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Autore: Vic 394    08/11/2013    14 recensioni
[Questa storia fa parte della serie Unexpected Connection ed è il sequel di Snowflakes]
“Fa niente. Ora ripeti con me: Expecto Patronum”
Quando Hiccup guardò fuori dalla finestra in un attimo di distrazione si accorse della nevicata in corso e si concesse un piccolo sorriso.
“Uno zellino per i tuoi pensieri” scherzò l’albino, accasciandosi in poltrona.
“Ricordavo la volta che mi hai spedito la lettera con i fiocchi di neve magici, è stato divertente”
“E potresti evocare un Patronus con questo ricordo?” si informò Jack.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Jack Frost
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Unexpected connection'
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“Hey Hic, posso farti una domanda?”
“Me ne hai già fatta una”
Jack sbuffò. Lui e Hiccup passavano davvero molto tempo insieme dall’anno precedente, eppure non si era ancora abituato al sarcasmo del suo migliore amico.
“Merlino, come sei spiritoso” sbuffò.
“Posso concederti un’altra domanda, oggi sono di buon umore” ribatté Hiccup impassibile.
Il Serpeverde decise di rimandare le frecciatine a un secondo momento.
“È vero che sai evocare un Patronus?”
Il Corvonero si strinse nelle spalle.
“Ho imparato al secondo anno ma non è un granché” rispose.
“Puoi insegnarmi?”
Hiccup si fermò di scatto lungo il corridoio che stavano percorrendo e squadrò l’albino.
‘Jack che mi chiede di insegnargli qualcosa di sua spontanea volontà? Questo sì che è un miracolo’ pensò.
“Hai di nuovo esagerato con Api Frizzole per caso? Ti fanno uno strano effetto” rabbrividì al pensiero dell’ultima volta che Frost ne aveva mangiate troppe.
“Come? No! Voglio davvero imparare, ti prego” supplicò Jack. Si scambiarono uno sguardo, prato contro ghiaccio. Poi il castano capitolò.
“Se insisti… sei mai stato nella Stanza delle Necessità?”

No, Jack non c'era mai stato. Non ne aveva neanche mai sentito parlare. Si guardò intorno sbalordito da quell’ennesima sorpresa. La sala era enorme, con un lampadario che pendeva dall’alto soffitto, un camino acceso (Hiccup era decisamente fissato col sedere accanto al camino, allora?) e due poltrone che troneggiavano al centro di un gigantesco tappeto blu con ricami argentati. Alla vista di quest’ultimo dettaglio l’albino storse il naso.
“Devono per forza essere i colori della tua casa?”
“Sono arrivato prima io” rispose pronto l’altro, poi agitò la bacchetta.
“Vogliamo cominciare?”
Jack imitò il gesto, ma il Corvonero restò per un momento a fissarlo arrabbiato.
“Che c’è?”
“Non bruciarmi di nuovo, ho lasciato la pomata in Sala Comune” lo fulminò Hiccup. Non gli aveva ancora perdonato l’incidente dell’anno prima, il suo braccio sinistro ne portava ancora il segno. Jack fu sul punto di scoppiare a ridere, ma qualcosa nell’espressione dell’amico lo convinse a cambiare idea. La saliva di drago non si trova all’ingrosso.
“Ok” rispose con lo sguardo basso.
“Bene, tanto per cominciare, devi attaccarti al ricordo più felice che hai. Poi pronuncia Expecto Patronum”
Jack chiuse gli occhi e si concentrò. Scelse il suo ricordo e agitò la bacchetta.
“Expacto Patronus!” esclamò.
Hiccup si lanciò a peso morto dietro una delle poltrone, ancora vuote, schivando per un pelo la potente fiammata scaturita dalla bacchetta dell’albino.
“Ops” mormorò Jack senza farsi sentire. Il Corvonero spuntò fuori dal suo nascondiglio di fortuna, che era quasi completamente incenerito.
Si slanciò in avanti come per strozzare l’amico ma poi si limitò a stringere i pugni.
“Posa. La. Bacchetta” ringhiò.
L’albino non se lo fece ripetere due volte e la lanciò sulla poltrona integra.
“Scusa…” cominciò ma il castano liquidò tutto con un gesto.
“Fa niente. Ora ripeti con me: Expecto Patronum” ripeterono la formula per un tempo che a entrambi parve lunghissimo.

Quando Hiccup guardò fuori dalla finestra in un attimo di distrazione si accorse della nevicata in corso e si concesse un piccolo sorriso.
“Che succede?” chiese subito Jack, felice di interrompere quel mantra.
“Niente, riflettevo. Potrà sembrarti assurdo ma a volte capita anche a noi Corvonero” lo schernì l’amico.
“Uno zellino per i tuoi pensieri” scherzò l’albino, accasciandosi in poltrona.
“Ricordavo la volta che mi hai spedito la lettera con i fiocchi di neve magici, è stato divertente” confessò Hiccup, per poi riparare la poltrona e lasciarcisi cadere.
“E potresti evocare un Patronus con questo ricordo?” si informò Jack.
“Non è quello che uso di solito ma ci posso provare” rispose il castano pensieroso.
Si alzò e recitò l’incantesimo con semplicità. Dalla sua bacchetta scaturì una nebbia argentata che si trasformò in un grosso drago argenteo. Il drago fece le fusa al mingherlino, trotterellò per la stanza, poi spiccò il volo e scomparve.
“Sì, direi che posso” concluse Hiccup soddisfatto.
Jack era rimasto a bocca aperta. Riuscì a malapena a mormorare un ‘wow’ prima di affondare tra i cuscini. Da dove diavolo era riuscito il suo migliore amico a tirar fuori una bestia del genere?
“Che animale era?” domandò alla fine.
“Una Furia Buia. Non so se ne hai mai sentito parlare…”
“Ne ho sentito parlare eccome, ma non esiste. Insomma, pensavo fosse solo una leggenda” ammise Jack.
“Lo pensano tutti” ribatté Hiccup con l’aria di chi la sa molto, molto lunga.
“Esiste. Io lo so” affermò sognante.
Il Serpeverde avrebbe voluto approfondire, ma come sempre quel quattordicenne impertinente lo confondeva. La domanda che gli frullava in testa infatti era un’altra.
“Hai detto che non è questo il ricordo che usi di solito… allora qual è?” chiese.
Il castano si rabbuiò per un secondo, probabilmente pensando a come avrebbe potuto rispondere.
“Beh… una volta mio padre mi disse di essere fiero di me” cominciò “so che è una sciocchezza, magari non faceva neanche sul serio conoscendolo, ma vederlo lì, a dirmi quelle parole… è stato il giorno più bello della mia vita” confessò a testa bassa in un misto di tristezza e gioia.
Jack lo guardò per un attimo con tenerezza, incerto su cosa dire.
Ma, come sempre, fu preceduto.

“Prova con la bacchetta adesso. Ricordati: è importante che sia un ricordo felice. Più intenso sarà, più potenza avrà il Patronus” gli ricordò Hiccup. L’albino si preparò.
“Posso restare seduto?” per tutta risposta il Corvonero fece evanescere le poltrone, facendolo finire a terra.
“In piedi e concentrati” gli intimò cercando di non ridere. Jack sbuffò sonoramente.
“Expecto Patronum” scandì. La bacchetta si mosse lievemente ma non successe nulla.
Provò ancora e ancora, con lo stesso risultato.
“Non preoccuparti, quasi nessuno riesce le prime volte” lo rassicurò Hiccup prendendolo per le spalle.
“Scommetto che tu ce l’hai fatta al primissimo tentativo” sbottò l’albino.
“È stata solo fortuna” ribatté il Corvonero grattandosi la testa imbarazzato “che ricordo hai usato?”
“Una volta io e mia sorella siamo andati a pattinare sul ghiaccio… ci siamo divertiti davvero tanto” raccontò Jack. L’altro annuì.
“Forse non è abbastanza intenso, prova con altro” lo incoraggiò sorridente.

Il Serpeverde evocò il Patronus, con ancora quel sorriso stampato nella mente. Con sua grande sorpresa, la punta della bacchetta sprizzò una piccola nube argentea.
“Ottimo progresso!” esultò Hiccup “ma riprova, quello non servirà a molto contro un dissennatore in giro” commentò poi.
Jack si sentiva sconvolto da cosa, o meglio chi avesse generato il suo miglioramento. Ma ormai, arrivato a quel punto…
“Expecto Patronum” ripeté, tornando alla volta in cui i due erano riusciti a giocare una breve partita a Quidditch senza che Hic cadesse dalla scopa. Era stata un’esperienza fantastica per entrambi. E stavolta la nebbiolina era più forte, anche se non abbastanza.
Tentò di nuovo, ricordando l’episodio delle Api Frizzole. Più energica.
La lettera coi fiocchi di neve. Molto più potente.
“Non sono abbastanza intensi” si lamentò andando avanti e indietro.
“Magari sei stanco. Continuiamo domani?” chiese Hiccup, anche se conosceva la risposta: nessuno dei due avrebbe lasciato la stanza senza che Jack fosse riuscito a produrre un Patronus completo.

L’albino continuava a percorrere a grandi passi la lunghezza dalla porta al camino e viceversa, alla ricerca di qualunque cosa. Poi gli venne un’idea. Pericolosa e folle.
Si bloccò e si girò di scatto verso Hiccup.
“Chiudi gli occhi” ordinò.
“Neanche morto. Odio quando usi quel tono” rispose il castano inarcando un sopracciglio e incrociando le braccia. Jack imprecò silenziosamente.
“Hic…”
“Non minacciarmi, Jack. Mi hanno già mutilato” lo sfidò l’altro.
“Solo… d’accordo” sospirò il Serpeverde “senti, non ho un ricordo abbastanza potente, quindi devo crearne uno. E per farlo ho bisogno che tu chiuda gli occhi. Ti prego”
Il mingherlino sbuffò sonoramente e serrò le palpebre borbottando qualcosa a proposito di capelli bianchi da strappare. Rimase per qualche secondo impalato a sentirsi un perfetto idiota, per poi sentire l’improvviso calore delle labbra di Jack sulle sue.
Prima prepotente e poi più delicato, l’albino si staccò dopo qualche secondo restando comunque a qualche centimetro dal viso sbaragliato dell’altro.
Ancora una volta si fissarono, prato contro ghiaccio, così diversi eppure tanto profondi.
“Expecto Patronum” sussurrò Jack. Dalla sua bacchetta balzò fuori una grossa lepre argentata che saltellò in giro prima di scomparire. I due ragazzi tornarono a guardarsi.
“Suppongo che tu non abbia pensato al Coniglietto di Pasqua per quello” azzardò Hiccup.
“Beh, no” ammise Frost con un sorriso “a qualcosa di molto più intenso”






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Angolo Vic

Ecco, lo sapevo, lo sapevo che prima o poi sarebbe successo. Ho perfino lasciato una finestra aperta sulle Api Frizzole in caso avessi voluto scrivere altro su questi due... e raccolto le storie in una serie, olè. Già vedo la gente con torce e picconi stile Frankenstein.
Basta autocommiserazione. Questa storia la dedico a Symphonia, che ci teneva a leggerla (credo) e a CodaViola, d'accordo con me che questo pairing sia il male. Ok, non ho speranza.
Scusate per eventuali errori e fatemi sapere che ne pensate, mi raccomando!
A presto

Vic

 
   
 
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