Fanfic su artisti musicali > Lady Gaga
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Autore: Raydor    03/11/2013    2 recensioni
«fa parte del copione?» sorrido. Annuisce lentamente:
«ti mostro quello che devi fare.» dice timidamente. Si porta la mia mano alle labbra, sfiorandola con quest'ultime. Sento il calore emanato dal suo respiro, finché finalmente si toccano. Il cuore mi batte all'impazzata e sono sicuro che anche il suo fa lo stesso.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 8

«vedrai, ti piacerà molto, ci ho portato tutte le mie precedenti ragazze e sono impazzite.» scherzo legandole con cura la benda attorno al capo, coprendole gli occhi completamente.
«tutte le tue precedenti ragazze?» ripete spalancando la bocca, fingendosi arrabbiata. Ride di gusto dandomi una leggera botta. Voleva darla sulla spalla ma per sbaglio, visto che non ci vede, colpisce il petto, quegli addominali che le piacciono tanto.
«eh già, erano davvero tante. Più di una dozzina...» rido anche io e le bacio il collo con dolcezza.
«cretino.»
Mentre le tengo la mano e la guido verso la terrazza sento che è emozionata. Ogni fibra del suo corpo me lo manifesta.
«sono curiosa T! Non puoi darmi nemmeno un indizio?» 
«no! Ma tranquilla, ci siamo.» 
Sorride a quelle parole. Lentamente le faccio scivolare via la benda dal viso, lasciando che ricada sul suo collo caldo. La luce del tramonto di San Diego le entra negli occhi, proprio come il sole che par che entri nel mare, dando vita ad uno spettacolo mozzafiato. É senza parole, non ha la più pallida idea di cosa dire e ho una paura tremenda che questo sia un effetto del possibile senso di delusione.
«tesoro... È meraviglioso, davvero!» tiro un grosso sospiro di sollievo mentre la luce del sole brilla nei suoi occhi verdi, riempiendo anche i miei di pura gioia «grazie» sorride.
Solo lei, con quella sua aria da bambina, può ringraziarmi per averle mostrato un semplice tramonto. Rimane ferma in quel modo, incantata dalla meraviglia, dal sole, dall'acqua, dal verso dei gabbiani che volano nel cielo ormai rosato.
«ehi...» le accarezzo le braccia, stringendola da dietro, poggiando il mento sulla sua spalla «non ti piace?» le chiedo in un sussurro.
«ma come potrebbe non piacermi, amore... È stupendo.» si volta, portando gli occhi nei miei. Sono lucidi, come bagnati di lacrime «sai, a volte... Molto spesso direi, le persone hanno provato a stupirmi con il lusso. Mi hanno portato davanti a milioni di dollari spesi in gioielli... In cose assolutamente inutili. Ma tu... Tu sei così diverso» sorride accarezzandomi il viso con quelle sue piccole mani da bambina «mi hai mostrato qualcosa di assolutamente incredibile, dal valore inestimabile: la semplicità.» si stringe nelle spalle, come se fosse la cosa più naturale del mondo. In effetti lo è. «ti amo così tanto, Taylor.» si stringe contro il mio petto ed io non posso far altro che stringerla altrettanto forte fra le mie braccia. Non so cosa dire, ogni parola sembrerebbe stupida rispetto a ciò che ha detto lei. La mia piccola, la mia Stef. Ama la semplicità, e chi avrebbe mai detto che una come Lady Gaga potesse farlo? Sorrido e poggio il mento fra i suoi capelli profumati.
«ti va di vedere la casa?» rompo il silenzio dopo un po' di minuti spesi in quella posizione.
«sì.» sorride alzando gli occhi verso i miei. 
Le prendo la mano e la conduco all'ingresso posto sul retro, sul balcone dove ci troviamo noi. La prima stanza che si presenta entrando da qui è la camera da letto. Non è molto grande ma è molto illuminata ed ho avuto modo di sistemarla, mettendo al posto dei tre letti -che erano qui per me ed i miei amici del surf- un letto ampio, matrimoniale, per noi. 
È piuttosto semplice, umile, essenziale. Come me.
«ti piace?» chiedo sorridendo. Lei si avvicina al letto e con le dita accarezza le lenzuola candide e fresche. 
«la adoro» sorride anche lei, persa in quel candore, come se fosse bloccata lì mentre la sua mente vola in un altro luogo. Forse sta immaginando le notti che passeremo a fare l'amore su questo materasso, forse immagina la luna che si specchia sui nostri corpi nudi che si amano, si stringono, si uniscono tra quelle lenzuola.
«vuoi vedere il resto della casa o restare qui?» rido, cercando di interrompere sia il mio che il suo flusso di pensieri, prima che possano sfociare in qualcosa di più pratico.
Ride anche lei: «mi stai leggendo nella mente, Kinney?» 
«piuttosto facile visto che abbiamo gli stessi pensieri in questo momento.» le prendo la mano e la attiro contro il mio corpo, tutt'altro che delicatamente «anche io non vedo l'ora di fare l'amore con te, qui.» sorrido sfiorando le sue labbra. La sento trattenere il respiro all'improvviso, il suo battito accelera e le sue pupille si dilatano. Dio mio, amo sapere che ho sempre questo effetto su di lei.
«Taylor...» quasi geme. Sorrido.
«più tardi.» mi allontano verso il salotto con lei dietro, che ritrova la forza di respirare.

Devo ammettere che da quando abbiamo avuto quella conversazione in camera da letto non mi va più tanto di farle vedere la casa. Lei continua a sorridermi, sa che non riesco a resistere al suo sorriso, è furba, mi conosce dannatamente bene.
«mi piace molto, T, davvero.» sorride ancora, più ampiamente
«sei pronta a stare con me, solo con me, ed essere esclusivamente mia per tre interi mesi?» 
«sono pronta a fare qualsiasi cosa con te.» mi bacia con quella sua aria da bimba, avvolgendomi le braccia attorno al collo.
«niente studio di registrazione, niente costumi strambi, niente fans che spuntano da dietro ai cespugli... Solo io, te e la semplicità.» ribadisco con un bel sorriso per ricambiare il suo. 
«a patto che tu mi insegni a fare surf. so che posso farlo!» 
«e va bene! Ma se affoghi non voglio essere accusato!» 
«mi sottovaluti Kinney. Io posso fare molto più di quanto tu immagini» qualcosa nella sua voce è in grado di provocarmi un brivido lungo tutta la schiena. Si allontana da me e si dirige in quella che apparentemente e' la sua camera preferita: quella da letto.
«vado a disfare le valigie.» e ancheggia mentre usa lo stesso tono di prima.
"So cosa stai facendo, angelo. Non funzionerà." 
«ok, allora nel frattempo preparerò qualcosa da mangiare. Se hai bisogno sono in cucina.» mi volto e quasi riesco a vedere il velo di delusione sul suo viso.

Non ho idea di cosa cucinare ad una come lei. Da quando stiamo assieme l'ho sempre portata in ristoranti di lusso, dove abbiamo ordinato dei piatti ottimi che non so neppure come iniziare a cucinare. Probabilmente è da molto che non mangia cose "normali", preparate in casa o forse sono io che mi faccio troppi problemi.
In dispensa ho del pane, alcuni crackers e... Un barattolo di Nutella. Sorrido al ricordo del motivo per il quale l'ho comprato: lei. Mi aveva detto che il suo piatto preferito era il sandwich con Nutella e banana all'interno e, per quanto mi sembrasse strano, anche io avevo voglia di provare quel pasto ipercalorico, dolce quasi quanto lei.
«che si mangia?» esclama entrando in cucina. Indossa una semplice e morbida tuta rosa ed una canottiera bianca sotto. I capelli biondi sono raccolti in una coda di cavallo dalla quale sono riusciti a scappare dei ciuffi ribelli che le ricadono sul viso. È così bella da sembrare quell'angelo che è, emana dolcezza e tenerezza da ogni suo poro, è così semplice da non sembrare neppure lei.
«veramente non ho granché» chiudo la dispensa rimettendo a posto la Nutella «anche il frigo è abbastanza vuoto.» 
Lei lo apre per anticiparmi ed effettivamente ci sono solo le uova, il latte, tre birre e un po' di carne. 
«beh... Allora andiamo al supermercato!» fa spallucce come se fosse la cosa più naturale del mondo. 
«tu al supermercato?!» inarco un sopracciglio incerto, soffocando una risata fragorosa.
«si e allora? Solo perchè sono Lady Gaga non significa che io non possa aver voglia di pollo arrosto!» 
«pollo arrosto?» ripeto, stavolta ridendo e avvicinandomi alle sue labbra.
«sì, con patate.» 

Alla fine ha insistito per andare al supermercato. Dio, è così testarda questa donna! A volte meriterebbe proprio di essere presa a sculacciate. Non mi dispiacerebbe affatto farlo. 
«come si sceglie il pollo?» storce il naso incerta davanti al banco della carne. È chiaramente in un mondo che non le appartiene affatto. Rido:
«come ti piace? ci penso io a scegliere.» 
«mmh... No, non ci voglio tutte queste verdure.» sembra una bambina mentre scarta il pollo speziato.
«questo allora.» ne prendo uno semplice e lo metto nel carrello sorridendole. Segue il banco dei surgelati dove la mia Stef si allunga per prendere un sacco di patate. Il modo in cui si piega mi fa impazzire, è impossibile non notarlo. Lentamente solleva una gamba, trasferendo tutto il peso del corpo all'altra. Il suo meraviglioso fondoschiena si tende completamente per poi tornare alla sua forma originale.
«che c'è?» chiede notando il mio sguardo perso in lei.
«nulla, stavo solo... Dando un'occhiata alla merce.» 
Lei sorride portandosi dietro alle orecchie una ciocca di capelli biondi. È così dolce e allo stesso tempo tremendamente sexy... Mi piace che non ne abbia la più vaga idea, mi fa impazzire.
«queste si cuociono in trenta minuti.» dice indicando il sacchetto che ha preso. Io annuisco e lo mette nel carrello. Quando arriviamo al banco dei vini insiste per sceglierne uno ma una volta lette le etichette storce il naso e sbuffa:
«devono essere proprio scadenti visto che non ho mai sentito nominare nessuno di questi!» 
Rido di gusto:
«vedi che devo farlo io?! sono vini che Lady Gaga non conoscerebbe mai, nemmeno in un'altra vita.»
«Lady Gaga è una persona normale, ed è stata anche povera. Fammi vedere un po'...» ne prende uno dal nome che evidentemente l'attira in modo particolare.
«che ne dici di questo?» 
«no, non va. Meglio questo.» prendo un Merlot che non è decisamente il massimo, ma tra quelli che hanno è il migliore. 
Lei sbuffa:
«no, voglio questo qui!» punta i piedi come una bambina piccola.
«Stef!»
«prendiamoli tutti e due, abbiamo i soldi tanto!»
«Stef.» ripeto serio «smettila di fare i capricci, quel vino è terribile, fidati, l'ho provato!»
«beh, ma io lo voglio comprare! Forse a me piace! Sono solo...» controlla il prezzo «ah insomma, sono centesimi per noi!» 
«smettila di comportarti come una bambina!» sorrido lievemente, impercettibilmente. 
«oh e dai Taylor!» lentamente mi avvicino al suo orecchio, le mordicchio il lobo quando sono certo di non avere gli occhi di qualcuno puntati addosso;
«lascia stare quel vino, non costringermi a sculacciarti.» le sussurro.
La sento tremare, le viene la pelle d'oca e soffoca un gemito. Tutto grazie ad un semplice sussurro.
"wow, Kinney, ci sai fare."
Posa il vino immediatamente e mi guarda come se si aspettasse un bacio, uno di quelli appassionati che le piacciono tanto, che sfocia in tutt'altro. Si tortura il labbro inferiore in quel modo capace di farmi impazzire dalla voglia di prenderlo tra i miei denti e morderlo con passione. Rimane delusa quando continuo a spingere il carrello verso la cassa. Delusa per la terza volta in quella giornata.

Mentre continua a condire il pollo come le ho mostrato pochi minuti prima io inforno le patate.
«è quasi pronto anche lui per il forno.» sorride felice. Ricambio e mi avvicino a quel suo corpo minuto che è in grado di farmi perdere totalmente il controllo.
«no, metti meno sale.» la aiuto, stringendola da dietro. Lei sorride:
«smettila di fare il maestrino. È da oggi che ti comporti così, mi fai sentire una bambina!»
Si volta, ora siamo faccia a faccia:
«tu sei una bambina.» sorrido
«ah si?! E allora perchè non fai che provocarmi da quando ho messo piede in questa casa?» ride poggiando il viso sulla mia spalla. Mi bacia il collo lentamente, come fa di solito durante le coccole post-sesso. 
«perchè questa bambina è stata molto cattiva.» è praticamente seduta sul piano da lavoro della cucina ora. Finalmente le nostre labbra si incontrano in quello che è tutt'altro che un bacio casto. Mi prende il labbro inferiore tra i denti e lo tira lentamente, facendomi impazzire. Le mie mani scorrono freneticamente sotto la sua canottiera bianca, cercando una maniera per toglierla senza staccare le labbra dalle sue. Apre la mia camica con violenza, facendo partire i bottoni in un unico sordo strappo. È come se stessimo dando sfogo a tutta la passione trattenuta nei momenti precedenti. Finalmente è mia, finalmente è sotto il mio controllo, posso farle qualsiasi cosa io desideri ma stranamente ho solo voglia di buttarla su quel letto e fare l'amore con lei nel più semplice dei modi.
«inforna il pollo.» gemo staccandomi.
Lei mi ride in faccia:
«inforna il pollo?» ripete incredula «stai cercando di eccitarmi con una frase simile?» non riesce a smettere di ridere
«non era una frase per farti eccitare, era un ordine.» 
«e se non lo eseguo?» gioca mettendo fine alla sua risata. È lei che lo vuole, lo so, sta cercando di farmi impazzire da quando è entrata in questa casa per la prima volta. Le arriva uno di quegli schiaffi sul fondoschiena che le piacciono tanto.
«lo sai.» la guardo negli occhi, brillano di pura eccitazione. Ora è completamente mia.
   
 
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