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Autore: martynachiko    05/11/2013    5 recensioni
Questa è una storia. La storia di un bicchiere di vetro. La sera di un giovedì qualunque se ne stava immobile nella credenza della cucina completamente ignaro di quello che il destino di lì a poco gli avrebbe riservato.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa è una storia. La storia di un bicchiere di vetro.
La sera di un giovedì qualunque se ne stava immobile nella credenza della cucina completamente ignaro di quello che il destino di lì a poco gli avrebbe riservato.
Il crepitio delle ruote di un auto sul vialetto ciottoloso annunciò il rientro a casa di lei: tailleur grigio e capelli raccolti sulla nuca in un elegante chignon, una donna sulla trentina ma con un sorriso candido come quello di una bambina. Appoggiò distrattamente la ventiquattrore su un mobile all’entrata e corse al piano di sopra per togliersi quel completo da donna d’affari e vestire i comodi panni della brava donna di casa.
Doveva fare in fretta se voleva cogliere di sorpresa l’uomo della sua vita. Aveva un’oretta di tempo per preparare una sfiziosa cenetta a lume di candela prima che il suo lui fosse di ritorno dal lavoro.
Per il bicchiere nella credenza quello era un giovedì come un altro, ma per lei no.
Quello sarebbe stato il giovedì in cui avrebbe rivelato al suo adorato marito che ben presto il frutto del loro amore sarebbe maturato in una nuova vita. Si accarezzò la pancia immaginandosi la gioia che avrebbe illuminato gli occhi del suo amato. Desideravano un figlio da tanto tempo e ora finalmente il loro sogno stava per diventare realtà.
Ebbe il sospetto di essere incinta qualche giorno prima in ufficio, un’altra mattinata di bilanci e saldi contabili che meritava di annegare in un’enorme tazza di caffè. Era scesa al bar con una sua collega perché la macchinetta dell’ufficio era rotta, ma, quando il sorridente cameriere le posò la tazzina sotto il naso, una sensazione di nausea la invase. Non ci badò più di tanto perché era tutta la mattina che un gran mal di testa la faceva rimpiangere di aver dimenticato a casa gli analgesici. Così, sommersa dalle chiacchiere della sua amica, ingurgitò senza tanti pensieri l’agognata bevanda calda. Un getto violento partì dallo stomaco per invaderle la gola con il suo sapore acido e pungente. Si tappò in fretta e furia la bocca rigurgitando quella che con molta probabilità doveva essere la sua colazione.
Fu la sua collega a metterle la pulce nell’orecchio e a convincerla a provare un test di gravidanza.
Le due lineette che campeggiavano sullo stick la convinsero che la colpa del pessimo caffè in ufficio aveva un solo responsabile: il progesterone.
Decise di placare ogni dubbio fissando un appuntamento con il suo ginecologo: il verdetto l’attendeva per giovedì pomeriggio.  
Ora, mentre riponeva in frigo la torta che aveva comprato una volta uscita dallo studio medico, non aveva più alcun dubbio: era ufficialmente incinta.
Aveva programmato tutto: candele profumate, cena a base di pesce, vino bianco e per finire il loro dolce preferito: sacher al cioccolato bianco.
Sarebbe stato tutto perfetto, aveva ripetuto mentalmente mille volte il discorso che si era preparata, ma sapeva già che quando sarebbe stata occhi negli occhi con il suo grande amore le parole le sarebbero uscite da sole. Decise di apparecchiare finemente la tavola. Corse al piano di sopra per prendere la tovaglia delle grandi feste, rubò qualche fiore dal mazzo che rallegrava l’entrata e li dispose in un bel vaso al centro del tavolo. Infornò l’orata ignorando la nausea provocata dal forte odore del pesce e infine accese la tv per avere compagnia mentre era intenta a cercare il cd con la loro canzone d’amore. Non ricordava proprio dove l’aveva appoggiato l’ultima volta.
Uno sfrigolio sinistro la fece correre in cucina per evitare che le si bruciassero le verdure che stava cuocendo. Abbassò il fuoco e riprese ad apparecchiare la tavola. Ecco il cd, proprio lì sotto alla televisione. Lo vide e si avvicinò, ma un’immagine catturò la sua attenzione.
Un luogo a lei famigliare stava lentamente bruciando in diretta televisiva avvolto dalle fiamme di uno spaventoso incendio. L’elegante telecronista annunciò che l’esplosione aveva distrutto l’intera industria farmaceutica poco fuori città e buona parte dei capannoni industriali adiacenti, le speranze di trovare qualcuno ancora in vita erano pressoché nulle.
In quell’istante fu ancora più chiaro che quello decisamente non sarebbe stato un giovedì qualunque: era il giovedì di vita e di morte, la morte di un uomo ignaro di essere il padre di una nuova vita.
Un urlo straziato si levò nel cielo come una struggente melodia, il bicchiere scivolò dalle mani della donna precipitando per terra.
La lenta pioggia di frammenti di vetro, che ne seguì, mise per sempre fine alla triste storia del bicchiere di vetro.

 
   
 
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