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Autore: Lady Moon    08/11/2013    2 recensioni
La storia si ambienta in un collegio, dove raramente succede qualcosa di inaspettato.Musa è la protagonista della storia, ha sedici anni ed è lì da molto tempo con alcuni dei suoi amici.
Alcuni di questi, a sua insaputa, sono scomparsi e solo qualcuno sospetta che siano stati 'rapiti' o 'nascosti' da qualcosa o qualcuno, lei lo scoprirà in un momento poco opportuno, perché accanto avrà una persona molto importante per lei e ciò per un po' la dissuaderà dal resto.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                     Musa.

Erano le 8:30 , Musa si apprestava fuori la sua stanza, quel collegio alle volte sapeva essere davvero una rottura.Era sempre la stessa routine, stessa gente, stessi discorsi, stesse telefonate, stessi impegni e stesse ciarlatanate. Ogni stanza o aula di quel collegio era chiusa, alle volte rimanevano aperte per far passare un filo d'aria o per pulirle e poi nuovamente chiuse.Gli insegnanti erano severi, ma non troppo, alcuni sapevano far ridere.
Malgrado ciò, Musa si era abituata come i suoi amici al temperamento dell'ambiente e avevano imperato a gestirsi. Il pomeriggio quando non aveva niente da fare si recava in biblioteca, sfogliava tanti e tanti libri nella speranza di trovarne uno interessante da leggere. Si appassionava molto, specialmente quando era da sola, trovava pace nel leggere o scrivere.
La sua stanza era condivisa da altre tre persone, d'altronde sue migliori amiche che essendo empatiche nei suoi riguardi, quando la vedavano agitata o spaesata, o troppo oppressiva o triste, la confortavano in  continuazione o la lasciavano perdere, a seconda della situazione. Aveva proprio un carattere particolare.
Rosalie: "Clara di qua, Clara di là, mi domando perchè mai dovrebbe interessarmi di quello che fà Clara quando non ci siamo.' - a parlare era una delle amiche di Musa, nella loro stanza.

Sofia: "Non gingillarmi Rosalie, quì nessuno parla di interessarsi degli affari di Clara, ma quando non è con noi è meno rintracciabile di quanto lo sia Musa."

Musa:"Bfff. Ma fatemi il piacere, dovete sempre sospesattare di qualcosa!" -Bofonchiò.

Rosalie:"Noi non stiamo dicendo nulla..ah, approposito,come va con 'il cavaliere nero' ?

Musa:"Non c'è nessun rapporto fra me ed il 'cavaliere nero'. -disse, con aria impetuosa.

Rosalie:"Prima eri uscita...a cercare noi che eravamo dalla professoressa Mary o lui?"

Sofia:"Basta!" - grignò la loro amica, aveva letto già da un po il fastidio negli occhi di Musa, era meglio non rischiare di entrare in una discussione.
Musa si alzò dalla sedia sulla quale era seduta, andò di nuovo fuori, avrebbe preferito girovagare nei corridoi che stare a parlare di 'quello'.
Camminando, camminando, mantenendo la testa bassa, quel 'quello' la notò. Il suo nome era Peter, di poco più grande di lei. Musa alzò lo sguardo, vide Peter che la osservava e d'uno scatto ricollegò il cervello alla ragione, Peter aveva il suo solito sguardo da ebete, quell'aria da narcisista impaziente, dimostrava tutto tranne che un ragazzo timido o sano di mente.Lo detestava, lo detestava a morte nonostante l'amasse con tutta l'anima e sapesse che non era così.Dio solo sa, cosa avrebbe fatto per lui. Poi cambiarono rotta entrambi, Peter era davvero insolente a non degnarsi nemmeno di salurarla.Musa non era da meno, ma aspettava lo facesse lui.

12:45 : L'ora di pranzo era finita, dovevano recarsi tutti in aula per la lezione di scienze, sui pianeti, davvero molto interessante per Musa.Mentre si accingeva da sola, poichè aveva dimenticato dei libri in stanza, incontrò Peter, di nuovo.Che strano 'fato'.
Peter:'Uuuh'

"A questo punto che ci avviamo insieme in aula non credo che ci siano problemi..!" - Gli disse, cercando di controllare l'ira.

-"Ah non di certo.." le rispose, sarcasticamente.

"Allora perchè lo dici con questo tono?"

-"Cerco di usare il tuo stesso tono, così convinto sul fatto che non ci siano problemi, io cerco di autoconvincermi che sia così.."

"Sembra una sorta di antitesi il tuo ragionamento"

"Cerchiamo di non fare tardi a lezione, sono stanco e l'ultima cosa che voglio è far sentire la mia mancanza a tutti gli altri"

-"Perchè sei l'essere perfetto, non potresti e non devi!" -gli disse, stava davvero per prenderlo a pugni.

"Ma sta'zitta!"

-"Non dici a me di stare zitta, stupido!"

Mirko:"Mi dispiace interrompervi, ma Sammy, l'avete visto? -un loro amico era a parlare, disperandosi.

Peter:"Si sarà perso di nuovo"

Musa rimase basita."Che razza di troglodita..Lui è tuo amico..!" -Peter sorrise sarcasticamente ancora piu forte.

Mirko"Ad ogni modo ritengo sia strano che le persone in questa scuola spariscono nel nulla come se niente fosse"

Musa:"Ma che dici Mirko, quante fesserie impapocchi, qui nessuno scompare veramente.."

Mirko:"Dal momento che Sammy,Tom,Daniel e altre persone dell'istituto sono scomparse io ci ripenserei sù"- Peter si fece serio.Era raro che lo diventasse, pensò Musa.
:"Ma che dici, non possono essere scomparsi tutti oggi"- disse Peter.

Mirko"Infatti Daniel e Tom furono i primi a scomparire e nessuno ne ha più traccia, qualcuno dice che li hanno mandati a casa poichè hanno la febbre, giorni fà,e che si divertono a far credere cose per altre.Ma ora Sammy.."

Musa"A questo punto mi rettifico e converrei come te, Peter, di tenere gli occhi aperti, non sapevo nulla di questa storia"

Peter:"So badare a me stesso"

Mirko"Mi auguro sia così" -Poi se ne andò, lasciando Musa e Peter.

"Senti Peter..una domanda."

-"E adesso che vuoi?"- rispose.

"Niente, ci credi? Dio quanto sei antipatico!"

-"Con te bisogna essere sempre galanti e gentili?"

"No, ma un fatto è che le cose le si chiedano normalmente e un altro che devi biasimarmi o alludermi qualcosa contro!"

-"Non alludo niente contro.." 

*Bruuum* un rumore assordante li ammutolì entrambi.
Peter:"Cosa diavolo..è stato?"
-"A me è sembrato come un tumulto..proveniva da laggiù! Andiamo!"- disse Musa.

-"Ah ah ah , ferma bellezza, vorresti dire 'Vai Peter, io attenderò qui e farò la brava, ci puoi giurare!'"

"Ma scherzi?Neanche per sogno, pregami fin quando vuoi ma io andrò laggiù."

-"Che determinazione..se ti fai male non mi assumo nessuna responsabilitá!"

"Bene."

-"Bene!"
Musa raggiunse per prima l'altra stanza, questa era diversa dalle altre, in quanto piuttosto piu piccola e quadrata, con tappeti di colore rosso geranio che ricoprivano l'intero pavimento, ma soprattutto con piante carnivore e altre che sembravano morte, gigantesche.Era da brividi.Non veniva mai aperta, era "privata".
"Peter hai mai visto questa stanza? E per quale diamine hai chiuso la porta?"

-"Ti sembra che volessi rimanere in questa stanza orrenda? Non l'ho chiusa io" - le rispose.

"E lo dici con tutta questa tranquillità?Chi l'ha chiusa se non c'è un briciolo di vento? Per la barba di Merlino.."

-"Nemmeno l'ombra..Ah, ma vedi, e comunque te l'avevo detto di aspettarmi fuori ma tu invece.." -le rispose, con emulazione.

"Ma piantala, senza di me saresti gia morto dalla paura e poi io non ti avrei aspettato affatto, che credi, non sei mica un principe con la carrozza"

-"Fidati che la carrozza dovrebbe andarti in testa, non saresti dovuta entrare se hai paura!" 
*Vruumm* Un altro rumore, un pò diverso stavolta,  sembrava qualcosa che strisciava per terra pesantemente, di nuovo rese muti quei due, che avevano come prima alzato
troppo la voce. Si sentirono come 'intrappolati'.Le piante incominciavano magicamente ad allungarsi e attorcigliarsi fra di loro e quelle che sembravano morte si agitavano come viventi in una tomba con l'intento di scappare.Musa emanò un urlo.
"Sta zitta! Cosi le agiterai! Probabilmente la nostra lite le ha fatte svegliare!"- urlò Peter.

-"A me sembravano morte e poi bada a chi fai la predica, di piante non ci capisco e stai urlando anche tu!"

"Nemmeno io.Ma ho sentito parlare di questo trucco, piante che parlano, piante che stritolano, piante che succhiano, masticano e uccidono"

-"Ma cosa diavolo stai dicendoo?! Trucco? Questa è magia! Ma che sai?"

D'un tratto la faccia della pianta carnivora, staccandosi dall' altra sua mezza faccia di foglia, si allungò ancora di più e  afferrò Musa per la caviglia trascinandola su senza alcuna delicatezza o esitazione.
"Ahhhhhhhhhh! Mettimi giùù! Disgraziata, ma che cavolo sei!"-  urlò la povera Musa.

Peter:"Piante carnivore, non cavoli!" -Peter cercò di combatterle con delle mazze situate per terra, ma oltre a indolensirle e allontanarle per un po non servivano a niente.
"Piu le colpisci e piu si arrabiano! Scappa Peter! Mettiti in salvo almeno tu!"

-"Ma che dici! Non posso lasciarti sola, ma sei impazzita?!"

"Stupido e scappa! Prenderanno anche te!"

-"Ci deve pur esser un modo!"-le urlò, se lo ripeteva nella mente.Poi prese la stessa mazza che aveva lasciato cadere udendo le parole della giovane Musa e la scagliò
più forte possibile contro quella faccia che la manteneva.
-"Ritorna a dormire con le tue radici, bastarda!" -urlò. La pianta, affranta lasciò Musa cadere, aveva subìto un colpo pesante stavolta, al volo Peter riuscì a prenderla.
-"Come ti senti?"- le chiese.

"Come se mi avessero appesa a testa in giù con lo scopo di colpirmi con mazze da beisbol per far uscire dal mio stomaco caramelle gommose"

-"Riprenditi..non sforzarti a dire stronzate"

"Perche non te ne sei andato?"

-"Non ti avrei mai lasciata sola, nemmeno se mi avessero venduto coraggio"- le disse. 

"Sei davvero tu?" - gli chiese.Poi la fece mettere con i piedi per terra, era stata una bella batosta.Peter se ne andò senza dire nulla, come deluso, probabilmente nella sua stanza, dopo quel che era successo era improbabile si fosse presentato a lezione come se niente fosse.Musa notò mentre lui lasciava la stanza, che le piante erano ritornate com'erano,sibilando, e che il sole dalla finestrella in alto sulla parete sinistra stavolta filtrava bene lì dentro.Era questo il motivo del perchè rimaneva chiusa quella stanza. Poi decise di seguire Peter, aveva tutte le intenzioni di farlo.Bussò alla sua stanza, poi entrò senza consenso.
"Ho fatto o detto qualcosa che non va?"
Peter la fissò, aveva gli occhi di chi avrebbe voluto dire tante di quelle cose e la bocca di chi non aveva il coraggio di parlare.
"Ma che hai, Peter?"- ribattè, confabulando.

-"Devo andarmene da quì, non ci rivedremo più. Tu resterai al collegio, io no.Per questo volevo andare a lezione prima.Io che seguo le lezioni? Tzè,per salutare tutti ma lo farò domani mattina."
Musa rimase in silenzio, immobile, poi lo fissò..e per poco non scoppiava in un pianto.Stavolta aveva lo stesso sguardo di Peter di prima ma lei realmente non disse nulla.
Peter:"mi dispiace, Musa.Quando ti ho presa fra le mie braccia ho capito che non potevo nascondere nulla proprio a te."
A sentire il suo nome pronunciato le vibrò la schiena.Avrebbe voluto abbracciarlo, ma non ne aveva la forza.Peter si rese conto delle intenzioni di Musa, e se ne andò
senza guardarla negli occhi, stavolta, così Musa non l'avrebbe seguito.
Musa:"Perchè, Peter?" -gli disse quando ormai era gia fuori la porta.

Peter:"Dimenticati di me, Musa.Come io mi dimenticherò di te"

Musa:"Non ho la forza di abbracciarti, di baciarti o di dirti quello che sento, ma dove diavolo dovrei trovare la forza, adesso, secondo te, di DIMENTICARTI!!!?" -disse, guardandolo in faccia, disperata e con le lacrime agli occhi. Peter si avvicinò, la strinse a sè, Musa si lasciò stringere, i secondi più belli della sua vita.Poi Peter la lasciò, la guardò ancora una volta ma non trovava le parole stavolta, guardandola in viso, vedendo la verità in due soli occhioni.Anche lei lo guardava, era felice di farlo ma con la tristezza nel cuore, più lo guardava e più le batteva forte.
'Digli che lo ami tanto, digli che lo ami tanto, tanto', si ripeteva nella testa.Ma lui, infondo, l'aveva capito.Le sorrideva,un motivo per rimanere in silenzio. Poi Peter arretrò delicatamente, pian piano se ne andò via.Era giusto così. Musa non lo seguì.Non poteva farci niente.Piuttosto, ora che lui non c'era si sarebbe dovuta informare di quello strano fenomeno nella stanza, e se i suoi amici fossero stati 'divorati'?Peter le aveva salvato la vita, era stato proprio lui, il suo angelo.

'Non dimenticarti di me, Peter.' , disse, anche se sapeva che era ormai lontano per sentirla.
'Perche io ho sempre avuto bisogno di te'.

Ma non finiva così.
   
 
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