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Autore: Fiamma Erin Gaunt    03/11/2013    1 recensioni
Arianne è la figlia di un cavaliere caduto in disgrazia e di una strega che non ha mai conosciuto, rimasta orfana e sfuggita all'attacco dei cavalieri alla sua casa, si nasconde nella foresta dove incontra un gruppo di marmocchi orfani come lei che l'accolgono tra loro. Crescendo sviluppa un suo senso della giustizia che la porterà a essere ricercata per brigantaggio e uso di magia. Una specie di Robin Hood al femminile ambientata negli anni del regno di Huter Pendragon.
Artù è il principe della Corona di Camelot. Ha sempre visto la magia come una nemica mortale e odia tutti coloro che la praticano. Riuscirà una ragazza coraggiosa a cancellare vent'anni di pregiudizi?
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Galvano, Lancillotto, Merlino, Nuovo personaggio, Principe Artù
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
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Prologo





























Arianne, appollaiata su uno dei rami più spessi di una gigantesca quercia secolare, attendeva pazientemente il momento di entrare in azione. Lasciò scorrere lo sguardo intorno a sè, individuando Morgead appostato dietro il tronco di un albero che distava pochi metri, Edmund con la freccia già incoccata e Jhon con gli occhi assorti, troppo concentrato sulla missione per lasciarsi distrarre da qualsiasi altra cosa. Lilian era rimasta a casa, era una brava ragazza e tra loro non c'era nessuno in grado di eguagliare la sua destrezza quando si trattava di sgraffignare qualcosa da mettere sotto i denti, ma il combattimento non faceva proprio per lei.
Un rumore sordo, simile a una serie di tonfi, la risvegliò dalle sue considerazioni. Cavalli al galoppo. Scambiò un cenno d'intesa con Morgead. Era giunto il momento dell'azione. Non appena il primo cavallo fece la sua comparsa Arianne capì che c'era qualcosa che non andava. Dov'era il cocchio con il carico, dov'era la scorta? Di solito i carichi diretti a Camelot venivano sorvegliati con così tante guardie che sembrava di trovarsi nel bel mezzo della Cittadella. Cercò di attirare l'attenzione di Edmund, scuotendo la testa con vigore, ma il ragazzo sembrò non vederla. La freccia saettò veloce e con un sibilo fendette l'aria per conficcarsi nella spalla di uno degli uomini che formava uno sparuto gruppetto. Sicuramente si trattava di una battuta di caccia, pensò mentre scendeva alla velocità della luce dalla quercia e si dirigeva verso l'uomo colpito.
Ora che lo vedeva da vicino, doveva ricredersi, non era affatto un uomo casomai un ragazzo che non doveva avere che un paio d'anni più di lei. Un ragazzo di una bellezza incredibile, aggiunse, osservando i lisci capelli color dell'oro e gli occhi azzurri come il cielo primaverile, che in quel momento tradivano la sofferenza. Era talmente assorta nei suoi pensieri che non si rese neanche conto del fatto che i compagni del ragazzo l'avessero circondata e le stessero puntando le spade contro. Erano due ragazzi all'incirca dell'età del ferito, mentre il terzo era in un angolo e osservava la scena con aria apprensiva.
- Allontanati da lui. - decretò quello che sembrava il più grande del gruppo.
Arianne si alzò lentamente, mostrando i palmi vuoti come a dimostrare di essere disarmata.
- Voglio dargli una mano, è stato un incidente, non volevamo colpirlo. Vero, Edmund? - aggiunse, rivolgendosi verso l'amico che uscì allo scoperto e annuì con aria imbarazzata.
- Colpa mia, pensavo fosse un'altra persona, le mie scuse. -
I tre si scrutarono con aria assorta, come valutando le loro parole, finchè quello che era rimasto in disparte decretò, con tono convinto, - Le credo. -
La sua dichiarazione sembrò bastare ai suoi compagni, perchè rinfoderarono le spade e le fecero un cenno del capo: poteva proseguire.
Tornò verso il ferito, sfoderando un coltello e lacerando la maglia all'altezza della freccia. Il biondo emise un gemito di protesta, ma lo ignorò. Non era il momento di preoccuparsi dello stato dei propri indumenti. Tastò gentilmente la parte lesa, cercando di capire quanto in profondità fosse penetrata la freccia. Non sembrava una cosa particolarmente grave, ma rimaneva pur sempre il problema del veleno con cui erano imbevute le punte delle loro armi. Spezzò l'asta e legò una striscia di tessuto intorno alla spalla, non potevano permettersi di lasciare andare la punta in giro per il corpo.
- Dobbiamo spostarlo, non ho l'antidoto per il veleno con me. -
- Arianne, non vorrai sul serio portarlo al campo. - protestò Morgead, scrutandola con aria contrariata.
- Non avremo dovuto portarlo da nessuna parte se tuo fratello non avesse giocato al tiro al bersaglio. - replicò gelidamente, prima di aggiungere, - Mi aiuti a trasportarlo, sì o no? -
- Non sappiamo neanche chi è, anzi, chi sono. - si corresse Jhon, scrutando i forestieri con attenzione. Non sapeva perchè, ma aveva l'impressione che quei ragazzi avrebbero portato nient'altro che guai.
- Lancillotto, e questi sono Galvano e Merlino. - replicò il più grande degli stranieri, indicando prima il suo vicino e poi quello che era rimasto in disparte.
- E il vostro amico? - volle sapere Morgead. Quel ragazzo gli faceva un'antipatia istintiva e lui non sbagliava mai, inoltre puzzava di nobiltà lontano chilometri.
- Art... Artemis. - concluse Lancillotto, intuendo che rivelare l'identità del principe non sarebbe stata una mossa saggia.
- Lo sapevo, un nome da nobile. - , Morgead storse il naso disgustato, - Non aspettarti che ti aiuti con quello, Arianne. -
- Un nobile decaduto. - aggiunse in fretta Merlino, proprio mentre la ragazza replicava acidamente che se non intendeva dare una mano allora avrebbe fatto meglio a togliersi dai piedi.
Con l'aiuto degli amici del biondo e il sorprendente appoggio di Edmund: "Dopotutto l'ho ferito, aiutarlo mi sembra il minimo", riuscirono a portarlo al campo nel giro di un quarto d'ora.
- Sistematelo qui. - ordinò Arianne, indicandogli il giaciglio che di solito usavano come infermeria improvvisata, e cominciando immediatamente a recuperare gli ingredienti per l'antidoto.
- Quella è eupatoria per l'infiammazione, vero? -
Si voltò a guardare stupita Merlino.
- Ti intendi di erbe medicinali? -
- Lavoro come aiutante di un medico. -
- Allora potrai darmi una mano, porta questa roba dal tuo amico. - ordinò, posandogli tra le braccia un paio di boccette e delle garze.



























Spazio autrice:

Eccoci con il prologo di questa mia nuova storia. Spero che avrà un po' più fortuna delle altre che ho scritto in questo meraviglioso fandom. Fatemi sapere che ne pensate, mi raccomando, che ci tengo! Al prossimo capitolo.
Baci baci,
               Fiamma Erin Gaunt
  
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