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Autore: skonhet    07/11/2013    2 recensioni
"Che infamia rifiutarmi così, Remus, con quello sguardo contrito, il viso sofferente. Sputami in faccia piuttosto, fingi che tu lo faccia per il mio abominevole aspetto fisico e non per dei tuoi rispettosi codici morali, allieteresti la mia sofferenza."
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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La solitudine è un diritto.
Stupidamente l'opinione pubblica descrive l'uomo come un animale sociale, ma spesso la convivenza forzata porta a azioni abominevoli, convulsioni rabbiose; sono fiera del mio distacco da queste passioni, cammino stoica nel percorso della mia esistenza.

Ma spesso la solitudine è imposta, ed è incredibile come la percezione si trasformi, muti magicamente, a svuotare ampi spazi invece che riempirli, a stuzzicare ferite che dovrebbe rimarginare. Attualmente osservo la solitudine con lo sguardo tradito di chi ha visto le proprie costanti cedere sotto il peso della casualità, ed essere costretta ad accettarlo.
In bilico tra imposizione e libera scelta, un equilibrio malfermo che tende ogni giorno di più verso la costrizione, evito ogni contatto con l'Ordine. Malgrado io sia cosciente del mio atteggiamento sbagliato, ingiusto e irrispettoso, non riesco proprio a sopportare le premure di Molly; sono grata a volte del gelo a cui mi ha abituata mia madre, spesso certi lutti vanno affrontati senza piangersi addosso. Inoltre è un territorio scottante, con frequenti rimandi, segni, impronte della sua presenza/assenza, quasi un'ombra che al tempo stesso mi opprime e mi sfugge.
Che infamia rifiutarmi così, Remus, con quello sguardo contrito, il viso sofferente. Sputami in faccia piuttosto, fingi che tu lo faccia per il mio abominevole aspetto fisico e non per dei tuoi rispettosi codici morali, allieteresti la mia sofferenza. Non farmi pentire ogni giorno che vivo di essere nata così in ritardo, non portarmi a disprezzare i miei genitori per aver atteso tanto a concepirmi. Mi hai rilegato per sempre nella stretta infelice dei conoscenti.
Il mio masochismo di solito sta nel continuare a frequentare luoghi pericolosi, dove la possibilità di incontrarti crescono; questo desiderio è come balsamo, l'idea di vederti però ha lo stesso peso di una condanna a morte. È la tua interezza che mi spezza, che mi fa sentire così superficiale, come darti torto? La tua malattia, la mia giovinezza, nobilissimi ostacoli, sacrosante problematiche. Ma come posso dare un freno a questa passione che mi consuma, perché trova l'oggetto del suo ardere? Mi sono innamorata di te poco a poco, seguendo la storia delle tue cicatrici, tuffandomi nel buio del tuo passato. È ormai una strada tracciata, non chiedermi di tornare indietro, non sono così giovane da dimenticare ogni insuccesso. Tu non sei solo un fallimento, sarebbe un'offesa alla tua persona considerarti tale, tu sei la mia storia d'amore mai iniziata, l'uomo che il destino aveva programmato per me ma che, perfidamente, ha deciso di allontanarmi. Non ti privare anche di queste piccole gioie Remus, ho la presunzione di pensare che anche tu percepisca qualcosa per me, una piccola scintilla rispetto al rogo delle mie viscere. So quale frammento del tuo ingranaggio si interpone alla tua felicità, è questa tua sensazione di incarnare il male terreno che ti vieta ogni felicità, ti relega all'isolamento. Pensa, la tua solitudine-diritto che causa la mia solitudine-imposizione; questo non ti rende onore, ma oltre a queste mie manie di persecuzione, non onora neanche la tua persona. Hai distribuito tanto amore intorno a te che se dovesse tornare indietro in quantità dimezzata ti meriteresti due donne al tuo totale servizio. Tu però accontentati di me, Remus, ama le mie stranezze, i miei trasformismi, la mia insistenza. Proviamo a scavare insieme tra le cicatrici che ci accomunano.

E dai, aprimi la porta, lasciami entrare.




Note dell'autrice:
Nel mio scoprire la magia della narrazione in prima persona ho ben pensato di calarmi in una alquanto disincantata Tonks alle prese con un Remus combattuto. Ho amato moltissimo questa coppia, e credo che non le sia data molta giustizia nel libro (in quanto storia secondaria, è giustificato). Credo che sia migliore della simil-fic che ho scritto su Rose, ma dopotutto qui si tratta di una giovane donna, lì di una adolescente. Detto questo, grazie della lettura :)

  
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