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Autore: Magica Emy    05/11/2013    1 recensioni
Già, il mio Cri Cri adorato odia i cambiamenti, lo hanno sempre spaventato un po’, e poi…si, devo ammetterlo, adoro quella sua aria da cucciolo smarrito mentre si aggira per casa chiedendosi cosa abbia fatto di male per meritarsi tutto questo…il solito esagerato. Ma che posso farci? È fatto così, ed è anche per questo che sono pazza di lui...
Seguito di "Une nouvelle vie"
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Insomma, volete sbrigarvi voi due? Quante volte devo ancora ripetervi che ho urgente bisogno di entrare?
Lo sento esclamare per l’ennesima volta pichiando le nocche contro la porta, con forza, facendomi sussultare mentre Laly vicino a me impreca sottovoce, palesemente scocciata dall’evidente impazienza che sta dimostrando Christian e decisa più che mai a continuare a ignorarlo, forse nella segreta speranza che si decida finalmente ad arrendersi e lasciarla in pace una volta per tutte. Ma lui non ha alcuna intenzione di mollare, e me ne rendo conto ancora una volta mentre lo sento continuare a lamentarsi senza sosta e la sua voce, già attutita dalla porta chiusa che ci separa viene ben presto coperta da quella di Laly, che costringendomi a voltarmi verso di lei cattura tutta la mia attenzione.
- Perché ancora non si vede niente?
Esclama con voce lamentosa, sbuffando più volte e saltellando da un piede all’altro in un goffo tentativo di smaltire almeno un po’ di tensione, cosa che, a quanto pare, non sembra riuscirle molto bene.
- Manca ancora qualche minuto Laly, cerca di mantenere la calma – dico gentilmente, posandole una mano sul braccio – tra poco sapremo la verità, così potrai finalmente rasserenarti.
Mi fissa a bocca aperta, gli occhi sgranati per la sorpresa.
- Rasserenarmi? Perché sei così sicura che andrà tutto bene e che quel maledetto test di gravidanza non rivelerà invece che sono incinta?
Ribatte con voce stridula, indicandolo da lontano con una smorfia spaventata, quasi avesse paura di avvicinarsi di più per controllarne il risultato. Sospiro, rassegnata, e sono quasi sul punto di risponderle ma sento che Christian è più veloce di me.
- Perché sarà negativo – dice infatti, dando un altro colpetto sulla porta – come tutte le volte. Ormai porti avanti questa patetica sceneggiata ogni volta che ti accorgi di avere un ritardo! Quello che non capisco è perché tu debba per forza farlo qui, chiusa nel mio bagno e prendendo in ostaggio mia moglie! Cos’è, non hai più una casa forse?
Vedo Laly attraversare il bagno con passo militaresco, come fosse sul piede di guerra prima di abbassare la maniglia e cacciare fuori la testa, solo per replicare con rabbia: - Si può sapere di che ti impicci, tu? Ti abbiamo forse interpellato? No, non mi risulta, perciò fatti gli affari tuoi!
- Questi sono affari miei, mia cara, e se tu e quell’idiota di suo fratello foste un po’ più responsabili e attenti a quello che fate, forse io non sarei costretto a sorbirmi questa fastidiosa manfrìna praticamente tutti i mesi! Avete mai sentito parlare di un aggeggio chiamato preservativo? Forse se ogni tanto vi decideste a usarlo…
- Christian, per favore – mi intrometto, spingendo dentro la mia amica e richiudendo la porta a chiave con un movimento fulmineo – risparmiaci pure i tuoi consigli di educazione sessuale, sono assolutamente fuori luogo in questo momento!
Mi scompiglio i capelli, frustrata. Accidenti, tutte le volte la stessa storia! Il fatto è che da quando mio fratello Roy ha deciso di trasferirsi definitivamente a Love Island, vivendo peraltro a casa nostra ( cosa che puntualmente diventa motivo di discussione tra lui e Christian) e intrecciando una turbolenta relazione con Laly le cose si sono un tantino complicate per tutti noi, testimoni muti ( Christian a parte, ovviamente, che non fa che lamentarsi e borbottare di continuo!) delle loro liti furiose e dei loro malumori, che a volte finiscono per contagiarci inevitabilmente. E poi Laly e i suoi test di gravidanza, che ha sempre paura di fare da sola e che di solito si concludono con una bella risata da parte di tutti e un sospiro di sollievo per il pericolo scampato. Lancio un’occhiata al test appoggiato in bilico sul lavandino, controllando l’orologio per la quarta volta in cinque minuti e cercando di ignorare le continue proteste del mio adorato maritino che non fa che imprecare furiosamente, minacciando di buttare giù la porta se non lo lasciamo entrare immediatamente.
- Devo andare al bagno, dannazione! Non potreste controllarlo qui fuori questo fottutissimo test?
- Amore, un po’ di pazienza – cerco di rabbonirlo – ancora un minuto e poi sarà tutto finito. Queste sono faccende da donne, lo sai, e la questione è piuttosto delicata. E poi mi sembra di ricordare che in questa casa ci sia almeno un altro bagno, perciò perché non vai lì se ne hai tanto bisogno e la fai finita una volta per tutte?
- Lo farei volentieri – ribatte, alzando di nuovo la voce – se Grace non fosse chiusa là dentro da almeno mezz’ora cercando di acconciarsi i capelli con quelle stupide pinze colorate, come ha visto fare alle modelle in tv!
Ridacchio divertita, ricordandomi solo allora di quell’altro tasto dolente di cui non si dovrebbe nemmeno fare menzione: sua figlia. Già, la sua adorata bambina che ha già quasi tredici anni e che da un po’ di tempo sembra essere diventata assolutamente ingestibile nella sua voglia di crescita e di nuova libertà…bè, almeno per lui. Si, so qual è il problema, non accetta il fatto che Grace stia crescendo così in fretta sotto i suoi occhi e che, soprattutto, da un po’ di tempo preferisca non confidarsi più con lui. Questo improvviso cambiamento lo ha colto alla sprovvista, turbandolo non poco, nonostante io stessa abbia cercato di fargli capire che è perfettamente normale in una ragazzina di quell’età, che lentamente si sta avviando verso il difficile mondo dell’adolescenza e che il fatto che preferisca tacergli alcune cose non significhi necessariamente che gli voglia meno bene. Ma il mio Cri Cri adorato odia i cambiamenti, lo hanno sempre spaventato un po’, e poi…si, devo ammetterlo, adoro quella sua aria da cucciolo smarrito mentre si aggira per casa chiedendosi cosa abbia fatto di male per meritarsi tutto questo…il solito esagerato. Ma che posso farci? È fatto così, ed è anche per questo che sono pazza di lui.
- Avanti, controllalo!
La voce della mia amica, che adesso mi guarda con una certa apprensione si insinua d’un tratto nei miei pensieri, facendomi sussultare mentre mi avvicino lentamente al lavandino.
- Santo cielo, è ridicolo! Perché non può farlo da sola?
Sta dicendo intanto Christian, e di nuovo mi sforzo di non lasciarmi distrarre da lui e dalle sue continue lamentele, preferendo invece ignorarlo e sgranando gli occhi all’improvviso, esterrefatta quando mi accorgo che il risultato del test è proprio qui, davanti a me, chiaro come il sole. Bene, ci siamo, e credo proprio che Laly farebbe bene a sedersi a questo punto.
- Allora? È negativo, vero?
Non fa che chiedermi, chiaramente sulle spine mentre aspetta con trepidazione che le dia la risposta che vuole sentire. Ma…io non posso, non stavolta.
- Ma certo che è negativo! Avanti, diglielo Johanna, così la finiamo una volta per tutte con questa pagliacciata!
Esclama Christian, che ancora appiccicato alla porta non ha smesso un attimo di bussare, e che adesso sta seriamente cominciando a gravare sul mio sistema nervoso. Accidenti, non ho il tempo di riflettere, non ho nemmeno il tempo di prepararla a una notizia del genere…cavolo, perché è toccato a me? Non poteva esserci Hèlene al mio posto, in questo momento? Lei sa sempre cosa fare, e sono sicura che saprebbe benissimo come comportarsi in una situazione così…ok, ora basta. Devo dirglielo, adesso.
- Ecco, è… - comincio esitante – è…
- È…cosa? Vuoi deciderti a parlare, porca miseria?
Esclama spazientita, e prima ancora che possa rendermene conto si avvicina e mi strappa di mano il test, fissandolo a lungo con gli occhi sgranati prima che le ginocchia le cedano per la tensione. Ma è solo un attimo perché poi corre subito verso la porta, aprendola con gesti furiosi e precipitandosi fuori prima di lasciarsi cadere sulla poltrona del salotto, l’aria affranta, riuscendo solo per un pelo a schivare Christian che invece si lancia verso il bagno alla velocità di un proiettile, affrettandosi a chiudersi dentro e borbottando tra sé strani epiteti soffocati che faccio fatica a comprendere.
- Oh mio Dio…oh mio Dio…è positivo! Questo significa che…
- Che aspetti un bambino, si.
Finisco la frase per lei, avvicinandomi lentamente e sedendomi sul bracciolo della poltrona, vicino a lei, sospirando profondamente mentre cerco le parole giuste da usare per aiutarla ad affrontare questa cosa che, detto in tutta sincerità, nessuno di noi si aspettava.
- Non posso essere incinta, non posso esserlo…non sono pronta per fare la madre, non lo voglio nemmeno questo bambino…
Continua a ripetere con gli occhi sgranati, come in stato di trance finchè la vedo prendersi la testa fra le mani, lasciandosi andare a un singhiozzo disperato mentre cerco di consolarla accarezzandole i capelli.
- Coraggio, su, non fare così. So che per te è una situazione nuova, ma…
- Non dirmi che stai per farlo Johanna, ti prego. Non raccontarmi di quanto sia bello mettere al mondo un figlio, di come riesca a cambiarti la vita e altre sciocchezze simili, perché in questo momento non credo che riuscirei a sopportarlo. Dio, mi scoppia la testa…ho bisogno di stendermi.
Dice, poi si rialza in piedi all’improvviso e si avvia verso la porta, come un automa, e capisco che parlarle adesso sarebbe inutile. È troppo sconvolta in questo momento, sarà meglio che le permetta di andare a casa sua e rimanere un po’ da sola. Credo che ne abbia bisogno. La osservo così avviarsi lentamente verso la spiaggia e solo allora mi accorgo della presenza di Christian, che improvvisamente vicino a me mi cinge la vita con entrambe le braccia, attirandomi a sé con decisione prima di posarmi un piccolo bacio sulle labbra.
- Hai sentito?
Gli sussurro, affondando la testa nell’incavo della sua spalla e stringendomi forte a lui.
- Già – risponde – e spaccherei volentieri la faccia a quell’idiota di tuo fratello.
Scuoto la testa, posandogli le mani sul petto e guardandolo negli occhi, affranta.
- Non credo che dovremmo immischiarci in questa storia – dico – a meno che non sia strettamente necessario, perciò…limitati a portare i bambini a scuola per adesso. Mi raccomando, sveglia Logan tra mezz’ora e di’ a Grace di sbrigarsi in fretta se non vuole arrivare in ritardo.
Sospira, e le sue mani scivolano ad accarezzarmi i fianchi attraverso la stoffa sottile della mia maglietta, facendomi rabbrividire di piacere.
- Dunque, vediamo se la mia memoria funziona bene…alle due prendo Logan dall’asilo e lo porto con me al lavoro, e alle sei vado a prendere Grace al corso di musica.
- Esatto – dico sorridendo – bravo, ti ricordi tutto. Ora è meglio che vada però, a quanto pare tocca a me aprire l’ufficio questa mattina. Non credo che Laly si presenterà considerando…la situazione, perciò immagino che avrò un mucchio di lavoro da sbrigare.
E faccio per sciogliermi dal suo abbraccio ma lui, pronto mi stringe ancora più forte, cogliendomi di sorpresa e pilotandomi dolcemente verso la parete di fronte per bloccarmi poi con il proprio corpo, senza mai staccare gli occhi dai miei.
- Dove credi di andare senza prima avermi salutato a dovere?
Mi sussurra, e prima ancora che possa rispondere cattura le mie labbra in un bacio appassionato che mi lascia senza respiro, mentre affondo le dita tra i suoi capelli per attirarlo più vicino.
- Ecco, adesso va decisamente meglio.
Mormora quando ci stacchiamo, accarezzandomi il viso con infinita dolcezza e facendomi sorridere.
- Ti amo. A stasera.
Dico, posandogli un casto bacio sulle labbra prima di sciogliermi definitivamente dal suo abbraccio e correre via, affrettandomi a raggiungere l’uscita e cercando disperatamente di resistere alla tentazione improvvisa di tornare da lui, per spingerlo su quel divano e continuare a baciarlo indisturbata per le prossime due ore. No, per l’intera giornata. Meglio, per sempre…
   
 
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