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Autore: reve99    03/11/2013    0 recensioni
un ragazzo si proporrà di vivere una vita superficiale e non dedita all'impegno. tutti i suoi sogni cadranno lentamente, poiché fatti con troppa leggerezza e poco impegno. da un bambino gioioso, amato e intelligente che era, si ritroverà, solo e povero.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Qualche anno fa, crebbe in un giardino meraviglioso e fertile una pianta di pesche. L’agricoltore rimase molto compiaciuto da questa pianta poiché già da quando fu nata, diventando un germoglio prometteva bene. Quasi contemporaneamente nacque dalla moglie dell’agricoltore un figlio, lo chiamarono Andrea. Il figlio crebbe circondato da numerosi affetti, da grandi amicizie e molteplici interessi. Anche la pianta crebbe e cominciò a dare i primi frutti, che risultarono essere gustosi e dolci. Andrea invece cominciò a frequentare la scuola, ma non ne rimase molto attratto, s’impegnava in altri hobby, in altre cose che gli portavano allegria, qualche volta scriveva racconti, dopo un po’ aveva imparato a suonare il pianoforte e il violino, qualche volta s’appassionava anche di teatro, quando aveva del tempo libero, e volle cimentarsi anche in questo. Evidentemente Andrea aveva grandi progetti per la sua vita, sognava di diventare un grande personaggio, un eroe, un maestro per gli uomini, destinato a essere impresso per sempre nel successo e nel geniale talento. Tuttavia a scuola, i risultati non erano i migliori, molto spesso non riusciva a raggiungere la sufficienza. Alcuni compagni lo schernivano, considerandolo uno stupido, ma lui pensava: “Quando sarò più grande, pregheranno per voler stare con me almeno un minuto, quando sarò famoso.” Alcuni invece gli dicevano: “Forse dovresti impegnarti un po’ di più, sarebbe ora che tu gettassi le basi per il tuo futuro, così non andrai da nessuna parte.” Ma lui rispondeva con decisione e fermezza: “Non vi preoccupate, il mio futuro io lo sto costruendo.” Anche i suoi genitori preoccupati chiesero: “Andrea, non sarebbe ora che cominciassi a studiare?” ma lui aveva come ultimo pensiero la scuola. Il pesco piantato nel giardino cresceva e dava grandi frutti. Andrea crebbe e divenne abbastanza talentuoso nella musica, i suoi racconti erano scritti bene, così dicevano i genitori o i compagni. Alla fine, sotto l’obbligo dei genitori uscì da quella scuola con un voto appena sufficiente. Egli pensava che ora, finalmente libero dal peso della scuola, avrebbe potuto portare in giro per il mondo il suo talento. Provò a farsi ammettere al conservatorio ma i maestri non lo presero, dicendogli: “Dovrai impegnarti di più, figliolo. Vedrai che se suonerai con più impegno l’anno prossimo verrai accettato.” Per Andrea l’impegno era una parola sconosciuta, provò a “impegnarsi” per qualche mese, ma la fatica gli fece lentamente passare l’interesse per il pianoforte e anche per il violino. Pensò allora che la scrittura era la strada con la quale avrebbe sicuramente fatto carriera e si sarebbe aperto una strada verso il successo e la ricchezza, poiché ancora i genitori lo mantenevano. Invece l’albero di pesche, dava frutti senza che nessuno lo curasse, la sola pioggia bastava per farlo fiorire. Andrea aveva intanto legato un sentimento con Graziella, una graziosa ragazza, ma poco dopo lei lo lasciò, poiché vedeva con s’impegnava tanto in quel rapporto. Quando Andrea capì che bisognava impegnarsi anche per fare una famiglia, rifiutò: da solo avrebbe fatto tutto ciò che avrebbe voluto. Dopo aver finito di scrivere il suo romanzo, andò da un editore che abitava lì vicino, per chiedergli la pubblicazione. L’editore lo lesse con attenzione, ma alla fine glielo riportò indietro dicendo: “Il romanzo è bello, ma il linguaggio non è appropriato e qualche volta, addirittura, anche la grammatica è carente.” Ormai Andrea non aveva più dubbi: il teatro lo stava aspettando per diventare famoso. Vedendo che davano provini dall’altra parte del paese, si preparò per quelle parte e andò ad iscriversi al provino. Lo fece, ma i giudici ebbero a ridire: “Se soltanto ti saresti impegnato un po’ di più nell’imparare le parti a memoria, ti avremmo sicuramente preso.” Andrea perse poco a poco tutte le speranze e, quando i genitori morirono, egli rimase nella miseria. Un amico del padre gli trovò ospitalità per un po’, la anche questi morì e Andrea fu solo. L’albero di pesche era diventato talmente grande che sfamava con i suoi frutti tutto il quartiere. Andrea, completamente in miseria, qualche anno dopo morì. Morì anche l’albero di pesche. Vedendo che l’albero era morto, i paesani dissero: “è un peccato che quell’albero sia morto, ogni giorno trovavamo ombra e nutrimento tra i suoi rami.” Alcuni conoscenti organizzarono un funerale povero per Andrea, per garantirgli almeno la sepoltura. Quando a qualcuno si chiedeva di Andrea nel paese molti non lo conoscevano, o altri dicevano: “Ha sprecato la sua vita, se soltanto si fosse impegnato un po’ di più…”
  
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