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Autore: manies    03/11/2013    1 recensioni
Erano troppo diversi tra loro: lei saggia e studiosa, lui simpatico ed anche un po’ strano – con una media decisamente troppo bassa per gli standard dell’altra. Ma in un certo qual modo si completavano a vicenda, così come in quel momento i loro corpi stavano facendo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lysander Scamandro, Rose Weasley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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La semi-festa per Halloween era stata un successone, soprattutto perché la preside McGrannitt non era intervenuta per tutta la sua durata.
Anche per il giovane Lysander Scamander si era trattata di una serata di puro divertimento, tanto che aveva abbandonato gli spettroccoli sul comò della sua stanza ed era finito nella stessa con una ragazza. Le tende azzurre del dormitorio dei Corvonero coprivano i loro corpi uniti ed un muffliato permetteva ai due ragazzi di produrre qualunque tipo di rumore. La pelle della giovane donna era morbida al tatto ed odorava di pesche appena colte, e quando il biondino andò a posarvi su le labbra strabuzzò gli occhi per il suo sapore – ché sapeva di mare e libri e pergamene nuove. Le loro gambe erano intrecciate e poi anche le loro lingue lo furono, in un turbine di passione. I seni di lei erano premuti contro il petto nudo di lui e lo facevano rabbrividire, tant’è vero che allungò una mano e la infilò tra le ciocche rosse e ricce dei capelli di lei. Il modo in cui le loro mani andavano alla ricerca di ogni stralcio di pelle dell’altro era quasi morboso, perché ognuno dei due sentiva quello spasmodico bisogno dell’altro, un po’ perché era da tanto tempo che immaginavano quel momento ed un po’ per il semplice motivo che loro erano puro e semplice amore.
Le grandi mani di lui sulla schiena, le piccole mani di lei sul suo petto.
I due Corvonero si stringevano l’un l’altro dimenticando ogni cosa: la festa, i – forse – presenti quattro compagni di stanza di Lysander, i loro amici e qualunque cosa non avesse a che fare con loro. Perché loro due insieme emanavano scintille, perché uno come lui non avrebbe mai pensato di piacere ad una come lei e perché una come lei non avrebbe mai pensato di piacere ad uno come lui. Erano troppo diversi tra loro: lei saggia e studiosa, lui simpatico ed anche un po’ strano – con una media decisamente troppo bassa per gli standard dell’altra. Ma in un certo qual modo si completavano a vicenda, così come in quel momento i loro corpi stavano facendo.
Anche in quel momento, sfiniti e completamente madidi di sudore, non potevano fare altro che cercarsi. I piccoli piedini di lei strisciavano lenti lungo le gambe di lui, e i polpastrelli di lui massaggiavano con movimenti circolari la schiena di lei. Erano una coppia così stramba che non potettero fare a meno di scambiarsi uno sguardo e sorridersi a vicenda, in un modo malizioso quanto infantile. Scoppiarono a ridere, e le loro risate fuse insieme erano la musica più bella che avessero mai udito. Gli occhi cerulei di lui si specchiavano in quelli marroncini di lei, e le loro voci risuonarono insieme in quel piccolo pezzo di mondo che si erano ritagliati:
« Dovrebbero vederci i nostri genitori, Rosie. Probabilmente tuo padre mi ucciderebbe e mia madre urlerebbe qualcosa a proposito di nargilli contro la nostra unione. »
 
Lysander si alzò di botto a sedere, madido di sudore e con gli occhi sbarrati – simili a quelli di un pazzo. “Non è possibile”, mormorava tra sé e sé, mentre accendeva con un tocco di bacchetta la candela posata sul suo comò e infilava le mani tra i suoi stessi capelli biondicci.
“Non Rose, per Merlino!”
I suoi compagni di stanza mugugnarono infastiditi, un po’ per la luce ed un po’ per i suoi borbottii, e si voltarono tra le coperte.
A lui non poteva piacere lei. Rose era rossa, e aveva le lentiggini, ed era una secchiona, ed era figlia di Ronald Weasley ed Hermione Granger! Sua madre sarebbe stata furiosa.
Eppure era così bella quando alzava gli occhi a cielo e borbottava qualcosa a proposito della media troppo bassa di tutti i suoi cugini, o quando si puntellava i fianchi con le mani e toglieva punti alle Case e… L’aveva appena sognata nuda. E nel suo letto, per giunta.
Lysander sentì le sue guance andare in fiamme, ribollire per l’imbarazzo. Era convinto al centouno percento che Rose era bella proprio come lui l’aveva sognata, però non poteva fare altro che pensare a tutti i lati negativi di quei suoi strambi sentimenti.
“Non Rose Weasley. Non lei. Qualunque altra ragazza, ma non Rose”, borbottò ancora – stavolta posando il capo sul cuscino imbottito e fissando il soffitto con uno sguardo stralunato, tipico degli Scamander.
 
Anche per Rose Weasley, quella fu una nottata di veglia. Le piaceva pensare che era a causa del compito di Pozioni che avrebbe dovuto affrontare il giorno dopo, ma in cuor suo sapeva bene che il motivo della sua insonnia era tutt’altro: il figlio maggiore della stramba Luna Lovegood e di Rolf Scamander.
Una tazza calda tra le mani, la vestaglia di lana a treccine sulle spalle e gli occhi puntati sulla visuale che riusciva ad intravedere dalla sua camera del Dormitorio Femminile di Corvonero. Sua cugina Lily, la sua migliore amica, la furia dai capelli rossi e la fidanzata segreta di Scorpius Malfoy, non avrebbe mai e poi mai pensato che sua cugina, la temibile Rose, in quel preciso momento della notte era a fissare il vuoto con mille pensieri che le vorticavano nella mente. Questo perché era assurdo che a una tipa come lei, che non faceva altro che studiare e leggere libri babbani, piacesse un tipo come lui. Insomma, era un po’ stupido, con una media del tutto bassa e – come se non bastasse – credeva nei nargilli. Se ne andava in giro tutto il giorno con quegli strani spettroccoli sul naso a urlare che quegli animaletti – o qualunque altra cosa fossero secondo la sua fantasia – circondavano il capo di chiunque. Eppure era carino il modo in cui sorrideva e quello in cui si avvicinava a lei per chiederle aiuto per i compiti in Sala Comune, ed erano carini anche quei ciuffetti ribelli che di tanto in tanto s’issavano sul capo a formargli delle corna.
Ma Lysander Scamander non poteva piacerle. Suo padre l’avrebbe uccisa. Probabilmente si era fatta influenzare da quelle stupende storie d’amore di cui leggeva nei libri di Shakespeare, come quello narrato in Romeo e Giulietta. O più semplicemente si era fatta influenzare da quel tornado che aveva come cugina, che di tanto in tanto sentenziava a gran voce che Rose aveva proprio bisogno di un fidanzato. Fatto sta che una lacrima le scivolò sulle guance candide e si recò a letto con l’amaro in bocca, con quel sentimento di irrequietezza che le attanagliava il cuore da diversi giorni.

 
 
   
 
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