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Autore: cartastracciata    05/11/2013    0 recensioni
Immaginate gli anni ottocenteschi,immaginate una famiglia numerosa e una ragazzina che deve pensare a tutto,una ragazzina che è una donna in anticipo.Questa è Sofia ed io vi racconterò di lei,delle sue sventure e di quello che la farà piangere di gioia.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-“La carrozza è arrivata pargoli miei, mi aspetta il mio primo lungo viaggio ma non temete tornerò fra poco più di un mese, arriverò prima che vi accorgiate della mia assenza.” Disse sorridendo mio padre, poi riprese guardandomi dritto negli occhi:
-”Sofia ricorda sempre di essere la più grande, sei tu che ti occuperai di tua madre, se ne avrai cura sarai tu a scegliere il nome del bambino che ella porta in grembo. Inoltre mi devi promettere che aiuterai la nonna a fare il pane tutte le mattine, che quando la sera arriva la aiuterai a curare le gambe con l
e erbe e la poggerai nel suo letto senza farle provare dolore quando si piega.”
-“Lo farò solo a patto che voi non dimentichiate il nastro rosa per capelli che vi ho chiesto!” gli risposi io con le lacrime agli occhi.
-“Non lo dimenticherò, ma non dimenticherò nemmeno la promessa che mi hai fatto. Quanto a te “ continuò papà rivolgendosi ad Umberto “il grano lo dovrai curare come stessi curando me, e non piagnucolare se le mani ti portano dolore perché sai già come devi rimediare.”
Umberto  non fece altro che annuire, ma guardandolo capì che aveva un’immensa voglia di piangere. Mio padre riprese il suo discorso rivolgendosi ai miei fratelli più piccoli:
-“Lucia tu devi promettermi di aiutare tua sorella e la mamma nelle faccende di casa e che darai una mano alla nonna quando cucina, hai sette anni non ci sono più scusanti per te.” Lucia era una bambina sensibile, e ricordo che in quel momento le lacrime le solcavano il viso, gli occhioni celesti erano così lucidi, lei che a mio padre era così tanto affezionata non riusciva ad immaginare la nostra famiglia senza lui per più di una settimana. Allora papà si avvicinò e le asciugò le lacrime, dopo che ebbe pronunciato qualcosa sottovoce alle sue orecchie si rivolse al più piccolo della famiglia:
-“Arturo tu hai già quattro anni, perché non inizi a farci sentire la tua voce? Perché non formuli le tue prime parole? Papà ti vuole bene, e come per i tuoi fratelli, porterò anche a te un regalo però devi dirmi cosa ti piacerebbe ricevere!” Ma Arturo non aveva mai parlato con nessuno, capimmo che non era muto quando io e mia madre lo sorprendemmo a parlare da solo con un tono di voce basso, tanto basso che  non riuscimmo nemmeno a capire cosa stesse dicendo infatti a quell’ennesima richiesta Arturo guardò negli occhi papà senza aprire bocca. Mio padre gli sorrise e gli scompigliò i capelli, voltandosi poi verso mia madre disse :
-“Moglie mia, mia amata cosa dire a te? Parto con l’immagine di te che porti in grembo il nostro quinto bambino, parto con un risentimento quello di averti lasciata adesso che hai dei dolori, ma parto cosciente di non averti rimasta sola: accanto a te hai quattro fanciulli, una donna anziana che pur non potendoti aiutare con tutte le sue forze ti è vicina e tua sorella Caterina che anche se non vive nella nostra casa è presente nei momenti più importanti. Non stancarti troppo, al minimo dolore siediti e chiama vicino a te qualcun altro. Ti amo ed è per tutti voi che parto!”
E tra le lacrime mio padre partì, io non sapevo cosa mi sarebbe capitato , tutte le difficoltà. 






NdA:Mi piacerebbe sapere quello che pensate riguardo questa storia,anche se il commento è negativo lasciatemi lo stesso una vostra recensione.Grazie e tanti saluti da cartastracciata!

 
  
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