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Autore: _Girella_    03/11/2013    8 recensioni
[GO! Chrono Stone] [KyouTaku] [Rating Giallo] [Comico-triste] [MiniLong]
-Non avresti dovuto-mormorò Fey con voce dolce, stringendolo più forte.
-Lo so. Lo so benissimo-.
Gli uccelli avevano smesso di cantare, il sole era calato da un pezzo, lo sciabordio del fiume alle loro spalle era quasi impercettibile.
Solo il vento soffiava forte, gentile e spietato, asciugandogli le guance.
-Ma volevo rivederlo.
Volevo rivederli assieme un’ultima volta-.
Genere: Comico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Shindou Takuto, Tsurugi Kyousuke, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'KyouTaku: "Di chi ti ricordi quando sorridi?"'
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Angolino acuto (?) dell’Autrice
Lo so, si, sono un tormento, me ne rendo conto, probabilmente domani sarete tutte sotto casa mia lanciandomi pomodori (?)
Farò odiare la KyouTaku a tutti, me lo sento cwc
Ma avevo bisogno di OTP stasera (?) e questo primo capitolo di questa minilong (dovrebbero essere tre capitoli, ma ci sta che ne vengano anche solo due) mi ronzava in testa da un po’.
L’incontro con Sissy al Lucca Comics deve avermi ispirata (??)
E ho comprato la maglietta del TARDIS. Non me la levo più, santo Iddio (?)
Comunque, grazie mille a chiunque leggerà e lascerà un commentino *^*
Non uccidetemi soltanto nelle recensioni ok?? (?)
Questo primo capitolo è dedicato alla mia studentaH, se dopo questa… cosa avrà ancora il coraggio di chiamarmi MaestraH (?) <3 e ovviamente a tutte le amanti di questa pair a cui io voglio davvero tanto tanto bene <3
Un bacio KyouTakuoso a tutti
 
 
Marty













Together for the last time
 
 
 
 
Il vento soffiò forte, e portò alle narici di Makoto l’odore dolce dei ciliegi in fiore.
Strinse i denti, una lacrima gli correva giù lungo la guancia.
-Non avresti dovuto-mormorò Fey con voce dolce, stringendolo più forte.
-Lo so. Lo so benissimo-.
Gli uccelli avevano smesso di cantare, il sole era calato da un pezzo, lo sciabordio del fiume alle loro spalle era quasi impercettibile.
Solo il vento soffiava forte, gentile e spietato, asciugandogli le guance.
-Ma volevo rivederlo.
Volevo rivederli assieme un’ultima volta-.
 
 
 
 
-Non voglio vederlo mai più!!- esclamò Shindou marciando a grandi passi lungo il corridoio della
scuola, per fortuna vuota. I ragazzi avevano come l’impressione che i professori non sarebbero
stati entusiasti delle grida del numero 9, che procedeva verso una meta di cui non erano ancora riusciti a
capire la natura.
   -Shindou-san! Eddai fermati!-. Con tono lamentoso, Tenma gli corse dietro, seguito a ruota da
Shinsuke e Kirino, che sbuffavano cercando di stare dietro al passo di marcia che Shindou aveva assunto.
   -Non ho intenzione di fermarmi, né tantomeno tornare là-.
   -Ma Shindou-san!-. Tenma scattò in avanti e si piantò davanti a lui,
bloccandogli l’avanzata. –Smettila di fare il bambino. Sono sicuro che Tsurugi-kun non voleva…-.
-Non voleva?!-.
 
 
 
Tsurugi si lasciò cadere per terra, le mani tra i capelli. –Non mi ha nemmeno lasciato spiegare,
l’idiota- bofonchiò iniziando a strappare ciuffi d’erba e ad annodarli tra loro.
Kariya osservò quel processo chiedendosi seriamente se fosse il caso di ricoverarlo. Dopo qualche
minuto gli afferrò il polso, per impedirgli di infierire ulteriormente su quei poveri fili che fino a prova
contraria non gli avevano fatto niente. –Mi fai venire il mal di mare-.
Tsurugi lo ignorò. –E’ fuggito via come una furia, non sa nemmeno cosa è successo!-.
-Penso che lo abbia intuito-.
-Ha intuito male-.
-Già. Che poi non capisco come possa pensare male di te e una ragazza.
Insomma, è evidente che sei gay fino alla punta dei capelli!-
 
 
 
Lo spinse da parte e riprese la sua camminata verso il nulla. –Insomma, vuoi dirmi che è stato un
incidente, giusto??-. 
   Si mise a girare in tondo mentre Shinsuke, senza farsi notare, si batteva l’indice contro la fronte e
cominciava a digitare mentalmente il numero del manicomio più vicino. –Cioè, è andata così.
Casualmente erano arrivati entrambi in anticipo all’allenamento e perciò si sono per caso trovati da
soli nello spogliatoio. Quindi, per una strana coincidenza astrale, le è caduto un
orecchino in un punto molto difficile da raggiungere, dietro una panca. E’ stato un caso che si siano chinati
entrambi nello stesso momento per raccoglierlo. E sono certo che lei sia inciampata rotolandogli addosso
sfidando un significativo numero di leggi della fisica, ed è sicuramente per questo che li abbiamo trovati uno sopra l’altra
quando siamo entrati. Giusto??-.
   Tenma fece spallucce. –Da nessuna parte è scritto che non è andata così-.
   Indeciso se scagliarsi su di lui e strapparsi con violenza i capelli uno a uno, Shindou ringhiò.
-Che poi posso capire tutto ma… con Kinako??-
 
 
 
Dopo aver costretto Kariya a dargli una spiegazione dettagliata sulla sua ultima affermazione, Tsurugi
chiuse gli occhi e poggiò la schiena contro l’albero.
-Non può pensare che lo stessi tradendo con Nanobana. Non può. Va contro qualsiasi logica-.
Masaki fece spallucce. –Devi ammettere che vista dall’esterno la situazione era abbastanza ambigua-.
-Colpa mia se quella svampita non si regge nemmeno in piedi?? Mi è praticamente rotolata addosso!-.
Kariya annuì- E in ogni caso lo dovrebbe sapere che non lo tradiresti mai. Insomma, dai, ci tieni
tantissimo a lui e siete tutti cuoricini e baci e bleah-. Scosse la testa come a evidenziare quell’ultima
parola.
-Apparte che noi non siamo tutti cuoricini e baci, il resto è vero. Non lo tradirei mai, gli voglio bene-.
Hikaru arrivò tutto trafelato, interrompendo Kariya mentre cercava di far capire a Tsurugi che era
proprio quella la sua visione di relazione da “tutti cuoricini e baci”.
–C’è una persona, di la, che vorrebbe parlare con te-.
 
 
 
Kirino conosceva Shindou, e anche tornando di molto indietro nel tempo con la memoria non
ricordava di averlo mai visto così arrabbiato, nemmeno quando per fargli un dispetto perché si era
dimenticato del suo compleanno durante la notte gli aveva tagliato a zero tutti i capelli.
   -Non voglio averci più niente a che fare, e gradirei che non lo nominaste più per qualcosa come
il resto della mia vita, per favore-. Si avvicinò a Tenma e lo fissò in cagnesco. –Domani lo cacciamo dalla squadra, capitano-.
   Tenma si fece piccolo piccolo sotto il suo sguardo omicida. –Ehm Shindou-san… non credo che sia
possibile, e non voglio che la squadra resti senza un giocatore come Tsu...-
   -Non nominarlo-. Quello di Shindou avrebbe potuto essere un grido, ma gli uscì come un sibilo che
fece rizzare i peli sulle braccia a Tenma.
   Per fortuna fu salvato da Aoi, che gli corse incontro con un’enorme sorriso stampato in volto,
evidentemente ignara del putiferio che in pochi minuti si era scatenato all’interno della squadra della Raimon.
    -Aoi.. che succede??-.
-Fey è tornato-.
 
***
 
-Tra l’altro non ho ancora ben capito dove fosse andato- commentò Shinsuke mentre lanciava uno sguardo a Shindou che, a pochi passi da loro, camminava inviperito borbottando a mezza voce maledizioni inventate sul momento.
   Al numero di telefono del manicomio, sempre impresso nella sua mente, aggiunse per sicurezza anche quello dell’ospedale, da chiamare repentinamente nel caso in cui l’incontro tra Shindou e Tsurugi fosse sfuggito loro di mano.
   -Mah, è stato abbastanza vago- rispose Tenma saltellando entusiasta: non vedevano Fey da almeno due settimane, da quando era partito in tutta fretta per quel misterioso viaggio dopo che Wondaba gli aveva voluto parlare d’urgenza in privato. –Se devo essere sincero, mi sono anche preoccupato, è partito così di corsa… Speriamo che adesso si spieghi-.
   Camminarono a ritroso nel giardino percorso poco prima a duecento all’ora da Shindou e raggiunsero la sede del club di calcio.
   Nei giorni seguenti, Tenma –che, secondo i compagni di squadra, aveva sempre avuto una certa vena melodrammatica- avrebbe descritto l’incontro tra Tsurugi e Shindou un incubo.
   Ma non gli si poteva dar torto. L’aria sembrava criptare elettricità attorno al numero 9, il cui desiderio più grande non appena vide Kyousuke, i ragazzi ne erano sicuri, fu quello di saltargli addosso e, possibilmente, strangolarlo.
 
   Mantenne però un certo atteggiamento distaccato, mentre gli passava davanti tenendo la schiena dritta senza degnarlo di uno sguardo.
   Tsurugi da parte sua, benché sapesse di essere nella ragione, era anche un terribile orgoglioso e non cercò nemmeno una volta di incrociare lo sguardo di Shindou. Si sedette nell’ultimo posto dell’ultima fila, gli occhi fissi sul soffitto.
   E Shindou, per dimostrare di essere molto più maturo del compagno, si sedette nel primo posto della prima fila, le braccia incrociate, facendo emettere all’unisono un sospiro al resto della squadra, seguito da sguardi rassegnati e alzate di spalle che dicevano tutte la stessa cosa “Che ci possiamo fare, sono due bambini”.
 
   Kinako era sparita, dopo il fattaccio. Mancavano anche Midori e Akane, forse erano andate a cercarla.
   Dopo essere stato praticamente assalito da Shinsuke e stritolato da Tenma, Fey salutò il resto della squadra distribuendo sorrisi e abbracci.
   Tenma, che lo conosceva ormai bene, non mancò di notare una certa tristezza che velava il suo sguardo, e prese un appunto mentale di chiedergli per bene cosa gli fosse successo in quei giorni d’assenza.
 
   Lanciò uno sguardo interrogativo a Tsurugi e Shindou, evidentemente stupito del loro silenzio e della loro distanza, e fissò Tenma.
   -Hanno litigato- spiegò quest’ultimo, una volta tanto senza urlare, ma a voce bassa. –Shindou-san è sicuro che Tsurugi lo abbia tradito con Kinako, cosa che naturalmente non è vera-.
   -Naturalmente- confermò Fey.
   -Ma conosci Shindou-san, non vuole sentir ragioni, e Tsurugi è troppo orgoglioso per cercare di chiarire. Conoscendoli, è probabile che si tengano il muso per giorni-.
   -Beh, ho qualcosa che li smuoverà- esclamò Fey e, sotto lo sguardo perplesso di Tenma, fece un cenno in direzione della porta, rimasta aperta.
   Dall’uscio fece capolino Wondaba.
   Ma non era solo.
 
   Tutti gli sguardi si concentrarono stupiti sul ragazzo che entrò accanto a lui. Era molto alto, e per tenere per mano l’orsetto blu doveva stare leggermente piegato in avanti. Sembrava avere appena un paio d’anni più di loro, ma aveva una luce nello sguardo, a parere di Tenma, che lo faceva sembrare molto più vecchio, come se gli fossero capitate così tante cose…
   Chissà, forse era un nuovo, fortissimo giocatore proveniente da qualche parte nello spazio, pensò con rinnovato entusiasmo. Ma perché tutta quella segretezza e tutta quella fretta di Fey di partire?? Non avrebbe potuto sprecare qualche minuto per spiegare loro cosa stesse succedendo??
   -Ragazzi, lui è Makoto- spiegò Fey mentre il ragazzo si avvicinava e rivolgeva loro un abbagliante sorriso a trentadue denti, degno di Tenma. Sembrò scandagliare la squadra, come in cerca di qualcosa, e parve trovarlo, perché per un attimo un misto di emozioni –stupore,gioia,dolore- si dipinsero sul suo volto. Ma scomparvero subito, e Tenma si convinse di esserselo immaginato.
   -Viene da…ehm… dieci anni nel futuro-.
 
   Kirino prese la parola. –Cosa ci facevi dieci anni nel futuro, Fey??-.
   Il verde rivolse uno sguardo a Wondaba, che parve annuire, come a dargli il permesso di continuare. –Diciamo che mi sono… imbattuto in Makoto,e dato che ha insistito, dopo aver sistemato un paio di cose siamo tornati…-.
   -Quindi sei un nuovo giocatore che vuole unirsi alla squadra??- saltò su Shinsuke, eccitato, che naturalmente aveva avuto lo stesso pensiero di Tenma.
   Makoto prese la parola, scuotendo la testa. –No. Sono felice di conoscervi, ma ammetto che a calcio sono sempre stato una schiappa e non è per questo il motivo per cui sono qui-.
 
   -Insomma, chi sei??-. La voce irritata di Tsurugi si levò dall’ultima fila. Il ragazzo aveva i nervi a fior di pelle per ovvi motivi, e tutte quelle chiacchiere non facevano che aumentare il suo fastidio.
   Makoto parve imbarazzato. –Tu sei Kyousuke??-.
   Tsurugi annuì, spalancando gli occhi con evidente stupore. Chi era quello sconosciuto che lo chiamava per nome e che sembrava conoscerlo così bene??
   Il ragazzo rivolse un’altra occhiata alla squadra, poi prese un respiro. Di certo nessuno si aspettava le parole che gli uscirono di bocca subito dopo, e che cambiarono radicalmente un paio di vite.
-Vostro figlio….-.
-CHI??!-.

 
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