Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: zenzero    04/11/2013    1 recensioni
Ambientato appena dopo l’ingresso dei ragazzi come reclute nella Legione Esplorativa. Durante un forte temporale, Christa, spaventata dal rumore non riesce a dormire. Ma forse, una delle sue amiche potrebbe aiutarla a tranquillizzarsi.
Attenzione, Spoiler bello grosso su un elemento della storia non ancora edito in italia. Il programma di Word mi ha dato problemi sulle lettere accentate, sostituendole con altre lettere, spero di averle corrette tutte.
Questa fanfiction ha partecipato al Shingeki no Kyojin contest.
Genere: Angst, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Christa Lenz, Ymir
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Quella era stata una giornata molto stancante, per la legione esplorativa. Una lunga missione che non aveva portato a nulla, ma almeno avevano avuto la fortuna di non incontrare troppi giganti, e riscontrato poche perdite. Tornati al quartier generale, quella sera i soldati si ritirarono presto nelle loro camere. Le reclute in stanze separate dai soldati, le femmine in stanze diverse dai maschi.
Scese la notte, e iniziò a piovere. Nel buio quasi totale, Christa si rigirò per l’ennesima volta nelle coperte. Sasha, Ymir, Mikasa dormivano, ma lei non ci riusciva per niente. Probabilmente per via del freddo, poiché quelle coltri erano davvero troppo sottili per contrastare il gelo dell’autunno e l’umidità della pioggia, che sembrava accelerare d’intensità. S’impose di non doverci pensare, chiuse gli occhi e cercò di rilassarsi. Ma proprio quando si sentiva nel limbo tra il sonno e la veglia, il fragore di un tuono la fece trasalire, e il cuore sembrò schizzarle da petto. Ne seguirono altri, sempre più forti, che in qualche attimo illuminarono la stanza quasi come se fosse giorno. Si preannunciava una tempesta violenta.
Christa si strinse alle coperte con ancora più forza. Da qualche mese a questa parte associava i forti rumori ai passi dei giganti, per cui i temporali come questo erano divenuti per lei una fonte di fobia. Inoltre anche il buio la inquietava. Provò a tapparsi le orecchie ma non sortì alcun effetto. Si accorse di stare tremando. “Così non riuscirò a dormire... passerò una notte d’inferno” si disse, sempre più agitata. E la cosa peggiore era il fatto di essere l’unica sveglia nella stanza, almeno apparentemente.
Forse, poteva provare ad accertarsene, dopotutto il temporale era piuttosto forte, e forse qualcuna delle sue amiche si era svegliata, e poteva in qualche modo rincuorarla.
Prese un ampio respiro, e poi un altro ancora. I battiti del suo cuore rallentarono appena. Poteva farcela. Lentamente, si tolse le coperte di dosso e si mise in piedi. Riusciva a intravedere le sagome del letto a castello, nel buio. Sapeva che alla sua destra, accanto alla finestra, c’era un tavolino, con sopra una grossa candela e un’esca per il fuoco messe a disposizione proprio nel caso ci si dovesse spostare nel buio. Christa raggiunse il tavolino andando a tentoni, toccò la lampada e l’esca e sospirò dal sollievo. Dopo qualche tentativo riuscì ad accendere la candela. Una fievole luce illuminò appena la stanza. La ragazza scorse le figure delle sue compagne, tutte loro nel pieno del loro sonno.
“Questa non ci voleva” si disse Christa, scoraggiata. Poiché la sua paura della notte e del temporale non diminuiva, avrebbe dovuto svegliarle. Però non se la sentiva.
Aveva sempre dato modo di sembrare per tutti una ragazza gentile, una sorta di dea che aiutava gli altri , e non voleva assolutamente che si facessero un’immagine diversa di lei. Inoltre aveva paura che reagissero male. Mikasa ad esempio, aveva il brutto vizio di aggredire istintivamente chiunque la cogliesse di sorpresa, anche solo per farle uno scherzo. Sasha avrebbe finito per schiamazzare e svegliarle tutte. Rimaneva solo Ymir. Dormiva in posizione fetale, nel letto più in alto. Ymir era l’unica che non si facesse abbindolare dalle sue maniere affabili. L’unica che le imponeva di non fingere di essere ciò che non era, quando si parlavano. Il tipo di persona che, forse, non l’avrebbe giudicata male se le avesse chiesto aiuto. Così si arrampicò cautamente sulla scaletta del letto a castello e raggiunse la ragazza. Non si era per niente mossa dalla posizione precedente. Christa si accostò, silenziosa, e le diede dei buffetti per svegliarla.
Ymir socchiuse appena un occhio, cercando di mettere a fuoco nella penombra.
 «Chi è...? » chiese con una voce impastata.
 «Ymir, sono io, Christa» sussurrò la ragazza.
 «Cosa c’è..? »
 «Ho paura del temporale.. potresti farmi un po’ di compagnia? »
La dormiente fece una smorfia. «Noo.. lasciami in pace.. è ancora buio…» mormorò. Non sembrava avesse capito bene le parole della ragazza.
 «Veramente volevo.. »
 « Fai quello che ti pare… ma lasciami dormire…. » biascicò lei girandosi dall’ altro lato del letto.
Christa sospirò. Non le restava che tornare nel suo letto, e tentare di dormire. Ma a dire il vero le era venuta un’altra idea, molto più allettante. Si disse di poterci provare, dopotutto Ymir sembrava non accorgersi di niente. E le aveva detto di che poteva fare quel che voleva. Così si abbassò e si stese accanto al lei, nel lato del letto che dava sul muro. Il materasso era grosso, e loro erano due ragazze esili, così Christa aveva abbastanza spazio per stare comoda. Inoltre il calore corporeo di Ymir la scaldava, e non aveva più paura del temporale. Chiuse gli occhi, sicura stavolta di potersi addormentare. Ma di lì a pochi minuti Ymir inizio a rigirarsi nel letto, sempre più nervosamente. Muoveva le braccia e le gambe, digrignando i denti.
 « Ora via, vattene avanti» sibilò in un  sussurro appena udibile.
Christa trasalì temendo che si riferisse a lei. Ma non era così. Stava parlando da sola. «Lasciami in pace. Lasciami. Non guardarmi in quel modo » continuò la bruna, con voce più alta.
 « Ymir » mormorò Christa.
 « Non è stata colpa mia. Non volevo…» continuò la ragazza, e questa volta il suo tono di voce inizio a farsi tormentato. « Non volevo ucciderti. Non ne ho colpa » .
Christa  noto che la ragazza iniziava a stingere con forza le coperte e scuotere la testa. D’ impulso si avvicinò e la strinse tra le braccia, mentre Ymir continuava a scuoterti.
 « Tranquilla» mormoro la bionda. « E’ solo un sogno, va bene? Solo un sogno».
Ymir si voltò verso di lei, continuando a muoversi. Christa le accarezzò la testa, e la premette delicatamente contro la propria spalla. A tale contatto Ymir reagì. Spalancò la bocca e le morse il petto, con forza. La bionda gridò di dolore, lasciando la presa.  L’urlo fece finalmente svegliare Ymir, che trasalì nel vedere la ragazza.
« Tu! Che ci fai, nel mio letto? »
Christa si coprì il segno del morso, che stava iniziando a sanguinare. « Ecco.. io …»
« Che cosa stavi facendo, eh? »
« Volevo solo… dormire con te!» esclamo la giovane, arrossendo.
« E hai sentito tutto, immagino! »
« Non volevo, insomma… »
Ymir colta dalla rabbia la spinse con forza contro il muro. Non era una gran botta, considerato quanto Christa fosse vicina alla parete, ma le fece comunque male. Le lacrime non tardarono ad arrivare.
« Non sai far altro che piangere. Bah, lasciamo perdere» sbuffo Ymir, e si stese nuovamente a dormire.
Christa pero non si mosse. Rimase a piangere silenziosamente. La bruna cercò di ignorala e provò a riaddormentarsi , ma non ci riuscì.
  « E va bene» sospirò, stranamente poco seccata. « Puoi restare a dormire, se vuoi. Tanto ormai sta albeggiando. »
Christa impiegò pochi secondi per capire cosa stesse accadendo. Poi, sorridendo, si stese accanto alla compagna.
 « Ma prova a dire a qualcuno quello che e successo e potresti davvero pentirtene. »
 « Va bene» si limitò a dire Christa.
Purtroppo, era inutile che Ymir si assicurasse il silenzio dell’ amica.
Le altre ragazze si erano svegliate quando Christa aveva urlato, e, facendo finta di niente, avevano ascoltato tutta la loro conversazione..
Ma, almeno per Christa, quel poco che restava della notte lo avrebbe conservato per sempre come un bellissimo momento. 
   
 
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