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Autore: naley3gwain46    04/11/2013    4 recensioni
Dean è un giornalista di una grande metropoli, che per motivi familiari si è dovuto trasferire in una minuscola città dell'Inghilterra per fare da tutore al suo Fratellastro di 17 anni Arthur, quello che credeva fosse una tranquilla cittadina in realtà nasconde pericoli inaspettati ... drammi adolescenziali e mistero non mancheranno.. per non parlare dell'amore... perchè si sà le anime gemelle si ritrovano sempre ;) -Ti prego Arthur dimmi che non hai sul serio comprato un castello.- lo supplicò....
-Arthur lo guardava fisso e alla fine scoppiò a ridere, Dean Camelot è una leggenda, dovresti vedere la tua faccia, tranquillo non sono un completo idiota è un villino in una strada tranquilla vicino al tuo nuovo posto di lavoro e alla biblioteca – -E alla tua nuova scuola giusto?- chiese Dean retorico.
-Si signorina Rottermaier e alla mia nuova scuola- gli rispose prendendolo in giro. In quel preciso momento si materializzò davanti a loro un enorme cartello stradale con su scritto “Benvenuti a Greyhollow”. Dean alzò gli occhi al cielo e pensò che il nome almeno lo avevano azzeccato.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'it's a little small world'
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***Ariecchime mi so imbarcata in un esperimento... e so che me ne pentirò ...è solo l'inizio e non ci sono ancora tutti i personaggi ....ovviamente è una storia destiel e slash quindi non dite che non vi avevo avvertito XD ... enjoy .. nessuno mi appartiene povera me :(***



Capitolo 1


Greyhollow

-Vuoi stare attento inetto! - 

Dean si sbalordì, lo avevano chiamato in molti modi nella sua vita, asino, idiota, imbecille, coglione, cazzone, e qualche volta perfino figlio di puttana, ma questo? 

Questo davvero non glielo avevano mai detto. 

Si era appena preso l’insulto più insulso nella storia della sua vita. Inetto?

Non aveva mai sentito, ne tantomeno mai usato, quella parola. Ma cosa aveva quella gente? 

L’Inghilterra era davvero un posto assurdo.
Non solo usavano assurdi insulti contenuti, ma parlavano come se avessero continuamente un bastone infilzato su per il sedere. 
Per non parlare del fatto che guidavano dal lato sbagliato della strada, ed era questo il motivo per cui era stato appena insultato.
Insultato oddio. Sempre se insulti si potevano chiamare le parole che quelle persone usavano per insultare. 

Dean guardò fuori dal finestrino, il cielo era grigio, del sole non vi era traccia, la spessa coltre di nubi copriva ogni cosa e diventava tutt’uno col resto del paesaggio. 

Mancava solo la nebbia e poi i cliché sugli inglesi e sull’Inghilterra li aveva collezionati proprio tutti, del resto ci doveva pur essere un motivo se erano diventati dei cliché, probabilmente perché erano la verità, iniziava a credere Dean.

Le strade erano deserte e non era molto tardi, ovunque posasse lo sguardo non vedeva altro che alberi che si estendevano a vista d’occhio e verde un sacco di verde, in realtà pensava, non era proprio verde era più un grigio-verde ad essere precisi. 

Tutta quella natura non l’avrebbe fatto sentire di certo a casa, lui era abituato all’asfalto e al cemento, ai gas di scarico e alle urla dei venditori ambulanti pensava, mentre guidava la sua impala su quelle strade di periferia, non ce l’aveva fatta a separarsi dalla sua bambina, aveva dovuto portarla con se, anche se non era abituata a viaggiare in solitaria ne tanto meno sul lato sbagliato della carreggiata. 

La sua auto, che Dean aveva ricevuto in regalo da suo padre, era abituata, come il suo proprietario del resto, a sfrecciare nel traffico di New York, la città che non dorme mai, e invece ora si trovava a viaggiare su una strada larghissima, dove non si vedeva un auto neanche a pagarla oro, senza contare il fatto che rischiava la vita ad ogni curva, perché si ritrovava sempre sulla corsia sbagliata a guidare contromano. 

Non aveva mai creduto di poter rimpiangere gli automobilisti incazzati e il traffico di New York. Si, era ufficiale, si disse, odiava l’Inghilterra. 

Quel posto sembrava l’ideale per ambientare un film dell’orrore e lui avrebbe dovuto chiamarlo casa?

Non pensava davvero che ci sarebbe mai riuscito. 

Eppure ora la sua vita era quella.

La sua vita era li, in quel deserto verde-grigio ed era un bello schifo si, ma era la sua vita e ci si doveva adattare.

-Ehi sua maestà –disse Dean strattonando il ragazzo biondo che dormiva, con le cuffie dell’ipod alle orecchie al lato del passeggero.

-Mi può fare il favore di dirmi quanto manca ancora, sempre che per lei non sia troppo disturbo!- 

Il ragazzo biondo aprì gli occhi azzurri infastidito e si tolse le cuffie.

-Davvero spiritoso, penso che siamo quasi arrivati – disse con lo sguardo assonnato e si sporse in avanti per guardare la strada. 

-un'altra decina di chilometri e apparirà il cartello della tua nuova e accogliente città- concluse ridendo.

-Già non sto più nella pelle!- rispose Dean con un tono misto tra il sarcastico e lo sconfitto.

-Andiamo Fratello Greyhollow non è così male- cerco di tirarlo su di morale.

E vedessi la nuova casa dove ci trasferiremo è fenomenale..-

-Frena i motori ragazzo non avrai speso tutti i tuoi soldi per questa casa vero???-
-Oh non preoccuparti Dean ..-

-Mi preoccupo invece ..non potevamo andare a vivere nella tua vecchia casa? Dovrei aiutarti a amministrare i tuoi soldi e non lasciarteli buttare in stronzate è per questo che sono qui se non sbaglio-

-la vecchia casa costava più di questa e comunque troppi ricordi ..- Il suo sguardo si incupì –e poi li non avevamo una piscina!- concluse sorridendo.

-Arthur!-

-Che c’è? Che ho detto?- lo guardò innocente.

- Sul serio non voglio più spese inutili da oggi in poi dovremmo discutere insieme ogni decisione d’accordo?-

-D’accordo – Sbuffò Arthur sprofondo nel sedile e appoggiò i piedi sul cruscotto.

-Che cazzo fai?.. togli le tue luride All Star da lì, abbiamo già parlato del rispetto che devi portare a quest’auto se vuoi che questa convivenza funzioni -urlò Dean

-oddio che palle Dean! – 

-E modera il linguaggio!-

-Ma chi sei tu e cosa ne è stato del mio fratellastro?-

-Si è dovuto trasferire in una città del cazzo per fare da tutore a un ragazzino scemo- e gli fece la boccaccia.

-Mi dispiace Dean- Arthur abbassò lo sguardo e il suo sorriso si spense.

Dean se ne accorse e si diede mentalmente del cretino.

-Non è colpa tua e non ce l’ho con te ok? e poi è solo per un anno giusto? Appena farai 18 anni ce ne torniamo a NewYork dritti filati e tanti saluti a tutti ..E poi abbiamo una cazzo di piscina ..sul serio che posso chiedere di più?!-gli sorrise

Il sorriso riapparve sul volto del ragazzo così come il suo entusiasmo.
-Per non parlare della palestra e la sauna.. e ovviamente un posto confortevole dove far riposare la tua bambina- 

- Aspetta non avrà anche i sotterranei e i passaggi segreti?- lo interruppe Dean 

–lasciami indovinare- continuò ridendo

- hai comprato il castello di Hogwarts??-

-No ho comprato il castello di Camelot idiota, sono o non sono Re Artù?- lo guardò serio il ragazzo.

-Ti prego Arthur dimmi che non hai sul serio comprato un castello.- lo supplicò.

Ora stava sul serio iniziando a preoccuparsi, forse affidare la scelta della casa in cui andare a vivere a un ragazzino di 17 anni ricco come un principe non era stata la sua idea più brillante.

-Arthur lo guardava fisso e alla fine scoppiò a ridere, Dean Camelot è una leggenda, dovresti vedere la tua faccia, tranquillo non sono un completo idiota è un villino in una strada tranquilla vicino al tuo nuovo posto di lavoro e alla biblioteca – 

-E alla tua nuova scuola giusto?- chiese Dean retorico.
-Si signorina Rottermaier e alla mia nuova scuola- gli rispose prendendolo in giro.

In quel preciso momento si materializzò davanti a loro un enorme cartello stradale con su scritto “Benvenuti a Greyhollow”. 

Dean alzò gli occhi al cielo e pensò che il nome almeno lo avevano azzeccato.

****

Dean imboccò il vialetto della sua nuova villa in periferia e sembrava stesse vivendo la vita di qualcun altro.

Sapeva che Arthur era molto ricco ma non aveva mai realizzato quanto, fino ad ora.

Non riusciva a fare a meno di ripensare al loro viaggio a Washington Dc qualche anno prima, quando insieme a suo fratello Sam avevano portato Arthur a visitare la Casa Bianca, quella casa non aveva infatti nulla da invidiare a quella del presidente Obama si disse.

Il vialetto era circondato da un bellissimo giardino curatissimo tutt’intorno, Dean si guardò in giro preoccupato non sapeva nulla di giardinaggio.

Arthur sembrò leggergli nel pensiero.

-Non preoccuparti Dean abbiamo una persona che si occupa del giardino.-

Parcheggiarono l’auto nel garage, dove Arthur gli parlò anche dell’eventualità di assumere un meccanico che se ne occupasse ma Dean rimase categorico nessuno avrebbe toccato la sua bambina.

Entrarono dalla porta principale dove un uomo sulla cinquantina venne ad accoglierli alla porta. 

-Il signor Carson è il maggiordomo si occuperà della gestione della casa Dean, è nella nostra famiglia da tanti anni non mi sono sentito di mandarlo via..-gli spiegò Arthur e poi continuò

-Puoi dare la tua valigia a lui, la sistemerà nella tua stanza quando ne avrai scelta una, io ho già scelto la mia, Il signor Carson ha sistemato le mie cose ieri così che per il mio arrivo fossero già pronte – 

Poi abbassò la voce e sussurro a Dean all’orecchio

-è un brav’uomo può sembrare un po’ rigido e fissato con l’etichetta ma ha un cuore grande fidati ti piacerà a Sam piaceva molto.- 

Dean si irrigidì, sentir parlare di suo fratello al passato non gli piaceva affatto.

-Ci può scusare un momento- disse Dean al signor Carson e afferrò suo fratello per un braccio e lo trascinò in un'altra stanza.

-Può anche essere Gandhi per quel che mi riguarda Arthur ma non ci serve un maggiordomo, non siamo Carlo e Diana!- Urlò

-Al massimo tu sei Camilla.. e comunque vuoi pulire, cucinare, lavare e stirare?? L’hai visto quanto è grande questa casa? Il signor Carson si occuperà delle faccende domestiche insieme alla nostra cuoca, sua moglie la signora Padmore, vedrai che ti piacerà anche lei- e questo parve mettere fine alle lamentele di Dean, non voleva passere intere giornate a pulire di certo.

-Signorino Arthur posso accompagnare il signor Winchester a scegliere una stanza?- disse Carson facendo finta di non capire di che cosa stavano discutendo, ma che in realtà aveva capito tutto benissimo, e stava semplicemente ignorando tutto in perfetto stile inglese. 

-Certo Carson io vi aspetterò in salotto-disse Arthur e uscì dalla stanza lasciandolo solo col maggiordomo.

Quei modi di fare e quella vita erano cosi normali per Arthur, pensava Dean, quel lusso era la quotidianità per lui, Dean invece era stordito, la sua vecchia vita gli era praticamente esplosa in faccia trasformandosi in uno di quei fottuti film Disney ,dove la ragazze di periferia, scopre di essere figlia di un principe di qualche nazione inesistente. 

-Ecco a voi Dean Winchester principessa di Genovia- disse ad alta voce ma nessuno rise. 

Già era stato costretto da suo fratello a vedere quel film, tutta quella situazione gli faceva sentire ancora di più la sua mancanza.

Si domandava mentre attraversava il corridoio verso le camere da letto come aveva fatto Sammy ad abituarsi a tutto questo, certo quando lo andava a trovare in America gli ripeteva sempre che l’Inghilterra era un altro mondo, ma non avrebbe immaginato questo, e poi non ne parlavano molto, perché sapeva che a Dean non faceva piacere sentir parlare della nuova famiglia di sua madre.

Dean scelse la prima delle 3 camere da letto da sinistra, dava sul garage e poteva controllare la sua baby, probabilmente era stupido, ma era l’unica cosa che sentiva veramente sua in quel posto, quindi voleva averla vicino.

-Vuole che la aiuti con i bagagli signor Winchester?- disse il maggiordomo.

-No grazie e la prego mi chiami Dean e magari anche io posso chiamarla per nome se vuole-

-Credo che mi fermerò al lei ma la ringrazio- lasciò la sua valigia sul letto e si diresse verso la porta.

-Sa anche con suo fratello abbiamo avuto la stessa conversazione il giorno del suo arrivo in Inghilterra, mi dispiace per la sua perdita-disse sincero e per un attimo gli occhi gli si velarono di lacrime.

- La ringrazio- rispose Dean.

Non si stupì era davvero facile per Sammy farsi volere bene perfino da dei rigidi stocafissi inglesi.

****
Il giorno dopo Arthur era sceso a fare colazione e aveva trovato Dean in ciabatte e vestaglia a bere caffè e a leggere il giornale.
Non ci aveva messo molto il suo fratellone ad abituarsi a quella vita, sicuramente aveva fatto più in fretta di Sam.

Gli vennero in mente le occhiatacce tra Sam e la signora Padmore quando lui cercava di convincerla che un centrifugato per colazione fosse molto più salutare di una bella torta ai mirtilli, con Dean non aveva certo avuto questo problema. 

Sam gli mancava molto ma non voleva darlo a vedere a Dean.

Sapeva che quest’ultimo si teneva tutto dentro, ma che ovviamente stava soffrendo moltissimo e non voleva aggiungere a quel dolore dell’altro.

Poi sentiva come se non fosse giusto, del resto Sam non era veramente suo fratello e anche se il dolore di Arthur era comunque reale e faceva male allo stesso modo, Arthur per qualche inspiegabile motivo non si sentiva in diritto di lasciarsi andare per rispetto del dolore di Dean.

Si sedette a tavola ma in quel momento suonarono alla porta. 

Mr Carson andò ad aprire mentre Dean continuò tranquillamente a leggere il giornale.

-Signorino Arthur c’è una visita per voi- disse Carson

-Chi sarà?- domando sorpreso Arthur a Dean.

-E che ne so ti sembro Nostradamus?- gli rispose Dean e aggiunse -Io non conosco nessuno qui sicuro non è per me- e continuò tranquillamente a leggere il giornale.

-Arrivo Mr Carson –disse Arthur e si alzò sbuffando dal tavolo.

Una ragazza dai capelli rossi, due bellissimi occhi verdi e il volto spruzzato di lentiggini lo guardava sorridendo, teneva un cestino in mano, era molto carina ma Arthur non la conosceva.

-Scusami ci conosciamo?- chiese Curioso.
- No non ci conosciamo, abito in fondo alla strada sono una vostra vicina e volevo darvi il benvenuto nel quartiere, vi ho portato una torta, il mio nome è Amelia, Amelia Pond.- disse la ragazza.

-Piacere di conoscerti Amelia io sono Arthur Pendragon, e il tizio in vestaglia che legge il giornale, è mio fratello nonché mio tutore Dean Winchester-



***Vi è piaciuto? è un crossover con mooooolte Serie diverse ..se vi è piaciuto ditemelo così continuo baci baci... mi raccomando recensite e fatevi sentire se avete qualche richiesta ***


 
  
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