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Autore: _Zexion_    04/11/2013    4 recensioni
« Oi, Bakagami. » Un movimento della testa come a dire che aveva sentito, e poi la fatidica frase. « Voglio farlo con te. »
Contando la mentalità abbastanza innocente di Kagami, arrivare al significato proprio di quella frase doveva, inizialmente, essere una fase più lunga. Eppure il piatto scivolò dalle mani altrui, cadendo rumorosamente sul fondo del lavandino, fortunatamente senza rompersi.
Il rosso si girò, sorpreso e lievemente incredulo.
« Vuoi fare cosa? »
[ Partecipa al concorso "« Like a Virgin! » touched for the very first time! ♡" indetto da Chykopon sul forum di EFP. ♡ ] [ AOKAGA. ]
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Daiki Aomine, Taiga Kagami
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autore: _Zexion_
Lunghezza: 2406 parole.
Genere: Generale; Comico;
Rating: Arancione.
Pairing: AoKaga (Aomine/Kagami)
Avvertimenti: //
Note: Come dico sempre, uno ci può anche provare, sperando riesca bene. Quindi eccomi qui, dopo essermi fatta convincere a partecipare, sperando di riuscire a fare di questa OneShot qualcosa di bello~

Step by step.



« Oi, Bakagami. » Un movimento della testa come a dire che aveva sentito, e poi la fatidica frase. « Voglio farlo con te. »
Contando la mentalità abbastanza innocente di Kagami, arrivare al significato proprio di quella frase doveva, inizialmente, essere una fase più lunga. Eppure il piatto scivolò dalle mani altrui, cadendo rumorosamente sul fondo del lavandino, fortunatamente senza rompersi.
Il rosso si girò, sorpreso e lievemente incredulo.
« Vuoi fare cosa? »

1. Step one: Informazione.

Sesso.
Quando due persone si uniscono, con o senza amore, dando sfogo al libido desiderio lussurioso che fa parte della loro natura.
Era sicuramente un passo istintivo che doveva venire da sé, quando due persone si frequentavano, mentre in quel momento Kagami si chiedeva se Aomine fosse stupido o solamente… no, niente altro.
Si frequentavano da qualche mese, quello era vero, per questo si era preparato mentalmente a quel passo che un giorno o l’altro sarebbe arrivato istintivamente, si ripeté nella mente, senza alcuna programmazione.
Invece la mente annerita di quel cretino che era il proprio compagno doveva certamente aver tirato fuori un’altra delle sue genialate, arrivando ad avvisarlo, come si poteva avvertire del fatto che la luce o il gas o l’acqua sarebbero state staccate per un certo periodo per un controllo di manutenzione.
« Cretino. » Borbottò tra sé e sé, mentre tra un click ed un altro finiva per arrivare ad un link su un sito alquanto discutibile. Osservò l’immagine esplicita di una parte del video che si apprestava a vedere con qualche tentennamento, prima di respirare a fondo.
Se tanto doveva farlo, valeva almeno la pena guardare un po’ le dinamiche vere e proprie. Così, per essere sicuri di come funzionasse.

2. Step two: Necessità. (Leggasi anche come: Ciò che dovresti avere per poterti sedere il giorno dopo ed evitare malattie sessualmente trasmettibili.)

« Quindi. » Cominciò Aomine, mentre si aggiravano tra i reparti del supermercato dediti ai prodotti per il bagno e farmacia. « Davvero non sapevi come funzionasse? »
Kagami spostava il carrello con sguardo truce, pieno di cibi o detersivi, giusto per far capire che lui lì vi era per necessità casalinga, al contrario dell’altro che lo stava accompagnando.
« Ovvio che lo sapevo. » Rispose quindi, mentre prendeva il sapone da collocare in bagno, leggendo per bene l’etichetta. « Dico solo che me lo aspettavo… diverso. »
Daiki alzò un sopracciglio, leggermente scettico ed incredulo, prendendo una scatola e mettendola nel carrello con nonchalance. « Che ti aspettavi, masturbazione a non finire? »
Due signore si voltarono scioccate, parlottando a bassa voce tra di loro e Kagami arrossì leggermente, sospirando esausto. Il modo in cui l’altro non aveva peli sulla lingua a volte era imbarazzante.
« Parla più piano. » lo reguardì, senza badare a cosa mettesse nel carrello l’altro. « Ed in ogni caso, no. Lasciamo perdere, ok? »
Aomine scrollò le spalle, suscitando i sospetti altrui che si aspettava una presa in giro ferrea su ciò che aveva detto, andando però comunque verso la cassa.
Fu quando si ritrovò a poggiare la spesa sull’apposito tapis roulant della cassa, che si fermò, guardando l’altro decisamente male.
Aomine sorrise innocentemente, prendendo il tubetto di lubrificante ed i preservativi, poggiandoli a loro volta. « Per del sesso sicuro. » Guadagnandosi così una gomitata nel fianco da parte di Kagami.

3. Step three: Atmosfera.

Con l’arrivo della fatidica frase che aveva segnato le loro giornate, Kagami si era ritrovato a pensare che si sarebbero ritrovati a farlo in maniera programmata. Decidendo quando vedersi, la cena da fare, il film da vedere magari ed alla fine il cambiare stanza per dare una svolta al loro rapporto.
Così poco da loro, così normale.
Aveva quindi iniziato a pensare, ogni volta che si mettevano d’accordo per un’altra uscita, che magari quella sarebbe stata la volta buona. Aomine che si fermava a dormire, la presenza del necessario per affrontare il rapporto, la casa completamente libera.
Quando però, dopo un allenamento particolarmente faticoso, si erano ritrovati contro la parete del corridoio intenti a divorarsi le labbra dopo un leggero stuzzicarsi come sempre, aveva capito una cosa importante.
Alla fin fine, l’atmosfera giusta non poteva essere programmata.

4. Step four: Petting.

Una domanda nata spontanea nella mente di Kagami, fu quella sul perché, nonostante non fosse la prima volta che si ritrovavano mezzi nudi a letto, solo quella volta sembravano decisi ad andare avanti.
Si dice che travolti dalla passione il cervello smetta di funzionare, lavorando solamente d’istinto, ma quello del rosso sembrava macchinare sempre più parole, più frasi. Voglio vedere di più, o è sempre stato così…? Desiderio, voglia, familiarità col corpo e le azioni altrui.
Sapeva benissimo dove trovare un punto sensibile altrui, una carezza lieve dietro l’orecchio, le labbra poggiate sul collo per poi mordere, strappandogli un gemito di dolore misto a piacere.
Al tempo stesso Aomine sapeva altrettanto bene come accarezzarlo, dove, portando le mani ai fianchi per tirare giù gli ultimi indumenti senza troppi problemi, liberandolo e liberandosene, restando finalmente nudi.
L’aria era diventata calda in quella stanza, riempita da mugolii ed ansimi, gemiti strappati da morsi o carezze, da baci o parole lascive che rischiavano di sfociare nella sfida.
Kagami capovolse le posizioni, certo di quello che stava facendo, sfiorando con i capelli l’addome altrui, mentre si spostava sempre più giù, la lingua che seguiva i contorni dei muscoli fino al proprio obiettivo.
Prese tra le labbra l’intimità di Aomine, benché non fosse mai andato matto per il fellatio, decidendo che per una volta poteva anche accontentarlo.
Lo pensava, mentre con le dita andava ad accarezzarlo in mezzo alle natiche, provocando l’inizio della fine.

5. Step five: Questione di ruoli.

« OI. » Un urlo, i capelli strattonati e Kagami si ritrovò a guardare l’altro negli occhi, notare come il rossore adornasse la guance altrui ed inarcando un sopracciglio, confuso.
« Che c’è? » Il respiro di Daiki era accellerato mentre si ritraeva appena, giusto quel tanto che bastava per essere sicuri.
« Chi ha detto che io devo fare il passivo? » Un campanello dall’allarme suonò nella testa di Kagami, che si tirò su, un po’ imbarazzato a propria volta, sapendo benissimo dove l’altro volesse andare a parare.
« Perché dovrei farlo io? Tu hai tirato fuori tutta questa storia… »
« Come se ti dispiacesse tutto questo. »
« Non hai colto il punto tirato fuori da TE. »
« Non voglio fare il passivo. »
« Perché dovrei farlo io? »
« Hai la faccia, da passivo. »
« Tu da cretino, ma non te ne faccio una colpa. »
Aomine fece per ribattere, prima di zittirsi ed assottigliare lo sguardo, sapendo benissimo che l’altro era offeso. Dunque ghignò, perché nonostante tutto le labbra rosse altrui, lo sguardo lucido, le loro erezioni, tutto nel corpo dell’altro e nel proprio urlava desiderio e non era certo intenzionato a fermarsi.
« Perfetto. » Iniziò, macchinando come sempre qualcosa. « Allora ce la giocheremo. »

6. Step six: Punto L.

« Mi fai male. » Un ansito, mentre supino e con il retto alzato, Kagami guardava Aomine dietro di lui, intento a stimolarlo come meglio poteva. Non era che semplicemente non ci riuscisse, ma la prima volta, specialmente visto che era lui il passivo, ognuno aveva il proprio diritto di sentirsi quanto meno nervoso, no?
Respirò a fondo, deglutendo un po’ di saliva e stringendo i pugni sulle lenzuola, indeciso sulle varie sensazioni che stava provando. « Si può sapere che diavolo fai, lì? »
Aomine roteò gli occhi, sbuffando appena. Se non fosse stato così eccitante, certamente Kagami glielo avrebbe ammosciato da un po’. « Non ti fidi proprio di me, uh? Potresti lasciarmi fare senza continuare a battibeccare e lamentarti. »
Taiga represse un gemito derivante dalla stimolazione continua della mano libera altrui sul proprio pene, scuotendo il capo. « N-non è quello. Ma la prostata… quella… non dovresti cercarla? »
Si sentì un risolino provenire da sopra di lui, prima che le labbra altrui sfiorassero la sua guancia, il suo orecchio, mentre il corpo lo ricopriva interamente trasmettendo calore, pelle contro pelle che dava una sensazione piacevole.
« Non hai fatto i compiti a casa, Bakagami. » Commentò, mentre  un dito scivolava sull’osso sacro, sfiorandone l’apertura e finendo tra di essa e la base del pene, provocando dei brividi che percorsero come una scarica elettrica il corpo di Taiga, facendolo gemere. « Devi stimolare il punto L. E’ quello, che ti dà tutta un’altra sensazione. »

7. Step seven:  Verginità.

«Allora? » Un sussurro strozzato, dopo una litigata ben piazzata perché: “Aomine, lo sai c’entrare o ti serve una mappa?” , Kagami aveva imparato era  una frase da escludere, specialmente in quei momenti.
Lo sentiva perfettamente, il membro altrui dentro di sé, mentre gli occhi lucidi minacciavano di lasciar scendere una lacrima.
« I-diota, pensa a… quello che stai facendo… »  Un ansito, un altro. Aomine sorrise, perché era esattamente ciò che si era prefissato, quell’obbiettivo e si chinò, spostandogli i capelli dalla fronte per baciarla, scendendo sugli occhi, le guance, le labbra. Ne approfittò per rendere il bacio più umido, sentendo perfettamente il sapore altrui sulla propria lingua, misto a quello salato del sudore che aveva imperlato i loro corpi già da prima che cominciassero, a causa della partita di basket affrontata.
La sensazione di essere dentro Kagami, si ripromise il ragazzo, sarebbe stata indimenticabile. Persino tralasciando quella piccola sensazione fastidiosa quando, entrando dentro di lui, si era sentito tirare, segno che oramai insieme a quella di Kagami, anche la sua verginità se ne era andata.
A quel pensiero quasi si imbarazzò, prima di separarsi dalle labbra altrui, ansimandovi appena sopra.
« Allora mi muovo, Taiga. » Non ci fu bisogno di una vera e propria risposta, semplicemente, il volto altrui gli diede la conferma. E con una leggera spinta, iniziò a muoversi.

8. Step eight: Post-sesso.

Silenzio.
Era quasi buffo sentirlo, dopo che la stanza era stata testimone di molto più che semplici parole. Movimenti, scricchiolii, gemiti, sussurri. Tutto un vortice di emozioni, sensazioni, sino a trasformare quella camera da letto in qualcosa di più, l’odore del sesso che non smetteva di farvi parte.
Kagami rimaneva sdraiato da una parte del letto, ansimante, ancora troppo imbarazzato per tutto per muoversi. Dal canto suo Aomine ne approfittava per riprendere fiato, come d’altronde stava facendo anche Taiga, per forza di cose.
Imbarazzo, consapevolezza, quando il silenzio si ruppe, fu proprio da parte del rosso.
« Daiki…? » L’uso del  nome proprio sorprese il ragazzo in questione che, benché non fosse la prima volta che usasse il nome proprio, non se lo aspettava. « Hm?
E Kagami si girò anche, per guardarlo negli occhi, incontrando il suo sguardo. « La prossima volta… » E si fermò, giusto per dare enfasi alla frase. « Sotto ci stai tu. » 
Aomine sbatté le palpebre un paio di volte, prima di corrucciarsi ed allungarsi verso la parte di Kagami. « Ehi, che cavolo intendi?! »
« Quello che ho detto, Ahomine! »
« Ma se ti è piaciuto! »
Kagami arrossì, lanciandogli il cuscino addosso. « ZITTO! E non mi far muovere troppo, mi fa male! »
Daiki sorrise sornione, sbucando da dietro la consistenza morbida dell’oggetto appena arrivatogli in faccia. « Beh… »
Ma non finì la frase, perché un altro cuscino gli arrivò dritto in faccia, beccandolo in pieno.

9. Step nine:  Il giorno dopo.

Quando ci si immagina la mattina dopo la prima volta, si pensa ad un bacio, la colazione a letto, un momento dolce e romantico tra i due amanti.
Sostanzialmente, tutto quello che non stava capitando a Kagami che, svegliatosi presto, aveva preferito lasciar dormire Aomine come suo solito, muovendosi impacciato e leggermente dolorante per andare a lavarsi innanzitutto e cucinare la colazione in seguito.
Ripensare alla sera precedente ed a quello che era seguito lo mandavano subito nel panico, perché benché non fosse una ragazza, nulla gli proibiva di sentirsi tale. Aveva davvero avuto la sua prima volta con Aomine ed il proprio corpo lo ricordava benissimo, sia per i dolori presenti, che per il ricordo del piacere, che, infine,  i segni che l’altro gli aveva lasciato.
Poté giurare di ricordare di averne lasciati a sua volta sul corpo del compagno, ma per il momento non voleva andare a controllare per finire, sicuramente, col svegliarlo.

Più tardi, mentre nell’aria si sentiva l’odore della colazione, Aomine fece il suo ingresso in sala, grattandosi l’addome con uno sbadiglio sulla bocca impressionante.
« ‘Giorno… » Kagami ricambiò il saluto, portando l’ultimo piatto a tavola e togliendosi il grembiule. Aveva posizionato un paio di cuscini in più al suo posto e sperò che Daiki non lo notasse, imbarazzante com’era.
Quest’ultimo, se lo fece o no, non ne diede atto, benché si fermò a guardare l’altro abbastanza a lungo da risultare inquietante.
« Cosa? » La voce di Taiga era profonda, come se l’avesse usata troppo ed ora il tono non uscisse perfetto come avrebbe dovuto.
L’altro scrollò le spalle, come a dire che qualsiasi cosa fosse non aveva più voglia di chiederla o, nel caso, aveva già avuto la propria risposta.
Ci fu un silenzio imbarazzante per qualche minuto, prima che Kagami aggrottasse le sopracciglia, un po’ confuso.  
« Sai. Mi chiedevo una cosa. »
« Mh? »
« … Per te era la prima volta? »
Aomine, che di per sé stava bevendo, quasi non finì con il strozzarsi, dandosi dei colpi sul petto per mandare giù tutto. « Cos- Cosa diavolo chiedi?! »
« Ma insomma, mi sembrava tu sapessi cosa far-»
« E ieri sera ti lamentavi anche. »
« e.  Quindi il dubbio mi è venuto. »
Daiki si prese il suo tempo per rispondere e quando lo fece portò una mano tra i capelli, distrattamente e in maniera un po’ imbarazzata.
« Lo ero. »
« Allora come facevi…?»
« Oooh, che diavolo, Bakagami! E’ ovvio che mi sono informato prima di farlo con te! »
Di nuovo, il silenzio prese il controllo della stanza, tra l’imbarazzo di entrambi. Imbarazzo che, da parte di Kagami almeno, finì per tramutarsi in un espressione scocciata. Aomine sbuffò, guardandolo scettico.
« Cosa? »
« Era la tua prima volta e sei riuscito quasi sin da subito in tutto. Non so perché, mi irrita. »
Daiki rimase a guardarlo, zitto, il tempo necessario per accumulare abbastanza aria nei polmoni da scoppiare in una grossa risata, divertita e consapevole, mentre si spostava per andare a dare un buffetto sul viso a Kagami, il volto contornato dal suo solito ghigno.
« Ovviament-»
Ma prima che riuscisse a finire la frase, Taiga gli aveva già spinto in bocca un pezzo di pane, giusto per farlo stare zitto. In qualche modo tutte le ansie, le preoccupazioni e i dubbi che aveva avuto erano scomparse.
Era anche vero, d’altronde, che Aomine era un ragazzo come gli altri alle prese con la loro prima volta.
 
 
  
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