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Autore: xbelicapeli    07/11/2013    4 recensioni
"Siamo stati creati per realizzare cose facili e per sopravvivere a quelle difficili."
Harry Styles e Louis Tomlinson lo sapevano bene, ma l’avrebbero presto provato sulla loro pelle.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: PWP, Tematiche delicate
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“Siamo stati creati per realizzare cose facili e per sopravvivere a quelle difficili.”
Harry Styles e Louis Tomlinson lo sapevano bene, ma l’avrebbero presto provato sulla loro pelle.



Avevano entrambi frequentato il liceo Roosvelt, ma non erano mai andati troppo d’accordo. In cinque anni di scuola si erano scambiati probabilmente 10 parole, giusto quelle necessarie per la sopravvivenza.
Anne, la madre di Harry, incontrò Mark Tomlinson per la prima volta ad una riunione dei genitori e se innamorò perdutamente al primo sguardo. Era appena l’inizio dell’ultimo anno di liceo per i due ragazzi, era infatti Settembre quando Anne e Mark iniziarono ad uscire insieme e ci volle poco perché i due si fidanzassero.
Si erano incontrati da pochi mesi, ma sembravano conoscersi da tutta una vita, per questo decisero di non perdere altro tempo e comprarono una grande casa dove poter riunire le due famiglie: acquistarono una grande villa su quattro piani dove c’era spazio per loro due, per Gemma, per Lottie, Fizzy, le gemelle Daisy e Phoebe, per la figlia di Mark, Georgia, e ovviamente anche per Harry e Louis, che però avevano deciso di non approfittare dell’occasione.
Louis era particolarmente affezionato a Mark, seppure non fosse il suo padre biologico, ma aveva scelto di continuare a vivere con sua madre Johannah, forse per una questione di principio, forse per il troppo rispetto che nutriva verso la donna che era emotivamente distrutta dopo il fidanzamento di Mark, o forse solo perché era sempre stato abituato a quella casa e a quella vita.
Harry, rifletteva perfettamente l'ideale del bravo ragazzo: era sempre stato un cocco di mamma, i due erano inseparabili, ma il giovane, nonostante fosse davvero felice per lei, non riusciva ancora ad accettare la situazione: per questo decise di passare l’estate dal suo amico Zayn nel West Yorkshire, a Bradford.
Sia Harry che Louis ebbero un’estate di tempo per ragionare sulle novità e decidere del loro futuro: la scuola superiore era appena terminata ed era tempo di dare un senso alla loro vita.

[...]

Settembre stava per arrivare ed Harry decise di tornare a casa per discutere con sua madre sul da farsi negli anni successivi.
Anne, che era particolarmente entusiasta del ritorno del figlio, lo accolse a braccia aperte e addirittura organizzò una grande cena di famiglia per conoscere gli ambiziosi piani del ragazzo sul suo futuro. Nel concetto di famiglia della donna, era ovviamente compreso anche Louis, per questo Mark lo convinse a fargli visita almeno per quella sera.

[...]

Era il 28 Agosto, ed era il giorno dell’importante cena che avrebbe riunito tutti.
Louis si presentò in casa Tomlinson puntuale come sempre (ormai la casa di Johannah non poteva più chiamarsi così, ma quella di Anne e Mark era stata battezzata con il cognome dell’uomo).
Erano le 9 e un quarto di una bella mattina di fine estate quando Louis bussò su quella porta color noce con in mano un borsone, era la prima volta che metteva piede in quella casa, ma ancora non sapeva che sarebbe stata un’abitudine.
Non appena entrò, si sentì come se avesse vissuto tutto il tempo in quella casa: nonostante la sua assenza i muri erano tappezzati di foto di tutti i figli, lui compreso, e c’era persino una camera pronta per lui. La camera era piena di libri, oggetti tecnologici, un grande letto matrimoniale e addirittura vestiti: come se Louis ci stesse già vivendo.
Mark riempì di attenzioni il figlio fin dal suo arrivo, mentre Anne era impegnata con i preparativi e si faceva aiutare in cucina da Gemma e Lottie.
Si fecero presto le 6 e l’arrivo di Harry si avvicinava sempre più. Passò un quarto d’ora prima della sua entrata in casa Tomlinson: quindici lunghissimi minuti per Anne che parlò ininterrottamente esternando le proprie paranoie e le proprie paure; si era sempre fidata del figlio, ma aveva il timore che in un’estate tutto fosse cambiato e che egli non la amasse più come una volta. L’ansia della donna cresceva sempre più ogni secondo e arrivò al culmine quando ricevette un messaggio da Harry: “Pronta a vedere come sono cambiato? Tra 5 minuti sono lì. xx”.
I cinque minuti passarono e il campanello suonò coprendo le voci agitate di tutti.
‘Mio Dio, è arrivato!’ esclamò Anne balzando in piedi ed iniziando a tremare.
Tutti si alzarono accompagnando la donna verso l’ingresso, tutti tranne Louis, che un po’ intimorito rimase appoggiato ad una colonna ad una decina di metri dall’entrata.
Quando Anne aprì la porta davanti a loro si trovarono un ragazzo che sembrava cresciuto di almeno tre anni in soli tre mesi: Harry era alto più o meno un metro e ottantacinque per neanche 70 chili. Era magro, con dei jeans neri stretti che risaltavano le sue gambe sottili, una canottiera bianca che lasciava scoperte le braccia avvolte nei tatuaggi e, nonostante i suoi teneri ricci chiusi in un cappellino, quel ragazzo aveva proprio l’aria di un duro. Ma Louis aveva buttato subito lo sguardo nei suoi occhi verdi e ne era spaventato ed attratto allo stesso tempo.
Sotto lo sguardo sbalordito di tutti, Harry fece il suo ingresso abbracciando Anne e Gemma nello stesso momento, mentre gli altri ancora dovevano capacitarsi del nuovo ‘Haz’ che nei racconti della madre appariva del tutto diverso. Dopo aver stretto a lungo le due donne, Harry salutò Mark e una per una le sue figlie con un timido abbraccio e un piccolo bacio sulla guancia; quando si trovò di fronte a Louis rimase impietrito per qualche secondo con i brividi che gli percorrevano la schiena e, fissando quegli  occhi azzurri, tese istintivamente la mano: i due ragazzi si stavano stringendo la mano come due soci in affari ed entrambi si resero conto della situazione imbarazzante che si era creata.
‘Non.. non mi aspettavo di vederti qui’ ruppe il ghiaccio Harry
‘E io non mi aspettavo di vederti così’ rispose prontamente Louis ancora perso nei suoi pensieri.
Dopo qualche minuto di un fastidioso silenzio nel quale tutti scrutavano attentamente il nuovo arrivato, Anne spezzò la tensione invitando tutti a sedersi attorno al tavolo in soggiorno per l’inizio della cena.
Tutti si accomodarono accertandosi di sedersi al posto giusto: Anne e Mark ai capi del tavolo, le due gemelle vicine con di fronte Lottie e Fizzy, accanto alle ultime due si sedevano Gemma ed Harry e rispettivamente di fronte Georgia e Louis.
Ognuno era comodo sulla sua sedia cercando nella propria testa dei buoni argomenti con cui cominciare un dialogo, ma nessuna idea sembrava abbastanza buona, quindi attesero tutti in silenzio l’arrivo dei piatti.
Una volta che tutti iniziarono a mangiare, l’uomo di casa iniziò la conversazione tra un boccone e l’altro:
‘Allora, Louis.. cosa pensi di fare quest’anno?’
‘A dir la verità ancora non lo so. Stavo prendendo in considerazione l’università di Oxford oppure quella vicino a casa vostra. Non so..’ rispose Louis rimanendo abbastanza vago.
‘E tu Harry?’ domandò sua madre continuando il discorso.
‘Io credo che, sempre che voi vogliate, verrò a vivere qui.’ Rispose in tono deciso ma pur sempre umile.
‘E cosa farai?’ si incuriosì Mark.
‘Credo che lavorerò alla solita panetteria per pagarmi le lezioni di canto’ concluse lasciando tutti un po’ perplessi: di certo i soldi non mancavano in famiglia, ma Harry era deciso a dedicarsi da solo alla sua vita e al suo futuro, non voleva l’aiuto di nessuno.
Louis colse immediatamente la sua determinazione dalle sue frasi. Louis era uno che sapeva osservare le situazioni e trarne velocemente le sue conclusioni.
Durante il resto del pasto si trattarono argomenti generali o futili, scherzando molto, cercando di integrare i due nuovi arrivati in famiglia.
Terminata la serata, Louis aiutò le sorelle a sparecchiare, mentre Harry si offrì di lavare i piatti insieme alla madre.

Il più grande, quindi, salì in camera per farsi una doccia.
Come tutti, Louis pensava molto sotto la doccia ed ora stava cercando di fare un rapido ritratto delle persone che ancora non conosceva come Anne, Gemma ed Harry.
Secondo il giovane, Anne era una donna molto gentile e premurosa, era una che avrebbe dato di tutto per i suoi figli, si vedeva dal modo in cui li guardava; era quel tipo di persona che ci teneva a fare bella figura con tutti, non era mai scortese e in alcun modo poco rispettosa, era sempre elegante e fine.
Gemma era la copia esatta della madre: le due erano completamente identiche, se non fosse per il colore di capelli.
E Harry invece era più misterioso: aveva sicuramente la gentilezza e l’eleganza in comune con gli altri membri della sua famiglia, probabilmente si trattava di una cosa genetica, ma, anche dall’aspetto esteriore, sembrava uno che non si sarebbe mai fatto mettere i piedi in testa. Harry mandava segnali contrastanti: durante la cena appariva nervoso, ma tra le sue battute ed affermazioni era molto pieno di sé, era a suo agio ma mandava comunque segnali di irrequietezza.
Tra un pensiero e l’altro, Louis sentì un rumore, forse era solo la sua immaginazione, o forse qualche goccia troppo grossa che aveva sbattuto sul vetro, pensò.
Poco dopo, però, la porta del bagno si aprì improvvisamente, lasciando entrare qualcuno. Louis dal vetro appannato della doccia riuscì ad intuire che si trattava di un uomo, così cacciò la testa fuori dal box-doccia. Non appena si accorse che di fronte a lui si trovava Harry, si lasciò uscire dalla bocca un grido un po’ femminile per un ragazzo di ventun’anni.
‘Oddio’ gridò Harry tappandosi gli occhi con le mani ‘scusa… esco subito’ si voltò e rimase fuori dalla porta commentando ‘Davvero poco mascolino..’
Ma fu presto interrotto dalla domanda di Louis: ‘cosa ci fai tu qui?’
‘è il bagno della mia camera..’
‘no, è il bagno della MIA camera’ ribattè Louis.
Piombò il silenzio quando entrambi si accorsero che nella stanza c’era un letto matrimoniale: era un solo letto, pensarono inizialmente, ma c’era posto per due persone, si resero conto ora.


 


 
angolo dell'autrice:
I'M BAAAAAAAAAAAAAAACK.
okay, ho finito con il mio momento di euforia.

Allora, questo è il primo capitolo, l'introduzione, quindi sono consapevole che non sia proprio il massimo.
Però ci terrei ad avere il vostro parere sull'inizio della storia: se ne avete già lette di questo tipo, se vi ispira ecc.
Spero che continuiate a seguirmi in tanti.
un abbraccio, Marta.
   
 
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