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Autore: _Elthanin_Riddle_    05/11/2013    4 recensioni
|CatoxKatniss|Lievemente Fluff|
Cato ha imparato sin da bambino a non esporsi per gli altri.
L’ha imparato a quattro anni, quando ha visto il padre difendere il fratello da alcuni Pacificatori. Poco dopo erano morti entrambi.
[...]
Cato aveva anche imparato che l’amore rende folli.
E aveva giurato di non innamorarsi mai.
E c’era riuscito, fino a quel giorno.
Aveva ignorato le ragazze del suo Distretto, ma di certo non era preparato a lei.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Lo so, lo so, è una cosa folle. Ma Follia è il mio secondo nome!
Cato muore lo stesso, mi dispiace per chi sperasse il contrario.
Genere: Avventura, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Cato, Katniss Everdeen
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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He's going to die for those eyes.


Cato ha imparato sin da  bambino a non esporsi per gli altri.
 L’ha imparato a quattro anni, quando ha visto il padre difendere il fratello da alcuni Pacificatori. Poco dopo erano morti entrambi.
 Non era semplice esser cresciuti da una madre che voleva solo vendetta, che la bramava, e non era neanche semplice vivere in visione dei Giochi.
Cato aveva anche imparato che l’amore rende folli.
 E aveva giurato di non innamorarsi mai.
 E c’era riuscito, fino a quel giorno.
 Aveva ignorato le ragazze del suo Distretto, ma di certo non era preparato a lei.

 

Ora Cato non è più un bambino, sta per giocare i suoi Hunger Games, vincerà e non dovrà mai più chinare la testa davanti ai Pacificatori, saranno loro a piegarla davanti a lui.
 Gira a largo dalla sua compagna di Distretto, Clove, che parla solo di coltelli e morte, evita Enobaria, che lo fa sentire spaventato con quei suoi denti da squalo. Si chiede perché tutte quelle del suo Distretto sembrano psicopatiche, senza esclusione di colpi.
 “Venite a vedere i vostri nemici.”, li chiama Brutus, dal vano con la Televisione.
  Cato registra solo un paio di volti, prima del Distretto 12. il tizio dell’11, ad esempio, che è enorme. E non fa a meno di notare che l’altro favorito, Marvel, sembra un idiota.
 La Mietitura inizia anche nel 12, Enobaria e Brutus ridono quando Haymitch, il Mentore di quel Distretto, cade. Cato rimane impassibile.
 Viene pescata una ragazzina minuscola, di 12 anni. La Fortuna non è stata a suo favore.
 Cato neanche la nota, la classifica come Morta nel Bagno di Sangue.
 Poi dalla Tv proviene un urlo:
-Mi offro Volontaria! Mi offro Volontaria come Tributo!-, è una ragazza.
 Cato è basito: sa che il 12 è il distretto messo peggio, quello dove alcuni potrebbero venderti per del pane ammuffito.
 Vacillano tutte le sue certezze, mentre tenta di vedere la ragazza in faccia.
 Lo fa e si perde.
 I suoi occhi sono fuoco puro, sono rabbia e determinazione.
 E capisce che morirà, che morirà per quegli occhi.

 

Lo staff gli becchetta attorno, rifinendo qualcosa qui e lì.
Cato, irritato, vuole vederla.
Ha passato il tempo a ricordare quegli occhi, quel volto, quella ragazza, a ripetere il suo nome, ad assaporarlo.
 Katniss. Come l’erba saetta.
 Quando la vede, bellissima, deve trattenersi dal correrle incontro, così sale sul carro di malavoglia.
 I sorrisi che fa non sono per i Capitolini, sono per lei.
 E quando lei compare sui maxischermi, in fiamme, maledice lo stilista che l’ha conciata così, perché, ora, tutti possono vederla come la vede lui, tutti possono vedere quegli occhi come li vede lui. E poi quel Peeta la prende per mano.
 E Cato non capisce più nulla. Dovrebbe essere lui a prenderla per mano, lui, lui e solo lui.
 Enobaria parla di nuovo, ma Cato non capisce quando ha iniziato.
 Quando è sceso dal carro, quando è tornato al coperto?
 Non lo sa. Sa solo che deve uccidere quel Peeta.
 La cerca di nuovo, e lei lo nota, lo guarda negli occhi.
 Cato vorrebbe andarle vicino, salutarla, parlarci, dirle che gli piace. Ma resta fermo, mentre lei va via.
 Cammina con Clove, conosce Marvel e Glimmer [O Lux NdA], ci parla, ma pensa ancora a lei.

 

Lei evita le armi, ma Cato sa che in qualcosa deve esser brava.
 Non può sopravvivere solo con le piante commestibili, le trappole e i nodi.
 Vuole insegnarle a usare la spada, la vuole al suo tavolo, la vuole come Alleata.
 E invece deve averla di spalle, che ride con uno che non la merita e non la meriterà mai.
 Si chiede ancora in cosa è brava, oltre che a rubare cuori.
 Katniss.
 Una con il suo nome deve saper usare l’arco.
 È un po’ come Cupido, la sua Katniss.
 “Cato?”, lo chiama Glimmer.
 Deve trattenersi dall’urlare.
 Mantiene la sua maschera di arroganza e freddezza. Si sente male, vorrebbe starle vicino.
 E gli viene da ridere.
 Lui, che non voleva mai innamorarsi, ha perso la testa per una ragazza che molto probabilmente progetta di ucciderlo.

 

 È contento del suo dieci, contentissimo, ma non sopporta che Clove abbia avuto il suo stesso voto.
 Brandisce un coltello da marmellata e disegna per aria tagli e lesioni varie. Cato ha capito che è una completa spostata.
-E per Katniss Everdeen… undici!-, dice la Tv, prima di venir spenta.
 Enobaria urla, chiede come mai una come lei ha avuto un voto così alto.
 Cato internamente ne è felice. Sapeva che era brava in qualcosa.
 E si è rivelata essere la più brava.

 

Cato l’ascolta parlare, la vede eseguire qualche piroetta, gli piace sempre di più.
 Quando lei torna a sedere, Cato cerca di incrociare il suo sguardo. Non ci riesce.
 Il ragazzo, Peeta, inizia a parlare.
“Non ci credo, un ragazzo carino come te…!”, dice Caesar, ammiccando.

 Cato vorrebbe ridere: carino? Lui?
 Quando Peeta esclama ‘È venuta qui con me’, Cato cerca il suo volto, per vedere se per lei è altrettanto.
 La ragazza ha le guancie rosse, non alza lo sguardo.
 Cato vorrebbe strozzare Peeta e Caesar.
Vorrebbe buttare la poltrona all’aria e saltare addosso a qualcuno. Ma rimane buono. Ci sarà tempo.

 

Ha preso Peeta con se, così sa che le sta lontano e che la incontreranno.
 Per i due Sfortunati Amanti del Distretto 12 è difficile stare separati.
La vede, con i pantaloni che fumano, e inizia a seguirla. Vuole spiegarle che lui non è cattivo, ma gli altri lo seguono e non può. La blocca sull’albero, ma cerca una via di fuga, affinché lei possa fuggire tranquillamente. Non ce ne sono.
 E Cato si maledice, per la seicentesima volta, perché non può salvarla.
 Viene svegliato da un morso. Due. Dieci.
 Corre, ma sorride tra se: sapeva che lei avrebbe provato a ucciderlo ed è felice di sapere che non è morta, al contrario di Glimmer.
 Ogni volta che un cannone spara rabbrividisce, di notte scruta il cielo, famelico. Sa che è alleata della piccola dell’11 e si crogiola nella felicità, perché non è sola, dopotutto. Poi lei uccide Marvel. E Cato capisce che sono alla fine. Hanno i minuti contati.
 Poi arriva l’annuncio. E Cato vuole piangere.

Thresh ha ucciso Clove, ma Clove voleva farle del male. Va bene così.
 A Cato dispiace che non sia riuscito a salvarla lui, ma basta che sia viva. Va a cercare Thresh e spera di morire e di portarlo all’Inferno con se. Poi esita. Lei non deve tornare con Peeta a casa. Non deve.

 

Come c’è finito, lui, sulla Cornucopia?
 Non lo sa. Voleva evitare lo scontro.
 Ora è di fronte a lei e tiene Peeta per il collo.
“Tanto io sono morto comunque!”, urla.
 Ed è vero. Vede negli occhi di lei la stessa rabbia repressa, mista a esitazione, questa volta.
 Cato cerca di dirle che la ama, vuole farle capire che è meglio che lei torni a casa da sola, che Peeta non deve tornare, ci prova con una sola occhiata.
 Perché Cato è nipote di un Vincitore e sa cosa succede, quando si va contro la Capitale.
 E sa che lei ci andrà, per colpa di Peeta. È quasi tentato di buttarsi giù da solo, senza aspettare una sua freccia, ma vuole godere la sua vista ogni istante.
 Poi Peeta gli tocca la mano. E Cato cade.

 

Le bestie mordono e dilaniano con sadica lentezza, e Cato urla.
 Aveva giurato di non innamorarsi, aveva giurato di vincere, aveva giurato di fare tante cose.
 E lei ha cancellato tutto.
 Ne è felice, però. Così potrà vantarsi con i demoni dell’Inferno di aver conosciuto il Paradiso*.
 Ad occhi chiusi ricorda tutti gli istanti felici della sua vita, e scopre che lei predomina su tutto.
 Anche quando gli ha puntato una freccia contro Cato è stato felice. Dopotutto, aveva ragione lui.
 E quando vede la sua testa capisce che la fine è davvero vicina. Lei lo ama, non lo fa soffrire più.
 Lei lo ama, dopotutto.
“Ti amo”, urla Cato, ma lei non distingue le parole, mentre scocca la freccia.
 Ma a Cato basta averle dette.



…E capisce che morirà, che morirà per quegli occhi…

 

*Shakespeare 

*Angolo di Elthanin*
D vo dire un paio di cose:
a) dovreste ringraziare la mia amichetta Chiara, se vi è piaciuta. Me l'ha commissionata lei. Se non vi è piaciuta la colpa è solo mia.
b) Non ho messo l'OOC per Cato perché ciò che ho scritto potrebbe essere vero, poiché non conosciamo né conosceremo mai la sua versione.
c)Grazie per aver letto.

Baci,
Elthanin
  
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