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Autore: Giada_Mouddou    07/11/2013    0 recensioni
‘’Cercherò di essere abbastanza almeno una volta, solo una, per insegnarti ad essere una persona migliore’’
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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‘’Cercherò di essere abbastanza almeno una volta, solo una, per insegnarti ad essere una persona migliore’’
Natasha Kinzberg era una ragazza come tante, aveva 16 anni era alta, magra, aveva i capelli castani e gli occhi azzurri, ma forse non era veramente come tutte le altre ragazze. Stava sempre da sola, ma forse era proprio quella la cosa che la rendeva ‘unica’ nel suo genere. Non le piaceva la folla, il casino o tanta gente in uno stesso posto, aveva sempre paura di parlare e sbagliare, si rifugiava nei libri e nella loro bellezza, perché solo conoscendo si può imparare a conoscere.

Faceva davvero caldo quel giorno, ma Natasha aveva una felpa pesantissima, sembrava che lei non sentisse più niente sulla sua pelle, né il calore, né il sudore e neanche l’amore. Aveva sempre due cuffiette bianche nelle orecchie, attaccate al suo cellulare, per non sentire le voci e le urla dei compagni che le passavano affianco correndo. Si poteva fidare solo di una persona, quella cosa di cui solo lei sapeva tutto e niente. Il suo diario. Se lo portava d’appertutto, era come se avesse un collegamento corporale direttamente col diario. In realtà era un piccolo quaderno marrone, un po’ rovinato, con un cordoncino rosso appeso all’estremità. In classe leggeva un libro dietro l’altro, non stava attenta alle lezioni, ma ogni volta che le facevano una domanda sapeva rispondere perfettamente, approfondendo l’argomento. Natasha non aveva paura degli altri, ma aveva paura dei giudizi, delle prese in giro, aveva paura di qualcosa di importante, lei aveva paura della cosa che forse è quella che spaventa di più, quella più importante, aveva paura dell’amore. Sapere che nessuno la teneva in considerazione, che nessuno le chiedeva mai un parere, era quella la cosa che più le faceva male, che le faceva sentire una morsa al cuore. ‘Sono stanca di non sentirmi mai abbastanza , di non essere forte abbastanza, ora basta, voglio iniziare a vivere’ così aveva scritto Natasha sul suo quaderno. Forse anche lei  per una volta voleva vedersi come gli altri e sentirsi  al loro pari. La maggior parte delle volte era seduta sul balcone a divorare libri, ma voleva cambiare, provare qualcosa di nuovo, per sentirsi migliore fuori, però c’era qualcosa che non le quadrava, non sapeva se voleva sentirsi diversa anche dentro. A lei piaceva quello faceva, le piaceva leggere, ascoltare, stare attenta ai minimi dettagli, ma non le piaceva il suo carattere, quel suo modo di essere ‘chiusa’ e di non aprirsi agli altri come avrebbe veramente voluto. Quello stesso giorno, il  13 maggio, Natasha era arrivata a casa con una convinzione ammirevole, quasi maleducata nei confronti della madre, si era decisa a cambiare, a piacere agli altri per come sarebbe diventata, e la vecchia Natasha non sarebbe più esistita, sarebbe rimasta solo nel profondo del suo cuore, dove avrebbe potuto nasconderla dal mondo. Chiuse in cantina la maggior parte dei suoi libri, non sapeva nemmeno lei cosa stesse facendo, era come se rinchiudesse una parte di sé, quella parte che la rendeva particolare e diversa, quella parte che avrebbe fatto innamorare le persone più intelligenti. La sera, era come se il diario la rifiutasse, le rendeva difficile la scrittura, perché lui era una di quelle persone davvero intelligenti, che la voleva per com’era, per la sua bellezza interiore, per il suo carattere, per il suo essere. Solo le persone che le volevano davvero bene, le dimostravano che così non avrebbe concluso nulla, era perfetta come prima, non sarebbe dovuta cambiare per niente al mondo. Forse era la paura o forse era solo un modo per smettere di sentirsi inferiore. Non voglio finire di amare, come non finirà l’acqua dentro io mare.
 
  
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