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Autore: Deanwillgodownwiththis    02/11/2013    3 recensioni
Dean condivide la stanza con un ragazzo che comunica con lui attraverso dei bigliettini.
Sam vive con il più grande stronzo conosciuto dall’uomo.
I quattro rimangono intrappolati in biblioteca insieme.
Accadono delle cose.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Fandom: Supernatural
Titolo: Roommates
Personaggi: Castiel, Dean, Sam Winchester, Gabriel
Coppia: Slash (Destiel/Sabriel)
Avvertimenti: College!AU
Generi: Romantico, Commedia
Note: Sono Sabry93 la storia è una College!AU trovata su AO3 e che ho deciso di tradurre dopo che l'autrice è stata così gentile da darmi il permesso d farlo ^^
Purtroppo EFP non mi ha lasciata mettere il nick completo perchè era troppo lungo ç_ç
Ringrazio Irene per il betaggio (<3).
Fatemi sapere cosa ne pensate! mi impegnerò per girare all'autrice le vostre recensioni.
Buona lettura!

Desclimer: I personaggi non mi appartengono, no, neanche Cass (purtroppo XD)


ROOMMATES


DeanwillgodownwiththisShip


 
Dean sbadigliò aprendo la porta della sua stanza. Già non vedeva l’ora che la giornata finisse, le lezioni alle otto del mattino erano crudeli e inumane.
Un rapido sguardo gli disse che il suo compagno di stanza era fuori, probabilmente a studiare, pensò.
Quel ragazzo studiava sempre. Dean non sapeva come facesse, se lui avesse studiato così tanto sarebbe uscito di testa.
Il nome del ragazzo era Castiel, un nome strano per un piccolo ragazzo strano.
Sembrava un tipo piuttosto piacevole, anche se Dean lo vedeva raramente.
 
I loro orari erano simili, perciò erano nelle rispettive classi contemporaneamente.
Di tanto in tanto si vedevano di sera, ma Castiel lavorava spesso fino a tardi in biblioteca o studiava lì.
Se erano a casa entrambi, Dean cercava di far prendere una pausa all’altro ragazzo e guardare un film con lui.
Una volta ci riuscì ma Cas, come aveva iniziato a chiamarlo Dean, crollò nel giro di mezzora, chiaramente esausto per tutto il tempo che aveva dedicato allo studio.
 
Una mattina si scontrarono nelle docce, letteralmente.
Dean non era nel pieno delle sue funzioni prima di almeno tre tazze di caffè e Cas, beh, lui viveva generalmente nel suo piccolo mondo.
Dean stava camminando verso il bagno mentre Cas stava uscendo: un minuto prima erano in piedi e camminavano, quello dopo erano distesi per terra, confusi e doloranti.
 
Dean si era ampiamente scusato, controllando se il ragazzo avesse lesioni gravi. In realtà era stata davvero colpa sua e se gli capitò di notare che il suo compagno di stanza nerd aveva un corpo eccitante, beh quelli non erano affari di nessuno se non suoi. Si sentì una persona orribile, ma Cas affermò che stava bene e che era tanto colpa di Dean quanto sua. Gli fece un sorriso veloce ma genuino e se ne andò.
 
Quindi sì, Dean avrebbe sicuramente potuto avere un compagno di stanza peggiore.
 
Dopo l’incidente in bagno, i due divennero più amichevoli, facendo del loro meglio per comunicare di più.
Dal momento che i loro orari non erano cambiati e che si vedevano ancora molto poco, cominciarono a comunicare attraverso una bacheca nella loro stanza. Era un piccolo pannello di sughero dove appuntavano dei messaggi, in caso avessero bisogno di dirsi qualcosa.
Fu tutta un’idea di Cas.
Dean tornò a casa da lezione all’una del pomeriggio e vide la bacheca sopra la scrivania con un messaggio appuntatovi sopra. Curioso, andò a vedere cosa  diceva.
 
Ciao Dean,
 
Ci vediamo molto raramente, così ho pensato che questo potrebbe essere un buon modo per noi di condividere tutte le informazioni importanti.
 
Stasera lavorerò fino a tardi in biblioteca, comunque ho fatto un po’ di spesa oggi e c’è cibo in abbondanza nel mini frigo. Serviti pure.
 
Castiel.
 
Dopo quel primo messaggio iniziarono a usare la bacheca quasi tutti i giorni. La maggior parte delle volte era solo per cose banali, come Dean che raccontava a Cas della ragazza nella sua classe di biologia che era svenuta quando avevano guardato i cuori umani conservati. Era bello avere qualcuno con cui parlare, anche se non erano effettivamente faccia a faccia.
 
Okay, forse provava qualcosa per Cas che non era strettamente amicizia, ma ehi, il ragazzo era veramente eccitante quando non indossava i suoi goffi maglioni senza maniche e gli occhiali spessi.
Aveva visto Cas con abiti casual e lenti a contatto e il ragazzo sembrava un modello, e senza i suoi vestiti, beh, Dean non riusciva a pensarci senza sentirsi agitato.
 
Certamente Cas non era il suo solito tipo, in realtà era l’esatto contrario del ragazzo mascolino e maleducato con cui Dean andava di solito. Ma forse era una cosa buona. Non era mai finita bene con i suoi vecchi fidanzati, quindi forse qualcuno come Cas era esattamente quello di cui aveva bisogno.
Fu un bel pensiero, ma non sarebbe mai accaduto niente tra di loro. Dire a qualcuno che sei gay è una cosa, ma dire al tuo compagno di stanza che hai una cotta per lui non era qualcosa che stava progettando di fare al più presto.
Soprattutto non attraverso dei messaggi su una bacheca.
 
Quando tornò nella stanza quel pomeriggio c’era un messaggio per lui sulla bacheca:
 
Dean,
 
ha chiamato tuo fratello oggi, si stava lamentando del suo nuovo compagno di stanza. Sembrava molto arrabbiato. Forse dovresti richiamarlo appena vedi questo messaggio, nel caso in cui questa sia la notte in cui perde la pazienza e decide di uccidere il suo compagno di stanza.
 
Cas J[1]
 
Dean sorrise davanti alla piccola faccina sorridente, quella era la firma di Cas.
Pensò che sarebbe stato meglio richiamare Sam e ascoltarlo a proposito del suo compagno di stanza, di nuovo.
Scherzi a parte, il ragazzo sembrava un completo idiota da quello che gli aveva detto Sam. Quale persona rispettabile porterebbe ogni notte un ragazzo diverso nella stanza che condivide con qualcun altro? Se fosse stato Dean a dover vivere con lui, lo avrebbe già strangolato nel sonno o qualcosa del genere. Sam era un santo per avere a che fare con lui da così tanto tempo.
 
Sì, pensò Dean. Era stato veramente fortunato con il suo compagno di stanza.
 
-OoO-
 
“Stamattina è successo di nuovo Jess!” Sam afferrò la sua migliore amica appena questa uscì dalla classe. “Sono andato al mio posto per la lezione delle otto e sul mio banco c’erano un caffè e un danese con un piccolo messaggio per me!”
 
Sam aveva ricevuto ogni giorno questi piccoli doni da una persona misteriosa. Era sempre qualcosa come cioccolatini o pasticcini, a volte anche del caffè, se doveva alzarsi presto per una lezione o studiare fino a tardi la notte.
La cosa più strana era che il caffè si trovava sulla sua scrivania in biblioteca o sul suo banco in classe prima del suo arrivo ed era ancora caldo; quindi, chiunque fosse a portarli, lo faceva solo pochi minuti prima del suo arrivo. Ciò significava che o era a lezione con lui, o era abbastanza folle da svegliarsi presto quando non doveva solo per portagli il caffè.
 
Chiunque fosse era strano, anche se non del tutto sgradito.
 
Sam aveva i suoi sospetti su chi li stesse lasciando. Becky Rosen sembrava essere in tutti i posti in cui andava. Se Sam era in biblioteca, lei era a sole poche scrivanie di distanza e durante le sue lezioni l’aveva sorpresa a fissarlo un po’ troppe volte; ma quella mattina il caffè era già sul banco ad aspettarlo e Becky era introvabile. Questo lo lasciò più confuso di prima.
 
“Penso sia dolce.” dichiarò Jess “Qualcuno si preoccupa per te abbastanza da trovare un po’ di tempo nella propria giornata per cercare di rendere la tua più sopportabile.” Sospirò “Vorrei che qualcuno lo facesse per me.”
 
“È bello.” accettò Sam “Ma io vorrei sapere chi è per ringraziarlo, o forse restituire il favore una volta ogni tanto.”
 
Stavano camminando dalle aule verso dormitori per una pausa tra le lezioni “La tua compagna di stanza è in casa?” chiese Sam “Perché se lei non c’è, non è che potrei stare in camera tua fino alla lezione di questo pomeriggio? Ti prego.”
 
Jess fece una smorfia “Gabriel ha portato un altro ragazzo a casa ieri sera?” chiese.
 
Sam guardò a terra, calciando una pietra sulla sua strada con rabbia “Sì, quel cazzone non ha nemmeno la decenza di portare le sue conquiste da un’altra parte. Voglio dire, chi gode nel fare sesso quando c’è qualcuno nella stanza!?” Sam odiava assolutamente il suo compagno di stanza, era il più grande stronzo che avesse mai incontrato.
Portava nella loro stanza un ragazzo diverso ogni notte e facevano del sesso molto rumoroso mentre Sam si metteva le cuffie cercando di attutire il rumore.
 
“Oh tesoro.” ridacchiò Jess “Sono sicura che ci sono un sacco di persone che amano avere un pubblico in camera da letto.”
 
A Sam cadde la mascella “Assolutamente no. Pensi che lo faccia perché gli piace il fatto che io ascolti?”
 
Jess ridacchiò ancora di più vedendo la faccia di Sam “Forse. Voglio dire, altrimenti perché dovrebbe farlo?”
 
La sua risata si fermò quando vide il suo volto arrossire fortemente “Sam Sam, non dirmi che ti piace ascoltare!”
 
Sam arrossì ancora di più “Cosa? NO! certo che no. Ecco – No Jess.” farfugliò.
 
“Aw dai Sammy, non dirmi che non ti eccita nemmeno un pochino sentirli.” insistette.
 
“Va bene, d’accordo. Forse a volte la musica del mio IPod non è poi così alta come dovrebbe. Gabriel resta comunque un cazzone. Sembra solo molto eccitante quando geme.” si rifiutò di incontrare gli occhi di Jess, sapendo che avrebbe subìto anni di ricatti per quella confessione “E non chiamarmi Sammy.”
 
“Oh. Mio. Dio. Tu, piccolo pervertito. Immagina se Gabriel sapesse che effetto ti fanno i suoi rumori.” strillò “Forse lui lo sa! Ecco perché continua a farlo!”
 
“Non lo sa. E solo perché potrebbe sembrare sexy a letto, questo non significa che sia una brava persona. Non mi parla nemmeno, dubito che sappia il mio nome. Non è un bravo ragazzo e non voglio avere niente a che fare con lui. Più veloce passa quest’anno, meglio è. Sto per uscire di testa ad essere il suo compagno di stanza.” sbuffò.
 
“Va bene, va bene.” cedette Jess “Andiamo scontroso, ho del gelato nella mia stanza.”
 
-OoO-
 
Dean si lasciò cadere sul letto chiudendo gli occhi e sentendosi sprofondare nel materasso. Un’altra settimana era finita, portando il weekend e la possibilità di dormire.
Ancora una volta il suo compagno di stanza era fuori e per essere venerdì sera era piuttosto strano. Di solito era Dean che usciva con gli amici il venerdì sera, ma aveva deciso di passare una serata tranquilla: era esausto e aveva pensato che guardare un film con Cas forse sarebbe stato meglio che uscire.
Si mise a sedere e guardò la bacheca. Un rapido sguardo al messaggio che vi era appuntato gli disse che Cas avrebbe lavorato in biblioteca fino a tardi quella sera.
Perché la biblioteca dovesse rimanere aperta fino a tardi il venerdì sera era per lui un mistero; non riusciva ad immaginare perché qualcuno avrebbe dovuto scegliere di studiare proprio il venerdì sera.
 
Conoscendo Cas, probabilmente aveva dimenticato di portarsi la cena in biblioteca. Aveva l’abitudine di lasciare il suo cibo in camera quando lavorava.
Abbastanza sicuro, Dean aprì il frigorifero e vide il sacchetto con la cena dimenticato lì. Ridacchiò, per essere un ragazzo così intelligente a volte era davvero sbadato.
 
Afferrò il portafoglio e le chiavi, si strinse nella sua giacca e si diresse verso la porta.
Al diavolo la regola di non portare cibo in biblioteca, era venerdì sera! E comunque non ci sarebbe stato nessuno.
Prese al volo il sacchetto con alcuni contenitori di cibo cinese e si diresse verso la biblioteca. Se lui non avesse portato il cibo a Cas, il ragazzo non avrebbe cenato e saltare la cena era un crimine contro l’umanità secondo Dean.
 
Giunto in biblioteca, si guardò intorno, abbastanza sicuro che lui e Cas sarebbero state le uniche persone all’interno. Si avvicinò al bancone dove il ragazzo era seduto e vi appoggiò sopra il sacchetto con i contenitori del cibo.
 
“Hai dimenticato di portare qualcosa con te stasera?” chiese.
 
Al suono della voce di Dean, la testa di Cas si alzò di scatto dal libro di testo su cui era chino.
 
“Dean.” sembrava sorpreso di vederlo lì. Ad essere onesti, lo stesso Dean era sorpreso di essere lì.
 
Cas si batté un palmo sulla fronte “Ho dimenticato di nuovo di portare la mia cena, non è vero?” chiese.
 
“Direi proprio di si, Cas.” Aprì il sacchetto e cominciò a tirare fuori i contenitori di cibo “Fortunatamente per te, sono fenomenale e te l'ho portata io.” gli fece l’occhiolino.
 
“Grazie Dean.” La pura gratitudine nella voce dell’altro ragazzo lo stupì. Nessuno aveva mai fatto qualcosa di così semplice come portargli qualcosa da mangiare? La sua domanda ottenne risposta quando Cas parlò di nuovo.
 
“Credo che nessuno abbia mai fatto un gesto così premuroso per me prima d’ora.”  gli sorrise. Il suo sorriso era così aperto e sinceramente felice che Dean pensò che il cuore avrebbe potuto balzargli fuori dal petto. Chi immaginava che fare qualcosa di carino per Cas lo avrebbe fatto sentire così stupidamente stordito?
 
Si sedettero a un tavolo per mangiare e Dean si rese conto che probabilmente era il maggior lasso di tempo che avesse mai trascorso con il suo compagno di stanza senza comunicare con i messaggi. Lo disse a Cas.
 
“Sono molto impegnato in questi giorni, vorrei avere più tempo da trascorrere nella nostra camera. Mi piace molto la tua compagnia e i tuoi messaggi sono il momento clou della mia giornata.”
 
Dean arrossì. “Anche a me piace leggere i tuoi messaggi, Cas. È stata una grande idea, la bacheca intendo. Sono contento che ci parliamo anche se non ci vediamo.”
 
Mangiarono in silenzio per un po’, Dean lanciava qualche occhiata furtiva a Cas, constatando che il ragazzo era comunque eccitante, anche se indossava il maglione più brutto che Dean avesse mai visto. Cas si schiarì la gola e Dean alzò gli occhi rendendosi conto che lo stava fissando da più tempo di quanto pensasse. Guardò timidamente il ragazzo, che aveva un sorriso divertito sul volto.
 
“Vedi qualcosa che ti piace?” chiese Cas timidamente.
 
“Io..Tu- Voglio dire, ti piacciono i ragazzi?” balbettò Dean.
 
“Sì Dean. Mi piacciono gli uomini.” Rispose Cas con calma “Ora, sto interpretando  questa situazione nel modo sbagliato, o mi stavi fissando come se stessi pensando di strapparmi il maglione di dosso?”
 
Dean quasi soffocò. Chi immaginava che Cas fosse così sfacciato. “Io, sì. La cosa del maglione.” mormorò arrossendo furiosamente.
 
Cas ridacchiò “Bene, sono contento che siamo sulla stessa lunghezza d’onda” disse prima di tornare a mangiare.
 
Dean era sconcertato. Cosa voleva dire? Avrebbero semplicemente lasciato le cose così come stavano? O anche Cas era interessato? Non stava facendo una gran bella figura con le parole in quel momento, così decise di finire il suo cibo e poi provare di nuovo a parlare con Cas.
 
-OoO-
 
“PER FAVORE, puoi abbassare?” urlò Sam sopra la musica a tutto volume che stava ascoltando il suo compagno di stanza.
 
“Mi dispiace! Non ti sento! La musica è troppo forte.” Rispose sogghignando il suo compagno.
 
Sam afferrò i libri e il portatile e uscì sbattendo la porta. Aveva un compito da scrivere e aveva bisogno di un po’ di tranquillità. Il suo compagno di stanza era troppo cazzone per rispettarlo per una sera.
Ancora fumante di rabbia, si diresse come una furia in biblioteca. Almeno lì, il venerdì sera avrebbe trovato un po’ di pace e tranquillità.
 
Raggiunse le porte della biblioteca e le trovò spalancate. Alzò gli occhi infastidito; il cartello diceva chiaramente Si prega di chiudere le porte. Non serviva chissà quanto tempo per chiudere una porta, ma alcune persone erano semplicemente pigre.
 
Entrò e vide suo fratello seduto ad uno dei tavoli, il che già di per sé era strano: suo fratello in biblioteca il venerdì sera. Controllò un’altra volta per assicurarsi che fosse davvero Dean quello seduto a quel tavolo. Era lui, a cena con uno dei bibliotecari, cosa che, ancora una volta, era davvero strana. Era come se fosse entrato in un universo parallelo dove suo fratello era un secchione.
 
Tutto divenne chiaro quando vide i capelli neri disordinati e il brutto maglione del bibliotecario che era con Dean. Doveva essere il suo compagno di stanza, Cas, quello di cui suo fratello avrebbe parlato per ore e ore. La sua cotta per l’altro era dolorosamente ovvia e sembrava che avesse finalmente trovato le palle per fare la sua mossa.
 
Gli sorrise e si limitò ad alzare entrambi i pollici in segno di approvazione mentre  passava davanti al loro tavolo, non volendo interrompere la loro cena.
 
Si sistemò su un tavolo ben lontano “dall’appuntamento” di suo fratello e iniziò il suo compito. Finalmente un po’ di pace lontano da quello stronzo di Gabriel.
 
-OoO-
 
“Sammy! La biblioteca sta chiudendo! È ora di andare, nerd!” chiamò Dean, sapendo che Sam sarebbe stato così assorto in quello che stava facendo che non avrebbe nemmeno saputo che ora fosse.
 
Pochi istanti dopo, suo fratello apparve, computer portatile e libri in mano. Sembrava terribilmente esausto.
 “Questo maledetto compito è quasi finito.” mormorò Sam, assieme a qualcosa a proposito di quello stupido coglione del suo compagno di stanza.
 
Dean sorrise con affetto al suo fratellino sfigato “Cerca di dormire Sammy. Sei un morto che cammina.”
 
“Non chiamarmi Sammy.” borbottò in risposta.
 
Il trio si diresse verso le porte per tornare nelle loro stanze.
 
“Uh, Sam?” Cas si fermò e si voltò verso il fratello di Dean “Non hai chiuso queste porte, vero?”
 
“Sì, La gente stupida è troppo pigra per chiuderle anche se il cartello dice chiaramente di farlo.” disse Sam sbadigliando.
 
“Beh, questa volta erano aperte per una ragione. Vedi, la biblioteca è in fase di ristrutturazione e le porte sono una delle prime cose da sostituire.” iniziò Cas.
 
“Queste porte non hanno ancora la maniglia nella parte interna, che verrà messa lunedì. Fino ad allora le teniamo aperte, così durante il giorno le persone possono entrare e uscire.”
 
“Aspetta.” interruppe Dean “Stai dicendo che non possiamo uscire?”
 
“Sì, Dean” rispose Cas “è esattamente quello che sto dicendo.”
 
-OoO-
 
Dopo innumerevoli scuse da parte di Sam e Dean che aveva cercato di aprire la porta col proprio peso corporeo, decisero di rinunciare. C’era una ricezione di merda per i cellulari, perciò non avevano abbastanza campo per fare una telefonata e i telefoni della biblioteca erano stati staccati per tutta la settimana a causa dei lavori. In sostanza, erano bloccati.
 
“Almeno qui c’è il bagno” disse Cas cercando di essere positivo. “Questo è un bene.”
 
“Certo Cas.” Dean gli offrì un piccolo sorriso. Chiaramente Cas stava cercando di farli sentire meglio e lui gli era grato per questo.
 
“Guarda, ci sono alcuni divani dietro l’angolo. Andiamo a metterci a nostro agio, potremmo restare qui per molto tempo.” Suggerì Cas.
 
Si sedettero per un po’ prima che Dean cominciasse a parlare. “Beh, questo è il tempo più lungo che abbia mai trascorso con te, Cas. Parlami di te, non abbiamo nient’altro da fare qui.”
 
Sam sedeva in silenzio, cercando di non interferire nella loro conversazione. In ogni caso si sentiva troppo in colpa; nonostante gli altri dicessero che non lo era, tutto questo era successo per causa sua.
 
-OoO-
 
I tre stavano chiacchierando da quasi un'ora quando sentirono le porte aprirsi con un forte tonfo.
 
“SAMSQUATCH [2] SONO A CAAAASA!” gridò una voce.
 
Sam gemette, quella voce poteva appartenere solo a una persona.
 
Gabriel era lì.
 
Il pensiero lo investì all'improvviso e, a giudicare dallo sguardo sui loro volti, fu lo stesso per  Cas e Dean.
 
Saltò su e si mise a correre verso le porte “GABRIEL LA PORTA!” urlò.
 
“Lo so Sam, ero certo del fatto che tu fossi un accanito sostenitore delle regole. Le ho chiuse proprio come diceva il cartello. Non ti arrabbiare”
 
E infatti quando Sam girò l’angolo le porte erano di nuovo saldamente chiuse.
 
“Dannazione Gabriel!” gridò “Le porte non si possono aprire dall’interno. Siamo bloccati qui.”
 
“Oh.” Gabriel abbassò lo sguardo e Sam si sentì quasi male per avergli gridato contro, fino a quando Gabriel sorrise e disse “Beh se siamo bloccati qui, divertiamoci un po’ no?” e se ne andò Dio solo sa dove per fare Dio solo sa cosa.
 
Sam gemette. E lui che pensava che la situazione non potesse peggiorare.
 
Seguì Gabriel e lo trovò a rovistare nella stanza del personale “I bibliotecari sembrano sempre così noiosi e poco divertenti, ma ne ho conosciuti un paio e lascia che ti dica che non è poi così vero. AHA!” sorrise prendendo una bottiglia di vino e dei bicchieri “Sapevo che doveva essere qui in giro. Hanno sempre una bottiglia messa da parte.”
 
Sam guardò incredulo l’altro ragazzo “Ma che diavolo, Gabriel! Non puoi semplicemente prenderla! Appartiene a qualcuno.”
 
“Aww calmati giovanotto.” fece l’occhiolino e si voltò urlando “Gioco della bottiglia, chi gioca?”
 
-OoO-
 
“Okay, sapete tutti come si gioca?” chiese Gabriel. Tutti annuirono. Dean fu sorpreso che Cas sapesse giocare; quel ragazzo era pieno di sorprese.
 
“Eccellente.” Gabriel batté le mani “Comincio io.”
 
Girò la bottiglia e quando si fermò stava puntando verso Sam.
 
“Dai ragazzo etero!” Gabriel gli fece l’occhiolino “è solo un bacio. Non avrai mica paura, vero?”
 
Dean sbuffò “Ragazzo etero? Accidenti Gabe. Per essere gay il tuo gay-radar è veramente andato.”
 
Allo sguardo confuso di Gabriel, continuò “Sam non è etero! Mi sorprende che tu non l’abbia capito.”
 
 Gabriel rimase shockato “Aspetta, quindi ti piacciono i ragazzi?” chiese a Sam.
 
“Sì, sono bisessuale. Sono più verso i ragazzi ma sono uscito con un paio di ragazze qui e là.” disse l’altro ragazzo.
 
“Ma. Se tu non sei etero allora....Oh.” lo sguardo di Gabriel vacillò prima di cambiare espressione “Non sono più in vena di giochi stupidi.” disse con voce insolitamente grave, prima di alzare i tacchi e allontanarsi velocemente dal gruppo.
 
“Qual è il suo problema?” lo schernì Sam “Okay il gioco è finito, perché voi due non vedete l'ora di baciarvi e io di certo non bacerò Dean.”
 
Dean rabbrividì visibilmente prima di realizzare ciò che Sam aveva detto su di lui e Cas e arrossì.
 
“Sam.” parlò Cas “Forse dovresti vedere cosa ha sconvolto Gabriel. So che non ti piace ma sei una brava persona e lui sembrava molto turbato.”
 
“Sì, credo tu abbia ragione.” accettò con riluttanza Sam, girandosi per seguire Gabriel.
 
-OoO-
 
Dean fece un respiro profondo e si voltò verso Cas “Vuoi baciarmi?” chiese timidamente.
 
Cas gli prese il viso tra le mani e si sporse in avanti finché loro fronti non furono che a pochi centimetri di distanza “Sì, Dean.” sussurrò “Lo voglio veramente tanto.” azzerò la distanza e premette le labbra contro quelle di Dean.
 
Dean avvolse le braccia attorno al suo collo, approfondendo il bacio. Era tutto quello che non sapeva di volere o di cui aver bisogno. Ma adesso che lo sapeva ne voleva di più.
 
-OoO-
 
Sam trovò Gabriel seduto sul pavimento di uno dei corridoi. Scivolò a terra accanto a lui, le ginocchia che quasi si toccavano.
 
“Parla con me.” disse semplicemente.
 
L’altro ragazzo si voltò a guardarlo, gli occhi arrossati come se avesse cercato di non piangere “Immagino di non aver nulla da perdere.”
 
Sam era confuso ma prima che avesse la possibilità di dire qualcosa, Gabriel parlò.
“Ti ho visto camminare in giro per il campus con una splendida ragazza bionda. Dal modo in cui vi toccavate ho automaticamente supposto che fosse la tua ragazza e che tu fossi etero.”
 
Sam lo guardò, incerto sul perché a Gabriel, tra tutte le persone, potesse importare di lui e Jess “Quella è la mia migliore amica Jess. Non sto vedendo nessuno al momento.” disse a Gabriel.
 
“Beh.” continuò Gabriel “quando mi sono reso conto che eri etero ho pensato che sarebbe stato più facile superare la mia piccola cotta per te. Ma mi sbagliavo. Ogni volta che ti vedevo tornare in camera mi innamoravo sempre di più. E non c’è niente di peggio di innamorarsi di un ragazzo etero.” rise amaramente “O almeno così pensavo. Ho scoperto che la cosa peggiore è provare dei sentimenti per un ragazzo etero, scoprire che gli piacciono i ragazzi, ma rendersi conto che non gli piaceresti mai.”
 
Sam rimase scioccato “Ma tu mi odi! Porti costantemente gente a casa e vai a letto con loro mentre sono lì. Non provi mai a fare conversazione e non mi hai mai detto qualcosa di carino!”
 
“Chiamala autoconservazione.” disse Gabriel “Ho pensato che sarebbe stato più facile per entrambi se tu mi avessi odiato. Non penso che avrei potuto vivere essendoti amico e avere un’enorme, non corrisposta cotta per te.” guardò Sam negli occhi “Allora mi sono comportato come uno stronzo. Ho portato a casa un uomo dopo l’altro per far incazzare te e aiutare me stesso a dimenticarti, ma niente di tutto questo ha funzionato. Di certo tu mi odiavi, ma mi piacevi ancora. Più di qualsiasi ragazzo mi sia mai piaciuto prima d’ora.” adesso Gabriel sembrava insopportabilmente triste.
 
Sam stava ancora cercando di metabolizzare tutto quello che Gabriel gli aveva appena detto, ma il ragazzo non aveva ancora finito.
 
“Odiavo essere così orribile con te, ho potuto vedere quanto ti facevo arrabbiare e volevo solo farti stare meglio. Sapevo che non potevo farlo apertamente, perché avresti pensato che non ero sincero. Ma lo ero.” disse Gabriel sinceramente; i suoi occhi supplicavano Sam di credere a quello che stava dicendo “Non c’è niente di peggio del far male all’unica persona al mondo che vorresti far felice.”
 
Gabriel si fermò un momento per impedire alla sua voce di spezzarsi “Sapevo l’orario delle tue lezioni a memoria e sapevo che non mi avresti mai cercato di proposito, quindi ti ho portato il caffè e i cioccolatini. Restavo a guardarti sorridere quando li vedevi sul tuo banco a lezione o qui quando venivi a studiare. Vedere il tuo sorriso per qualcosa che facevo rendeva la mia giornata migliore.”
 
Sam non riusciva a credere a quello che stava sentendo “Sei stato tu?”
 
“L’ultima persona che avresti sospettato che potesse essere gentile con te.” sorrise tristemente Gabriel.
 
“Gabriel” chiese Sam “Hai mai avuto nessuno con cui parlare di tutto questo? È un grosso peso per una sola persona.”
 
Gabriel abbassò la testa timidamente “Non proprio.” mormorò “Solo Bones.”
 
“Chi è Bones?” chiese Sam.
 
“È un cane, giù al canile locale. Faccio volontariato là una o due volte la settimana.” sorrise Gabriel “Gli animali sono fantastici, non ti giudicano per i tuoi difetti, ti ascoltano e ti amano incondizionatamente. Trovo molto più facile parlare con loro che con gli esseri umani.”
 
Sam si mise a ridere, poteva capire la sensazione.
 
“Senti Sam, mi dispiace di averti detto tutte queste stronzate, continuerò con Bones la prossima volta.” gli fece un piccolo sorriso “Capisco se non ti senti a tuo agio in questa situazione, sarò felice di richiedere un cambio stanza se per te è più facile”
 
Sam stava ancora elaborando. La persona con cui aveva vissuto negli ultimi quattro mesi era stato un completo idiota, ma il Gabriel che aveva visto quella sera era l’esatto opposto. C'era tanto da metabolizzare, ma finalmente aveva capito.[3]
 
“Gabriel guardami.” ordinò. Gli occhi dorati incontrarono quelli nocciola.
 
“Forse non mi è piaciuto il compagno di stanza che ho avuto per tutto l’anno, ma puoi biasimarmi?” il rammarico e il dolore trasparivano chiaramente dagli occhi di Gabriel. C’era anche un po’ di accettazione, come se sapesse cosa Sam stava per dirgli e fosse pronto per sentirlo.
 
“Ma” continuò Sam “La persona che ho visto questa sera, quella che è con me adesso è qualcuno che voglio conoscere.”
 
Gabriel rimase scioccato, chiaramente non si aspettava che Sam gli desse una possibilità. Gli aveva chiaramente mostrato che non ne valeva la pena, che non lo meritava.
 
“Gabriel.” disse gentilmente “Ti importa di me. Hai trovato il tempo di portarmi il caffè e i cioccolatini senza aspettarti nulla in cambio, se non vedermi felice. È stato incredibilmente altruista. Puoi essere stato terribile prima, ma adesso so il perché. Capisco che stavi male e mi dispiace tanto per questo. Non voglio avere niente a che fare con quel ragazzo, ma questo ragazzo, quello che fa volontariato al canile nel suo tempo libero, è qualcuno che mi piacerebbe molto conoscere.”
 
Il viso si Gabriel si illuminò di pura gioia e Sam si meravigliò di come apparissero diversi i suoi lineamenti. Era davvero bello.
 
Afferrò la sua mano e lo aiutò a mettersi in piedi “Dai, andiamo a vedere cosa stanno facendo gli altri.”
 
Gabriel guardò le loro mani unite “Questo significa che stiamo insieme adesso?” chiese. Dopo tutto quello che aveva fatto passare all’altro era felice di lasciare che fosse lui a prendere l’iniziativa. Ci sarebbero andati piano, come voleva Sam.
 
“Vediamo come vanno le cose per un po’, prima.” rispose Sam “Voglio conoscerti meglio, va bene?”
 
“Perfetto.”  disse Gabriel raggiante.
 
-OoO-
 
“Buongiorno.” disse una voce svegliando i quattro ragazzi “Avete dormito bene?”
 
Cas si tirò su, la sua voce risuonò per tutto l’edificio “Micheal! Signore, mi dispiace tanto, le porte! Siamo rimasti bloccati qui dentro.” Cas si scusò freneticamente con il suo capo.
 
“Va tutto bene Castiel, so cos’è successo. Non sei nei guai” si voltò verso gli altri tre “Ragazzi, vi suggerisco di tornare nelle vostre stanze e dormire un altro po’.”
 
“Sì signore.” risposero assonnati i tre.
 
Sam si sciolse dall'abbraccio di Gabriel, tirando l’altro ragazzo in piedi. Gli avvolse un braccio attorno alla vita mentre camminavano fuori dalla biblioteca e si diressero verso una stanza che non era più un territorio di guerra.
 
“Vieni Cas?” chiese Dean.
 
Cas guardò Dean e il suo capo, uno sguardo interrogativo sul suo volto.
 
“Vai Castiel.” Michael fece l’occhiolino a Dean mentre lasciava andare a casa il suo dipendente.
 
Dean prese la mano di Cas non appena cominciarono a camminare “Cosa ne penseresti di farlo diventare un’abitudine?” chiese a Cas “Non parlo del restare bloccati, ovviamente. Ma cenare insieme mentre lavori il venerdì sera.”
 
Il sorrisetto che ricevette in risposta fu più che eloquente.
 
Chi aveva bisogno delle feste per divertirsi il venerdì sera?
 
 
THE END.
 
 
 NOTE:


[1] J nei messaggi americani equivale al nostro smile.
[2] “Sam Squatch” o “Sasquatch” è un soprannome che Dean usa nella 2x11 ed  entrato in voga in molte fanfictions. La traduzione letterale sarebbe “Abominevole Sam delle Nevi”, in quanto “Sasquatch” è appunto l' “Uomo delle Nevi”.
[3] it was a lot to take in, but he was getting there.
 
  
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