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Autore: Feel Good Inc    21/04/2008    5 recensioni
Si voltò di scatto e sollevò la spada all’altezza degli occhi, contrastando appena in tempo un colpo di pugnale diretto alla sua testa. Si alzò e tenne la spada contro il coltello, ma non sentì il misterioso nemico arretrare. Quando le due lame si abbassarono, consentendogli di guardare in faccia l’avversario, Shaoran si ritrovò a ricambiare lo sguardo di due occhi di una stupefacente tonalità di verde.
Una ragazza...

[ Dal capitolo 4 ]
L'ombra della guerra oscura il Regno da molto, troppo tempo. Ma c'è qualcosa che può far tornare la luce.
Un cavaliere lo cerca, una guerriera lo difende, una Principessa ha preso la decisione che determinerà la differenza tra la vita e la morte del Regno.
Due adolescenti uguali e diversi, senza bei ricordi e senza sogni piacevoli, in un viaggio impossibile, attraverso segreti e bugie e cose non dette, potranno forse trovare se stessi. E la luce di Aamyan potrà finalmente brillare...
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Li Shaoran, Sakura Kinomoto, Tomoyo Daidouji | Coppie: Shaoran/Sakura
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Ebbene sì, la febbre delle long-fic ha contagiato anche me

Ebbene sì, la febbre delle long-fic ha contagiato anche me! E in questo caso il merito è tutto della mia amica Evans Lily, perché leggendo la sua storia ho avuto un’improvvisa ispirazione e mi è venuta l’idea per questa mia nuova creazione… Anzi, la dedico proprio a te, Lily, ancora una volta!…

Qualche premessa: a volte i personaggi diventano vagamente OOC, per esigenze di copione. Inoltre anticipo che i capitoli dovrebbero essere in tutto tredici. Ed ora, come sempre, vi auguro buona lettura!

 

 

Aamyan degli Elfi

 

1

Prologo

 

La radura echeggiava delle urla della creatura minuta. Il gruppo di Uomini la teneva premuta al suolo; uno di loro le tirava i lunghi capelli argentei violentemente, quasi a volerglieli strappare alla radice; un altro le torceva le braccia esili dietro la schiena. La pelle eterea della fragile figurina era ormai contaminata da lividi e ferite, e il sangue scorreva da un taglio alla testa su tutto un lato del suo viso di bambina già donna.

L’unico uomo che finora era rimasto in piedi si avvicinò e con un gesto del braccio fermò i compagni, che immediatamente si scostarono dalla creatura, come se temessero di essere contagiati dalla sua deturpazione. La ragazzina rimase immobile, ansante, il viso ancora affondato nell’erba macchiata di rosso. L’uomo si accosciò al suo fianco, e lei si voltò lentamente a fronteggiare il suo sguardo. Lui rimase colpito dai suoi occhi, di un azzurro tanto chiaro da tendere al cristallino, che risaltavano come silenziose accuse pungenti nel rosso del sangue che fluiva abbondante dalla fronte bianca. Si impose di non mostrare esitazioni e si chinò su quel volto fino a respirarle sulle guance sporche di lacrime e terriccio.

«Ti sei decisa, piccola?»

La creatura non rispose. Si limitò a fissarlo, respirando affannosamente. Spazientito, l’uomo le sollevò il mento e si avvicinò ancora di più al suo viso.

«Te lo chiedo per l’ultima volta. Dov’è?»

Senza ritrarsi, ma fissandolo con odio e collera e ripugnanza, lei schiuse le labbra e gli rispose con un’altra domanda.

«Perché lo vuoi?»

L’uomo sorrise vagamente.

«Possibile che tu non capisca? Noi facciamo parte delle schiere dei ribelli della Terra del Buio. Il nostro unico obiettivo nella vita è mettere le mani sullo Specchio della tua signora… Perché è l’unico modo di porre fine a questa guerra, è l’unica speranza per noi che sogniamo la libertà…»

La ragazzina dagli occhi di perla prese fiato. Poi gli sputò in faccia.

L’uomo si tirò indietro, portandosi una mano agli occhi. I suoi compagni si mossero all’unisono, ma non poterono toccare la fanciulla: in quel breve istante, lei si era alzata in piedi, incurante delle ferite e del dolore. Di fronte alla sua improvvisa fierezza, nessuno ebbe il coraggio di avvicinarsi.

«Uomini insulsi», enunciò la creatura, «voi non avete idea del suo potere. Aamyan non tollera la violenza, cerca e pretende la purezza d’animo. E voi… Nessuno di voi potrà mai sperare di allungare le mani sullo Specchio. Se davvero desideraste il bene, non agireste in questo modo. I vostri ideali non sono che fanatismi. C’è troppa violenza dentro di voi. Se anche vi dicessi dov’è, non potreste mai usarlo.»

L’uomo accovacciato si sollevò di scatto, sovrastandola.

«Hai ragione, figlia degli Elfi. In noi c’è troppa violenza. Ma la colpa è di questa guerra, di ciò che dobbiamo subire ogni giorno, perché la guerra non risparmia nessuno, tende le sue dita su tutti, nessuno può restare puro in questa vita disastrata. Perciò, cosa cambia? Se non potremo usarlo noi, non potrà farlo nessuno. Adesso dicci dov’è lo Specchio.»

Avanzò minaccioso verso di lei, ma la fanciulla di razza elfica non arretrò. Lo guardò dal basso in alto con la stessa espressione furente, per poi pronunciare chiaramente poche parole, che suonarono come una profezia e come una condanna.

«Verrà presto l’animo puro che potrà guardare il proprio riflesso. Verrà. Fino ad allora, nessuno lo avrà mai.»

Uno degli Uomini, il più giovane e impulsivo, mise mano al pugnale che aveva appeso in vita.

«Piccola strega! Che la tua maledizione muoia con te!»

Con un solo rapido gesto, scagliò il coltello fino a far conficcare la lama nel petto della ragazzina.

La creatura dai capelli d’argento abbassò lentamente lo sguardo sul manico del pugnale che le sporgeva dal cuore, poi scivolò con altrettanta lentezza al suolo e rimase immobile, mentre il suo respiro si affievoliva rapidamente.

L’uomo a capo del gruppo si voltò verso il compagno che l’aveva colpita e gli affondò un pugno nello stomaco, mandandolo riverso a terra.

«Idiota!», urlò, chinandosi su di lui. «Ci serviva viva! Ora dovremo trovare un altro di questi maledetti Elfi per estorcergli qualcosa! Prega gli dei che ci riusciamo, o pagherai con la vita questa tua iniziativa…»

Lo tirò su con uno strattone. Il giovane distolse subito lo sguardo e si guardò le mani aperte, imbarazzato e terrorizzato. L’uomo lo ignorò, si sistemò il mantello sulla spalla e si rivolse agli altri compagni.

«Via di qui. Dobbiamo perlustrare questa foresta in ogni dove. Entro notte, Aamyan dovrà essere nostro.»

Uno dopo l’altro, abbandonarono la radura, lasciandosi alle spalle il corpo della ragazzina degli Elfi, senza rivolgerle uno sguardo.

 

Non sentiva più il proprio corpo, né il dolore. Non le restava molto ormai. Ma sentiva di aver assolto il suo dovere nel migliore dei modi; non aveva rimpianti. Gli Elfi non si pentono mai.

Rivolse lo sguardo al cielo su di sé e sorrise. Quegli Esseri Umani non sarebbero mai riusciti a prendere Aamyan. Lo Specchio era in attesa, aspettava pazientemente il tocco della mano pura che avrebbe potuto usarlo nello stesso modo in cui si proponevano quegli Uomini. Ponendo fine alla violenza, alla guerra, al flusso di sangue in cui ormai il Regno di Tomoeda era costretto a vivere.

Mentre la vita già iniziava a scorrere via da lei, sentì un lieve rumore di passi accanto a sé. Vide una figura china su di lei e la riconobbe all’istante, senza sentire il bisogno di decifrare i suoi lineamenti, che alla vista le apparivano confusi. Cercò di renderle omaggio, come era doveroso fare.

«Mia signora…»

La Principessa Tomoyo, Dama degli Elfi, le sfiorò le labbra e si chinò a bisbigliarle all’orecchio.

«Non parlare. Riposa. Hai avuto molto coraggio, piccola amica mia. Lo Spirito della Foresta non si dimenticherà di te. E nemmeno io.» Il suo tono si fece improvvisamente duro. «Questo giorno avrà un senso, vedrai. Il tuo gesto mi ha fatto capire. Ora so cosa devo fare, per il bene degli Elfi e di tutto il Regno.»

La ragazzina respirò profondamente e chiuse gli occhi, senza smettere di sorridere.

«Qualunque sia la vostra decisione, so che sarà quella giusta. Vi auguro… Vi auguro…»

Ma il respiro le venne meno, e all’improvviso tutto fu bianco, poi nero, e poi nulla.

 

Tomoyo passò tristemente una mano sugli occhi aperti della sua piccola simile, chiudendole le palpebre, e le posò un bacio sulla fronte rossa di sangue.

«Che il cielo ti accolga», sussurrò.

Poi giunse le mani sul petto di lei, e la ragazzina, semplicemente, svanì. Ora era pura anima, e avrebbe potuto guardare per sempre, non vista, quel mondo empio che aveva empiamente causato la sua morte.

Tomoyo del Popolo degli Elfi si alzò in piedi e lasciò che le lacrime le scorressero sul viso. Quante vite innocenti, quanto sangue, quanta devastazione avrebbe dovuto tollerare ancora?

Tutte le speranze, di quei tempi, vorticavano intorno ad Aamyan.

Ma non era per Aamyan che la piccola elfa era morta? Non era per Aamyan che la Foresta degli Elfi veniva ormai sempre più spesso violata dall’Uomo? Non era per Aamyan che l’aspirazione alla libertà sfociava nella violenza gratuita? Non era per Aamyan che la gente, pur odiando il male, uccideva e aveva ucciso quel giorno stesso?

Guardò il tramonto a occidente, e le sembrò che il cielo stesso piangesse lacrime di sangue.

Si scosse. Lei sapeva cosa fare. Aveva preso la sua decisione.

Non le restava che chiedere l’aiuto dell’unico Essere Umano che non aveva alcun interesse per lo Specchio degli Elfi… E sperare in quella giovane umana.

 

 

 

So che come inizio non è molto, ma se seguirete la storia vedrete che tutto ha un senso, perfino episodi apparentemente insignificanti come questo…

Desidero approfittare di questa mia nuova storia per dare finalmente a Sakura Bethovina (e a tutti coloro che fossero eventualmente interessati) il mio indirizzo MSN: fabiana_f18@msn.com. Lo dico anche perché… Beh, sapete, come avrete capito questa storia è ambientata in una dimensione parallela, e per scriverla io mi sono disegnata una specie di mappa… Perciò, se vorrete avere le idee chiare quando vi imbatterete in descrizioni di paesi o roba del genere, potrete chiedermi la suddetta mappa, ed io sarei felice di inviarvela tramite e-mail…

Grazie mille a chi deciderà di recensire. A presto!

 

   
 
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