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Autore: M_Cullen    04/11/2013    2 recensioni
[Star Trek: Phase II “Blood and Fire”]
[PeterxAlex]
Peter, nipote del capitano James T. Kirk, viene assegnato all’Enterprise come guardiamarina, con lo scopo di raggiungere il suo fidanzato, il tenente Alex Freeman, e trascorrere il maggior tempo possibile in sua compagnia.
Per proteggerlo però, lo zio Kirk, all’oscuro della loro relazione, lo esclude dalla missione, inserendo Alex al suo posto, all’insaputa di Peter.
Questa OS descrive un momento di intimità tra i due ragazzi, in cui Peter verrà a conoscenza della verità, da parte del suo fidanzato stesso. Inoltre deciderà di fargli una romanticissima proposta…
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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[Star Trek: Phase II “Blood and Fire”]

[PeterxAlex]
 
Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono; la storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro. I dialoghi sono quelli del film, che io ho tradotto in lingua italiana senza alcuna modifica.

 





Pov Peter Kirk
 
Mi ritiro nel mio dormitorio e mi lascio cadere di peso sul letto, sospirando pesantemente.
Nonostante la mia intenzione fosse quella di rilassarmi, non riesco… sono troppo teso e nervoso.
Sono sull’Enterprise da pochissimo tempo e già ne ho abbastanza.
Quello spavaldo, arrogante, iperprotettivo di mio zio! Non capisco perché mi abbia escluso dalla missione… ha il timore che possa ancora cadere dalla bicicletta.
Mi tratta esattamente come l’ultima volta che ci siamo visti, con una sola differenza… allora ero ancora un bambino.
Adesso sono un uomo, so badare a me stesso. Sono stato addestrato al pari di chiunque altro dell’equipaggio e assegnato all’Enterprise come guardiamarina.
Insomma, lui è James T. Kirk! Dovrebbe essere fiero di me… di avere un nipote intenzionato a seguire le sue stesse orme… invece continua a farmi sentire un idiota, o peggio, un incapace.
Chi si crede di essere? Io non ho una famiglia… ogni volta che avevo bisogno, lui non c’era mai… era sempre impegnato da qualche parte nello spazio.
E adesso viene improvvisamente a comandarmi nella mia vita, decidendo ciò che devo fare o meno. È inammissibile!
Dopo tutti questi anni, è riuscito a deludermi per l’ennesima volta.
Se continua così, sarò costretto a chiedere un trasferimento.
Peccato che se deciderò di farlo, il mio caro zietto subirà una grave perdita… non andrò da solo, porterò con me il mio fidanzato, ben presto marito. Il tenente Alex Freeman, medico soccorritore. L’unica vera ragione per la quale ho fatto domanda per l’Enterprise… solo ed esclusivamente per stargli costantemente vicino.
Ricordo perfettamente ogni singolo momento trascorso in sua compagnia, all’Accademia… è lì che ci siamo conosciuti. Eravamo compagni di studio… lui aiutava me in biologia aliena ed io lo ricambiavo dandogli una mano in tattica e diplomazia.
È stato così romantico… il nostro primo bacio, la nostra prima volta… non c’è mai stato nessun altro per nessuno dei due.
Nei momenti del bisogno era presente, sempre pronto a sistemare tutto e a sostenermi, rendendomi la vita più semplice anche con un solo sorriso, come nessuno aveva mai fatto in precedenza… è lui la mia famiglia.
Da quando sono salito sull’astronave, Alex fa di tutto per rimanermi accanto il più possibile, approfittando dei momenti liberi per riempirmi di attenzioni e recuperare tutto il tempo perduto durante la sua assenza.
Odio dover nascondere il nostro amore agli occhi degli altri dell’equipaggio, con i quali dobbiamo dimostrarci sempre seri e responsabili nello svolgimento delle nostre funzioni, non solo per noi stessi, ma anche per deviare i sospetti sulla nostra relazione.
Persino mio zio stesso, che si reputa un uomo attento e astuto, non si è ancora accorto di una simile evidenza.
Eppure, poco fa, abbiamo quasi rischiato di farci scoprire… Alex passa più tempo del dovuto a preoccuparsi per me, dimenticandosi quasi del fatto che vi sono casi ben più gravi della mia innocua ferita, causata da un ulteriore attacco da parte dei Klingon.
I miei pensieri vengono interrotti da un alternarsi di passi, a mio parere troppo leggeri e delicati per essere quelli del tenente Xon…
Il letto emette un lieve tonfo sotto il peso del mio amante che si sdraia lungo la mia schiena, facendo combaciare perfettamente ogni parte del suo corpo col mio, come i pezzi di un puzzle.

- Chi sono? - mi sussurra all’orecchio con voce suadente, chinandosi su di me e sfiorandomi il collo con il respiro.

- Mmh… il signor Sulu? -

- Ti piacerebbe! - ride, scostandosi giusto il necessario per permettermi di voltarmi sulla schiena ed accoglierlo nuovamente sul mio corpo.

- Ho saputo… mi dispiace… - mormora, continuando ad accarezzarmi la fronte con la punta delle dita, liberandomi dalle ciocche che la coprono. – …so quanto ci tenessi ad andare… - uno sguardo dispiaciuto gli attraversa il viso.

- Ci saranno altre occasioni… - gli sorrido ed infilandogli le dita fra i capelli, avvicino ulteriormente il mio volto al suo, annullando ogni minima distanza tra noi.

Mi avvolge con delicatezza tra le sue braccia e preme le sue labbra sulle mie, stringendomi le spalle in cerca di un maggiore contatto.

- Ah! – La ferita appena sopra il fianco, dovuta al bombardamento all’astronave, comincia a farsi risentire. – Occhio alla scottatura… -

- Ti fa ancora male?

Annuisco, storcendo le labbra, con una smorfia di dolore dipinta su di esse.

- Fammi vedere… -

Si alza di scatto, passandomi una mano dietro al collo per aiutarmi a mettermi seduto sul letto.

- Piano… -

Mi alzo leggermente la maglietta, quanto basta per mostrargli la ferita, ma lui me la sfila di dosso direttamente e con estrema delicatezza mi accarezza la zona ustionata, esaminandola con attenzione. Sento come una scossa elettrica in tutto il corpo, quando le sue dita fredde, vellutate, sfiorano quel punto sensibile, procurandomi un’ondata di piacere.

- Mmh… sarebbe potuta andare peggio… - afferma con fare professionale, senza staccare lo sguardo dalla mia parte scoperta.

- Come ‘sarebbe potuta andare peggio’? – È  evidente… l’idea di controllarmi per l’ennesima volta era solo una scusa. Rido solo al pensiero. – Volevi solamente liberarti della mia maglietta!

- E non solo… - mi sussurra, avvicinandosi notevolmente al mio viso, con un sorriso sensuale stampato sulle labbra in grado di mandarmi in visibilio.

- Tu riesci sempre a sistemare tutto… -

- Non sempre… almeno non stavolta… - Il repentino cambiamento di espressione mi fa capire che qualcosa lo turba. Abbassa lo sguardo, assumendo di colpo un atteggiamento serio.

- Che c’è? – gli chiedo, cercando i suoi occhi.

Attende un istante interminabile prima di rispondere.

- Hanno incluso me nella missione… -

- No!

- Sì… -

- Pensi che mio zio sappia di noi???

- Non vedo in che modo… -

- Deve essere così… - lo interrompo involontariamente. - ...magari pensa che io sia qui per prestare servizio sotto il suo comando… -

E di sicuro non poteva essere diversamente. Sarà venuto a conoscenza della nostra relazione, e adesso sta facendo di tutto per dividerci… per tenerci lontani l’uno dall’altro.

- Sono qui per te… solo per te… - riprendo, in assenza di una sua risposta, abbassando il volume della voce mentre noto un’espressione serena sul suo volto.

Non sopporto che il mio fidanzato debba andare in missione senza qualcuno che gli guardi le spalle… senza di me…
Mio zio me la pagherà…

- Ci sono… - mi preparo a pronunciare la fatidica domanda che nonostante gliel’abbia già chiesta una miriade di volte, riesce sempre a mettermi una certa trepidazione. – Mi vuoi sposare?

I suoi occhi si spalancano per la sorpresa, mi guarda attentamente senza emettere fiato, poi le sue labbra si piegano in un sorriso delizioso, irresistibile.

- Quante volte me lo chiederai? Ti ho già detto di sì… -

- No… qui, sull’Enterprise… chiederò a mio zio di sposarci… di’ di sì… -

Sembrano secondi interminabili quelli in attesa di una sua risposta, che in realtà conosco già.

- Naturalmente

Non riesco a trattenere la mia gioia. Mi sento l’essere più felice dell’intero Universo… finalmente sposerò la persona che amo e con cui desidero trascorrere il resto della mia vita.
Il matrimonio ci terrà uniti per sempre, ed io lo seguirò ovunque… niente e nessuno avrà il potere di dividerci, nemmeno il grande James T. Kirk!

- Lo conosci meglio di me. Cosa pensi che dirà?

Sorrido al pensiero. Sicuramente rimarrà scosso per il fatto di avergli tenuto nascosta una verità di tale importanza.

- Non lo conosco affatto… -

- Lo faremo appena sarai tornato dalla missione

Lo sento sospirare pesantemente. – Vorrei tanto non dover andare… - con la punta del naso traccia una linea dal mio collo fin sopra al mento, obbligandomi a stendermi sul letto.

- Voglio che tu ci vada… - mento. Sono costretto a farlo… non vorrei fargli pesare il fatto che debba andare da solo. - …devi essere eroico per entrambi ora… -

Mi guarda sorridente, mentre sensualmente, si sdraia su di me, il suo corpo lungo il mio, perfettamente combaciati. Mi era mancato quel genere di contatto…

- Ti ho già detto oggi, quanto ti amo, Peter Kirk?

I suoi occhi neri incrociano i miei, mi penetrano l’anima, accendono il desiderio dentro me. Lo accolgo tra le mie braccia, stringendolo maggiormente al petto.

- Ti amo anch’io, Alex Freeman-Kirk… -

Lo vedo avvicinarsi lentamente al mio viso e, sorridendo sulle mie labbra, prendiamo il ritmo dei nostri respiri, abbandonandoci all’istinto.
Sento il desiderio che mi attanaglia lo stomaco mentre, stretto al suo corpo, le mie mani percorrono decise la sua schiena dove, attraverso il tessuto, affondo le unghie.
Le nostre bocche si scontrano ripetutamente, in baci brevi ma passionali e la voglia che abbiamo l’uno dell’altro cresce smisuratamente, tanto da non accorgerci che, tra un gesto e l’altro, rotoliamo giù dal letto.
Non ha alcuna importanza… una banale caduta non riuscirà a fermarci.

 
 
 
  
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