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Autore: gateship    05/11/2013    2 recensioni
[SGA, Doppelganger, 4x04]. E se l'entità avesse preso possesso di Sam? Quale sarebbe stato il suo peggiore incubo?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jack O'Neill, John Sheppard, Samantha 'Sam' Carter
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Emh... secondo mia madre è un pochino forte! Diciamo che ci sono un pochino di morti... descritti lievemente (Dio, non pensavo che avrei mai scritto una cosa simile in tutta la mia vita!) Comunque: niente cose pesantissime però mamma consiglia cautela ;) Okay, ora la smetto e cominiciamo!:
 

Entrò nello chalet di Jack sentendo un odore dannatamente familiare, sangue, fiutò. Come oltrepassò la soglia udì una voce chiamare il suo nome: “Sammieeee, Sammieeee, ehi Carter vieni qui!” Si intrufolò dubbiosa nella stanza, le luci spente. Quando le accese si ritrovò davanti John. “Sammie, guardi lì?.” Samantha abbassò lo sguardo e ci volle un attimo per mettere a fuoco l'immagine: sangue rosso vivo inondava il pavimento. Al centro una figura: Daniel. Aveva un profondo taglio alla gola e mentre respirava affannosamente, come un tempo aveva forse fatto Ettore con Achille, sussurrò le sue ultime parole: “Potevi arrivare prima Samantha. Invece eccoti qui solo ora. Grazie mille.”

“Già, Danny ha ragione Sam. Potevi essere qui, ma eri ad Atlantide... Non eri qui per lui...” Sheppard scosse la testa. “L'hai abbandonato Samantha. Non si fa.” Sorrise nel vedere le lacrime delle donna.

“Piangi per così poco?!? Dai, vieni con me!” E senza aspettare ulteriormente la strattonò per un braccio la accompagnò verso il salotto.

Di solito lindo e pulito, il posto non era mai stato più lurido: polvere, fuliggine, sudiciume, sangue... persone: Teal'c, Cam, Vala, Hammond, Cassie, Landry... un colpo al cuore: Janet, di nuovo morta di fronte a lei. Al Jaffa era stata piantata una pallottola nel cranio, al militare erano stati tagliati i polsi. L'amica aliena era stata impiccata. Hammond strozzato con un filo d'acciaio. Cassie era probabilmente viva, seppur inconscia; era stata colpita al viso e aveva sicuramente il naso rotto. Landry era stato annegato in un secchio d'acqua. Janet presentava ematomi dappertutto e, anche se in fin di vita,parlò: “Hai lasciato che mi uccidessero Sam. Di nuovo. Non so perché ti sono stata amica...” Carter singhiozzava apertamente, il viso nascosto tra me mani.

“ Oh Sam, non dire che ti dispiace! Avresti potuto evitarlo se ti fossi ricordata di loro... dei tuoi amici.” Sam chiuse gli occhi cercando di riprendere fiato, ma prima che potesse fare qualcosa fu portata nella stanza da letto del Generale O'Neill. Jack sdraiato sul materasso, con gli occhi chiusi.

“Oh... è ancora vivo sai? Vivo, ancora per poco... Se tu gli avessi voluto bene saresti rimasta, invece sei partita. Come si di lui non ti importasse, vero? E infatti non ti importa, no? Tu hai scelto Pete, poi hai scelto Atlantide. Lui era la ruota tua di scorta? La tua seconda scelta? Non ti è mai importato qualcosa di lui, non davvero.” Disse John sorridendo apertamente. Sparò a Jack nello stomaco. “NO!”

“Oh, scusami.” Disse con voce strascicante. “Pensavo non ti dispiacesse se lo uccido.”

Fu interrotto dalla voce tramante di Jack. “Ti ho amata Carter, sempre. Perché mi hai lasciato?” Sheppard caricò la pistola è la puntò dritta al cuore.

 

 

“SAM! SAM SVEGLIATI!!” Una mano l'afferrò e il terrore si impadronì nuovamente di lei. John.

“Sam era soltanto un incubo, va tutto bene, tutto bene.” Una voce diversa parlò, una voce femminile, tra la nebbia che avvolgeva la sua mente riuscì a riconoscere Jennifer. Si costrinse ad aprire gli occhi e vide di nuovo Sheppard. Strinse forte il braccio di Keller.

“Sam, ti senti bene?” Samantha scosse la testa, non fidandosi della voce. Era soltanto un sogno, lo sapeva, ma era sembrato così reale...

“Ehi, ora va tutto bene. Non era niente, non era vero.” Jennifer, capendo la situazione, fece allontanare John, l'ultima cosa che serviva all'amica in quel momento era vedere il protagonista del suo incubo. Si sedette sul letto e cercò di calmarla come meglio poteva.Di solito, ciò che ronzava nella mente di un militare era molto diverso da essere inghiottiti da una balena gigante o vedere cose uscire dallo stomaco della gente. Sam si rifugiò nelle sue braccia, piangendo. Non doveva farlo, era il suo capo, ma quel sogno era stato così vero, così vivo...

“Stai meglio ora?” Ad un cenno affermativo Jennifer si distanziò da Sam. “Ti va di parlarne?”

“Non proprio, no.” Si sfregò gli occhi.

“Vuoi un sonnifero, o un sedativo? Dubito che senza riuscirai ad addormentarti.”

“No, grazie. Credo che andrò direttamente in ufficio.”

“Non credo sia il caso. Questa entità aliena ci sta andando pesante. Credo dovresti parlarne con Kate.” Sam annuì.

“Forse, dopo.”

“Okay, beh... io e John stavamo passando di qui e ti abbiamo sentito gridare, così siamo entrati.”

“Grazie.”

“Figurati, se hai bisogno di parlarne chiedi pure, d'accordo?” Disse dirigendosi verso la porta.

“Già.” Salutò con un falso sorriso.

Rimasta sola Sam si guardò intorno spaesata, mentre le lacrime cominciavano di nuovo a rigarle le guance. Senza neanche essersi messa l'uniforme si diresse verso il suo ufficio, pregando di non incontrare nessuno, Arrivata prese le foto dei suoi amici e compagni, per ricordarsi che erano tutti ancora lì, con lei.

 

  
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