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Autore: Mirin    08/11/2013    5 recensioni
«È proprio vero che comandare è meglio che fottere!» Ino fa una giravolta sognante.
Shikamaru inarca un sopracciglio. Poi sogghigna.
Sa come smettere di faticare.
«E se ti facessi cambiare idea?»

lalala, i'm back (nope).
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara | Coppie: Shikamaru/Ino
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Ino orchestra Shikamaru lungo la propria stanza per fargli spostare i mobili. Perché avesse chiamato proprio lui, che tutto era tranne che il suo ragazzo, gli era ignoto.
«È proprio vero che comandare è meglio che fottere!» Ino fa una giravolta sognante.
Shikamaru inarca un sopracciglio. Poi sogghigna.
Sa come smettere di faticare.
«E se ti facessi cambiare idea?»
 
Lui arriccia i suoi capelli attorno al dito. Hanno sedici anni ed hanno appena finito di fare l’amore.
Va tutto bene.
«Hai qualcosa da dirmi?» Ino si gira verso di lui, negandogli la splendida visione della sua schiena nuda a favore dei suoi occhi blu. Occhi blu che indagano sin da quando lui è entrato nella stanza, con la luce flebile del primo pomeriggio del nuvoloso settembre.
«Secondo mio padre, sta per scoppiare una guerra.»
Ino non risponde. Ino aspetta.
«Digli che se ci divide nel plotone, non vi porto più i biscotti la domenica.»


 
Ino morde una scheggia di metallo finita nella sua spalla. Shikamaru sta trasmettendo al plotone informazioni vitali tramite lei. Non si erano ancora sfiorati, da quando la guerra è iniziata.
Lui smette di parlare, quindi Ino ritira la mano dalla sua fronte. Pare scottare e, a differenza del suo corpo, non fa poi così male.
«Resta viva» le dice e la guarda dritto negli occhi. Fanno l’amore con lo sguardo, poi lui corre.
Lui ha sempre una meta da raggiungere.
Anche lei. È per questo che fila all’inseguimento della sua scia.


 
Ino bacia la sua fronte di cera e si allontana. Non la ricordava così fredda. L’ultima volte che si era chinata a sfiorarla era bollente. Chiude gli occhi e una lacrima le scorre sulla guancia.
Lui apre un occhio e sospira esasperato.
«E dai Ino, non puoi fare la melodrammatica ad ogni mia convalescenza post febbre!»
 
Ino lascia il suo vestito rosso per terra ed incrocia le braccia sotto il reggiseno.
Shikamaru, in boxer che un minuto prima gli andavano larghi, la guarda perplesso, sforzandosi di non deglutire.
«Sai che ore sono?» lo fulmina con lo sguardo.
«Le sette e mezza» risponde lui candidamente.
«Sai che giorno è?» lei si sta arrabbiando e Shikamaru è nel panico.
«Sabato…?» la sua voce trema: non è sicuro che Ino voglia una risposta.
«Esatto. Sono le sette e mezza di sabato e tu sei in mutande! Io voglio uscireeeee!» Ino piagnucola e pesta i piedi per terra.
Lui, sconfitto, si alza e mormora: «Dammi dieci minuti».
«Col cazzo Nara!» strilla e lo ributta sulla poltrona. Shikamaru vorrebbe dirle che è pazza, ma poi lei si siede a cavalcioni su di lui e decide di rimandare i litigi a più tardi.
«Adesso?» chiede, e si sente molto stupido.
«Adesso passiamo la serata a fare sesso e tu domani mattina ti svegli presto e mi porti la colazione a letto» Ino sibila e a Shikamaru pare minacciosa.
Poi lei inizia a strusciare il petto voluminoso contro quello di lui, e gli pare semplicemente sua.
 
«Mi hai fatto provare almeno venticinque cravatte di dieci tonalità di verde, Ino. Non credi di star esagerando?» Shikamaru tenta di farla ragionare ma è tempo sprecato, Ino prende un’altra cravatta e metodica gliela allaccia.
«E piantala» borbotta astiosa «tanto devi soltanto stare in piedi.»
Ino è acida di questi tempi, e Shikamaru se n’è accorto.
«Il matrimonio di Sakura è tra tre giorni, Ino, ed abbiamo già fatto tutto: comprato le fedi, comprato i vestiti, strigliato per bene Naruto e fatto il regalo agli sposi» Shikamaru le mette le grandi mani sulle spalle ma Ino rifugge il suo sguardo e il suo profumo di muschio.
«Stiamo insieme da cinque anni, Shikamaru.»
«Da ventun'anni e trecentosessantaquattro giorni, per la precisione» Shikamaru puntualizza.
«E ancora non mi hai detto che mi ami!» Ino esplode e lo guarda ferita, quegli occhi che sembrano finalmente il mare d’inverno per quanto sono pieni d’acqua.
«Te lo dico sempre, Ino» Ino è scioccata e vorrebbe tirargli uno schiaffo, non vuole che scherzi o si metta a fare il solito misogino.
«Te lo dico tutte le notti, mentre tu sei rannicchiata nuda sul mio petto. “Ti amo” mormoro e ti imploro di non lasciarmi mai» Ino non ha mai visto Shikamaru così serio.
Ino lo prega senza muovere le labbra. Shikamaru sospira e si inginocchia.
Poi però la guarda e il tempo si ferma.
«Ti amo Ino. Non lasciarmi mai.»
 
Ino lo fissa con occhi di brace e lui le incatena i polsi con le mani. Entrambi si ritrovano a ridere sul pavimento.
«Dilloooooo!» Ino grida e lui grida più forte di lei “no!”, salvo poi scoppiare a ridere come un deficiente.
«Dì che ti è piaciuta la mia torta!» Ino gli salta addosso e lui le spalma la mano sporca di cioccolato sulla faccia, così Ino gli stampa un morso aromatizzato alle fragole sulla clavicola. Ino si difende sempre con i denti quando litigano.
«Mendokusee» brontola perché gli fa male.
Ino lo fissa con quello sguardo così liquido di felicità che Shikamaru vorrebbe prenderla e sbatterla sul divano, perché è troppo bella per lui in quel momento, talmente bella da fargli dimenticare ogni suo difetto.
«Amami» mormora, e lo bacia. Le fragole si sposano con la panna.
«Tipico» bofonchia ed Ino ride ancora, prima di togliersi la maglia.
 
«Odiosa» Shikamaru borboglia e la guarda da sotto in su mentre lei gli massaggia la spalla sinistra.
«Ipocrita!» Ino grida, ma non dice che se lui ora riceveva quell’amorevole attenzione era perché Ino, due minuti prima, l’aveva spinto giù dalla scala.
Ma in fondo lui si era permesso di chiamarla “grossa”. Non in quei termini ma… era stato allusivo!
«Devi imparare a gestire le critiche sul tuo aspetto. A volte sei peggio di Choji» lui strizza gli occhi e parla con la sua voce fonda.
Ino tace.
«Soprattutto ora che sei così vistosamente incinta
 
«Cosa fanno mamma e papà?» chiede Hikage, la maggiore, massaggiandosi la fronte e corrucciando le labbra rosse di labello.
«Cosa credi che facciano, quei due pervertiti?» risponde Shikaichi, che si gratta la base dell’alto codino biondo.
«Anche stavolta arriveremo in ritardo alla festa di zio Choji» si arrende la piccola Aoi, che avrà pure quattro anni e l’aspetto della madre ma l’intuito precoce di Shikamaru.
I tre fratelli si guardano.
«Mendokusee!» esplodono tutti e tre disperati, in direzione della casa.
 
Ino guarda Shikamaru con gli occhi chiusi e vede il bel sedicenne che le sposta l’armadio, quello che l’abbraccia dopo aver fatto l’amore, quello che combatte al suo fianco, quello per cui si preoccupa sempre, quello che provoca, quello con cui litiga, quello con cui ride, quello che martirizza, quello con cui ha una famiglia…
Shikamaru dorme come un angelo ed Ino traccia la ragnatela di rughe sulla sua tempia.
…e quello con cui è invecchiata, senza rimpiangere un solo giorno della propria vita.
«Shika?» preme un bacio sulle sue labbra anziane ma ancora morbide.
«Mmmh?» risponde, con una voce che è ancora roca, ma per l’età.
«Dovremmo andare a trovare Hikage e Choza, domani la piccola compie gli anni» gli ricorda, perché sa che la memoria di Shikamaru è diventata corta.
«Ino, ci siamo andati l’altroieri. Il compleanno della bambina è stato quattro giorni fa» Shikamaru precisa, perché sa che Ino -a memoria- è peggio di lui.
«Ah già» mormora Ino. Poi ride.
«Shikamaru, c’è una cosa che non ho dimenticato» lui è curioso, le chiede cosa.
«Che non avrei dovuto lasciarti mai» Ino sorride, e gli elettrocardiogrammi disegnano due curve identiche, prima di spegnersi insieme.

ladie’s a gentleman! (author’s corner):
Mao. Tornata? Più o meno. Diciamo che avevo un momento libero e mi sono messa a scrivere questa raccolta scontatissima. Mi sono resa conto che è uno dei miei pochi lavori al presente, ma volevo rendere l’idea che questi momenti sono quotidiani, freschi, vivi e non vissuti, sono puri, bianchi. ShikaIno is ROCK, babe! w/
Ah, il titolo è tratto da un lavoro grafico trovato su tumblr, quindi ringrazio l’autrice [CHE NON HO TROVATO SU TUMBLR NONOSTANTE ABBIA PASSATO DIECI MINUTI A CERCARLA]. <3
Spero vi piaccia e diverta, io ora faccio passare un altri dieci minuti e vado a…
FERMI TUTTI! Mi sono dimenticata l’avviso più importante! Per chi segue Giner kai anè, il prossimo capitolo (“Vita muni cruciatique ratio est”) uscirà durante il periodo natalizio, quindi cave auctorem! Se siete interessati, ecco una piccola anticipazione:
“Sospirò, frustrata, mentre si poggiava con la schiena ad un muretto.
Individuò tra le persone che camminavano nella strada un alto codino nero e, preda di un isterismo in pieno stile Yamanaka -anche se in realtà era un Nara, ma a quelli si faceva facilmente abitudine-, gli si avventò contro, facendo forza sul collo del giubbotto.
«TU!» strillò, sventolandolo come una bandiera.
«Calmati!» le impose. Si liberò dalla sua presa e la trascinò in un vicolo più tranquillo.
«Ridammi la mia vita» sibilò mortifera.
«Non preoccuparti, neanche a me va di velluto» rispose con sufficienza Shikamaru, studiando la figura di Ino.
«Aaaah, maledizione! Cosa hai fatto alle mie bellissime mani di fata?!» piagnucolò disperato, prendendole fra le sue e studiandole. C’erano delle piccole escoriazioni sui palmi e lo smalto sulle unghie era scheggiato.
Ino si sporse per passargli un dito sulle labbra, poi se lo portò alla bocca e rabbrividì.
«Hai messo il lucidalabbra?!» ringhiò la bionda.
«Certo, ci sta di incanto!» rispose con nonchalance. Lei strabuzzò gli occhi e lo guardò con aria assassina.
«Togliti questa roba immediatamente!» mugghiò paonazza, spingendolo a forza contro il muro.
«Non fare il troglodita Shikamaru! Ormai anche i maschi si mettono il rossetto!» ribatté, e fece degli scarsi tentativi per allentare la morsa in cui era soffocato.
«Gli effeminati sì! Io no!»
«Hai la mentalità dell’uomo di Neanderthal!»
«Avrò pure la mentalità di chi ti pare e piace, ma io il rossetto sulle mie labbra non lo tollero!» e passò una mano sulla bocca di Shikamaru per cancellare ogni traccia di appiccicoso sulla sua bocca.
«Ino? Shikamaru?»
I due si ghiacciarono. Era la voce di Choji.”
Kiss,
la vostra elefantesca Ladie.
   
 
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