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Autore: blacknroll    04/11/2013    0 recensioni
"Gli inglesi dicono "fall in love" e credo non esista termine più adatto. Fall, cadere. Quando ti innamori non è semplice, ti ribalti, non ti addormenti senza pensare a lei. Quando ti innamori passi le giornate a sperare di sentirla. Quando ami faresti pazzie, davvero. Amore è cadere. E' cadere e sperare che ci sia qualcuno li a prenderti. E' una strana consapevolezza quella dell'essere innamorati. Ti colpisce in un giorno qualunque, forse senza un apparente motivo. Ed è strano. Come quando,all'improvviso, ascoltando una canzone in un'altra lingua ti rendi conto di capirne le parole."
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo dieci 

Capitolo Dieci

Love sucks.



Abby_s © 2013

I One Direction (Louis Tomlinson, Liam Payne, Zayn Malik, Harry Styles e Niall Horan) sono una delle pop band internazionali più conosciute.

L’autrice di questa fanfiction non intrattiene con i citati artisti alcuna relazione di tipo economico-collaborativo.

Questo racconto descrive eventi di pura fantasia, destinati all’intrattenimento di altri fan e non persegue alcun intento diffamatorio (né pretende di dare informazioni veritiere sulle persone di cui tratta) o finalità lucrativa. L’intreccio qui descritto rappresenta, invece, copyright dell’autrice (Abby_s).





Abby.
Un viaggio.
Tutto quello che avevo saputo fare era fuggire, ancora una volta.
Osservavo il nuovo paesaggio alla finestra, avevo lasciato le spiaggia affollate della costa newyorkese per dirigermi verso paesini sconosciuti.
Era questa la giusta decisione? Probabilmente no.
Forse cambiare aria mi avrebbe fatto bene, avrei chiarito le idee.
Infondo non era stato semplice lasciare Mag, Liam. 
Louis.
Lui era meglio toglierselo dalla testa, troppi problemi, dovevo saperlo. Gli occhi ghiaccio non promettono mai bene. 
Sarei andata a trovare i miei nonni che abitavano nelle vicinanze, e forse la loro aria un po' bizzarra e sempre allegra mi avrebbe fatto bene. 
Mi domando sempre come sia possibile stare male per una semplice e silenziosa assenza. 
Cosa rende una persona tanto speciale, indispensabile, vitale per un'altra? È una questione fisica o mentale? 
La chimica sicuramente ha la sua importanza. Quando tocchi la pelle di una persona qualunque e sai che c'è qualcosa di più intimo di una semplice stretta di mano; o quando vedi quei pozzo profondi e azzurri, così bello da volerci affogare, dove altri vedono solo occhi. 
La mente fa un lavoro più sottile, sottointeso, che ti entra dentro più di nascosto, quando sei più vulnerabile, magari mentre sogni.
Comincia a mancarti un atteggiamento a cui non avevi mai fatto caso, un particolare modo di pronunciare una parola, il semplice alzare gli occhi al cielo per esasperazione, lo sguardo attento durante una conversazione.
Si comincia con poco a sentire un'assenza, forse con un deja-vu, una canzone o il clacson di un'auto che fino ad allora non vi diceva niente, ma che vi fa voltare nella speranza di veder passare un particolare modello di auto. 
L'assenza, paradossalmente, è una costante presenza nella vostra vita, qualcosa di cui non vi liberate. 
L'assenza c'è ogni giorno. Ma una mattina qualunque, di un mese qualunque, aprite gli occhi pensando: wow, sto bene. 
Quel giorno forse l'assenza non ci sarà più, lasciandovi un'emozione che profuma di ricordi.

Louis. 
Ero stato un codardo, un fortuitissimo stupidissimo codardo. 
L'avevo persa. 
Di nuovo. 
Avevo perso l'unica occasione di essere felice, l'unica scelta giusta che avevessi mai fatto. 
Ma non potevo ripetere gli stessi sbagli di nuovo, non me lo sarei permesso. 
Arrivai di corsa sotto casa sua, la sua finestra era chiusa, strano. 
Cominciai a bussare, avevo paura che mi avesse visto e che avesse  deciso di ignorarmi per sempre. 
Cercai di rendermi presentabile, e cominciai a stilarmi mentalmente tutta una serie di ragioni per cui ero l'uomo giusto per lei e che doveva per forza perdonarmi. 
Ma non riuscivo nemmeno a convincere me, perfetto. Credo che avrei avuto una crisi isterica da un momento all'altro, avrei cominciato a strillare come un isterico. 
Finalmente qualcuno si decise ad aprirmi, non ebbi il coraggio di guardare la faccia, ma non ricordavo che Abby avesse le gambe così scure e pelose, e che le sue tette  si fossero trasformate in pettorali, aspettare un secondo. 
Alzai improvvisamente lo sguardo e trovai uno Zayn piuttosto sconvolto che mi fissava, diciamo che non era lui quello che mi aspettavo. Sembrò leggermi nel pensiero, e mi spiegò assonnatamente che Abby era dai suoi nonni e che era partita già da un bel pezzo, era distrutto anche lui, evidentemente non gli buttava molto bene. Fui felice di sapere che non ero l'unico sventurato della situazione. 
Questa volta fui io a fissarlo sconvolto, dovevo agire in fretta. 
Cominciai a correre verso casa, avrei chiesto a Niall di prestarmi il suo scooter, più che scooter era una moto da corsa, che il padre gli aveva regalato lo scorso Natale, ma andava lo stesso bene, anzi meglio. 
Non sapevo bene dove fossi diretto, ma confidai nel senso di orientamento che derivava dai mie anni passati a giocare ad acchiapparello, non erano tanti, ma sempre meglio di niente. 
Mi fermai alla stazione dei pullman, ero convinto di averlo superato, visto che avevo viaggiato quasi alla velocità della luce, e cominciai ad aspettare. 
Dopo pochi minuti la vidi scendere, provai una di quelle sensazioni d'ansia dove pensi che la tua vita deriva tutto da quel momento. 
Si girò verso di me, e io instintivamente sorrisi, era così bella perfino con i capelli raccolti, e l'aria di una che non ha dormito un secondo. 
“È inutile arrivare fin qui senza dirmi nulla, no?” disse lei, finalmente mi resi conto di quello che stavo per perdere.
“Abby devo dirti una cosa” mi concessi una pausa, gli occhi di lei brillavano, era confusa almeno quanto me, e potevo sentire il suo cuore che le martellava nel petto, il mio diciamo che era quasi collassato.
“Io sono perdutamente e irrimediabilmente innamorato di te”  dissi tutto d'un fiato, ora mi sarei aspettato uno schiaffo o lei che fuggiva via sconvolta, e invece non mi rispose. Mi si avvicinò cautamente e poggiò la sua faccia sul mio petto, tenendomi stretto. 
Anche io, disse in un sussurro.

Mag
Ero distrutta. 
Sapevo che le cose non sarebbero state sempre perfette, e che sarebbe arrivato qualcosa a guastare tutto, ma non immaginavo che sarebbe stato così. 
Probabilmente stare qui a piangere sul letto ascoltando tutta da discografia di Taylor Swift, non era la soluzione giusta, ma al momento era l'unica cosa che avevo voglia di fare. 
Gettai per aria l'ennesimo fazzoletto bagnato e mi alzai dal letto, forse qualcosa che potevo fare c'era, non mi avrebbe di certo aiutato ma almeno mi faceva rilassare. 
Stavo per prendere la chitarra che Zayn mi aveva regalato per il nostro anniversario, ma capii che non era il caso e cacciai la chitarra che avevo da quando ero piccola. Cominciai a suonare, le note della canzone che stavo scrivendo scivolarono fuori dal  raccoglitore dove tenevo tutte le miei canzoni, presi in mano il foglio e cominciai a fissarlo, ricominciai a piangere con gli occhi che mi bruciavano. 
Basta, non potevo continuare così, raccolsi freneticamente tutte le cose che appartenevano a Zayn o che mi aveva regalato e le buttai in una busta. 
Ora la stanza mi sembrava molto più vuota, come me senza lui. 
Affondai la faccia nel cuscino e lanciai un urlo, sapevo benissimo che non sarei mai riuscita a dimenticarlo.
  
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