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Autore: PrinzexKikka    20/04/2008    4 recensioni
prendete due (povere) studentesse universitarie, un batterista totalmente pazzo per lo shopping, un cantante alcolizzato, un bassista gay, un altro canatante totalmente imbranato agli appuntamenti, una altro bassista sano di mente(e con il carattere di uno spartano)e un altro batterista con la "pancetta budinosa"... mettete il tutto dentro una casa a Modena e chiudete tutto con 1 abbondante dose di sclero xD rating arancione per via degli sviluppi un po *hot* e per il linguaggio esplicituccio... beh...enjoy it!
Genere: Romantico, Malinconico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Muse, Nuovo personaggio, Placebo
Note: OOC, Lemon, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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n.b la storia non è scritta per scopo di lucro, ma pre puro piacere personale, i Muse e i Placebo non mi appartengono (ç________ç) e i commenti sono pen accetti (tranne quelli negativi u.u) per il resto leggete ed enjoy it!

Strana (parecchio!!) convivenza …

Tra 2 ragazze, i Muse e i Placebo (immaginatevi quanti scleri!!)

 

Capitolo 1 (parla Federica[ovvero: la Maledizione dei Ragazzi Nudi])

 

-MEMEEEEEE!!!!! Forza che è tardi!!!!!!

Urlai con tutta la voce che avevo in corpo per svegliare Marianna, la mia coinquilina modenese (anche se in realtà io sto da lei). Aveva l’esame di guida e la ‘ stunata ’ aveva, come sempre, passato la notte a disegni. Mi guardai allo specchio, rinunciando per un attimo a svegliare Sua Maestà Sono Brava A Disegnare Il Bells e cercando di sistemare le bretelle rosse sulla camicetta azzurra comprata ieri perfettamente intonata ai pantaloni bianchi. Lancio uno sguardo al mio riflesso, soddisfatta. Dio, quanto adoro questo abbigliamento!!! Però un ombra riflessa dietro l’angolo delle scale mi fece smettere di fantasticare.

- Ben svegliata, mia cara Quasi Neopatentata. – dissi lanciando uno sguardo alla ragazza sopra la rampa di scale della casa. Come sempre, indossava quella giacchetta bianca a righe nere con un paio di jeans neri a sigaretta. Le converse argentate, ormai rovinate dal tempo, erano presenti. Spostai lo sguardo sull’orologio.

- Andiamo? – le indicai la porta, impaziente. Dopo avevo inglese e, sinceramente, non mi andava di perdere tempo con il nervosismo, e lo sguardo di Marianna la diceva lunga.    – Tranquilla, te la caverai benissimo, è una cazzata, non … -

- Lo so … lo so … non me lo ripetere, per favore … - mi interruppe lei mentre salivamo sulla mia (so guidareeeeeeee!!!!! Nbfe  see, sogna bella Nb me) macchina e, d’istinto, accesi subito il lettore CD che fece sentire immediatamente New Born dei Muse al massimo volume. E io non seppi resistere: dovevo CAN-TAR-LAAAAAA!!!!!!

Neanche ebbi il tempo di iniziare che Marianna mi tappò la bocca con una pezza gialla.

Gialla?!? Oddio!!!!!!! Io odio il giallo!! La sputai alla velocità della luce.

- MEMEEEEEEEEEEEEEEE!!!! Io odio il giallo, lo sai, e te che fai? Mi tappi la bocca con la pezza gialla!!! Mettiamo in chiaro una cosa: io l’esame nun te lo faccio fare se continui così!!!

- Non l’ho fatto apposta!! Era la prima cosa che avevo tra le mani!!! E poi tu lo sai, io la song me la devo sentire in silenzio sennò non imparerò mai a suonare la batteria    come …

- Sisisisisisisi … ci siamo capite, cara, e io canto per imitare lui. Sai, ancora la brutta figura della sottoscritta che imitava il Molko sulla cattedra l’ultimo giorno di scuola non l’ho dimenticata … - soffocai una risata.

- Beh, non resta che sperare che il dio Molko sia con me, e con te, per evitare la tua eventuale fuga dal mio esame – sghignazzò lei. Ma suscitò in me solo un maggiore desiderio di tornare alla mia fatidica lezione d’inglese.

Arrivate alla scuola guida (che poi era grande quanto la pista di Imola), mi sistemai sugli spalti, da brava ragazza che sono (si, la brava ragazza che architetta la fuga dal mio esame U.U nb me) incrociando le dita per l’amica e non tralasciando smorfie di dolore quando era strettamente necessario.

Dopo due ore, la rividi spuntare dall’auto con un sorriso stile Ho Appena Ingerito Quei Funghetti Malefici e mi corse incontro tutta contenta.

- YEEEEEE!!!! Sono passata!!!!- mi urlò nell’orecchio destro. Credo fermamente di averne perso la sensibilità per una settimana buona.

- Sono contenta, ma ora andiamo a casa.

Marianna mi guardò male.

- Non dovevi andare a fare inglese te? -

- E come ci andavo, volando? Non ci sono andata perché quando era iniziata la lezione tu eri ancora bloccata all’inversione a U, e perciò mi toccherà fare la giustificazione alla prof. Cancemi, come se lei già non mi odiasse con tutta se stessa.

Dopo una buona ora passata a fare shopping, decisi di farle guidare per il tragitto di ritorno la mia Fiat Uno, giusto per vedere come guidava e anche perché sennò lei dava di matto di nuovo, e io ci tengo ancora alla mia sanità mentale.

Arrivammo a casa con l’auto miracolosamente tutta intera e entrambe le mani piene di borse con tutte le marche di abbigliamento esistenti nel mondo del market.

- Devo posare queste, - dissi alzando, come potevo le borsette. Ma come potevo fare a meno di quelle magliette della Emily The Strange? Non credo proprio!!!– Sto salendo, ok? -

- Aspetta, sono dietro di te!

Trafficai un pochino con le chiavi – non le trovavo nelle tasche, ed erano nella borsa – e dopo 3 lunghissimi minuti di giramenti di serrature varie riuscii ad aprire la porta della stanza.

NON LO AVESSI MAI FATTO!!!!!! Forse neanche mi sono accorta di aver mangiato quei funghetti? No, perché forse li vedo solo io, nonostante in camera mia ci fosse solo la luce soffusa proveniente dalla finestra.

- Ossantissimo…

- Che succ… - anche Marianna restò imbambolata alla visione di quello che c’era dentro la stanza.

Può essere che tutte a me succedono?

Beh, di sicuro nessuno sano di mente si ritroverebbe nella propria stanza 3, e ripeto 3 ragazzi, completamente belli come madre natura li ha fatti, sul pavimento, e soprattutto notai con chiarezza (ma che ho?!?!?!?nbfe i funghetti, fede, i funghetti nb me) che quello al centro aveva i capelli blu.(ok, io sto male e non lo so -___-‘’nbfe eheh ^-^’’nb me)

-  Meme, li vedi pure tu, vero? – le domandai. Avevo la voce ormai ridotta ad un filo di lamento isterico.

-  Si … vedo anche io 3 uomini nudi dentro la tua stanza, e sinceramente ho paura di quello che sta succedendo.

La guardai per un attimo, per poi risposare lo sguardo verso i ragazzi. E per mia fortuna dormivano tutti e tre come angioletti.

-  Io direi di uscire piano piano, e di controllare se in camera tua è successa qualche stramberia sennò chiameremo un esorcista: sento che sono io che faccio succedere queste cose, altro che funghetti malefici!!!

Meme mi diede una pacca sulla spalla, mentre indietreggiammo lentamente verso la porta.

-  Dai su, esistono gente che di esorcismi veri e propri ne hanno veramente bisogno, come tuo fratello, non credo che ti servirà a qualcosa farti esorcizzare.

Arrivammo in camera sua – sempre al 2° piano – e, con fare insicuro, la Meme infilò la testa dentro la camera e notò con sommo orrore che anche lei si era beccata in qualche maniera la Maledizione Dei 3 Ragazzi Nudi.

- Dio santissimo!!!!!!!!! – urlò Meme

- Che c’è? – dissi ormai rassegnata al destino di essere esorcizzata – la tua stanza è linda come l’hai lasciata? -

Meme sogghignò.

- Al contrario, anche in camera mia ci sono 3 bei ragassuoli sul pavimento… almeno penso siano tutti e 3 maschi perché a me questo qui – indicò il ragazzo alla sinistra – sinceramente pare una femmina!

Decisi di entrare pure io. Ormai la situazione non poteva che peggiorare.

Lo osservai attentamente. Sorrisi e mi voltai verso la mia cara amica.

- Anche a me questo lascia seri dubbi … - dissi

 - … femmina a chi?

Ci voltammo lentamente, stile “chi cazzo ha parlato?”, verso i 3 ragazzi e notammo che quello che Meme mi aveva indicato prima – il mezzo-donna - era sveglio, seduto a gambe incrociate, che ci studiava con lo sguardo.

- Allora? – continuò impassibile – Chi sarebbe la femmina? –

Avvampai di colpo. Caspita, la prossima volta mi devo censurare quando parlo!!

- Io! Stavamo discutendo sulle parti di uno spettacolo teatrale che l’università ci sta facendo fare, - disse Meme imbarazzata. - ed io ho avuto la parte femminile mentre lei – mi indica – deve fare la suggeritrice. -

- Già, destino ingrato … sarò la suggeritrice di questa primadonna … Hey!!

Per tutta risposta, ricevetti uno schiaffo sulla nuca da parte di quest’ultima, evidentemente non aveva apprezzato il sottile umorismo della mia frase.

- Scherzavo, scherzavo! - dissi

- E meno male, sennò potevi dire addio a quel CD della malora.

- NO!!! Tutti ma Black Market Music no!!

Stranamente, il ragazzo sembrò interessato  alla strana conversazione che stavamo facendo.

- Ti piace quel CD? – mi domandò il ragazzo incuriosito.

Lo guardai, un tantino scioccata.

- Si – dissi – è il mio disco preferito dei Placebo, ed è uno dei più belli dopo Without You I’m Nothing. -

Gli brillarono gli occhi, come se avesse visto un miracolo.

- Modestamente, BMM  e WYIM sono i lavori più ben riusciti in tutta la carriera della mia band, anche se reputo un ulteriore passo da gigante fatto con il nuovo album, che nell’insieme soddisfa me e il pubblico. Il mio motto: chissenefrega della critica, la musica che fai deve piacere a te e a chi la ascolta, giusto?

- Esatto, proprio come la penso io …

Però, osservandolo bene, mi assomiglia troppo a qualcuno. Lo osservai per un attimo, notai quei capelli nero corvo, il fisico magro e pallido, e poi quegli occhi verdi mi diedero lo schiaffo finale.

- Aspetta, ma tu sei Brian Molko?

Annuì tranquillo.

- Quel Brian Molko? Il frontman dei Placebo? Quello dello spettacolo di Sanremo?

- Possibile che mi ricordate tutti per quel cazzosissimo spettacolo? – chiese seccato

- Era in Eurovisione, Bri, chi non lo ha visto? E poi, a me è piaciuto. Hai dato brio a quello spettacolo per nonni, a mio avviso.

- Anche io la penso così!! – disse saltandomi quasi addosso e dandomi un forte abbraccio. – penso che noi due andremo molto d’accordo, sai? -

- Si, Brian, lo penso anche io, ma ora mollami e sveglia i tuoi  amici, mentre vado a vedere se trovo qualcosa da mettervi addosso.

Uscii velocemente dalla stanza.

Ok, devo fare qualche calcolo: se nella camera di Meme ci sono i Placebo, allora quelli in camera mia chi diamine sono? Allora, i System non sono di certo, non hanno le mega-barbe, i Linkin neanche, ormai il periodo “capelli blu” il rapper già lo ha passato da un pezzo,  perciò chi sono questi? Attimo di buio … perché non ci ho pensato prima?

Dopo un paio di avanti e indietro, corsi alla velocità della luce in camera mia, e trovai, come avevo pensato, la Meme che se la stava vedendo con il più irrequieto del trio, il biondo per la precisione, brandendo quelle che dovevano essere un paio di boxer.

- Te li devi mettere, ok? Già mi basta la coinquilina che parla coi nudi senza schifarsi, io non sono lei perciò se mi vuoi parlare, almeno mettiti questi addosso!!

Tossii forte, giusto per farle rendere conto che io ero lì a sentire il discorso.

- Ci tengo a precisarti, cara, che io sono più schifata di te, solo che io mi controllo, tu, beh, parti in quarta con lo sclero. - dissi

Silenzio di tomba. Sempre così quando azzecco una teoria.

- Non ti avevo vista, scusa. - disse mortificata

- Su, su. Se è chi penso io, alla mia offerta non potrà rinunciare.

Meme si spostò, lasciandomi campo libero per agire e i boxer in mano.

- Dom? – dissi, nella speranza di aver indovinato chi fosse il biondino. – Dominic Howard? -

Il biondino si rizzò in piedi, e mi fissò con i suoi occhi azzurri con un espressione per la serie “shi, caVa?”.

Iniziai a sventolare davanti ai suoi occhi un paio di jeans a sigaretta color giallo banana. (trattieniti,trattieniti nbfe)

- Li vuoi? – dissi addolcendo più che potevo la voce, anche se la situazione faceva ridere a più non posso.

Dom annuì lentamente, come ipnotizzato dai pantaloni.

- Allora, mettiti questi, che io ti darò i pantaloni.

Mi levò dalle mani i boxer, e neanche cinque secondi dopo era lì, davanti a me, a reclamare i tanto agoniati pantaloni, che gli lanciai disgustata.

Il biondino sorrise.

- Grazie!

Sorrisi anche io. La situazione lo esigeva.

- Di nulla, Dom.

Dom si girò verso i due amici, ancora addormentati. Poi rivolse lo sguardo di nuovo verso di me.

- Non è che hai altri di questi – indicò i boxer – per loro? – indicò i due sdraiati.

- Penso di si, - disse Meme – aspetta che andiamo a controllare. -

Meme mi prese per il braccio e mi trascinò in camera del fratello.

- Ma si può sapere come hai fatto? – mi domandò isterica.

- A fare che? – dissi tirando fuori altri 5 paia di boxer dal cassettone.

- A calmare quell’uragano umano, ecco che. E poi come lo hai chiamato? Dominic? Dicevi di non voler avere più che fare con quei nomi per tutta la vita.

La guardai, divertita.

- E mi hai creduto?

- Certo! Quando lo hai detto parevi una che si voleva tagliare le vene, te lo giuro.

- Era per fare una battuta. Dopo che avevo imitato il Molko a scuola e dopo il prof. che faceva Stef, ero in vena di battutine amare.

- Me lo potevi dire almeno?

- La prossima volta ti avverto quando sto per improvvisare una ricaduta in depressione!

Presi i boxer, uscimmo fuori, cercando di lasciare meno tracce della nostra presenza nella camera del fratello di Meme.

- Beh, tieni questi e dalli a Dom. – le lanciai 2 paia di boxer – io sono in cucina se ci sono difficoltà. Se non succede niente. Ci vediamo tra 10 minuti esatti lì, ok? -

Meme annuì.

- Vedrai che ce la faremo a sistemare la situazione, ci vuole solo …

- La pazienza che io non ho! Ok, allora, 10 minuti, cucina se non ci sono problemi. Ci saremo.

- Bene!

  
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