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Autore: sushiprecotto_chan    07/11/2013    1 recensioni
[Neji/Rock Lee, Hinata]
“È pistacchio.” Esalò Lee, estremamente contrariato.
Teneva in mano una delle sue beneamate spandex e l’osservava con espressione truce, le folte sopracciglia corrucciate.
“Te l’avevo detto che dovevi stare attento con la lavatrice.”
Neji appariva estremamente calmo.
“Ma è pistacchio!”
“Mh.”
Genere: Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hinata Hyuuga, Neji Hyuuga, Rock Lee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'About Lee's Pairings'
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Titolo: Due uomini e una lavatrice.
Personaggi/Pair: Rock Lee, Neji Hyuuga, Hinata Hyuuga; Neji/Lee
Prompt: #08 – Pistacchio (Pacchetto: Colourful – Green)
Note: 1. Quarta di una serie di 10 storie Neji/Lee basate sui prompt della community Dieci&Lode su livejournal. Se volete dare un’occhiata alla mia verdissima tabella, potete andare qui.
2. Sì, da pochi giorni a questa parte vivo da sola in un’altra città (per via dell’uni). Non è la prima volta che mi trovo da sola in una casa per svariato tempo, ma questi erano già i miei seri dubbi a proposito degli elementi me, una lavatrice, oddio.
N/A: Durante la stesura di questa fanfiction (durata più o meno tre mesi, tra una cosa e l’altra) si sono succeduti strani, strani errori, per cui si sono formate strane, strane frasi.
Della serie che Neji urla orripilato “Non consegnerò mai i miei vicini a Gai-sensei!” e “per averle chiesto di lavare le nostre mutanti Tenten ci ucciderebbe!”. Tralasciando l’incoerenza grammaticale della seconda frase, penso che me le terrò d’acconto, potrebbe uscire una storia demenziale niente male. :D *felice*
Il titolo vorrebbe fare eco a “Tre uomini in barca – per non parlar del cane”, ma lasciamo perdere, che è meglio.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Due uomini e una lavatrice – per non parlar dello scoiattolo.
 
 
 
“È pistacchio.” Esalò Lee, estremamente contrariato.
Teneva in mano una delle sue beneamate spandex e l’osservava con espressione truce, le folte sopracciglia corrucciate.
“Te l’avevo detto che dovevi stare attento con la lavatrice.”
Neji appariva estremamente calmo.
Ma è pistacchio!
“Mh.”
Un minuto di silenzio.
“Come facevi a lavarti gli abiti, prima di comprarla?”
“Avevo una vicina molto premurosa…” borbottò in risposta la bestia verde.
Lee e Neji si erano trasferiti in quell’appartamento da poco. Lee aveva dovuto lasciare quello che gli era stato fornito dal villaggio appena raggiunta la maturità. Konoha, al fine di provvedere agli orfani di guerra, offriva una casa ad ognuno di loro fino ai diciott’anni, e Lee, come tanti altri, aveva vissuto nel suo precedente appartamento tutta la vita. Quando era arrivato il momento di lasciarlo, aveva scoperto di non avere abbastanza soldi per pagare l’affitto di un altro locale, e Neji gli era venuto in aiuto. Appena lo aveva scoperto non aveva voluto sentir ragioni. I lunghi capelli di Hiashi erano diventati completamente bianchi, quando il nipote lo aveva informato del suo proposito di lasciare villa Hyuuga.
Neji aveva giustificato la sua decisione ribadendo che sarebbe tornato ogni giorno per compiere i suoi doveri e che non desiderava distaccarsi dal clan e dal portare a compiere quello che lui chiamava il suo destino; ed alla fine Hiashi non aveva potuto fare altro se non prendere atto della cosa e dare al caro nipote la sua benedizione, benché fosse un po’ addolorato per la sua partenza ed avesse ben seri dubbi a proposito del fatto che il genio degli Hyuuga e forse suo probabile successore se ne andasse a vivere dal ‘suo-migliore-amico’.
Visto che neppure il capostipite del clan Hyuuga aveva potuto dir di no al suo beneamato, pacato, determinato, testardissimo nipote, ora Neji e Rock Lee si ritrovavano lì, nel loro personale appartamento inaugurato da sole due settimane, intenti a guardare storto una lavatrice.
“Non oso immaginare cosa potrebbe fare alle mie casacche bianche, se è successo questo con la tua tuta.” Diceva Neji, osservando il malefico elettrodomentico con sguardo truce. Sembrava lo stesse scrutando per analizzarlo al fine scoprire come funzionava e quindi come poteva tenere quello strano marchingegno sotto controllo.
“Potremmo provare a chiedere a Tenten, a Gai-sensei o a qualche vicino, mio giovane amico.” Tentò Lee.
“Non consegnerò mai i miei vestiti al maestro Gai, non mi abbasserò a supplicare dei perfetti sconosciuti e trovo che per aver osato chiederle di lavare le nostre mutande Tenten ci ucciderebbe.” Rispose Neji secco.
Un’altra manciata di secondi ricchi solo di silenzio.
Poi Neji provò ad attivare il byakugan.
 
 
Il ding-dong del campanello della loro nuova casa non poteva essere un suono più acuto e sgradevole.
“Vado io,”
Neji, ancora intento a studiare la lavatrice, lo sentì a malapena, mentre apriva la porta e faceva entrare l’ospite.
“O-Oh! Hinata, ma che sorpresa!” disse contento Lee, facendo letteralmente le feste alla nuova arrivata.
Neji, al sentire il nome di sua cugina, per poco non si prese un colpo. Volò fuori dalla stanza, raggiungendo i due nel corridoio.
“Hinata-sama! Che ci fate voi qui?”
“Neji-niisan,” La sua voce era dolce come sempre, un soffio caldo sul cuore. “Volevo vedere la tua nuova casa. S-scusa, forse non è il momento adatto…?” Disse, guardandosi intorno.
E Neji seguì quello sguardo e inorridì. Lee non si era preoccupato di nascondere a sua cugina la quantità di vestiti sporchi e di disordine presenti in quell’appartamento. Non ci aveva neppure fatto caso, come se fosse naturale per tutti abituarsi al casino dilagante che c’era sempre stato in casa sua. Rock Lee era sempre stato una persona ligia al dovere, un vero maestrino, sempre pronto a prendere appunti, a fare quello che doveva in maniera ordinata, anche se con un’illogicità oltre il limite dell’assurdo tutta sua e di Gai-sensei. Peccato che questa precisione non si palesasse anche nel tenere la propria abitazione in uno stato quantomeno decente. Era capace di mantenere uno scaffale della libreria in ordine con una precisione per i dettagli patologica, e poi lasciare nel lavabo degli avanzi per tre giorni.
“Ma no, è un buon giorno. Sei la prima che ci fa visita. Nemmeno Tenten ha ancora visto la casa!”
E per una buona ragione, pensò Neji. Gliel’avrebbe suonate – soprattutto a Lee – al vedere l’appartamento nuovo in quello stato.
“Hinata-sama, mi dispiace terribilmente, ma non credo sia una buona idea che ci facciate visita oggi. La casa non è in ordine e siamo alle prese con un problema domestico…”
“Ma no, ma no! Entra pure!”
E così la sua adorabile cugina – dopo un bel po’ di tentennamenti – si fece largo, e scuriosò nell’appartamento.
“Hinata-sama, sono estremamente spiacente. La casa non dovrebbe essere così disordinata… vi prego di scusarmi.”
“Non dirò nulla a mio padre e ad Hanabi, Neji-niisan.” Lo tranquillizzò lei, mentre ancora sbirciava le camere con gli occhi sgranati.
Arrivata alla cucina, si concesse un gridolino concitato, nel vedere la spandex di Lee di un colore tutto diverso dal normale.
“Oh…”
“Eh, io e Neji abbiamo avuto un piccolo problema, qui! Il fatto è che io non avevo mai toccato una lavatrice, e Neji è perfettamente inutile in questo campo!”
Neji si spalmò una mano sulla faccia, chiedendosi ripetutamente e con pathos Perché?!.
Poi accadde. Uno scoiattolo1 balzò giù dalla finestra e finì direttamente in testa a Hinata, che ovviamente si spaventò e urlò. Poi Rock Lee richiamò l’animale, che subito usò il capo di Hinata come punto d’appoggio per saltare in mano alla bestia verde.
“Vieni qui, Squeak! Cattivo, non devi saltare addosso a chi non conosci!” Poi Rock Lee si perse in vari e profondamente ossequiosi tentativi di rassicurare la ragazza, arrivando pure a difendere l’onore dello scoiattolo come se questi fosse una sorta di cavaliere al servizio di re Artù.
Anche Neji si scusò profondamente con la sua amata cugina, mettendole una mano sul capo e abbracciandola appena.
“Lee!” lo squadrò, guardandolo malissimo. “Dovrei sapere qualcosa?”
Il suo compagno era evidentemente in imbarazzo, e proteggeva lo scoiattolo che gli stava tra le dita come se Neji fosse pronto a strapparglielo via. Tra Lee che proteggeva lo scoiattolo con le mani e Neji che faceva lo stesso con sua cugina, la scena era uno spettacolo niente male.
“Si chiama Squeak.” Cominciò Lee, colpevole. “Siamo amici da tanto tempo. Lui se ne sta tra gli alberi. Non fa alcun male. Ti prego, lascia che venga in casa, ogni tanto!”
Neji si preparava a ribattere, quando da sua cugina venne un suono che non si sarebbe mai immaginato in quella situazione.
Contro ogni previsione, la sua timida cugina stava ridendo. E ridendo anche di gusto, si può dire.
Rise per tre minuti buoni, sotto gli occhi costernati dei due ragazzi, prima di darsi un contegno.
“Oh, Neji-niisan, sono così contenta che tu ti diverta, qui nella nuova casa!”
E gli rivolse uno sguardo pieno di tenerezza – tanto che Neji non seppe se tirare un sospiro di sollievo, provare un calore al petto o nascondere un’espressione isterica.
Poi si riprese del tutto, e si chinò verso la lavatrice.
“Allora, qual è il problema qui, Lee-kun?”
La bestia verde le andò vicino, mentre Squeak gli si piazzava su una spalla.
Confabularono fra loro per una manciata di secondi. Poi Hinata avviò il byakugan.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
1= se ve lo state chiedendo: , è lo stesso scoiattolo che Lee salva da una carta-bomba durante la prima prova dell’esame dei Chuunin. Nel mio headcanon, dopo quell’episodio lo scoiattolino ha ritrovato Lee poco dopo che questi si era maciullato la gamba e il braccio nello scontro contro Gaara, e per gratitudine ha cominciato a seguirlo ovunque, e ogni tanto lo va a trovare nel suo appartamento. HEADCANONYEAH <3
   
 
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