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Autore: Sery_Vargas    07/11/2013    1 recensioni
Non sapevo che titolo mettere, perdonatemi. È un qualcosa che ho scritto in circa venti minuti giusto così, perché il giorno dopo avrei incontrato un'autrice di Efp (Sol ~ ) ed ero abbastanza nervosa.
Girò l'angolo fischiettando una canzone in dialetto tipico Romagnolo, quando il suo sguardo e la sua attenzione non si posarono in uno dei tanti bus che erano in servizio come ogni giorno. Normale, la rete di trasporti era efficiente come al solito, ma c'era qualcosa che fu subito notato. Strizzò gli occhi ed a quel punto sbiancò. Non poteva essere, non dinuovo...
Avvertenze: NO SENSE LEVEL OVER 9000
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nord Italia/Feliciano Vargas, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Era una bella giornata. Il cielo era stranamente limpido e libero dalle nubi, e l'aria di Milano non era mai stata così fresca e pulita. C'era un gran via vai di gente, tra cittadini e turisti che si fermavano davanti al Duomo a far foto ed il rumore era quasi assordante. Alcuni ragazzi, sui circa diciassette anni, che avevano probabilmente saltato la scuola, se ne stavano appoggiati al muretto della metropolitana, parlando e ridendo, mentre qualche adulto che andava a lavorare li guardava male.
Tante persone di varia nazionalità erano nella grande città sia per motivi d'affari che di piacere, in quanto tra il Duomo, il "giro del Toro" e molto altro, Milano era piena di tradizioni e monumenti davvero caratteristici, se li si sapeva cercare.
Alcuni piccioni si avvicinarono ad un gruppo di turisti giapponesi, i quali, per nulla sorpresi o spaventati, dedicarono un intero book fotografico ai volatili, finché, per sbaglio, un ragazzo, dall'aspetto giovane e l'aria allegra, passò in mezzo, disperdendo gli uccelli. Naturalmente chiese scusa, e la sua aria sinceramente dispiaciuta fece subito calmare i giapponesi, che lo rassicurarono sorridendo.
Era abbastanza alto, gli occhi vivaci e dei capelli lisci e perfettamente in ordine, come il suo abbigliamento, del resto e dimostrava una ventina d'anni. Il ciuffo che ondeggiava ad ogni suo passo, poi, toglieva ogni dubbio. Quasi tutti, a Milano, lo conoscevano.
Feliciano si stava godendo uno dei suoi rari giorni liberi dalle incombenze che comportava l'essere una nazione, approfittando anche del sole che finalmente splendeva anche al Nord, dopo una settimana di pioggia ininterrotta e davvero fastidiosa, che rendeva l'aria umida e fredda.
Girò l'angolo fischiettando una canzone in dialetto tipico Romagnolo, quando il suo sguardo e la sua attenzione non si posarono in uno dei tanti bus che erano in servizio come ogni giorno. Normale, la rete di trasporti era efficiente come al solito, ma c'era qualcosa che fu subito notato. Strizzò gli occhi ed a quel punto sbiancò. Non poteva essere, non dinuovo... Un brivido gli percorse la schiena, alla vista di quegli occhi così insistenti posati su di lui, e quelle labbra incurvate in un sorriso che avrebbe fatto volentieri a meno di vedere.
Tremando compose il numero del fratello maggiore, sbagliando almeno tre volte, finché non riuscì a contattarlo.
- Ahò, Feliciano, che c'è? - rispose dall'altro capo della cornetta, con tipico accento meridionale, Italia Romano - Non dirmi che hai DINUOVO dimenticato di comprare il sugo di pomodoro! - ricordò grattandosi la testa con un sospiro.
- È ri-successo ... - biascicò l'italiano stentando a parlare.
- Cosa? Il fatto del sugo?-
- N-No, Roma, ho rivisto quella persona - si spiegò meglio il minore dei Vargas, aggrappandosi ad un muro per darsi sostegno, sperando che il fratello capisse. Infatti Romano capì, ed al volo, dato che la questione si ripeteva ormai, spesso, da mesi.
- .....Feli, sta là, stavolta provo io a risolvere la situazione - sentenziò Lovino, serio, chiudendo la telefonata ed alzandosi dal tavolo al quale era seduto.
- Ehi, Roma, vai di già? - gli chiese Campania, guardandolo alzarsi mentre rideva con qualche suo cittadino napoletano. Infatti Sud Italia era a Napoli, invitato da una famiglia della zona, in una piccola casa di campagna circondata dalle coltivazioni di ulivi e con vista sul meraviglioso Golfo di Napoli.
Il moro guardò la sorella campana, afferrando la sua camicia da sopra una sedia, e si scusò con tutti per il fatto che dovesse scappare - Si, perdonami Flò, ma ho una missione di vitale importanza da portare a termine - le spiegò, correndo via.
La castana lo guardò sparire, stranita, dato che non ci aveva capito niente di quanto avesse detto il fratello. Missione? Suo fratello svolgeva delle vere missioni? Poco improbabile che "giocasse". Il ragazzo era una spia e non le aveva mai detto niente? Come osava, quel traditore?! La fantasia della ragazza iniziò a vagare, pensando alle ipotesi più assurde, come quella di un'associazione anti-mafia segreta composta da dei ninja che lavoravano nei pressi di Napoli e Palermo. Ma questa è un'altra storia.

Un bellissimo suono di corde pizzicate riusciva ad arrivare fino alle scale, anche attraverso la porta chiusa. Romano arrivò al primo piano sbattendo i piedi su ogni scalino e spalancando la porta della stanza, rivelandosi come un Lovino super-incazzato, mentre il ragazzo dagli occhi verdi stava semplicemente suonando la chitarra seduto sul suo letto, a gambe incrociate.
- BASTARDO MANGIA POMODORI, QUELLA CHITARRA TE LA SPACCO IN TESTA - urlò con tutto il fiato che aveva in gola l'italiano.
- Ciao anche a te, Lovinito~ - sorrise, come sempre, Antonio, abituato agli sfoghi, a volte anche infondati, del ragazzo - Qual buon vento ti porta a casa mia? - gli chiese posando di lato la chitarra, al sicuro dalle mani di Romano ed invitandolo a sedermi accanto a lui. 
A quell'invito così... equivocabile, Romano avvampò di colpo, ma riprese all'attacco - TI AVEVO DETTO DI PIANTARLA, MA CONTINUI IMPERTERRITO A FINANZIARE QUELLA CAZZO DI SETTA SATANICA - tuonò furibondo il sud italiano, guardando lo spagnolo dritto nei suoi occhi verdi e profondi.
Lì per lì Antonio rimase un po' perplesso. Le sette sataniche le organizzava il sopracciglio, mica lui, gli sembrava che questo concetto fosse chiaro, almeno all'italiano. Poi arrivò al vero significato della frase. Spagna sembra stupido, ma non lo è, ed in fondo Romano non è che si faccia capire sempre - Intendi i programmi spagnoli che mandano in onda in Italia, vero? - ridacchiò.
Quella risata. Antonio prendeva il tutto alla leggera, ma non sapeva che gran sbaglio commetteva - CI RIDI. CI RIDI PURE. Intanto quella... quella COSA chiamata "Violetta" sta conquistando tutta l'Italia! PRIMA IL PROGRAMMA DOPPIATO IN ITALIANO, ORA PURE LA PUBBLICITÀ SUGLI AUTOBUS! Feliciano mi ha chiamato ora ora da Milano terrorizzato! -
- Ah, Milano~ Ho avuto molti incassi là. Ma anche a Roma o a Catania, mh, vendendo i diritti in Italia ho guadagnato un bel po' - commentò assorto nei suoi pensieri Antonio.
- Non mi interessa se ci guadagni! Smettila e sloggia da casa mia e di Feli! - gli sibilò contro, posando gli una mano sulla spalla e stringendo quanto più potesse.
Spagna sospirò, senza però perdere quel suo sorriso che gli contornava sempre il viso - Ti ho già detto che non posso fermare la produzione, mi servono quei soldi per risollevarmi dalla crisi -. 
- RISOLVILA IN UN ALTRO MODO, LA CRISI - urlò Romano afferrando di getto la chitarra e piantadola in testa al ragazzo spagnolo, per poi girare i tacchi ed andarsene ancora più infuriato di quanto non fosse prima di entrare. Antonio lo guardò uscire a metà tra il confuso ed il sofferente. Non capiva e mai avrebbe capito il motivo di tutta quella rabbia solo per un programma che adoravano milioni di ragazzine! Se solo avesse saputo che Romano lo guardava e finiva col vomitare per tutte le smancerie e idiozie che c'erano dentro. E che Feliciano aveva come l'impressione (ed il terrore) che l'attrice lo seguisse e lo guardasse ovunque, in tutte le sue regioni...




Angolo dell'autrice più strana della storia di Efp  
Yesh, solo io posso aggiornare una volta ogni mille mai con una cretinata, Ja Ja ! Cioè, quali altre autrici vi fanno stare con il fiato sospeso per mesi e poi spuntano così, scatenando in voi forti istinti omicidi? Basta che non chiamate la criminalità organizzata, amen.
Comunque volevo condividere con tutti voi la sofferenza che provo vedendo (e sentendo) ragazzine che da grandi vogliono diventare come Violetta. Si che nemmeno io son tanto grande, ma sentire di bambine di 11 anni che vogliono trovare l'amore vero e vestirsi e truccarsi come le sedicenni, mh, non mi stupisco che la società vada a rotoli, mi fan salire il nazismo.
A parte questo: no rancore a tutte le autrici di questo sito che guardano (ed adorano) Violetta. Io amo tutti a parte i bimbiminkia . Altrimenti dovrei uccidere mia cugina e mia sorella, non credo di essere talmente sadica. 
Non credo . Ora me ne vado a finire i compiti, vi amo tutti <3
Paste siciliane sol per voi,
Sery.
Ok, ricontrollare la storia quando si studiano gli Assiri è da fare. Illuminatemi, alle superiori quand'è che si arriva alle guerre mondiali? Sono in agonia!
Prossimo aggiornamento: un qualcosa su Cina, mi era venuta un'idea. Ma ne ho dimenticata metà, OVVIO.
  
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