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Autore: Candy_life    03/11/2013    1 recensioni
Guardai mio fratello e poi mi voltai verso casa ma mi bloccai. Tutto cominciò a rallentare e si fece cupo. Il cielo non era più azzurro, ora aveva un colore rossastro... nero.
Il prato era diventato secco e le viole non c’erano più. Non c’era più nemmeno mio fratello. Ero sola.
Guardai a terra, intorno a me un tappeto di petali di rose rosse. Scoppiai a piangere terrorizzata e mi guardai in torno in cerca di aiuto.
Sentii qualcosa colarmi giù dalle mani e le guardai. Un rosso e caldo sangue mi aveva imbrattato la pelle. Alzai subito il capo guardando avanti a me. E fu’ allora che la vidi. Una sagoma nera mi stava davanti, rimasi immobile a fissarla ammutolita dalla paura. Si avvicinò a me e sussurrò solamente una parola ‘’ Cassie ‘’.
Chiusi gli occhi e cominciai ad urlare. Sentii qualcuno bloccarmi da dietro e cominciai a dimenarmi avendo paura che l’ombra mi avesse preso.
> mi urlava. Riconobbi la voce, mio fratello. Aprii gli occhi e tutto era tornato normale, dietro di me, mio fratello con gli occhi sbarrati mi fissava non riuscendo a capire che mi fosse successo.
Neppure io sapevo dare una risposta.
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Prologo.

Guardavo le nuvole, stesa su un prato verde puntinato di fiori blu. Mi piaceva andare su quel colle dietro casa a guardare il cielo. Faceva caldo per essere la prima settimana di primavera, un leggero venticello mi sfiorava il viso facendo ondeggiare una violetta affianco a me.
Quel colle aveva un non so’ che di fantastico. Non si sentivano automobili, né il traffico, non che dove abitavamo c’è ne fosse molto.  
Abitavo in una delle periferie di Springfield, nell’Oregon. Mi piaceva stare qua, non era una di quelle città come New York o Boston, sempre immerse nel traffico.  Con tutte quelle luci che non ti permettevano di vedere le stelle la sera, quell’aria irrespirabile e i clacson che disturbavano la quiete.
La campagna era ben diversa dalla città, certo, non offriva tutti quegli agi e confort che ti poteva dare una città di 8,337 milioni di abitanti, con negozi, bar e ristoranti.
 Certamente un New Yorkese non poteva vantarsi di aver visto l’alba dalla collina dietro a casa sua.
Era il mio decimo compleanno, non mi piaceva essere festeggiata. Non mi piaceva avere troppe attenzioni, mi sentivo terribilmente in imbarazzo ogni volta che qualcuno mi si faceva vicino e mi cantava ‘’ tanti auguri ‘’, così, ogni volta che c’era qualche festa scappavo nel mio giardino segreto.
Sentii dei passi e guardai di lato vedendo le scarpe di mio fratello Derek. Era più grande di me di qualche anno... lui aveva dodici anni compiuti. Ci sono persone che odiano il proprio fratello maggiore, io non ero uno di questi.
Adoravo mio fratello, lui era il mio angelo custode. Sorrisi guardandolo con i miei occhi di ghiaccio e lui ricambiò quello sguardo con i suoi occhi verdi penetranti che ti scavavano nell’anima.
<< Cassie, mamma ha preparato questa festa unicamente per te >> disse mio fratello sedendosi accanto a me.
Mi sollevai con i gomiti e lo guardai facendo una piccola smorfia di disapprovazione.
<< Lo sai che non mi piacciono le feste >> sussurrai sentendomi quasi in colpa per quella frase. Derek aveva ragione, la mamma si era fatta in quattro per quella festa.
Era ormai da due mesi che non aspettava altro. Sospirai guardando fisso davanti a me.
<< va bene... ora torno a casa >> continuai abbassando lo sguardo. Sentii lo sguardo di Derek addosso, mi guardava da cima affondo cercando di capire a cosa stessi pensando, ma in realtà non pensavo a granché.  Alzai un sopracciglio non guardandolo solo per poi scoppiare a ridere.
<< Che cosa ti ridi? >> mi chiese mio fratello alzandosi in piedi e porgendomi una mano, che io afferrai.
<< La tua espressione fa’ ridere >> dissi continuando a ridere tirandomi su in piedi.
Guardai mio fratello e poi mi voltai verso casa ma mi bloccai. Tutto cominciò a rallentare e si fece cupo. Il cielo non era più azzurro, ora aveva un colore rossastro... nero.
Il prato era diventato secco e le viole non c’erano più. Non c’era più nemmeno mio fratello. Ero sola.
Guardai a terra, intorno a me un tappeto di petali di rose rosse. Scoppiai a piangere terrorizzata e mi guardai in torno in cerca di aiuto.
Sentii qualcosa colarmi giù dalle mani e le guardai. Un rosso e caldo sangue mi aveva imbrattato la pelle. Alzai subito il capo guardando avanti a me. E fu’ allora che la vidi. Una sagoma nera mi stava davanti, rimasi immobile a fissarla ammutolita dalla paura. Si avvicinò a me e sussurrò solamente una parola ‘’ Cassie ‘’.
Chiusi gli occhi e cominciai ad urlare. Sentii qualcuno bloccarmi da dietro e cominciai a dimenarmi avendo paura che l’ombra mi avesse preso.
<< CASSIE! >> mi urlava. Riconobbi la voce, mio fratello. Aprii gli occhi e tutto era tornato normale, dietro di me, mio fratello con gli occhi sbarrati mi fissava non riuscendo a capire che mi fosse successo.
Neppure io sapevo dare una risposta a ciò che successe, neppure ora ne saprei dare una.
So’ solamente che dopo due giorni dall’accaduto mio padre morì in un incidente.







 
  
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