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Autore: Forever_Dream    05/11/2013    1 recensioni
Ad una festa gli invitati solitamente parevano mettersi tutti d' accordo: c'era chi in gruppo fumava con chi non aveva mai toccato una sigaretta in vita sua, chi dialogava anche con chi di solito stava muto, chi rideva quando di solito era musone.. Insomma, una festa rendeva tutti tanto felici da mettere da parte per un attimo anche il carattere.
"ma questa, è davvero strana" pensò tra sé Celeste.
...
Salve gente! vorrei chidervi che ne dite... questa storia l'ho scritta molto tempo fa ma spero di aver comunque fatto un buon lavoro.
Mi rimetto al vostro giudizio!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Feste

 
Ad una festa gli invitati solitamente parevano mettersi tutti d' accordo: c'era chi in gruppo fumava con chi non aveva mai toccato una sigaretta in vita sua, chi dialogava anche con chi di solito stava muto, chi rideva quando di solito era musone.. Insomma, una festa rendeva tutti tanto felici da mettere da parte per un attimo anche il carattere.
"ma questa, è davvero strana" pensò tra sé Celeste. Non era cosa da tutti i giorni vedere chi avevi visto sempre con sguardo bacato gironzolare per le aule scolastiche o con una dose di sonno da fare concorrenza al periodo di letargo di un orso Bruno, farsi avanti in quella calca e buttarsi in mezzo alla mischia come la cosa più normale al mondo.
La musica assordante ormai toccava livelli da denuncia, ma nessuno se ne curava.
Eccetto lei.
Perché lei, ancora bloccata dietro il divisorio per entrare a quella festa, era troppo presa dall'insieme e dal suo vestito, a suo parere troppo corto, per poter entrare come nulla fosse.
Così se ne stava in quell' angolo ad osservare non vista gente che, fino ad un attimo prima avrebbe scommesso su un qualche problema di circolazione sanguigna, diventare improvvisamente l' anima della festa.
I colori dei loro vestiti abbagliavano e, sorridendo, Celeste non poté non notare come, volenti o nolenti, i loro caratteri vi si rispecchiassero.
Stava appunto studiando un abbinamento particolarmente carino ed azzeccato di una ragazza, sospirando quanto a lei sarebbe di certo stato male, quando una voce la sorprese e gelò nel posto.
"non ti facevo così fifona.. E pensare che eri tu a dare coraggio agli altri in certi momenti. È proprio vero che si fa prima a parlare!"
Si voltò di scatto. La voce, per quanto fosse stata detta in un tono sarcastico e vagamente strafottente, proveniva da un ragazzo completamente diverso a come se lo ricordava.
Eccerto, pensò, non potevo mica pretendere di vederlo in jeans e maglia come tutti i giorni a scuola!
Ma ugualmente la sua mente ci mise un attimo per ricapitolare. Quegli occhi azzurri, magnetici, nascosti sotto folte sopracciglia e capelli castani tirati indietro dal gel.
Quella maglia aderente in contrasto con quelle larghe  e smanicate che indossava spesso a lezione, quei pantaloncini corti fino al ginocchio, nonostante la brezza estiva serale, quel complesso esageratamente bello, la fece per un attimo tacere.
Perché a scuola non era così?
Si riprese in tempo per non fargli capire  che gli passasse per la testa e gli rispose, questa volta meno gentilmente di come avrebbe fatto a scuola, in un' altra situazione.
" perché sono umana anche io, razza di genio! Non sono onnipotente, ho anche io le mie paure!" che la giudicasse una fifona non le importava. Le importava di più fargli capire che era UMANA, cosa della quale non sembrava aver capito.
A scuola aiutava tutti. E pure lui, che fin dal primo giorno le era stato ostile, non aveva rinunciato ad aiutarlo in qualsiasi cosa potesse, fino, a volte, a farlo restare basito.
Si ricordò del suo primo giorno di scuola. Aveva cambiato città e non conosceva nessuno.
Quando entrò in classe e aveva visto tutti quei banchi occupati le prese il panico di dover fare una brutta figura già da subito. Poi aveva visto il banco vuoto di fianco a lui e con un sospiro e un sorriso si avvicinò.
" ciao! Io sono Celeste. Ti dispiace se mi siedo? Sono nuova e l' unico banco vuoto che c'è è questo.." lui non la degnò di uno sguardo.
Disse solo, acidamente " fa come ti pare purché mi lasci in pace"
Ci rimase male, ma non desistette e si mise a sedere. Pian piano durante la giornata faceva la conoscenza con la sua nuova classe.
Trovandola abbastanza sopportabile, cercava comunque un qualche modo di avvicinarsi a quel suo scorbutico compagno di banco. Non sapeva il motivo, ma la incuriosiva. All’ ora di storia la prof lo chiamò interrogato dal posto.
Sembravano tutti annoiati. Qualcuno borbottò che tanto valeva mettergli tre subito e farla finita con quell'agonia, e anche l' insegnante non sembrava particolarmente entusiasta di fare quell'interrogazione a senso unico. "Riccardo, mi sai dire quando è nato Napoleone Bonaparte?" chiese reticente l' insegnante. Al silenzio che seguì subito dopo e a qualche risatina di qualche oca, rispose con un' altra domanda, sospirando.
"Riccardo, forza, quando è avvenuta la rivoluzione francese?" altro silenzio e Celeste vide distintamente il ragazzo al suo fianco stringere i pugni. Allora quella era solo una superficie! Cedendo un attimo alla sua sensazione bisbigliò la risposta, cercando di non farsi sentire.
Per fortuna che nella sua vecchia scuola aveva già trattato molto bene quell'argomento e sapeva rispondere a quell'interrogazione di primo giorno.
Lo vide sollevare la testa sorpreso e rispondere titubante "17..89" la classe si girò basita e la stessa prof lo guardò piacevolmente colpita.
Con un po' più di coraggio gli chiese " e cosa è successo quel giorno perché si identifichi la rivoluzione?" Lei gli sussurrò a mezza voce anche quella risposta.
Per fortuna erano in ultima fila e non potevano vederla suggerire.
Dopo di quella domanda ve ne furono altre, a cui lei a volte dava solo lo spunto e lui continuava, aggirando la stessa informazione.
Finita la lezione, tra la felicità e le congratulazioni dell' insegnante, prese sette.
Davvero bene per uno abituato al tre e mezzo come massimo.
" Bravo! vedo che finalmente, nonostante la tua dislessia, hai trovato il modo e la forza di studiare! Continua l'anno così e avrai ottimi risultati!" si congratulò ancora, uscendo.
Lui aveva solo sorriso timido, per poi rivolgere un' occhiata curiosa alla sua compagna di banco. Celeste fece un sorrisetto furbo, ma non disse niente.
Stettero ognuno per conto suo fino al suono della campanella dell'ultima ora.
Come un' orologio a molla, tutta la classe si alzò ed uscì tra gli schiamazzi.
Lei stava per afferrare la cartella e uscire, ponendo fine a quella giornata stancante, quando lui la bloccò ad un braccio. La presa salda e la serietà del suo sguardo la fecero un attimo preoccupare. Che voleva farle?
 Lo guardò, allarmata, in piedi davanti al suo banco ricercare un attimo di coraggio per poi parlarle " perché? Per quale motivo mi hai aiutato se fino ad un attimo prima ti ho parlato male?" disse inasprendo la voce.
Lo guardò dolce.
Aveva così paura di farsi vedere debole davanti agli altri da non accettare nemmeno le cose più semplici. Gli sorrise, capendo come dovesse essere strano per lui ricevere qualcosa senza che l' altro ne fosse costretto e senza un tornaconto.
Soprattutto senza un tornaconto.
 " perché io non serbo rancore e aiuto chi ha bisogno. Specie chi, come te, è troppo ottuso per capire che non tutti al mondo sono cattivi" e detto questo si voltò salutandolo, avviandosi all' uscita ormai deserta.
Da quel giorno continuò sempre a sbeffeggiarla, ma appena Celeste lo rimproverava senza arrabbiarsi ed esprimendo tutta la pazienza che aveva, lui la smetteva, quasi ancor più infastidito di non essere riuscito a farla arrabbiare, ma comunque interiormente felice di quella strana ragazza che lo accettava senza giudicare e lo aiutava.
Così, a quella festa, per quelle parole poco calme dette da Celeste, che tradivano l' agitazione palese che la pervadeva, lo lasciarono un attimo senza parole.
In quell' attimo Celeste si rese anche conto di non essere più nascosta dal buio del muretto, ma di essere quasi sotto la luce del lampione, dando a lui la vista di quel vestitino succinto e delle parti scoperte.
Si rifiondò dietro e incrociò le braccia. Non avrebbe mai voluto mettersi quel vestito, ma le sue nuove compagne di classe, quelle poche con cui aveva stretto una buona amicizia, avevano tanto insistito che alla fine l' aveva oltre che comprato, anche messo.
Ed ora se ne stava pentendo amaramente. Per lei avrebbe fatto miglior figura un costume da bagno a due pezzi.
Davvero non si sentiva a suo agio.
" e perché mai avresti paura tu?" la prese in giro, subito dopo, Riccardo.
Lei riuscì alla luce, ma questa volta per farsi vedere davvero da lui. Allargò le braccia e lo guardò storto. " ma mi hai vista??" chiese. E lui la osservò con un interesse nuovo.
Ma poi rialzò gli occhi sul suo sguardo, capendo di non potersi soffermare troppo sulle sue gambe lunghe e sulla sua scollatura generosa.
La guardò senza capire.
 "e allora?"
Lei sbuffò, seccata.
" sembro una prostituta!! E non voglio passare di certo per tale!
Vorrei tornare a casa a cambiarmi in questo momento.. Chissà quante persone penseranno a che cozza fasciata io sia!" sbottò ancora lei.
Lui sogghignò divertito, per poi fare qualcosa di inaspettato.
La prese sotto braccio e la guidò fin davanti quella discoteca.
Era stata un anno, di fianco a lui, e non si era mai più concesso di toccarla da quel primo giorno. Così rimase ancora più stupita quando lui, prima di entrare le sussurrò all' orecchio " ti assicuro che sei bellissima e, credimi, non lo dico spesso".
Lei si voltò a quello sguardo bruciante che diceva solo una cosa.
Lui  aveva sempre allontanato tutti, ma alla fine lei c'era riuscita: era entrata di soppiatto e gli aveva rubato il cuore.
"Quindi la festa ha cambiato anche noi" pensò Celeste," o forse essa svela solo i lati più nascosti in noi"
E mentre Riccardo la teneva a braccetto infondendole il coraggio d' entrare le sussurrò nuovamente " stammi vicina, non vorrei fare a botte per avere la tua attenzione, stasera. Dopotutto, come farei a proteggerti da eventuali fraintendimenti?" rise, prendendola e prendendosi in giro.
Sì, pensò mentre diventava deliziosamente rossa dall' imbarazzo mentre lui le rubava un bacio.
Le feste e quella soprattutto, erano davvero magiche.


Angolo autrice..
Ciao! Grazie a chiunque abbia avuto la forza d'animo di arrivare fino a qui! Come potete vedere non sono molto esperta e mi servirebbe qualche consiglio.. attendo speranzosa le vostre recensioni!
  
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