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Autore: Shatzy    21/04/2008    10 recensioni
Piccola raccolta di tre capitoli.
Calle eleganti, iris variopinti, mazzetti di profumatissima lavanda, camelie ornamentali… Tutto era sistemato con cura nelle posizioni giuste, in bella mostra nell’angolo esterno e soleggiato tra la strada e il muro del piccolo negozio di fiori Rosengarten, nel pieno centro della città di Monaco di Baviera.
Ambientata a Monaco, oltre il Portale, con il Roy e la Riza del nostro mondo (che non sono gli originali, ma per evitare confusione ho indicato loro nei personaggi), anche se nel film CoS non ce n'è traccia.
Alter!RoyAi
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Disclaimer: i personaggi citati non mi appartengono, anche se non sono mai comparsi da nessuna parte ^^” Uhm, a ben pensarci ora me ne approprio XD

Nota: salve gente (famigghia, amiche, commentatori di passaggio, lettori anonimi e quant'altro), sono qui con un nuovo lavoretto, è una raccolta di tre capitoli, incentrata sulla vita oltre il Portale, qui da noi ^^ Ambientata a Monaco, direi negli Anni ’20, quando Ed si ritrova là. Nel film non sono comparsi gli Alter di Roy e Riza, quindi ho potuto inventare di sana pianta il tutto ^^” Inoltre non c'è nessuna fic con loro due, mi pare.
La mia storia è ambientata in un negozio di fiori (era l’unico luogo che non dovevo inventare ^^”), e mi spiace che due personaggi citati in questa fic abbiano nomi simili… Spero di non aver fatto confusione, e spero di non crearne a voi (ma non è colpa mia, è dell’Arakawa!!!).
Volevo spendere qualche riga sulla caratterizzazione dei personaggi. Inevitabilmente questi di Monaco sono diversi, per quanto abbiano lo stesso aspetto. Sia perché hanno avuto esperienze diverse (non ci sono guerre di mezzo… o quanto meno guerre in cui abbiano partecipato), sia perché i caratteri possono variare (pensate a Hughes, che è un pazzo nel nostro mondo XD). Quindi è possibile che sia andata OOC ^^” Non me ne vogliate, ci tenevo a questa caratterizzazione, per il semplice motivo che mi piace immaginarli “normali”, alle prese con dei problemi quotidiani che non siano homunculus, pietre filosofali e la distruzione di nazioni varie.
Sperando che possiate apprezzare.
Buona lettura ^^



Rosengarten, Münich



Capitolo 1 - Mattina


Calle eleganti, iris variopinti, mazzetti di profumatissima lavanda, camelie ornamentali… Tutto era sistemato con cura nelle posizioni giuste, in bella mostra nell’angolo esterno e soleggiato tra la strada e il muro del piccolo negozio di fiori Rosengarten, nel pieno centro della città di Monaco di Baviera.
Riza aveva ancora tra le mani il vaso di petunie arrivato quella mattina stessa, concedendosi un timido momento per ammirare quei petali grandi e delicati, di un tenero colore rosa. Con un sospiro posò a terra il vaso, tra quelli di lavanda e iris, e si pulì le mani sul grembiule già sporco di terra, nonostante la mattinata di lavoro fosse appena iniziata.
Si scostò una ciocca di capelli biondissimi con il dorso della mano, sorridendo al sole splendente nel cielo, che avrebbe senz’altro aiutato le sue belle piante a crescere rigogliose. Tornò all’ombra del negozio, apprestandosi a cominciare la giornata, mentre la sua collega leggeva svogliatamente un giornale, seduta dietro al bancone.
“Grace, aiutami a pulire, prima che arrivino i primi clienti” la riprese, avvicinandole uno strofinaccio pulito.
La ragazza sbuffò contrariata, arricciandosi con le dita una lunga ciocca castana. “Riza, prendi le cose troppo seriamente, rilassati…”
“Se ci rilassiamo il negozio non sarà pronto, e i clienti si lamenteranno. Su, al lavoro” la incoraggiò passandole la scopa.
Grace controvoglia iniziò con le pulizie, ma bastò poco a farle riprendere il discorso. “Ehi, sabato prossimo ci sarà la festa cittadina, non vedo l’ora di andarci! Chissà quanti bei ragazzi ci saranno…” ridacchiò. “Tu ci andrai?” le chiese.
“No. Sarebbe solo una perdita di tempo” rispose impassibile mentre scrutava minacciosa gli aloni presenti sulla grande finestra del negozio.
“Oh, Riza, se ti comporti sempre così non troverai mai un fidanzato disposto a sposarti…” le disse preoccupata.
“Io lavoro, non ho tempo per il matrimonio!” si difese l’altra.
“Cosa? Non vorrai diventare una zitella, spero! è un disonore… Oh” sospirò pensierosa, “io so benissimo da chi vorrei farmi invitare per la festa di sabato prossimo…”
Riza espirò lentamente, riprendendo poi la pulizia del vetro. “Quello è soltanto uno scansafatiche.”
Quello è uno dei partiti migliori di tutta la Germania! Ed è così bello…”
Riza stavolta inspirò lentamente, facendosi passare la rabbia che le bolliva in petto.
“Tu dici che oggi passerà?” Grace chiese con tanto entusiasmo speranzoso.
“Non lo so, e non mi interessa. Abbiamo del lavoro da fare, e lui ci rallenta sempre.”
“Speriamo che passi… Sono già due giorni che non si fa vedere! Che abbia trovato una fidanzata?” domandò atterrita.
“Magari, almeno la smette di venire a disturbare” rispose Riza imperterrita, pulendo con un po’ troppa foga un piccolo alone sul vetro.
“Oh, sei sempre troppo severa con lui, se smette di venire a trovarci sarà solo colpa tua!” la incolpò.
“Sopravviverò” rispose l’altra, notando qualcosa oltre la finestra che le fece aggrottare le sopracciglia. “Grace, perché non vai nel retro a sistemare i nuovi arrivi?” le ordinò, e l’altra ragazza si diresse sbuffando verso la porticina indicatale.

Il campanellino attaccato sopra la porta d’ingresso però risuonò subito dopo, e Grace si voltò incuriosita per vedere il primo cliente della giornata. Riza alzò gli occhi al cielo, ormai troppo tardi per bloccare la situazione.

“Wuahhh!!” Grace urlò dalla felicità, gettandosi al collo dell’ospite dopo aver abbandonato nel percorso strofinacci e secchi che teneva in mano.
“Ehi, piccola Grace, buongiorno. Piano, piano” le sorrise lui, allontanandola un po’ dal suo collo e sistemando con una mano i capelli neri ribelli.
La ragazza ritrovò un po’ della sua timidezza, arrossendo appena. “Oh, signor Roy, non sa quanto sono felice di vederla” annunciò.
“Anche io sono felice di vederti, mia cara Grace, sono stati due giorni faticosi e non sono riuscito a passare al negozio, mi perdoni?” ammiccò.
“Ha finalmente deciso di lavorare, una volta per tutte?” ironizzò Riza, introducendo la sua presenza.
Roy si voltò con un’espressione indecifrabile sul volto. “Buongiorno, Riza. Noto che il tuo umore non cambia mai, eh?” domandò retorico.
“Il mio umore era perfetto prima che lei entrasse nel negozio, signor Mustang” gli rispose seria.
“Davvero?” chiese, rivolgendo lo sguardo a Grace, che gli rispose con una smorfia incerta. “Non sai che i fiori risentono dell’umore di chi sta loro intorno? Mi stupisco che qui non sia tutto sfiorito, visto il gelo che regna” rise, soddisfatto di sé.
“Se non è qui per comprare dei fiori può anche andarsene” lo cacciò.
“Oh, no. Roy rimane quanto più desidera, vero?” chiese speranzosa Grace mentre lo fissava, portandosi le mani al petto.
“Ma certo, non vedo perché dovrei andarmene. Non mi sembra che questo sia il tuo negozio, Riza…” la stuzzicò.
Riza espirò pesantemente, riprendendo la pulizia della finestra da dove l’aveva lasciata.
“Allora, signor Roy, cosa ha fatto in questi due giorni?” chiese una innamoratissima Grace.
“A me non interessa, per la cronaca” annunciò Riza.
“Oh” Roy iniziò a parlare, mentre si levava il soprabito e lo poggiava su una sedia, andando a sfiorare leggermente i petali di un crisantemo bianco, e guadagnandosi un’occhiataccia da parte di Riza. “Il mio è un lavoro impegnativo e complicato! Rischio la vita ogni giorno” si vantò spudoratamente, di fronte alla ragazza castana, che mostrava tutto il suo interesse.
“Ma non dica stupidaggini! La guerra è appena finita, e lei non rischia proprio un bel niente!” Lo sgridò Riza.
Roy s’imbarazzò un momento, colto in fallo, prima di ricomporre la sua maschera di sicurezza. “Ma tu non hai detto che non eri interessata? E poi non sai niente dei pericoli di un militare come me!” si difese, lisciandosi la divisa.
“Per prima cosa, lei è soltanto un poliziotto, non un militare. E poi è nello stesso reparto del signor Hughes, quindi sono sicurissima che non rischia proprio un bel niente” gli rinfacciò.
“Ehi! Il compito della polizia, e quindi di Maes e mio, è quello di mantenere l’ordine pubblico, potremmo essere in pericolo ogni giorno!”
“Ma non lo siete, altrimenti il signor Hughes non avrebbe potuto prendere così facilmente un permesso speciale per restare a casa con la moglie” precisò convinta di sé.
Roy si imbronciò appena, fissando il pavimento.
“Oh, signor Roy, per me il suo lavoro è pericolosissimo e importantissimo per noi comuni cittadini” si inserì Grace.
Riza alzò gli occhi al cielo, e Roy, notandolo, sorrise pieno di sé.
“Grazie, piccola mia, se non ci fossi tu…” e le sorrise, stordendola da tanto abbagliamento.
“Insomma, signor Mustang, è qui per un motivo particolare o vuole solo farci perdere tempo?” li interruppe Riza.
“Oh, già, il motivo…” ci pensò su lui. “Uhm, volevo informazioni sulla gravidanza di Glacier” sorrise.
“E non poteva semplicemente chiamare il signor Hughes, cioè il suo migliore amico?” domandò lei, scettica.
“Beh… non sono discorsi da uomini” si difese, a corto di scuse.
“E da quando le interessa tanto lo stato di salute di un suo dipendente?”
“Glacier lavora in questo negozio da una vita! E’ praticamente suo. Senza contare che è la moglie del mio migliore amico!”
Riza sorrise della contraddizione vivente che era Roy Mustang.
“Glacier è entrata nell’ottavo mese, fa fatica a muoversi e il medico le ha detto di riposare, ma per il resto afferma di essere molto felice” spiegò senza un filo di emozione nella voce.
“Bene… Quindi Maes…?”
“Si sta occupando della moglie” concluse per lui.
Roy rimase pensieroso per un istante.
“Ma non pensate che la signora Glacier sia stata proprio fortunata?” si intromise Grace. “Anche se non era più giovanissima è riuscita a trovare un uomo disposto a sposarla” sospirò contenta.
“Glacier ha la mia età” puntualizzò Riza.
“Appunto!” rispose l’altra.
Riza sbuffò, mentre Roy trattenne a stento una risata.
“Grace ha ragione, però” riprese dopo un po’ lui, “Hughes è stato fortunato a trovare una donna disposta ad accettare i suoi sentimenti…” ammise, leggermente turbato.
“Sono così orgogliosa di poter sostituire nel lavoro una donna così meravigliosa come la signora Glacier. E adesso avrà anche un bambino” chiarì la ragazza.
“Una bambina. Glacier ne è convinta” Riza sorrise piano.
“Riza, non dirmi che quel sorriso è per il desiderio di famiglia…” maliziò la sua collega.
“Oh, questa sì che è interessante, non dirmi che la nostra Riza desidera una famiglia?!” si interessò Roy.
“Ma smettetela! Sono solo felice per Glacier e il signor Hughes” rispose a tono.
“Riza… Ne abbiamo già discusso prima…”
“Che avete discusso prima?” domandò Roy.
“Sul fatto che se si ostina a comportarsi così non troverà mai un marito” spiegò la ragazza.
“Io non voglio un marito!”
“Se non provi ad addolcire un po’ il tuo carattere non lo troverai mai” dichiarò Roy.
“E’ esattamente quello che le ho detto prima” gli diede man forte Grace.
“Beh, sei sempre scontrosa e irascibile…” Roy si rivolse direttamente all’interessata.
“E’ vero, e poi sei sempre qui a lavorare, dovresti uscire di più” continuò l’altra.
“Sei troppo seria, Riza, così fai scappare tutti gli uomini che ti si avvicinano” rise lui.

Riza non ci vide più.

“E’ soltanto lei, signor Mustang, che mi fa saltare i nervi, e se non fosse il figlio del proprietario del negozio l'avrei già schiaffeggiato per come osa rivolgersi a me. E tanto per la cronaca, non ho bisogno di un uomo che mi dica cosa fare, e tanto meno di un marito! Preferisco morire da zitella piuttosto che essere la donna di qualcuno che somigli anche solo lontanamente a lei! E ora, se permette, devo lavorare” e senza aggiungere altro raccolse alcuni strofinacci e un secchio e si diresse a passo spedito verso la porta del retrobottega, chiudendosela rumorosamente alle spalle.

Roy si rabbuiò ripensando alle parole di lei.

“Stavolta si è arrabbiata davvero, eh, signor Roy?” chiese Grace, ridendo.
“Mh” annuì pensieroso.
“Allora, volevo chiederle se per sabato prossimo fosse libero… Sa? C’è una festa, e io-”
“Grace, devo andare” la interruppe all’improvviso.
“Cosa? Ma è appena arrivato…” si lamentò.
“Non ho più motivo di restare qui” sorrise, fissando la porta chiusa che dava sul retro. “E’ stato un piacere” la salutò, recuperando il soprabito.
“Ma tornerà presto, vero?” domandò incerta.
“Certo.”
“E quando?”
“Domani!”
E sorrise amabilmente.




Fine


Nota finale: ho inserito un po’ di linguaggio dei fiori, lo so che è già stato fatto, ma mi sembrava carino, visto il tipo di negozio in cui lavora Riza.
Petunia – amore che non si riesce a nascondere;
Calla – bellezza raffinata;
Iris – buona novella;
Lavanda – diffidenza;
Camelia – perfetta bellezza, superiorità non esibita, stima;
Crisantemo bianco – verità.

Grace è la famosa ragazza del negozio di fiori dell’episodio 37, ebbene sì. (In quante di voi si sono ritrovate in lei? XD).
È vero che nel film Gracia lavora da sola nel negozio, ma non sappiamo se ci sia qualcun’altra con lei… E poi mi piaceva l’idea che anche nel nostro mondo ‘sti due avessero un rapporto superiore-subordinato, per il semplice fatto che mi fa senso scrivere che Riza dà del tu a Roy ^^”

Ma secondo voi ci va l'avvertimento AU?



Ps. Non ricordo se l’ho scritto da qualche parte, ma ho aggiornato le risposte ai commenti di “The Family Man” e anche di “Patto di sangue”.

   
 
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