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Autore: Concerto_vita_28_06_2014    02/11/2013    0 recensioni
Questa storia é per metà vera, cioè che mi é successa e per metà inventata.
Questa storia parla di una ragazza con un avita difficile, 4 ragazzi che gli hanno rovinato la vita, 1 ragazzo che gli ha cambiato il modo di vederla.
Spero vi piaccia.
Aggiornerò spesso i capitoli. Ciao?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Ciao, ho 19 anni, sono Camilla, gli amici mi chiamano cami..amici per modo di dire. Non ho amici, ho una vita difficile, molto difficile. Ho problemi di autolesionismo, bullismo.
Al periodo delle medie avevo un migliore amico. Si chiamava Francesco, ora non so neanche dove sia , ci siamo persi nel tempo, mi ha lasciata nei momenti più difficili.
Sono sempre stata innamorata di lui, assomigliava tanto a uno dei miei idoli.
Adesso inizia la mia storia..
 Solito giorno di scuola, mi vesto, mi lavo ed esco di casa, la mia casa. Vivo da sola da quando avevo 16 anni, dopo la morte dei miei genitori.
Cammino per la strada della scuola che sta molto vicino da casa mia. Come al solito per la strada ci sono quei ragazzi, quei ragazzi che mi hanno sempre picchiata, maltrattata, usata o per lo meno ci hanno provato a usarmi, si ho 19 anni e sono vergine, sarà strano ma nella mia scuola sono l'unica ad esserlo e anche per questo mi prendono in giro.
I ragazzi erano 5, si chiamavano Ric, nicolas, Alessandro, Filippo e poi un ragazzo che era di spalle non capivo chi fosse.
Mi avvicinai all'entrata di scuola cercando di non farmi notare da loro, pregando dentro di me.
<>ripetevo a me stessa. Ma non servi a un cazzo perché mi sentí bloccare da un braccio ma non in modo delicato come si ferma di solito un passante che gli é appena caduto un pezzo di carta, no in modo cattivo, doloroso, soprattuto per me, per i tagli che mi ero procurata la sera.
disse nicolas tenendomi stretto il polso procurandomi dolore. <> pensai..
dissi cercando di tenere in dentro le lacrime. Lui alla mia affermazione fece più forte la presa   disse con la sua voce da stronzo, avevo paura come al solito ma preferivo essere picchiata che essere sverginata da uno schifo come lui. Non risposi ma chiusi gli occhi tanto da far capire che stessi aspettando uno schiaffo o chissà qualcosa di più forte conoscendolo..
SBAMM arrivò quello schiaffo così forte, cazzo se lo era, mi sentì svenire, caddi a terra, ma non svenni. Sentivo Ric ridere e chiamarmi "puttana" avrei voluto ucciderlo ma non ho le forze per farlo in quel momento, non le avrò mai sono così inutile alla vita, così senza speranza, così sbagliata.
Suonó la campanella, io ancora a terra guardavo  andare via quei 4 coglioni, il 5 ragazzo li stava seguendo ma poi lo vedo che si ferma si gira e viene verso di me. << ma io lo conosco questo!!>> pensai.
Lui mi si avvicinò, io stavo raccogliendo il cellulare oramai con il vetro rotto , la batteria separata da esso, le lacrime agli occhi. Lui mi disse piegandosi e raccogliendo dei fogli. 
Ma cazzo mi prende in giro? Come faccio a stare bene!
dissi tutto d'un fiato con lo sguardo basso per non far vedere le lacrime.
Lui mi porse la mano e disse
Oh no no nono può essere lui, non deve.
sempre guardo basso. Ma a lui infastidiva si vedeva come muoveva le mani così con due dita mi prese per il mento e lo tiro sú, avevo il rimmel calato, e la guancia rossa per lo schiaffo. E lui mi disse .
No davvero? Non mi hai riconosciuto, sono io Camilla, tu mi chiamavi "milla" perché non riuscivi a dirlo intero il mio nome, mi facevi il solletico quando piangevo, ridevo e tu cadevi a terra piegato delle risate  perché la mia risata perdeva uno starnuto di un trol, per lo meno così dicevi tu. Non ti puoi essere dimenticato tutto. No ti prego. No.
risposi così secca! ero triste, scioccata, delusa e per lo più anche con dolori alla guancia.
Ma poi continuai a parlare..

disse.
No ma come ti prego dimmi che ti stai confondendo,  kenko ti prego, si lo chiamavo così, perché dicevo 'frankenko' al posto di 'Francesco' e per abbreviare kenko.
feci per andare ma mi blocco.
  
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