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Autore: Fink    02/11/2013    2 recensioni
A volte bastano pochi passi per rivelare i nostri sentimenti.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Armati di carta, penna e fantasia'
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Storia che partecipa alla "Sfida dei duecento prompt" indetta da Kamy.




Tradito dai propri passi




Titolo: tradito dai propri passi
Challenge: sfida dei duecento prompt
Prompt: 114. Gambe
Fandom: NCIS
Personaggi: Anthony DiNozzo, Abigail Sciuto, Timothy McGee, Jimmy Palmer
Raiting: verde
Tipologia: flashfic
Parole: 455



Il laboratorio nei sotterranei del NCIS, regno indiscusso della giovane scienziata forense Abigail Sciuto e della sua musica, quella sera era particolarmente silenzioso. Ma l’assenza di suoni non era l’unica anomalia. Al centro della stanza, seduti attorno ad uno scatolone colmo di fascicoli e con una torcia stretta tra le mani c’erano quattro persone immerse in una fitta conversazione.
“Vi dico che quei due vanno a letto assieme.” Affermò con tono asciutto quello che sembrava il più anziano dei quattro.
“Mi spiegate di chi state parlando? Io non ci sto capendo nulla.” chiese uno dei ragazzi che indossava ancora il camicie verde della sala autopsie.
L’uomo sollevò la mano per zittire il ragazzo, che tentò di replicare puntando il dito verso la collega alla sua destra “Beh veramente è stata Abby a…”
“Ti ho per caso dato il permesso di parlare Jimmy?”
“Piantala Tony. Ehi McGee, passami il Caf-Pow.” Disse la ragazza tendendo la mano di fronte a sé.
“Allora Tony, cosa ti fa pensare che quei due stiano flirtando?” chiese il ragazzo porgendo il bicchiere alla scienziata.
“Segni rivelatori Pivello, segni rivelatori… c’è chi sorride più spesso, chi ha la testa tra le nuvole, chi si comporta in modo infantile…”
“Oh, allora è per quello che fai sempre il buffone.” Lo interruppe Abby con un sorriso stampato sul volto che l’agente ricambiò con una smorfia.
“A me sembra si comporti sempre nello stesso modo.”
“Questo perché con il tempo ha imparato a dissimulare, cosa che a te non riesce molto bene.”
“Io dissimulo benissimo.” Rispose piccato
“Tu forse sì, ma le tue orecchie non molto.” Ridacchiò la scienziata indicando le orecchie di McGee che stavano assumendo una sfumatura più intensa
“Io non ho ancora capito di chi state parlando e come mai Ziva non è qui?”
“E sentiamo che cosa lo tradirebbe?”
“Le gambe.”
“Le gambe?” gli fecero eco i colleghi.
“E la camminata, è più…”
“Molleggiato.” Intervenne in suo aiuto Abby.
“Secondo me state esagerando” McGee scosse la testa “è impossibile che quei due…no, impossibile.”
“Perché no. Ripensa alla Stevenson, l’avvocato della difesa o, se non te la ricordi, allo stesso colonnello Mann.”
“Ma si può sapere di chi state parlando voi tre?”


˚˚˚


Il mattino seguente quando le porte dell’ascensore si aprirono McGee scattò in piedi rovesciando la sedia, gli occhi fissi sulle persone che uscivano dalla gabbia metallica.
Il direttore Shepard ne uscì poco dopo assieme a Gibbs che salì con lei al piano di sopra.
Tim li seguì con lo sguardo, o meglio fissò la camminata del suo capo, finchè non sparirono dal suo campo visivo.
“Ehi McGee, ti sei stregato?”
“Incantato, si dice incantato Ziva… accidenti, credo che DiNozzo avesse ragione.” Concluse l’agente più a se stesso che alla collega.











Nota dell'autrice:

Non sono molto soddisfatta di come è uscita questa storia, è la prima volta che scrivo qualcosa basandomi su dei prompt, ma ho voluto tentare perchè l'idea mi piaceva molto e perchè mi intrigava mettermi alla prova.
Spero di migliorare pian piano, in fin dei conti, ne ho ancora 199 da scrivere.
   
 
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