Fumetti/Cartoni americani > Pucca
Ricorda la storia  |      
Autore: Shainareth    04/11/2013    7 recensioni
E Pucca aveva deciso di crescere proprio adesso. Era un guaio. Un grosso guaio.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Garu, Pucca
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



CRESCERE




Era venuto sin lì per rilassarsi in santa pace, godendosi la brezza del mare e rinfrescandosi sulla riva. Invece, come sempre, il destino aveva deciso di mettergli i bastoni fra le ruote.
   Non appena si sfilò la maglia, udì un gridolino divertito. Ruotò gli occhi al cielo e sospirò: Pucca era nei paraggi, il che stava a significare che i suoi progetti per trascorrere un paio d’ore in tutta serenità erano ormai da dimenticare. Si guardò attorno e la vide, aggrappata a una grossa ciambella di salvataggio colorata e intenta a lasciarsi cullare fra le onde. Sorridendogli allegra, la ragazzina lo salutò con una mano. Garu lasciò comunque cadere la maglia sulla sabbia e si accinse a togliersi le scarpe, domandandosi cosa mai avesse fatto di male per meritarsi quel castigo divino. Ma ormai era lì e ci sarebbe rimasto; faceva troppo caldo per resistere alla tentazione di farsi una nuotata.
   Con la coda dell’occhio, vide la ragazzina avvicinarsi a riva e quando lei raggiunse la battigia alzò lo sguardo nella sua direzione per accertarsi che non gli saltasse subito al collo. Questo non accadde, perché Pucca si era fermata a raccogliere una conchiglia sulla quale aveva quasi messo un piede. Si rialzò, rimanendo però a rimirare quel che aveva trovato, e Garu rallentò e fermò le proprie azioni. Un inaspettato stupore si impadronì di lui nel momento esatto in cui si rese conto che qualcosa era cambiato.
   Ritta sulle gambe snelle, senza rendersene conto, la ragazzina riuscì ad attirare finalmente la sua attenzione. Sfoggiava un costume da bagno nuovo, e la prima cosa che balzò agli occhi del ninja fu la rotondità che stavano cominciando ad assumere i suoi fianchi, con i quali contrastava il punto vita che sembrava più sottile di quanto lui ricordasse. Oltretutto, sebbene le braccia che lei teneva piegate in avanti, nell’atto di rigirarsi la conchiglia fra le dita, gli ostruissero parzialmente la vista, gli parve che anche il suo petto mostrasse una notevole metamorfosi. Quel leggero, quasi insignificante gonfiore che Garu aveva scorto distrattamente soltanto l’estate dell’anno precedente, adesso era diventato più evidente, dando ai piccoli seni della fanciulla la giusta forma che ci si sarebbe aspettati di vedere in una donna, sia pure ancora con il viso infantile.
   Pucca stava crescendo.
   Non era giusto, si ritrovò a pensare improvvisamente il ragazzo, arrossendo e distogliendo lo sguardo. Non era giusto e, oltretutto, era gravemente scorretto che ciò accadesse proprio adesso che anche lui iniziava ad avvertire dei cambiamenti piuttosto significativi riguardo al proprio corpo. In più di un’occasione, negli ultimi mesi, si era ritrovato ad affrontare un grave problema che lo metteva a disagio e lo imbarazzava, soprattutto se non era solo. Era una cosa che gli accadeva così, di punto in bianco, senza che lui potesse farci niente. Magari stava pensando di andare a pulire la lettiera di Mio, eppure mentre si adoperava a farlo, ecco che il suo corpo aveva quella reazione che con i bisognini del suo gatto non aveva nulla a che vedere. L’ultima volta, poi, gli era capitato nel bel mezzo di una passeggiata con Abyo e la cosa gli aveva persino fatto rizzare i peletti dietro la nuca. Era stato abile a nasconderlo, anche perché l’amico era stato troppo preso dal proprio sproloquio a proposito di un qualcosa che Garu, concentrato com’era sul problema che temeva fosse anche evidente ad occhio nudo, aveva ascoltato appena e ora non ricordava neanche più.
   E Pucca aveva deciso di crescere proprio adesso. Era un guaio. Un grosso guaio.
   Soprattutto perché, nonostante si ostinasse a mostrare di non gradire le sue attenzioni amorose, Garu aveva sempre pensato che lei fosse una bambina molto graziosa. E se ora cominciava a diventare donna, come avrebbe potuto rimanerle ancora indifferente? Sicuramente il suo onore e la sua integrità morale lo avrebbero rimesso al suo posto, di questo ne era pressoché sicuro; ciò che però temeva era che il suo corpo, che ormai faceva quel che gli pareva senza dargli minimamente ascolto, avrebbe comunque risposto agli istinti o semplicemente agli stimoli visivi. Sarebbe stata una battaglia persa in partenza.
   Quando Pucca tornò a guardare e a dirigersi nella sua direzione, con aria spensierata perché del tutto ignara dei problemi che affliggevano il povero ragazzo, questi rimase fermo dov’era, accucciato sulla sabbia con un piede nudo e uno ancora nella scarpa. Rimanere seduto era un modo sicuro per evitare che lei si accorgesse di quanto gli era appena accaduto. Ma quando lo invitò a nuotare e lui declinò, Pucca si lasciò cadere al suo fianco e Garu fu costretto a raccogliere la maglia che si era tolto e a portarsela in grembo.
   La ragazzina gli mostrò la conchiglia che aveva raccolto e lui finse di interessarsene, fortemente a disagio per la sua vicinanza. Non era una sensazione sgradevole, affatto; tuttavia, temeva il contatto fisico. Occhieggiando furtivamente verso di lei, si rese conto che quella paura era dovuta all’inaspettato, sconcertante desiderio di toccarla. Non in modo osceno. Gli sarebbe bastato sfiorarle un braccio. Sollevò lo sguardo sul suo viso, arrossato sulle guance e sul naso per il sole che aveva preso durante la nuotata, e si sorprese a trovarlo bello. Fissò le sue labbra e gli parve che fossero diverse dal solito. Più invitanti.
   Di colpo, Pucca sembrava diventata una calamita, capace di attirarlo come se lui fosse stato fatto di ferro. Ma, benché ninja d’onore, Garu non era affatto di ferro. E, nonostante l’imbarazzo e la paura, si domandò perché mai lei non si decidesse a saltargli al collo come faceva sempre. Insomma, se lo avesse fatto lei per prima, non ci sarebbe stato nulla di male a ricambiare un suo abbraccio o un suo bacio, giusto? No, certo. Però Pucca si sarebbe accorta di ciò che gli stava creando maggiormente disagio e la cosa lo avrebbe ucciso per la vergogna. E forse avrebbe sconvolto anche lei. Garu le voleva troppo bene per regalarle un trauma del genere – ammesso che così avesse davvero potuto chiamarsi.
   Mordicchiandosi nervosamente la labbra e distogliendo di nuovo lo sguardo, il ragazzo pensò che fosse tremendamente ingiusto: stavano crescendo, sì, ma quasi sicuramente non erano ancora pronti a fare determinate scoperte. Avrebbero dovuto aspettare. Nel frattempo, ognuno di loro avrebbe potuto imparare a conoscere meglio se stesso e il proprio corpo. Non in ultimo, avrebbe anche potuto fare maggiormente chiarezza sui sentimenti che li avevano portati a creare quel rapporto speciale che li aveva sempre legati l’uno all’altra e del quale adesso Garu cominciava segretamente a rallegrarsi.












Una volta un'amica mi accusò scherzosamente di scrivere roba per educande. Temo che io ce l'abbia nel sangue, soprattutto se tratto di ragazzini. :'D
Ad ogni modo, ho immaginato che qui Garu e Pucca avessero rispettivamente quattordici e dodici anni. Si sa che le ragazze crescono prima dei loro coetanei, per cui non mi meraviglia neanche il fatto che il Garu della serie, a dodici anni, non sia ancora interessato all'altro sesso. Ma diamogli qualche anno e vediamo se le cose non cambieranno. :3
Alla prossima,
Shainareth
P.S. La lista dei personaggi è ora attiva, grazie a chi ha votato! :D





  
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Pucca / Vai alla pagina dell'autore: Shainareth