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Autore: Zia Palla    04/11/2013    0 recensioni
Tratto dalla storia: “– E tu? Tu cosa provi? – gli domandò Harry, dopo parecchio.
– Io? Io preferirei non provare niente. Né dolore, né tristezza, né amore, né felicità. – rispose, guardando fisso di fronte a sé. Harry tirò su col naso, impedendosi di piangere e sedette accanto a lui.
– Ma proviamo tutte queste cose perché siamo vivi, giusto? Tu lo dici sempre. – mormorò, mentre la voce gli si spezzava con un singhiozzo. Louis asciugò una piccola lacrima sfuggita al controllo di Harry e sorrise lievemente.”
Louis Tomlinson ha tutto dalla vita: una carriera promettente, una ragazza splendida e soldi a palate e, a sentir ciò, sembra che la sua esistenza sia perfetta, ma Louis Tomlinson ha anche un migliore amico con cui condivide un rapporto indefinito e strano, un ruolo stressante, tre amici pazzoidi e le idee poco chiare.
Una settimana. Una settimana decisiva per la vita di Louis e quella di chi lo circonda. Una settimana per vederlo com’è in realtà. Otto capitoli per questa settimana e otto capitoli per vedere l’altro lato della medaglia, l’altro lato del successo.
#It's a Larry!
Partecipa al concorso: "Red Carpet: fanfiction da Oscar [Multifandom e Original Contest] sul forum di Efp.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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#7. Drunk
Track: Drunk, Ed Sheeran
“Should I, Should I,
Maybe I’ll get drunk, again
I’ll be drunk, again, I’ll be drunk, again
[…]
So should we speak then? Keep it between friends?
No I know you’ll never love me, like you used to
And maybe other people like us”

 
 
Liam barcollava come un’idiota quando lo trovarono. Purtroppo per Harry c’era anche Louis e tutta la situazione era abbastanza strana e imbarazzante.
Andarono a casa di Harry, poiché era la più vicina, e questo era ancor più imbarazzante per lui perché l’aveva lasciata così come l’aveva ridotta Louis, nessuno però sembrava voler menzionare quello che era successo tra il più giovane e il più “grande” del gruppo.
Liam non si ubriacava mai ed era praticamente astemio, dato che aveva un problema ai reni che gli impediva di poter bere alcoolici, per questo erano tutti così preoccupati.
Zayn, che era quello che aveva più influenza su Liam, lo sorreggeva cercando di convincerlo ad andare in bagno con lui.
– Non ti farò niente di male. Facciamo una doccia. – gli disse, ma Liam si aggrappò a lui buttandosi a terra, gesto che fece perdere l’equilibrio a Zayn.
– Non voglio fare la doccia con te. – mugugnò Liam, mettendo su un’adorabile broncio. Zayn fece un’espressione schifata, mentre Niall ridacchiava e Harry e Louis cercavano in tutti i modi di non guardarsi.
– Non faremo la doccia insieme, sta calmo. Vieni, ti sentirai meglio. – gli promise il moro, facendolo sorridere stupidamente, mentre lo aiutava ad alzarsi.
 – Zayn! Mi viene da vomitare! – urlò Liam, con la voce resa roca dall’alcool. Zayn squittì come una ragazzina, facendo ridere Niall così tanto da farlo cadere a terra. Questo suscitò un scoppiò di ilarità in Harry, che cominciò a ridere istericamente, senza fermarsi, mentre Zayn correva in bagno con Liam, borbottando qualcosa di molto simile a “Perché a me dovevano capitare degli amici così cretini?”. Niall si buttò sul divano e accese la tv.
 – È proprio coglione. – disse, riferendosi a Liam.
 – Tutti sapevamo che l’avrebbe piantato di nuovo e lui reagisce così. Poteva prendergli qualcosa! – proferì, con un tono preoccupato che non gli si addiceva, soprattutto visto che fino a due secondi prima rideva come un matto. Harry si sedette accanto a lui, scansando il cuscino su cui qualche giorno prima era spiaccicata la faccia di Louis e lanciò uno sguardo a quest’ultimo.
 Subito sentì le guance andargli a fuoco: quella sera era più bello del solito, con i capelli scompigliati e la camicia un po’ sbottonata. Sebbene fosse molto imbarazzante la situazione tra loro (soprattutto ora che lui aveva lasciato Eleonor) Harry era stato tanto - troppo - felice di vederlo. Voleva risolvere la situazione, in qualsiasi modo possibile.
Certo, nel profondo aspettava ancora che Louis si dichiarasse, così lui l’avrebbe fatta finita con quella stupidaggine di Taylor e avrebbero vissuto tutti felici e contenti. Spesso aveva voluto dichiararsi lui, ma aveva un paura matta che Louis gli dicesse di no o che lo compatisse o (nelle peggiori delle ipotesi) che rimanesse schifato, che aveva ucciso l’idea sul nascere.
Per il resto del mondo erano un mistero le farfalle nello stomaco che Harry provava ogni volta che lo aveva vicino e, in fondo, era giusto che rimanessero tali. Avrebbero rovinato tutto: la loro carriera e la loro amicizia. Perché Harry voleva bene a Louis come un amico, ma lo amava (sì, lo amava) da sempre e non sapeva se questo significasse che era gay, ne tantomeno gli importava.
Voleva solo stare con lui, vederlo felice, farlo felice, ma per il bene della band aveva cercato di soffocare quei sentimenti tanto velocemente com’erano nati.
Poi Louis aveva cominciato a fare quelle sciocchezze, a dire quelle cose, a toccarlo in continuazione, alimentando le sue aspettative e quelle delle fan. E quando aveva lasciato Hannah Harry aveva davvero creduto che fosse per lui, che Louis lo ricambiasse, ma alla fine era arrivata Eleonor e Harry avrebbe dovuto sospettarlo, perché Louis non faceva che parlare di lei.
Questa volta, però, Harry non voleva illudersi, perciò teneva a distanza l’idea di una possibile confessione da parte di Louis.
L’ennesima delusione mi farebbe troppo male, pensò, sospirando e constatando sorpreso che Louis aveva sistemato tutto il casino creato qualche giorno prima e che Zayn era di nuovo in salotto, con le mani sui fianchi in una perfetta imitazione della signora Weasley, la dolce madre del migliore amico di Harry Potter.
 – Dov’è Liam? – chiese Harry, aggrottando le sopracciglia.
– A dormire nella vecchia stanza di Louis. Ma l’ho appena detto, a che cazzo pensi? – domandò Zayn, che quando si innervosiva tendeva a diventare volgare. Harry borbottò un “Niente” soffocato, mentre diventava rosso come un pomodoro.
– Ok, ora che facciamo? – domandò Niall, spegnendo la tv. – Dopodomani è l’ultimo dell’anno, non voglio restare qui ad annoiarmi. – continuò, svegliando l’irlandese che era in sé.
– Ubriachiamoci. – propose Louis.
Harry si soffocò con la propria saliva, Niall scoppiò a ridere e Zayn saltò su dal pouf per la sorpresa.
 – Cosa? – gridarono tutt’e tre in coro.
– Ubriachiamoci e vediamo che succede. – disse di nuovo Louis, alzandosi e andando verso la cucina.
Mezz’ora dopo Harry vedeva tutto sfocato e non sapeva cosa stesse succedendo di preciso, sentiva solo la perenne risata di Niall nelle orecchie e guardava Zayn girare un bottiglia di vodka vuota.
La bottiglia puntò Louis, che ridacchiò sguaiatamente.
 – Che vuoi fare, Lou-Lou? – domandò Niall, scoppiando a ridere da solo per lo stupido nomignolo affidato all’amico, ma la risata solitaria non durò molto, infatti Zayn si unì subito a lui, alzandosi e inciampando all’indietro nel pouf appena si era messo in piedi. Questa scenetta aumentò le risate dei due e Harry sobbalzò sentendo una risata fragorosa uscire dalla propria gola.
Louis intanto stava ancora pensando, ma alla fine sembrò avere un’illuminazione.
– Bacio. – disse, sospirando. Niall rise, probabilmente tanto per far qualcosa, dato che era troppo ubriaco per rendersi conto di ciò che gli accadeva attorno. Harry strabuzzò gli occhi e Zayn fece un sorrisetto fin troppo consapevole.
Louis mise la mano sulla bottiglia, pronto a girare. Harry pensò che era sicuramente colpa del alcool, che Louis non lo aveva fatto apposta, perché voleva baciarlo.
Louis non faceva nemmeno più caso a lui, o almeno non più come prima.
Non lo abbracciava, non giocava, non scherzava e a malapena di parlavano. La verità era che la tensione non era scoppiata così, da un momento all’altro, ma andava avanti da settembre, da quando Louis aveva avuto quello scontro via Twitter con le Larry Shippers, da quando Louis aveva fatto quell’affermazione, quell’affermazione che lo aveva distrutto, perché sì, Harry, da tutta quella situazione, ne era uscito distrutto.
Totalmente e irreparabilmente distrutto.
E Harry voleva attaccarsi a una bottiglia, per dimenticare tutto, anche il suo nome, e piombare in quel dolce oblio, dove niente era mai accaduto, dove nessun fuoco era mai stato accesso e non si era potuto spegnere con una secca e fredda secchiata d’acqua.
Gli venne un conato di vomito quando la bottiglia lo colpì in pieno stomaco.
 – Colpo di bottiglia! – urlò Zayn, ridendo sinceramente, come se non avesse assunto nemmeno una goccia di alcool. Niall si alzò in piedi, togliendosi la maglietta e correndo per casa, urlando un frase indistinta che assomigliava ad un “Viva Larry Stylinson!”, ma Harry era troppo occupato a non distogliere lo sguardo dalle labbra tremule e sorridenti di Louis per prestare attenzione a qualsiasi altra cosa.
Non ebbe il tempo di fare nient’altro se non pensare “Oh, mio Dio!”, che la labbra di Louis furono sulle sue.
 Lo sto baciando! Sto baciando Louis Tomlinson!, pensò, un secondo prima di rispondere al bacio con entusiasmo.
Restarono a baciarsi, finché Niall non sbatte con la testa vicino al lampadario. Si concessero un breve pausa per ridacchiare della scena, per poi baciarsi di nuovo, questa volta con più entusiasmo di prima. Harry si costrinse a dimenticare tutto ciò che lo circondava, concentrandosi totalmente sul suo ennesimo sogno che diveniva realtà.
 È come se la mia vita fosse una favola.
Alla fine, nella sua  mente c’erano solo lui e Louis.
E Harry poteva dirsi felice.
 
Quando Louis si svegliò rimase piacevolmente sorpreso nel trovarsi accanto il suo migliore amico.
 Era da tanto che non dormivano insieme, come avevano fatto spesso quando vivevano assieme.
Mi mancano quei bei tempi, pensò sospirando, mentre accarezzava dolcemente i capelli ricci di Harry, che si mosse debolmente nel sonno. Louis sorrise, sentendo dentro una strana sensazione di tranquillità e pace.
Sono sereno. Non succedeva da…nemmeno lo ricordo.
Sorrise tra sé e sé a quella contestazione felice, per poi sospirare di sollievo.
Fu in quel momento che bussarono alla porta. Louis si voltò, sorpreso nel trovarsi davanti un Liam perfettamente vestito, con la barba fatta e i capelli in ordine come piacevano a lui.
La sorpresa deriva dal fatto che appena poche ore prima era ubriaco fradicio e in quel momento eccolo lì, perfetto e pronto per qualsiasi evento mondano fosse alle porte, peccato che quel giorno era solamente un 30 dicembre qualunque, ma alla fine quel portamento non era qualcosa di straordinario: era tipico di Liam essere sempre impeccabile e perfetto.
“Perfetto” era una parola che non potevi fare a meno di dire accostata al nome e alla figura di Liam Payne e, Louis doveva ammetterlo, lo invidiava per questo. Lui si sentiva fin troppo spesso fuori luogo e imperfetto e la cosa peggiore era che non poteva confessarlo a nessuno che subito sarebbero esplosi chiedendo cosa volesse di più dalla vita un ragazzo giovane, di bell’aspetto e con una radiosa carriera davanti agli occhi.
A volte se lo domandava lui stesso e arrivava alla solita risposta: felicità.
Sì, Louis Tomlinson voleva disperatamente essere  felice.
– Allora, cosa è successo ieri sera? Niall sta dormendo per terra, stringendo i lampadario di Harry come fosse una bambola di pezza, una bambola di pezza abbastanza vissuta dato che quel coso è praticamente distrutto. E vogliamo parlare di Zayn? È in bagno da mezz’ora a vomitare anche l’anima. – Liam era nervoso e Louis l’aveva capito quando aveva detto “coso”. Non era dal perfetto Liam Payne dire “coso”.
 – In realtà non voglio parlare proprio di niente. – rispose, accarezzando ancora i capelli di Harry, che questa volta sorrise nel sonno.
– So cosa è successo ieri. – disse Liam e lui non si voltò, continuando a dargli le spalle, mentre fissava il viso sereno e addormentato di quello che fino a pochi mesi prima era il suo migliore amico.
Cos’erano ora, dopo quella faccenda di Twitter e quel bacio?
Louis proprio non lo sapeva.
 – Zayn me l’ha detto prima di vomitarmi sulle calze. Louis, ascolta. – continuò l’amico, costringendolo a voltarsi. Lui indirizzò quasi involontariamente lo sguardo a terra, dove i perfetti piedi scalzi di Liam toccavano la moquette sicuramente appiccicosa, dato che Louis ricordava di averci versato una bottiglia di birra per scherzo, prima di accoccolarsi accanto ad Harry.
– Ti chiedo solo una cosa: non ferirlo. Ti prego, non ferirlo. Non di più. Non di nuovo. – mormorò Liam, guardandolo fisso negli occhi con quello sguardo tra il preoccupato e il triste, quello sguardo che sapeva fare solo lui.
Louis si sentì terribilmente in colpa.
– Tutti questi “non” mi fanno venire il mal di testa. – ma sì, fu in grado di replicare solo questo.
Il viso di Liam divenne paonazzo, segno che si stava arrabbiando sul serio.
Harry aprì gli occhi quasi di scatto e si tirò a sedere con la stessa velocità.
Sia Liam che Louis sobbalzarono per lo spavento.
– Che succede? – domandò il riccio, sbattendo le palpebre.
– Dovete parlare e non uscirete da qui finché non vi sarete chiariti. – borbottò Liam, girandosi e chiudendo la porta a chiave.
Louis si alzò dal letto e fronteggiò Harry, che ben presto decise di alzarsi anche lui, così da non dover guardare l’altro dal basso in alto. Si guardarono per un breve istante, poi sospirarono all’unisono.
 – Credo sia venuto il momento di chiarire questa situazione. – disse Louis, Harry inarcò un sopracciglio.
– Tu credi? Ieri hai voluto baciarmi, Louis e volevi farlo sembrare uno scherzo del destino! – finì, vedendo che l’amico stava per replicare.
– Anche tu pensi che io sia gay? – domandò Louis, con tono sarcasticamente sorpreso.
 – Oddio, ha rotto le palle tu e questa storia dell’omosessualità! Non è questo il punto. –
 – E quale sarebbe allora? –
– Cosa provi per…per…me? –
Louis mise su la sua miglior faccia incredula e Harry l’avrebbe preso a schiaffi, lo capiva da come teneva la mano destra attaccata alla coscia.
– E tu cosa provi? – domandò di rimando, mentre Harry sbuffava, trattenendosi sicuramente dal replicare “L’ho chiesto prima io.”
– Cosa provo? Beh, te lo dirò subito. Mi sento uno schifo, sempre, in ogni singolo momento della mia giornata e lo sai perché? Perché hai detto al mondo, via Twitter, che la Larry è la più grande stronzata che tu abbia mai sentito, ma non è così, lo so io e lo sanno anche tutti gli altri. La Larry non è una stronzata, ok? Per molte persone significa che io e te siamo amici e che lo saremo sempre. Credevo, stupidamente forse, che anche per te fosse lo stesso. Per me, invece, significava che c’era ancora la speranza che potessi essere felice un giorno, con te. Dici che non ne puoi più, che questa storia ti ha rovinato la vita, ma sai che c’è? Sei stato tu a crearla, tu a parlarne, tu a fare tutto. Io sono sempre stato zitto, perché sapevo nel profondo, e non volevo accettarlo, che per te era solo uno scherzo, una cosa per ridere, ma io non ne ho mai riso. E quando ho letto quella cosa, beh…io ho sentito come…insomma, mi hai spezzato il cuore. –
Louis rimase senza fiato: davvero lui aveva provocato tutto quel dolore a Harry, al suo piccolo e dolce Harreh?
– Beh…ora lo sai. Sai che non era perché avevi mandato a fanculo quella fan. Ora sai che…. – e qui Harry prese un respiro profondo. – … ti amo, Louis Tomlinson. E credo che non cambierà mai. –
 Si sedette sul letto, sopraffatto da quella dichiarazione improvvisa. Harry lo amava?
Louis non si era mai sentito così poco degno di qualcosa.
Harry lo fissava, immobile, forse sperando di aver scatenato qualche sorta di reazione a catena e che anche lui si dichiarasse da un momento all’altro.
Ma non accadde.
 Passarono i secondi e Louis non sapeva cosa fare, non sapeva cosa dire, non sapeva cos’era giusto provare.
– E tu? Tu cosa provi? – gli domandò Harry, dopo parecchio.
– Io? Io preferirei non provare niente. Né dolore, né tristezza, né amore, né felicità. – rispose, guardando fisso di fronte a sé. Harry tirò su col naso, impedendosi di piangere e sedette accanto a lui.
– Ma proviamo tutte queste cose perché siamo vivi, giusto? Tu lo dici sempre. – mormorò, mentre la voce gli si spezzava con un singhiozzo. Louis asciugò una piccola lacrima sfuggita al controllo di Harry e sorrise lievemente.
– Non meriti tutto questo. – gli disse, per poi alzarsi e andare verso la porta.
– Fatto? – domandò Liam, con un  lieve e strano tono allegro nella voce, dopo averlo sentito bussare.
– Fatto. –  
 
 – Non vi sopporto. – borbottò Zayn, dirigendosi verso la cucina, mentre svuotava il suo bicchiere di acqua e aspirina.
– Perfetto! Probabilmente Louis sarà stato talmente idiota che non gli avrà nemmeno risposto per bene. – disse Niall, facendo una smorfia.
– Questo non possiamo saperlo. – disse Liam, diplomatico come sempre, mentre Harry sbatteva la porta della sua camera in modo a dire poco violento.
– Ok, adesso che si fa? – domandò Niall agli altri due.
– Già, che facciamo? – chiese Zayn, facendo capolino in salotto dove Niall e Liam erano seduti sul divano.
– Adesso? Adesso interveniamo noi. – disse quest’ultimo, sfoggiando il miglior sorriso maligno che un ragazzo come lui poteva fare. Niall e Zayn si guardarono, sorridendo sotto i baffi.

 
Sono stanco di sentirmi male.
Preferirei non sentire niente
È meglio. È più facile.
(cit.)

 
Zia Palla by the night
Ecccomi qui, dopo anni e anni, ho aggiornato. Vi informo che quest'ultimo capitolo della fanfic e che presto pubblicherò l'epilogo. 
è anche il più lungo, il più complicato e il più slash. :3
E niente, spero vi piaccia!
A presto,
Baci Zia Palla
   
 
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