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Autore: EstherLeon    04/11/2013    2 recensioni
Nuova Generazione.
Seguirete le vicende di una solare Rose Weasley che lentamente scopre il ragazzo che ha ignorato per sette anni, il Serpeverde Scorpius Malfoy; di suo fratello Hugo che deve fare i conti con l'irrefrenabile ma irresistibile Freya Nott; della bellissima Dominique Weasley che fin dal secondo anno viene perseguitata dall'affascinante Jace Steel, e di un più che confuso Frank Longbottom combattuto fra amore e amicizia. E non mancheranno certamente di comparire Roxanne Weasley, Lysander e Lorcan Scamander, Albus Severus Potter e tutti coloro che avranno il coraggio di stare vicino agli sfortunatissimi protagonisti della nostra storia.
{Storia che avevo già pubblicato con l'account sotto il nome di Elaeth; NON è un plagio, la storia rimane mia.}
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Dominique Weasley, Hugo Weasley, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione, Da Epilogo alternativo
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Testoline rosse che non governano più il mondo.
 

La prima volta che Hugo Weasley aveva visto l'Infermeria di Hogwarts, gli era sembrata simile ad una di quelle chiese babbane che sua madre Hermione gli aveva fatto visitare così tante volte. Era stato durante il suo primo anno, quando era caduto dalle scale del terzo piano mentre si dirigeva in Sala Grande per la cena. Da quel giorno era stato ricoverato in Infermeria più o meno un milione di volte, sempre a causa della sua estrema goffaggine. 
Ora, al suo quinto anno, si era aspettato di fare visita a Madama Pomfrey un po' meno spesso, ma purtroppo il destino non doveva essere della sua medesima opinione, in quanto quel giorno stesso aveva fatto un bel volo dalla sua scopa durante gli allenamenti di Quidditch.
D'altronde, Hugo Weasley era il Grifondoro più impacciato e imbranato che la sua Casa avesse mai visto, fatta forse eccezione per i primi anni di scuola di suo zio Neville. Nonostante fosse un ragazzone alto più di un metro ottanta, era goffo come pochi ed inciampava sui suoi passi con la stessa frequenza con cui l'acqua di una cascata cade. Aveva due occhi azzurri, dolci e sempre sognanti che stonavano grandemente con i capelli rosso acceso.
Quel giorno, dunque, si trovava sdraiato in un letto dell'Infermeria, borbottando tra sé quanto il Fato gli fosse decisamente avverso, quando una voce a lui familiare lo riscosse dai suoi pensieri così poco positivi.
« Su con la vita, Fragolina! Ora ti daranno l'abbonamento per l'Infermeria! » Freya Nott era appena entrata dalla porta, guadagnandosi un'occhiata di fuoco da parte di Madama Pomfrey, saltellando e ridendo con quella grazia che Hugo non avrebbe mai avuto.
Così come Hugo era un Grifondoro atipico, Freya era altrettanto diversa dai canoni della sua Casa di appartenenza, ovvero quella di Serpeverde. Tanto per incominciare era la migliore amica non solo di un Grifondoro, ma anche di un Weasley, ed era così assurda e poco seriosa che a volte gli studenti di Hogwarts si chiedevano se non fosse davvero giunta l'ora di mandare in pensione il Cappello Parlante. Oggettivamente era anche una ragazza molto bella, con due enormi occhi verdi e i capelli castano chiaro, eppure era così 'fuori di testa', come molti la definivano, tanto che la maggior parte dei ragazzi cercava di evitarla.
Hugo e Freya erano così diversi tra loro che non avevano potuto fare altro che diventare migliori amici, uno il complemento dell'altra. Anche in quell'occasione, Freya era andata a trovare lo sfortunatissimo ragazzo, per rassicurarlo come solo lei sapeva fare.
« Sai, Ciliegina, oggi mentre cadevi dalla scopa ti hanno scattato una foto buffissima! Ho chiesto personalmente che venisse divulgata per tutto il castello, così tutti potranno vedere quanto sei bello! »
Freya si era appena seduta sul bordo del letto su cui era sdraiato Hugo, ignorando le continue proteste che Madama Pomfrey le faceva per chiederle di lasciare il suo paziente riposare. Ma dopotutto, dopo cinque anni così, l'anziana signora si era rassegnata e lasciando il ragazzo dai capelli rossi nelle sicurissime mani della signorina Nott, si era allontanata sbuffando, pronta a farsi una camomilla per calmarsi.
« Ti ringrazio, Freya, ora la mia popolarità salirà alle stelle. »
« Ma quale popolarità? Sei il ragazzo più sfigato di tutta Hogwarts! » La ragazza ribatté con ovvietà, palesando le sue parole, schioccando la lingua al palato.
« Ehm... grazie? »
« Non c'è di che, Coccinella! Sempre qui a tua disposizione! » Dopo uno spudorato occhiolino in direzione di Hugo, Freya si sdraiò con poco garbo affianco al ragazzo, tirandogli una gomitata per niente leggera in un fianco, facendolo per poco cadere dal letto. Si sistemò quasi del tutto addosso a lui, e prese a fissare il soffitto con innato interesse, mentre dall'altra parte Hugo la fissava con la più totale calma, oramai abituato al modo di fare della sua migliore amica.
« E comunque ti devi rimettere a posto, mi annoio a rompere le palle ai primini da sola! » Al povero Hugo arrivò un'altra gomitata, stavolta in pieno stomaco, facendogli uscire dalla bocca un verso che non prometteva niente di buono. 
Freya si voltò a guardarlo, schioccandogli le dita davanti agli occhi.
« Oh che bello! Sembra quasi che tu stia per vomitare! Stai guarendo! »
« Sì, potrei proprio andare a fare una nuotatina al Lago Nero e ritornare sano e salvo! »
« Perfetto! Allora alzati, ho voglia di mettere una pasticca vomitosa nel succo di zucca di mio cugino Scorpius! » Si alzò di scatto dal letto, facendo sussultare per l'ennesima volta il povero ragazzo e si posizionò in piedi di fianco a lui, battendo ripetutamente le mani mentre parlava per spronarlo ad alzarsi.
« Freya, ho due costole rotte. Devo rimanere qui almeno per altri tre giorni! »
« Oh, come sei noioso, Pomodorino! Vuol dire che lo farò da sola! »
Detto questo pestò i piedi a terra per tre volte, dopo di che si incamminò verso l'uscita mimando un 'ciao' con la mano a Hugo, il broncio stampato in viso prima di riuscire a varcare la soglia.
Una volta che la ragazza se ne fu andata, Hugo si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo, sistemandosi il cuscino che Freya gli aveva tolto da sotto la testa e tirandosi le coperte fino al collo.
« Merlino, non potevo trovarmi un amica più normale?! »


*

 
« Sei arrabbiata con me? »
Dominique Weasley, appoggiata alla parete di un corridoio del secondo piano, lanciò uno sguardo truce al ragazzo che gli stava davanti, Jonathan Steel, chiamato da tutti Jace.
« Non sono arrabbiata con te. »
« E allora perché non vuoi uscire con me? »
Dominique roteò gli occhi al cielo e lanciò un gridolino infastidito, supplicando mentalmente Priscilla di rivelarle quale grave colpa avesse mai commesso per dover sopportare un tale castigo.
« Te l'ho detto mille volte, Steel. Non ho intenzione di uscire con te, così come non volevo farlo cinque anni fa, così come non voglio farlo ora, così come non vorrò farlo mai! »
Le parole della bionda Corvonero erano state sputate con tale esasperazione che il ragazzo strabuzzò per un attimo gli occhi, cercando di capacitarsi se la ragazza che gli stava davanti era la stessa che perseguitava più o meno dal secondo anno. Perché era proprio dal loro secondo anno che Jace la seguiva per ogni antro del Castello, per chiederle sempre la stessa medesima cosa.
Per quanto Dominique fosse una ragazza dall'animo buono e gentile, e non perdesse mai il controllo, Jace la turbava talmente tanto che ogni volta che lo vedeva le veniva da tirare un pugno contro la parete. Non sapeva spiegarsi il perché, ma il ragazzo le causava talmente tanto odio che il più delle volte le prudevano le mani.
Tutti si erano sempre chiesti come mai la ragazza continuasse a rifiutarlo, perché Jace era a tutti gli effetti uno dei ragazzi più desiderati della scuola.
Oltre ad essere il Capitano della squadra di Quidditch di Serpeverde, era un tipo piuttosto fisicato già di suo, e aveva dei luminosi occhi blu che lo rendevano simpatico a prima vista, fatta unicamente eccezione per la Weasley bionda. Inoltre, aveva una zazzera di capelli castani, sempre in disordine, che gli conferivano quell'aria sbarazzina che tanto piaceva alle ragazze. 
Dal canto suo, anche Dominque era molto bella e forse era proprio per il fatto che anche lei riscuotesse un certo successo con i ragazzi che non si degnava minimamente di prendere in considerazione l'idea di uscire con Jace.
« E dai, Dommy, non spezzarmi così il cuore! »
« Steel, sparisci dalla mia vista. »
Così come capitava tutte le volte che il Serpeverde si avvicinava a lei, la ragazza gli palesò tutto il suo odio, e come al solito, fu bellamente ignorata, in quanto Jace le si avvicinò maggiormente sorridendole sornione.
« Lo sai vero che sono la tua anima gemella? Il settimanale delle streghe di questo mese dice che per le biondine tutte pepe come te è arrivato il momento di valutare i baldi giovani come me! »
« Ma sei tutto scemo, per caso? »
Con uno spintone, Dominque allontanò il ragazzo da sé, che proprio in quel momento le si era avvicinato per baciarla. Un altro dei suoi rovinosi tentativi di conquistarla.
« Steel, se oggi ti vedo ancora anche solo a dieci metri da me giuro che ti schianto, ti ho avvisato. »
Jace mise su il broncio, socchiudendo gli occhi per cercare di percepire di meno il disprezzo nella voce della ragazza che tanto adorava.
Non rispose, si limitò ad incassare il colpo e a guardare Dominique allontanarsi da lui con passo deciso e determinato. Ma il broncio durò ben poco sul suo volto, poiché non appena abbassò lo sguardo e vide il fondoschiena della ragazza in lontananza, piegò la testa di lato e sorrise come un'idiota.
Aprì la bocca per fischiare, ma prima che potesse palesare il suo apprezzamento verso la snella figura di Dominique, qualcuno gli diede una pacca su una spalla, facendolo desistere dal millesimo gesto che avrebbe infastidito la Corvonero.
« Ennesimo due di picche? »
Appena Jace voltò il capo, si trovò di fronte all'altrettanto imponente figura di Scorpius Hyperion Malfoy. 
Scorpius era un Serpeverde del settimo anno proprio come Jace e giocava come Cercatore nella sua squadra. Erano diventati migliori amici durante il loro primo anno e da allora non si erano più separati.
Se da un lato Jace era estroverso e sempre spudoratamente gongolante, dall'altro Scorpius era introverso e di poche parole. Aveva ereditato le classiche caratteristiche dei Malfoy, quali l'arroganza e l'egocentrismo e aveva così tanta stima di sé che la maggior parte degli studenti di Hogwarts tendevano ad evitarlo. 
Inoltre era il cugino di Freya Nott, e nonostante la parentela, non potevano che essere più diversi; erano cresciuti assieme, ma in qualche modo il galateo e i vari pregiudizi erano arrivati solo alle orecchie di Scorpius.
« Beh, amico, prima o poi capirà che mi vuole come padre dei suoi quindici bambini! »
Jace alzò le spalle e annuì in direzione del ragazzo, come per assicurargli che tutto ciò diceva si sarebbe avverato.
Presero a camminare nello stesso momento, diretti verso i sotteranei, uno guardandosi in giro e ammiccando a tutte le ragazze che incontrava, l'altro guardando fisso davanti a sé, non degnando nessuno di un minimo sguardo.
« Forse dovresti smetterla di provarci con la Weasley, è pieno di ragazze più carine di lei! »
Scorpius ripeté la frase che gli riservava ogni volta che Dominique lo rifiutava con estrema calma, sperando che questa volta, forse, Jace avrebbe cambiato idea.
« Non capisci niente, Scorpius! Lei è la luce divina che illumina le mie giornate, lei è l'angelo che tutte le notti mi culla, lei è l'emblema di tutto ciò che-»
« Okay, okay, ho capito! »
Scorpius liquidò il suo migliore amico scuotendo una mano, inorridito da tutte quelle parole che riservava per la Weasley. La cosa che maggiormente gli dava fastidio era come si riduceva ogni volta che la Corvonero era nei paraggi. Lui era dell'idea che non ci si sarebbe mai dovuti mostrare tanto deboli, tantomeno per una ragazza.
« Quando ti innamorerai anche tu, capirai. »
Jace scosse la testa, passandosi una mano tra i capelli con disinvoltura, causando i sospiri di qualche ragazzina del secondo anno che passava di lì.
« Speriamo di non capire mai, allora. »
In fondo a Scorpius non era mai importato nulla dell'amore o semplicemente di avere una ragazza fissa. Essendo un ragazzo di per sé molto carino, aveva ragazze sufficienti a soddisfare le sue necessità da maschio adolescente, ma a parte quello, non si era mai preoccupato d’ instaurare un rapporto che andasse oltre la pura e semplice conoscenza. 
Proprio mentre pensava a quanto fosse ridicolo Jace quando si riduceva a guardare Dominique con occhi innamorati, una ragazza piuttosto bassina dai capelli rossicci gli tagliò la strada, facendolo arrestare di colpo, evitando lo scontro.
« Guarda dove vai, imbranata! »
Il biondo Serpeverde aveva pronunciato quelle parole ancor prima di riconoscere a chi appartenesse quella testolina rossa. Non appena smise di parlare, Rose Weasley si voltò a fissarlo, guardandolo stralunata ma decisamente poco sorpresa; non era la prima volta infatti che il ragazzo le riservava quel tono.
Scorpius guardò Rose per qualche secondo, dopo di che spostò lo sguardo, per non dover fissare quegli scrutatori occhi azzurri che la ragazza si ritrovava ad avere.
« Rosie adorata! Quanto tempo! »
Non appena Jace riconobbe Rose, le saltò al collo per abbracciarla, o meglio soffocarla, nonostante non la vedesse da poche ore. La ragazza gli rivolse un grande sorriso, ricambiando goffamente quella stretta.
Nonostante la differenza tra casate, proprio come per Hugo e Freya, Rose e Jace con gli anni erano riusciti a diventare grandi amici, soprattutto perché il ragazzo sfruttava il fatto che lei fosse la migliore amica di Dominique per ricavare qualche informazione utile per il suo ambiziosissimo obiettivo di sposarla.
Se Dominique trovava Jace pesante e poco simpatico, Rose aveva per il ragazzo un vero e proprio debole. Lo considerava uno dei ragazzi più simpatici che avesse mai conosciuto e ogni volta che passavano del tempo insieme, rideva talmente tanto che quando tornava in Dormitorio le faceva male la pancia.
« Jace! Ho appena visto Dom passare di qui, magari riesci a beccarla! »
« Lascia stare, ho già ricevuto cinque rifiuti oggi. »
Rose gli fece un piccolo sorriso d’ incoraggiamento, per poi dargli una pacca su una spalla, proprio come aveva fatto Scorpius poco prima. Il ragazzo in questione non mancò di osservare quel particolare, e finse un colpo di tosse, per richiamare l'attenzione su di sé.
« Oh, già, io e Scorpius stavamo tornando in Dormitorio, vuoi fare un po' di strada con noi? »
Il giovane Malfoy per poco non si strozzò con la propria saliva; lanciò uno sguardo di fuoco al suo migliore amico, implorandolo con gli occhi di ritirare la proposta, maledicendolo subito dopo quando si accorse che lo stava ignorando bellamente.
Se c'era un motivo per il quale Scorpius Malfoy odiava Rose Weasley era proprio quello: quando lei era nei paraggi, misteriosamente lui spariva agli occhi di tutti e veniva rilegato in un angolino, considerato di poco conto. 
Aveva sempre detestato con tutto il suo cuore il fatto che nessuno in quella enorme scuola la odiasse, Rose riusciva a stare simpatica a tutti, perfino ai più scorbutici o antipatici.
Dentro di sé Scorpius sapeva di essere indiscutibilmente geloso di lei, perché invece lui non veniva sopportato quasi da nessuno. Non si era mai riuscito a spiegare perché il sorrisino sfacciato e in cuor suo estremamente adorabile, che Rose aveva sempre stampato sulle labbra, piacesse così tanto. Lui lo trovava semplicemente disgustoso ed estremamente falso.
« Ti ringrazio, ma devo correre in Infermeria da mio fratello. »
Scorpius notò che non aveva smesso di sorridere neanche per un secondo, neppure per prendere fiato tra una parola e l'altra.
« Il ragazzino ne ha combinata un’altra delle sue, eh? »
« Non puoi capire, Jace! Prima o poi gli taglierò le gambe così se ne starà fermo! »
All'affermazione di Rose, Jace prese a ridere divertito, causando lo spaventoso allargamento del sorriso della Weasley. Incapace di reggere la scenetta del suo migliore amico che fraternizzava con colei che per lui rappresentava il nemico, finse un secondo colpo di tosse, riuscendo stavolta a catturare l'attenzione. 
… L'attenzione della persona sbagliata.
« Dovresti fare qualcosa per quella tosse, Malfoy. Potresti rimanere senza voce. »
Scorpius ne era sicuro, Rose gli aveva ammiccato semplicemente per provocarlo. 
Perché Rose Weasley non era per niente stupida, sapeva che il grado di sopportazione che il ragazzo aveva nei suoi confronti era pari allo zero.
Per questo durante la loro permanenza a Hogwarts si era semplicemente limitata ad ignorarlo, fissandolo di sbieco ogni tanto. Si era sempre chiesta come fosse possibile che un ragazzo tanto bello fosse anche altrettanto arrogante. Aveva rinunciato a rispondersi anni prima, quando durante il loro secondo anno l'aveva visto fissarla con disprezzo per la prima volta.
« È un vero peccato che invece tu non la perda mai quella fastidiosa vocina, Weasley. »
La risposta di Scorpius era d'obbligo. Non c'era mai stata una volta in cui lui non aveva risposto con antipatia alle poche parole che Rose gli riservava. Il che succedeva davvero di rado, dato la voglia che avevano entrambi di parlarsi, più o meno grande quanto la voglia di radersi dell'ormai deceduto Albus Silente.
« Okay, okay, finiamola qui! »
Jace si mise letteralmente in mezzo, coprendo con il proprio corpo Scorpius alla vista di Rose. La ragazza si spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio con naturalezza e come se non fosse successo niente, tornò a sorridere in direzione del ragazzo che le si era appena posto davanti.
« Va bene, allora io vado! Ci vediamo più tardi, mio futuro cognato! »
Rose si sporse per lasciare un bacio sulla guancia di Jace, e proprio mentre poggiò le labbra sulla pelle del ragazzo si sentì provenire da dietro di loro un enorme sbuffo infastidito da parte Scorpius, più stufo che mai. Rose gli fece un gesto decisamente poco educato da dietro la spalla di Jace, prima di voltarsi e correre via dai due ragazzi.
« Sai, Scorpius? Penso che tu le piaccia. »
« Sì, certo. E io sono un folletto della Cornovaglia piccolo e insignificante. »
« In effetti un po' ci assomigli, le orecchie sono proprio quelle di un folletto e se guardi bene-»
Scorpius tirò una spallata all’amico, prima che riuscisse a continuare, decantandogli quanto fosse simile ad un folletto e tra un discorso sconnesso e l'altro, si incamminarono nuovamente per il corridoio, ridendo e scherzando come solo due migliori amici potevano fare.


 
*


Dominique Weasley aveva sempre avuto poca fiducia nei confronti dei bei ragazzi ed era proprio per questo motivo che si era sempre tenuta lontana da Jonathan Steel. Suo fratello Louis era considerato da molti bellissimo, con quei suoi capelli argentei e gli occhi di ghiaccio, ma si era rivelato una di quelle persone che staccano le zampe alle formiche solo per il gusto di vederle soffrire. Jace non aveva niente a che fare con suo fratello e questo Dominique lo sapeva bene, ma in qualche modo il suo istinto le aveva sempre detto di evitarlo come la spruzzolosi. Il che era davvero difficile a farsi, in quanto veniva seguita dal giovane Steel più o meno ogni singolo secondo della sua vita.
« Non capisci niente, Scorpy Pooh! Il rosso starebbe benissimo con la tua carnagione! Avanti, provati la divisa di Grifondoro! Ascolta la tua dolce cuginetta! »
« Freya, sta lontana da me, per Merlino! »
Alla sua destra, Freya Nott stava importunando un più che evidentemente disperato Scorpius Malfoy. Niente di nuovo, si disse Dominique, la migliore amica di suo cugino Hugo era famosa per essere la più grande rompipluffe di Hogwarts. Il Serpeverde d'altra parte teneva ferma la ragazza con un braccio, tenendola a debita distanza dalla sua verdissima e stiratissima divisa. Dominique non poté fare a meno di lasciarsi sfuggire una risatina divertita, che soffocò prontamente portandosi una mano alla bocca, terrorizzata dall'idea di farsi scoprire dai due. L'ultima cosa che voleva era farsi vedere dal migliore amico di Jace Steel; quel ragazzo era ovunque, non fosse mai che spuntasse dietro di lei da un momento all'altro.
Sorpassò i due cugini in silenzio, senza farsi notare e raggiunse con estrema calma la torre di Corvonero. Risolvere l'indovinello per lei era sempre stato questione di pochi secondi, così varcò spedita la soglia della propria Sala Comune, andando subito a distendersi su uno di quei comodi divanetti che adorava. 
Tirò fuori dalla borsa che si stava portando appresso fin da quel mattino il tomo di Astronomia, pronta a ripassare per l'interrogazione che avrebbe sostenuto tre settimane dopo.
Dominique era una vera e propria secchiona; non aveva mai preso un voto che andasse sotto l'Eccezionale e ogni volta che era annoiata apriva un libro per studiarlo a memoria.
Prese a leggere il terzo capitolo, quello sulle costellazioni, quando uno spostamento d'aria alla sua sinistra le fece intendere che qualcuno si era appena seduto di fianco a lei.
« Ciao, piccola Weasley! »
« Frank! »
Frank Longbottom era il Corvonero più affettuoso che potesse mai esistere. Aveva dentro di sé sicuramente più caratteristiche di Tassorosso che di Corvonero, ma come personalità quali quelle di Freya o Jace avevano dimostrato, il Cappello Parlante in quegli ultimi anni sembrava perdere colpi. Aveva due vispi occhi color nocciola che ricordavano tanto quelli di suo padre Neville e dei foltissimi capelli biondo cenere, ereditati dalla chioma di sua madre Hannah.
Fin da quando erano bambini, Frank e Dominique condividevano quell'amicizia tipica di chi ha speso intere giornate d'estate a rincorrersi sulla spiaggia o di chi ha passato talmente tanti Natali insieme da conoscere a memoria ogni singolo regalo ricevuto negli anni.
La ragazza gli sorrise dolcemente, ricambiando quello sguardo di puro affetto quasi fraterno che solo Frank le riservava e che invece Louis non le aveva mai rivolto.
« Allora, quand'è che smetterai di studiare e inizierai a vivere la tua vita? »
« Ma io sto già vivendo la mia vita! »
Frank le lanciò un'occhiataccia, sbuffando divertito all'affermazione della Corvonero.
« Saltare gli allenamenti di Quidditch per poter dare l'esame avanzato di Antiche Rune non è vivere, Dommy cara. »
« Oh, sta zitto! »
Dominique gli tirò una manata in viso, zittendolo all'istante. Odiava quando la trattavano in quel modo, quando le dicevano quanto poco interessante fosse la sua vita da secchiona, ma dopotutto non le dava così tanto fastidio se la persona in questione era Frank.
« E comunque non ho saltato gli allenamenti quando ho dato l'esame! »
Il ragazzo la fissò serio per qualche secondo, ma il suo proposito di rimanere impassibile durò poco, in quanto le scoppiò a ridere in faccio subito dopo. Si teneva la pancia ferma con una mano, da quanto rideva ed evitava con tutto se stesso di guardare Dominique negli occhi, consapevole di quanto le dovesse star dando fastidio il suo comportamento.
« Okay, scusami, è solo che sei davvero assurda! »
« Scusami? »
« Oh andiamo! Non hai mai saltato una lezione in tutti questi anni di scuola, e l'unica volta che ti sei ammalata sei andata comunque in classe, attaccando la febbre a tutti gli studenti del tuo anno, tra l'altro! »
Frank parlò annuendo per tutto il tempo alle sue parole, stupendosi lui stesso di quanto poco normale fosse la voglia matta di studiare della ragazza.
« Ma... quella volta non vale! C'era il compito di Incantesimi, dovevo per forza andare in classe! »
« Ecco, appunto. »
Un altro sbuffo estremamente divertito da parte del ragazzo e Dominique sentì le proprie guance andare a fuoco. Lei non arrossiva mai, eppure quando Frank le faceva notare quanto fosse diversa dagli altri si sentiva sempre a disagio. Non le era mai importato molto del fatto di essere così differente, ma in qualche strano modo la maniera con cui Frank le parlava la faceva sempre riflettere.
« Ti odio quando fai così, sai, Frank? »
Dominique si stampò in faccia quel sorriso che riservava solo a Rose e occasionalmente al ragazzo, quel sorriso che diceva una cosa ma che ne intendeva un'altra completamente diversa.
« Oh, no, tu mi adori. »
Il ragazzo ricambiò il sorriso, avvicinandosi a lei per appoggiare la testa sulla sua spalla e socchiudere gli occhi. Era successo così tante volte che i due si ritrovassero così, in quella posizione, su quello stesso divano, che oramai nessuno si stupiva più di vederli fermi così per ore e ore. Era uno di quei gesti che condividevano solo loro due e che nessun altro al mondo avrebbe mai potuto capire.
Dominique gli passò una mano tra i capelli, accarezzandolo distrattamente, prima di sospirare e aprire la bocca per dar voce ai propri pensieri.
« Sai, oggi Steel mi ha chiesto di uscire cinque volte. »
« E dov'è la novità? »
La ragazza lo ammonì con lo sguardo, scuotendo subito dopo la testa rassegnata. Era una cosa talmente normale oramai, che Jace le chiedesse di uscire che neanche Frank, che si meravigliava sempre per tutto, si stupiva più.
« Non era mai arrivato a tanto, il suo record era di tre volte al giorno! »
« Forse dovresti dargli una possibilità. »
La carezza che poco prima Dominique stava riservando a Frank si trasformò prontamente in uno schiaffetto leggero su una guancia, accompagnato dall'ennesimo sbuffo infastidito.
« Sei tutto matto, per caso? Stiamo parlando di Steel! Il palestrato tutto muscoli e niente cervello! »
« Beh, obiettivamente sei uscita con ragazzi peggiori di Jace. »
« Oh Merlino, non chiamare per nome il nemico! »
Dominique si alzò di scatto, facendo sobbalzare un rilassatissimo Frank, borbottando tra sé quanto fosse indignata del consiglio del ragazzo.
« Non uscirò mai, e ripeto, mai, con Jonathan Steel, capito!? »
La biondissima Weasley aveva attirato l'attenzione di più o meno tutta la Sala Comune con il suo urlo esasperato nei confronti del povero Frank; aveva una mano alzata davanti a sé, come a sottolineare che non avrebbe mai preso in considerazione l'idea.
Era stufa di sentirsi ripetere che avrebbe dovuto dar fiducia a Jace e uscire con lui; era vero che rifiutarlo per cinque anni era eccessivo, ma se lui non le interessava non era mica colpa sua, no?
« Forse dovresti calmarti. Vuoi che ti faccia un thé? »
« Oh, Priscilla aiutami tu! »
E con questo appello disperato alla fondatrice della loro Casa, Dominique Weasley prese con rabbia la propria borsa, e s’ incamminò verso il proprio Dormitorio, lasciando dietro di sé un basito Frank Longbottom, più meravigliato che mai nel vedere la sua sempre calma e composta amica perdere il controllo per un banalissimo e a quanto pare del tutto a lei indifferente ragazzo.
  
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