A Good Memory
Disclaimer: la seguente storia
è una traduzione dell’autrice
Alex9903 fatta con il suo permesso.
Prologo
Avendo imparato a memoria la lettera
di Darcy, non richiese
uno sforzo da parte di Elizabeth rimuginare in continuazione sul suo
contenuto
mentre cercando allo stesso tempo di evitare l’attenzione
degli altri
passeggeri nella diligenza per l’Hertfordshire – e
così esaminò ogni parola,
ogni sfumatura e applicò la sua nuova conoscenza alla
lettera e alla proposta
di matrimonio di Darcy, fino agli eventi dell’autunno scorso,
arrivando infine
al suo soggiorno in Kent. Nella sua riflessione comunque un pensiero
continuava
ad emergere, e cresceva più forte più si
avvicinavano a destinazione.
Era una ragazza molto sciocca e si
vergognava di cuore di se
stessa.
Lei, che era sempre stata fiera del
proprio discernimento,
della sua conoscenza del carattere delle persone e della sua arguzia,
si era
sbagliata di grosso sul signor Darcy. E perché?
Perché aveva giudicato male
quel particolare gentiluomo? Dopo molta valutazione e determinazione
sentiva di
avere la risposta, ma non rifletteva bene su lei.
Era a causa del suo commento al
ballo. “Non c'è male; ma non
è abbastanza bella per me; e poi non ho intenzione, ora come
ora, di dedicarmi
alle signorine trascurate dagli altri cavalieri.”
Bene, Lizzy,
pensò
tra se, non potresti essere una persona
più vanitosa, disprezzare un uomo buono decenza,
sottoponendolo alla tua
impertinenza – persino alla scortesia! E poi, quando professa
il suo amore per
te, insultarlo in modo tanto sconsiderato – tutto
perché una volta ti ha
dichiarato tollerabile ma non bella abbastanza da tentarlo. Che
vanità sciocca!
La vergogna per il proprio comportamento non poteva essere maggiore.
Non era che si pentiva di averlo
rifiutato. Non lo amava, di
questo era sicura, ed Elizabeth voleva mantenere la promessa di
sposarsi solo
per amore. No, quello di cui si rammaricava era di non aversi dato la
briga di
conoscerlo meglio. Basandosi qu quell’unico commento, aveva
deciso il suo carattere
e non si era permessa di discostarsi dall’opinione. Risentimento implacabile davvero, pensò.
Adesso, prendendo in considerazione
la sua lettera, doveva
ammettere che c’era molto di Fitzwilliam Darcy che valeva la
pena sapere…
incluso molto che forse le sarebbe piaciuto o che avrebbe apprezzato,
se fosse
stata di mente aperta da considerarlo. Ripensando all’arrivo
del signor Darcy a
Netherfield, comprese di quanto recenti erano stati gli eventi di
Ramsgate
riguardanti sua sorella e quindi era naturale che si sentisse ancora
afflitto. Non
c’era da meravigliarsi che non avesse nessuna voglia di
ballare e conversare
con una stanza piena di estranei.
Poi Wickham era arrivato a Meryton!
Doveva concedere di
provare un po’ di ammirazione per il signor Darcy per non
aver sfidato Wickham
a duello dopo che quest’ultimo l’aveva diffamato.
Come se ciò non bastasse,
sentire una ragazza sciocca come lei difendere Wickham –
Elizabeth gemette
internamente con mortificazione al solo pensiero.
Anche per ciò che
riguardava la situazione di Jane, si
doveva ammettere il senso di lealtà che provava verso
l’amico, siccome credeva
che Jane non amasse il signor Bingley. Aveva torto su Jane, era vero,
ma
determinato cosa credeva, le sue azioni erano quelle di un amico
premuroso. No,
se c’era una cosa per la quale non si poteva biasimare il
signor Darcy, era quella
di prendersi cura delle persone cui teneva. “Io sarei potuta
essere una di
loro,” pensò Elizabeth, sorprendendosi del
pensiero, così come per il senso di
rammarico.
Sovrappensiero, Elizabeth si
stupì nel vedere di essere già
arrivata a Meryton. Scese dalla carrozza e, non vedendo la sua
famiglia, decise
di fare un breve giro per stirarsi le gambe. Si mise a camminare
assorta nei
propri pensieri, non udì il suono di zoccoli che si
avvicinano troppo
velocemente per le strade strette e curve della cittadina.
Vagò per la strada, inconsapevole
delle urla di avvertimento dei passanti, e guardò su appena
in tempo ver vedere
un calessino fuori controllo prima di sentire un dolore breve ma
intenso e poi
tutto divenne nero.