LOVE’S COLLECTION
SasuHina
Hinata camminava distratta per le vie di Konoha,
osservando di tanto in tanto la sostanza immaccolata e pura che cadeva dal
cielo plumbeo sulla strada, appoggiandosi con grazia sui corpi dei passanti.
Nonostante avesse sempre adorato la neve, quella
volta non potè fare a meno di notare quanto fosse improvvisamente scemata di
interesse al confronto della persona a cui stava pensando insistentemente da
almeno una settimana.
Naruto non le era mai sembrato così lontano in tutta la sua vita; fra una
missione e l’altra, il recupero di Sasuke Uchiha e il progressivo sviluppo del
rapporto fra lui stesso e Haruno Sakura, stentava seriamente a riconoscerlo
come il ragazzo di un tempo.
Quella sera si era ritrovata quasi senza
accorgersene a girovagare da sola, la mente smarrita in mezzo a una
confusionale sequenza di pensieri e riflessioni che lentamente la facevano
desistere dal ritornarsene a casa; infilò cautamente una pallida mano nella
tasca posteriore degli scuri pantaloni invernali e fu sollevata di trovarvi il
portafogli, decretando che per quella sera avrebbe cenato fuori casa.
Continuò ostinatamente a vagabondare senza meta per
un periodo che a lei parve relativamente lungo, fino a quando non si ritrovò
davanti all’Ichiraku; a quel punto, titubante, decise di consumare lì il suo
pasto, pregando solo di non trovarvi disgraziatamente il centro dei suoi pensieri.
Era davvero strano il fatto che improvvisamente, proprio
lei, che lo aveva da sempre ammirato
più di ogni altra persona, ora desiderasse di non volerlo assolutamente accanto
a sè. Forse, pensò, era davvero arrivato il momento in cui la pazienza con cui
lo aspettava si fosse esaurita, lasciando il posto ad infinita tristezza e un
incolmabile vuoto.
Scosse il capo, infastidita dai suoi stessi
pensieri ed entrò nel piccolo negozio,quasi del tutto deserto.
-“Buonasera..”- biascicò, porgendo il buono pasto
al proprietario, che le sorrise in risposta.
Si chinò sulla sedia davanti al bancone per
prendervi posto, quando notò la persona accanto a lei.
Solo allora, sentendosi osservato, anche Sasuke
sollevò il volto, gli occhi solitamente impassibili alimentati da uno strano
scintillio non appena realizzarono di essere di fronte a lei.
-“Ciao.”- abbozzò, leggermente sorpreso.
-“U-Uchiha-san,”- salutò lei, già a disagio, poggiando
i gomiti sulla liscia superficie di legno. Lui tornò a concentrare la sua
attenzione dinnanzi a sè, mentre Hinata si apprestava a gustare la ciotola
fumante di ramen appena portata dal proprietario.
E a quel punto lei si ritrovò a pensare che doveva
essere davvero una buona a nulla, se non era nemmeno capace di sostenere una
normale conversazione senza balbettare o cadere inevitabilmente in un profondo
silenzio a causa della sua timidezza; senza contare il fatto che per quella
sera si era ripromessa di prendersi una pausa da tutti i suoi problemi.
Principalmente per questo motivo, ordinò un innocente bicchierino di sakè,
ripetendosi mentalmente che costituiva il miglior rimedio alla sua situazione
emotiva attuale.
Anche Uchiha-san non sembrava passarsela piuttosto
bene, pensò, osservando la sua espressione indecifrabile, lo sguardo perso nel
vuoto e il volto appoggiato mogiamente su un braccio. Lui restituì di sottecchi
l’occhiata, al di sotto della sua finta maschera d’indifferenza, alzando appena
un sopracciglio quando notò il fatto di tenere nel suo bicchiere la stessa
bevanda della ragazza.
E questo, in qualche modo, lo fece sentire più
vicino a lei. Poteva essere che anche
Abbozzò un sorriso, mentre silenziosamente tendeva
il suo bicchiere verso quello di lei, che arrossendo appena, si ritrovò a farlo
cozzare contro quello del ragazzo.
Fu così, in silenzio, che si consumò il primo
bicchiere.
Inizialmente, Hinata bevve il liquido alcolico a
piccoli sorsi, osservando con stupore misto ad ammirazione Sasuke, che lo
esaurì velocemente, quasi con avidità. Non credeva assolutamente di poter
arrivare a tanto, insicura com’era. Ma quando Sasuke ordinò altri due
bicchieri, spiegandole in poche e pacate parole che l’alcol andava gustato
senza ulteriori indugi, proprio non se la sentì di rifiutare.
E allora, al secondo bicchiere, le sembrava tutto quasi più semplice; il lavoro, la sua
famiglia, gli amici, Naruto.. Tutto
più nitido.
Lentamente, iniziò a conversare con il suo vicino,
questa volta decisamente meno impacciata. E perfino lui, incredibilmente,
appariva addirittura socievole.
Allora ordinò un terzo bicchiere, e lui un quarto,
e ancora lei un quinto, parlando nel frattempo del più e del meno, fino a
toccare anche argomenti piuttosto delicati con una naturalezza impressionante
per due tipi come loro.
-“Che ore saranno?”- borbottò lui, una miriade di sorsate
dopo, osservando intanto la marea di persone che affollava le strade del posto,
sempre attivo a qualsiasi ora del giorno.
-“Mi dispiace, ma non ne ho idea..Però..Non voglio
ancora tornare a casa.”- sussurrò lei, sollevandosi dalla sedia che dava al bancone
e porgendo dei soldi al proprietario. Aveva un’aria decisamente strana; le
guancie arrossate e gli occhi socchiusi, camminava lentamente verso l’uscita
del locale.
-“Dove vai?”- chiese Sasuke incuriosito, che
decisamente reggeva l’alcol meglio della ragazza, nonostante si ritenesse un
poco brillo.
-“Io.. Vado a fare una passeggiata.”- sorrise lei,
alzando un braccio in segno di saluto.
Il ragazzo si morse il labbro inferiore,
combattuto. Decisamente, quella ragazza era quasi certamente sbronza,
non era saggio lasciarla vagabondare da sola a quell’ora di notte; era anche
vero che, nonostante in tutti quegli anni si fossero incrociati di tanto in
tanto all’accademia, la conosceva solo da poche ore, e se li avessero visti
assieme, per giunta brilli, le voci sarebbero corse in fretta e Dio solo sa
cosa il villaggio avrebbe potuto inventarsi per rovinare ancora più la sua
immagine. Vide la schiena della Hyuga allontanarsi dal suo campo visivo e
imprecò, tendendo dei soldi al proprietario, spiccio.
Camminava lentamente, a disagio tra la fitta folla
di persone che la circondava, che inondava le strade anche a quell’ora di
notte, ogni tanto urtando qualche passante che le rivolgeva occhiate indignate.
La neve continuava la sua ascesa ormai da ore,
impassibile, inumidendole gli indumenti; si sfregò le braccia, in cerca di un
poco di calore, per poi abbracciare il proprio bacino, strofinando le mani sul
tessuto pesante della felpa.
Anche in una serata libera dal lavoro non mancava
di indossare la sua divisa ninja, calda e confortevole, nonostante le fasciasse
gran parte del corpo, impedendo la vista sicuramente piacevole per i ragazzi delle
curve sode del suo corpo.
Quella sera si era divertita per davvero; era la prima
volta che trascorreva così tanto tempo a parlare, a scherzare, con una persona
sincera nei suoi confronti. Senza contare che quel ragazzo così gentile da
offrire a lei, Hinata, del sakè da
bere in compagnia, l’avesse fatta sentire dopo tanto tempo ascoltata nel vero
senso della parola.
Perchè l’aveva consigliata su come si deve bere,
pensò trattenendo a stento un risolino.
Era
ubriaca fradicia.
Si era fermata in mezzo alla folla, e ovunque
posasse lo sguardo, riusciva solo a distinguere occhiate di malcelata
curiosità; la osservavano come se fosse stato un fantasma, le passavano davanti
e scomparivano dalla sua vista.
Non seppe per quanto tempo rimase in quello stato, assorta
nei suoi pensieri.
Poi, improvvisamente si sentì avvolgere le spalle
da un forte calore; le ci volle qualche manciata di secondi per realizzare di
avere una larga giacca nera sulle spalle.
-“Tremavi tutta.”- fu la preoccupata
giustificazione, -“Pensavi di rimanere tutta notte a fissare il vuoto?”-
commentò ironicamente Sasuke; tuttavia, nel suo tono vi era anche una vaga nota
di rimprovero.
Hinata lo fissò riconoscente, un timido sorriso ad
incresparle le labbra.
Fece per parlare, pronta a ringraziarlo, quando lui
la zittì con un cenno della mano.
-“Non te ne vuoi proprio tornare a casa?”- domandò
soltanto. La ragazza lo fissò con un misto di concentrazione e imbarazzo, dovuti
soprattutto all’annebbiamento che percepiva nella sua testa ogni qualvolta
cercasse di riflettere.
A quel punto osservò l’Uchiha afferrarle il polso e
orientarsi lentamente tra la folla, intontita.
-“Uh..Dove stiamo andando?”- chiese gentilmente.
Lui esitò un attimo.
-“A casa mia; non ti posso mica lasciare in mezzo
alla strada con questo freddo!”- commentò.
Hinata sussultò, improvvisamente realizzando in che
situazione si era cacciata da sola.
-“I-io non immaginavo di doverti recare tutto
questo disturbo! Scusami tanto, piuttosto che infastidirti di nuovo..”-
La voce si affievolì fino a sparire nell’ultimo
tratto della frase, precisamente nel momento in cui annegò il suo sguardo
dentro due pozze nere che identificò poi come gli occhi del ragazzo, i loro
visi pericolosamente vicini.
Sasuke si sentiva decisamente strano, quella sera.
Aveva, per la prima volta dopo molti anni, notato quanto lui e la ragazza con
cui aveva passato la serata fossero simili, eppure così diversi. Tutto questo a
partire dagli occhi perlati di lei, dai suoi morbidi capelli di un’insolito
color indaco, dalla pelle diafana, fino al suo carattere, estremamente
sensibile. Tutto di lei era nuovo e familiare allo stesso tempo, per Sasuke.
Avvicinò ulteriormente il volto a quello di lei,
chiedendosi se per caso fosse davvero ubriaco a compiere un gesto così
avventato, per una persona riservata come lui.
-“Nessun disturbo, davvero, Hinata.”- le soffiò sul viso, lentamente, prima di osservare la sua
espressione improvvisamente consapevole della situazione, gli occhi luminosi
spalancati dalla sorpresa.
E quando lei arrossì in un modo che lui trovò
addirittura adorabile, non potè più
trattenersi dallo sfiorarle le labbra con le proprie, fondendo i loro respiri.
La ragazza si ostinava a rimanere immobile, ma non
se ne preoccupò affatto, troppo preso a gustare ed esplorare con la lingua
l’invitante bocca di lei.
Avrebbe dato qualsiasi cosa per rimanere lì, in
quella posizione insolita, dolce,
sensuale..Qualsiasi cosa.
Ma non era molto saggio pomiciare con una Hyuga in mezzo alla strada, per giunta al Sabato
sera, in cui era anche più affollata.
Per questo, seppur a malincuore, fece per scostarsi
da Hinata; poi però, avvertì qualcosa di umido e di estremamente caldo, così invitante, accostarsi alla sua lingua,
come a supplicarla di restare, di rimanere lì dentro per dar vita ad una danza
di tocchi passionali e carezze.
..Al
Diavolo i pettegolezzi.
Accennò un sorriso, mentre con foga affondava le
dita fra i fini capelli di lei, neri come la notte.
Decisamente, quella sarebbe stata una nottata impegnativa per loro due.
Salve a tutti cari lettori !*-* Questa..Questa cosa che avete appena letto dovrebbe
essere una SasuHina.xD.
L’ho scritta parechio tempo fa, circa un mese, ma non avevo idea
di come contninuarla.Poi oggi, mentre leggiucchiavo qua e là le mie vecchie
storie l’ho vista e, in mancanza di altro da fare mi sono messa a creare la
parte finale, che poi non credo che sia un granchè xD.
Ma a me piace nonostante tutto, strano!°w°
Vorrei che questo fosse il primo capitolo di una raccolta
trattante vari paring, ma gli aggiornamenti credo saranno piuttosto lenti
[dipende tutto dall’ispirazione, purtroppo per me. -.-] xD.Perdonate il titolo
stupido e probabilmente grammaticalmente sbagliato, ma è la prima cosa che mi è
saltata in mente.>//<
Vorrei rassicurare [si fa per dire x°D] i lettori di Under The
Pain sul fatto che continuerò la fict. Ho dovuto formattare il pc alcuni giorni
fa, e il risultato è stato la cancellazione di tutti i capitoli [ il terzo era
ormai quasi completato! >_<]. Me lo riscriverò a breve, quindi
rabbrividite, perché
Un bacio a tutti, e recensite se ne avete voglia!