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Autore: del_22    06/11/2013    1 recensioni
Lei è riuscita a mettere radici nel mio cuore.
Lei si chiama Elena Gilbert ed è la ragazza di mio fratello.
Hai presente il colore del cielo sereno in estate?
Ecco.
Quello è il colore dei suoi occhi.
Genere: Fantasy, Horror, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Stefan Salvatore | Coppie: Damon Salvatore/Elena Gilbert
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Sssalve a tutti! :)) questa è la mia prima storia,quindi pedonatemi se ci sono errori sparsi nel testo! e nieeente spero che questo inizio vi piaccia e le recensioni sono beeeen accette,naturalmente. :))
 
 




"Caro diario, è la prima volta che ti scrivo e già iniziano a mancarmi le parole.
Non sono bravo a dire ciò che penso o cosa provo,ma sono del parere che riportare su carta tutto ciò che mi passa per la testa,tutte le azioni compiute o i sentimenti che combattono dentro di me sia l’unico modo per renderli indelebili.
Inizio col dirti che il mio nome è Damon,Damon Salvatore e ho un fratello,si chiama Stefan e preferirei farmi strappare le budella piuttosto che ammettere davanti a lui o a qualcun altro che tengo un diario.
Purtroppo,come dice anche il mio caro fratellino,questo è l’unico modo per ricordare.
Non posso raccontarti tutti le cose che sono successe da quando mi sono trasformato,non basterebbe un unico diario e tutta la mia pazienza perciò mi limito a farti il nome di una persona che è entrata nella mia vita con prepotenza e, sebbene tutti i miei sforzi al fine di evitare ciò, Lei ci è riuscita:ha abbattuto la barriera che ho eretto per più di un secolo tra me e gli altri facendo venire a galla il mio lato più nascosto,più vulnerabile.
Lei è riuscita a mettere radici nel mio cuore.
Lei si chiama Elena Gilbert ed è la ragazza di mio fratello.
Hai presente il colore del cielo sereno in estate?
Ecco.
Quello è il colore dei suoi occhi.
Purtroppo,come dice Platone: “l’amore è un demone” e io porto il suo nome."

Damon chiuse il diario,nero come i capelli del vampiro, emettendo un suono tra lo scocciato e il rassegnato.
Alla fine Elena e Stefan erano riusciti a trasmettergli quell’ insulsa abitudine.
In quell’ultimo periodo erano successe troppe cose,ma dopo l’uccisione (o Ri-uccisione) di Klaus e la scoperta che la giovane Gilbert era l’Uno ogni membro del gruppo stava tornando alla solita routine e all’interno del college si era instaurata una certa tranquillità.
Era proprio per non stravolgere tutto che aveva deciso di trasferirsi,o meglio,fingere di trasferirsi il più lontano possibile da suo fratello e tutta la sua combriccola. Damon sapeva benissimo che non sarebbe mai riuscito ad allontanarsi da Elena,ma sperava,con questo gesto,di riuscire a proteggerla:dato che la sua presenza sembrava unicamente nuocerle,si sarebbe ritirato,limitandosi ad osservare la vita della giovane come uno spettatore lontano,senza averne niente a che fare. La notizia del suo ‘’trasferimento’’ era stata accolta in maniera differente da ognuno dei membri del gruppo: lo sguardo di Elena era diventato triste,ma in fondo lei già era al corrente delle intenzioni del vampiro, Bonnie era scoppiata in un pianto isterico,Matt (doveva ricordarsi di riprendere a chiamarlo Mutt) e Meredith,invece,era apparsi sollevati.
Stefan era l’unico che sembrava aver compreso le sue motivazioni e si era limitato a dargli una solidale pacca sulla spalla.
C’era una cosa della quale,però,il fratello non era al corrente,pensò Damon:non sapeva del legame indissolubile ed eterno che lo legava ad Elena e che aveva modificato,e soprattutto rafforzato, in maniera invariabile e irreversibile lo strano rapporto tra questi ultimi.
Il vampiro,se riusciva a concentrarsi,poteva sentire il flusso di emozioni provenienti dalla giovane,captando il suo stato d’animo:al momento era tranquilla e leggermente annoiata:probabilmente,vista l’ora,stava facendo lezione.
“Piantala.”-si ammonì-“devi smettere di pensare a lei:sta con tuo fratello e ti ha già fatto capire svariate volte che non lascerà Stefan per te,rassegnati.”
Mentre questa muta conversazione tra sé e sé aveva luogo,si sentì un secco bussare alla porta della bellissima villa che il vampiro aveva comprato da un buffo ometto e che era diventata la sua nuova casa.
Sorpreso,Damon aprì il grande portone di legno e si trovò faccia a faccia con una donna,anzi sarebbe maggiormente corretto definirla una ragazza, all’incirca di sedici anni,con immensi e furbi occhi verdi che lo scrutavano attentamente incorniciati da un viso che aveva la forma di un ovale perfetto.
Socchiuse la bocca rossa come il sangue in un mezzo sorriso e rimase in quella posizione ad osservarlo attraverso le lunghe ciglia nere per qualche secondo,attendendo con calma la reazione dell’uomo che si trovava di fronte a lei. I pensieri del vampiro iniziarono a turbinare velocemente fino a che non riemersero a galla una serie di ricordi che pian piano si facevano sempre più nitidi.
La persona che aveva davanti era un dolce ricordo;molto vecchio;che terminava in un incubo.
Aveva quindici anni l’ultima volta che l’aveva vista.
Stavano fuggendo,lei,Damon,Stefan e Katherine.
Volevano tutti la salvezza della Petrova e,di conseguenza,era necessario correre il più lontano possibile,affinché quest’ultima non fosse fatta bruciare con gli altri vampiri all’interno della cripta.
A un certo punto,durante la fuga,avevano gli uomini alle calcagna,e la ragazza, per concedere un’opportunità agli amici ,si fece catturare,concedendogli altro tempo per correre il più lontano possibile.
Le sue urla furono il suono più orribile che Damon avesse mai sentito,si girò a guardarla solo un attimo,con gli occhi colmi di dolore per la consapevolezza che non poteva fare nulla per salvarla, e lei ricambiò lo sguardo per un’ultima volta.
Lei,la sua migliore amica,l’unica.
Alla fine furono comunque catturati,ma la vera versione dei fatti non era mai stata raccontata a nessuno poiché per il vampiro era troppo doloroso pensare alla ragazza che era stata una dei pochi a conoscere il suo lato vulnerabile,capace di essere ferito; e il fratello,essendo a conoscenza di ciò,era sempre stato attento a non nominare mai,in nessuna circostanza,la giovane,come se non fosse mai esistita.
E fu proprio perché non sentiva quel nome da un tempo che appariva infinito,che a Damon parve strano sentire quel suono uscire dalle sue labbra in un lieve sussurro:-Lilith…-

  
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