo che tra poco gli avrei rivolto la parola dopo un mese. 
Il telefono continuava a squillare ma niente,nessuna risposta. Staccai l'apparecchio dall'orecchio e stavo per staccare la chiamata quando ebbi un fremito. Mi sembrava di aver sentito in lontananza la sua suoneria. Un attimo prima la sentivo, un attimo dopo non la sentivo più. Mi guardai intorno passando a rassegna la gente che passava ma, con delusione, dedussi che non c'era nessuno che potesse anche somiglare a Seth. Scrollai le spalle sbuffando: stavo diventando pazza,ne ero certa. 
Feci per voltarmi e tornare a casa da mia sorella,di certo  mi aspettava con ansia perchè sapeva quello che stavo passando e quasi sicuramente credeva che da un momento all'altro avrei potuto buttarmi da un ponte senza neanche pensarci troppo. Con ancora il telefono in mano non ebbi il tempo di voltarmi perchè mi bloccai. Non stavo diventando pazza, ecco sentivo di nuovo la sua suoneria,si faceva più forte ogni secondo che passava. Mi voltai del tutto e lo vidi: era lui. Era lì di fronte a me con il telefono in mano mentre staccava la chiamata. Rimasi interdetta; l'unica cosa che riuscii a fare fu di socchiudere le labbra per la sorpresa di vederlo. 
Abbassò la testa imbarazzato,serio in volto

      -Ciao Eli.-


I suoi occhi mi fissavano,azzurri più che mai. Indossava dei jeans neri, una maglietta marrone e un cardigan grigio. Era il ragazzo di sempre, quello di cui mi ero innamorata a prima vista: il volto più bello del mondo, il fisico perfetto, il sorriso in grado di farti sciogliere. 

      -Ciao Seth.-


Dissi senza neanche muovermi di un millimentro. Ero praticamente immobilizzata.

      -Vedo che non stai molto bene.-


Allungò la mano verso la mia guancia. Il suo tocco era delicato e caldo. Con il pollice mi asciugò la lacrima che si era fermata sullo zigomo. Chiusi gli occhi e avvicinai il mio viso alla sua mano in modo da prolungare quel gesto. Un turbinio di emozioni mi pervase il corpo, facendo battere il mio cuore ancora di più. 
Adesso che era lì, di fronte a me, tutti i miei dubbi e tutta la sofferenza che avevo passato, svanivano. Avrei voluto buttarmi tra le sue braccia, piangere e dirgli che mi mancava, mi mancavano le sue mani, il calore del suo corpo mentre mi avvolgeva, la sua voce, tutto. Ma c'era anche la rabbia: avrei voluto gridargli perchè mi aveva lasciata sola in aeroporto mentre le lacrime sgorgavano dai miei occhi, perchè era andato via senza darmi una spiegazione. 
Deglutii e feci un piccolo passo in avanti. Le lacrime minacciavano di uscire, di nuovo. Mi imposi di non piangere così lo guardai negli occhi: verde smeraldo che incontravano l'azzurro del cielo. 

       -Te ne sei andato senza neanche darmi una spiegazione. Perchè?-


La voce mi tremava e il mio viso si contraeva per lo sforzo che faceva nel trattenere le lacrime. Lui chiuse per un attimo gli occhi guardandosi i piedi,la commiserazione si faceva strada sul suo viso. Allungò una mano prendendo la mano. 

      -Ehi, posso spiegarti tutto.-


A quelle parole tolsi con forza la mia mano dalla sua. La rabbia si faceva sempre più strada dentro di me facendomi fremere. Lo gurdai e con idignazione dissi

      -Tu sai quello che io ho passato?! Non ti sei fatto sentire nè vedere per un mese, UN MESE, Seth! E adesso vieni quì, ti presenti e mi dici "Posso spiegare". Dove sei stato tutto questo tempo?!-


Sentivo il calore che mi pervadeva il corpo facendomi diventare rossa dalla furia. 

      -So quello che hai passato Eli! Ashely non ti ha mai detto niente ma mi aggiornavo costantemente per sapere come stavi! Non ho mai smesso di pensarti ma ho avuto bisogno di un pò di tempo per riflettere...-


I suoi occhi erano spalancati, c'era sincerità in quello che diceva, me lo sentivo. La rabbia era andata via lasciando solo tanta tristezza.

      -Riflettere su cosa?-


L'esasperazione era a mille ma anche la voglia di riabbracciarlo era forte. Volevo delle risposte. Solo allora avrei potuto perdonarlo per quanto possa essere stato grave ciò che aveva fatto. 

      -Riflettere su noi, su quello che ho fatto a Praga. Eli io ti ho tradita, in discoteca, con un altra ragazza. Ero ubriaco, non avevo piena conoscenza di ciò che stavo facendo ed è successo, ma è finito tutto lì. Il giorno dopo pensavo già a te ma avevo quell'angoscia che mi attanagliava l'anima.- 


Il cuore andò di nuovo in frantumi e stavolta non riuscii a trattenere le lacrime. Avevo capito cosa aveva fatto già in aeroporto quando l'avevo rivisto, ma adesso che lo sentivo dire proprio da lui era ancor più difficile non piangere. 

      -Ti odio.-


Sapevo che era una bugia, che non era odio quello che provavo, ma avevo bisogno di dirlo. 

      -No, non mi odi.-


Sussurrò quelle parole avvicinandosi ancor di più a me. Adesso pochi centimetri ci dividevano.

      -Vorrei,vorrei odiarti.-


Chiusi gli occhi tirando di naso. Le lacrime mi rigavano il volto incessantemente facendomi sentire quasi ridicola. 

      -Eli...-


Mise una mano sulla mia guancia e si sporse ancora un pò. Ed ecco che dopo un mese le mie labbra sfioravano di nuovo le sue, affogando tutto ciò che avevo provato in quei trenta giorni. Chiusi gli occhi e mi persi in quel bacio, quel bacio che avevo atteso per così tanto tempo, quel bacio che mi mancava. Potevo assaporare il gusto della sua saliva che si mischiava alla mia facendomi mandare in tilt il cuore. I nostri corpi erano attaccati l'uno all'altro e non ci curavamo delle persone che, passando, ci guardavano disgustati pensando: "Prendetevi una camera!". Mi alzai sulle punte e allacciai le mie braccia al suo collo accarezzando i capelli corti e mori. 
Quando mi staccai da quel bacio le lacrime cessarono di uscire dai miei occhi. I nostri visi erano a pochi centrimetri di distanza. I suoi occhi che mi guardavano speranzosi.

      -Tu...tu ancora...-


Sussurrava quelle parole come se fossero proibite. Non lo lasciai continuare,annuii e sussurrai

-Si, si, io ti amo, io ti amo ancora.-


Finalmente mi sbloccai e lo abbracciai, lo strinsi più forte che potevo come se non volessi farlo scappare. L'avevo perdonato, non mi interessava se mi aveva tradita, l'unica cosa che contava era che mi amava, l'unica cosa che contava era che lui era lì, con me e mi stringeva tra le sue braccia in cui mi sentivo maledettamente al sicuro. Tutto quello che provavamo lo dicevamo tramite quei gesti, tutta quella voglia di riabbracciarci, quella voglia di dirci ti amo era espressa in quel bacio e subito dopo in quell'abbraccio. 
Mi sciolsi dalle sue braccia e adesso potevo sorridergli. Anche lui mi sorrideva felice, l'azzurro dei suoi occhi brillava di gioia. Era come se non fosse successo nulla, come se quel mese fosse stato cancellato, tutto quel dolore,sparito. 

      -Ti amo mio piccolo pozzo senza fondo pel di carota. E scusa,per tutto quello che ho fatto.-


Sorrise e mi diede un buffetto sulla guancia appoggiando un braccio sulle mie spalle.

      -No basta, non scusarti. L'unica cosa di cui mi importa è che adesso sei quì con me.-


Sorrisi dolcemente guardandolo negli occhi. La luna era splendente nel cielo e le stelle illuminavano la strada. Noi, vicini l'un l'altro,camminavamo verso il Big Ben mano nella mano. Ne ero sicura: il giorno che sarebbe venuto sarebbe stato pieno di Sole, soprattutto nel mio cuore. Credevo nel vero amore, ero felice e quella ferita adesso, si era richiusa.
  
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