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Autore: Mr Efron    08/11/2013    2 recensioni
Avete mai immaginato come avrebbe potuto continuare il primo film di High School Musical? Un nuovo e emozionante seguito della storia di Troy e Gabriella e di tutti i protagonisti del film più seguito in assoluto...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Chad Danforth/Taylor McKessie, Gabriella Montez/Troy Bolton, Kelsi Nielsen/Ryan Evans, Sharpay Evans/Troy Bolton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Troy stava sdraiato sull’amaca in giardino e ascoltava il dolce soffio del vento che gli accarezzava il viso. Aveva la testa fra le nuvole, respirava tenendo la bocca semiaperta. In quel momento la sua mente pensava solamente ad una persona: Gabriella.
Avrebbe voluto averla accanto, sentire il suo profumo, toccare i suoi capelli.
Una partita di basket li aveva tenuti lontani per soli due giorni eppure a lui sembrava di non averla vista da un’ infinità di tempo.
Tirò un sospiro immaginandosi il suo viso e ripensando al loro primo bacio. Decise di alzarsi, di fare due tiri a canestro. Così fece scivolare la palla vicino a sé e la afferrò con una mano alzandosi in piedi. Cominciò a correre palleggiando sul campo da basket che avevano fin da quando lui era bambino. Sollevò le braccia e tirò facendo canestro. Era raro che non centrasse l’obiettivo, gli succedeva solo nei momenti di rabbia. Fece un secondo giro del campo e fece un tiro in entrata ma questa volta la palla batté  sul tabellone del canestro, cadde sull’anello girandogli per una frazione di secondo intorno e ricadde a terra senza essere entrata nella rete.
Troy accelerò, prese la palla al rimbalzo e si portò verso il centro del campo. Si fermò, fece un lungo sospiro, poi saltò lanciando le braccia in avanti e facendo un tiro libero. Anche questa volta però la palla non sfiorò la rete.
Lui la riprese e palleggiò guardando fisso il tabellone con quei suoi occhi azzurri come il ghiaccio. Dopo alcuni secondi si decise e tirò di nuovo ma la palla sbattendo contro il tabellone cadde a terra rimbalzando. Sentiva il cervello andargli in fumo, stava sudando. Lasciò che la palla rotolasse sul campo e si stese sull’erba.
Amava sdraiarsi sull’erba e guardare le stelle, anche se quella sera lo aveva fatto involontariamente. Chiuse gli occhi e pensò alla voce di Gabriella, l’unica cosa che avrebbe voluto sentire in quel momento.
Immerso nell’immaginazione sentì suonare il suo cellulare. Era un messaggio di Gabriella.
“Ti penso. Buonanotte”, aveva scritto lei.
Troy sorrise e si affrettò a rispondere. “Non sai quanto ti amo” scrisse scorrendo rapidamente le dita sui tasti del suo cellulare.
Inviato il messaggio si mise in tasca il cellulare e stese le braccia aperte sull’erba, come per imitare una stella.
Ora che aveva ricevuto quel messaggio si sentiva meglio. Guardò il cielo, scorse quelle piccole luci bianche che esaudiscono i desideri, che proteggono i sogni. Guardava le stelle come se fosse la prima volta. Si sentiva protetto, come se fosse stato sotto una coperta calda in una notte gelida. Sorrideva pensando a lei. Si sollevò i capelli dalla fronte.
“Troy, perché non vieni dentro?” lo chiamò suo padre dall’ingresso.
Lui volse lo sguardo verso quest’ultimo continuando a sorridere. “Vengo subito!” rispose. Si alzò e si incamminò verso l’ingresso di casa.
“Allora, come ti senti?” gli chiese il padre quando lui raggiunse la soglia di casa. Troy lo guardò con il suo sorriso splendente. “Spero che domattina arrivi presto” disse. “Ti manca Gabriella?” chiese il padre. “Non puoi nemmeno immaginare quanto” rispose Troy. Jake Bolton accennò una risata. “Ti posso capire. Quando si ama una persona non si può mai fare a meno di lei” replicò il padre. Troy riprese a sorridere. “Beh, forse è meglio se ora mi vado a fare una doccia e poi mi metto a letto” disse Troy. “Allora a domattina!” rispose il padre. Troy annuì con la testa e sorrise nuovamente. “A domattina” disse.
Poi attraversò velocemente il salone e salì le scale entrando in bagno. Si spogliò togliendosi i vestiti leggermente bagnati dal sudore e entrò nella doccia aprendo l’acqua calda. Respirò pesantemente espirando con la bocca e sentendo l’acqua scaldargli la schiena. Si mise le mani tra i capelli e li strinse forte, poi li sfregò vigorosamente.
“Living in my own world” cominciò a intonare. “Didn’t understand…that anything could happen…”. Si sentiva come se Gabriella fosse lì con lui. “When you take a chance”. La sua voce echeggiava nella doccia. Raccolse un po’ d’ acqua con le mani e si bagnò il viso. Chiuse l’acqua e tirò l’ennesimo sospiro. Uscì dalla doccia e prese un telo bianco strofinandoselo sul viso e sui capelli. Si asciugò in fretta e lasciò il telo nella vasca. Prese i vestiti e entrò in camera. Si cambiò infilandosi una maglietta senza maniche e un paio di pantaloncini. Poi spense la luce e si infilò nel letto.
Chiuse gli occhi. Quanto avrebbe desiderato baciarla, guardarla negli occhi in quel momento. Pensò che li separavano solamente poche ore.
Si girò nel letto ma, non poté fare a meno di pensare alla sua voce. La amava troppo. Era un amore indescrivibile, immenso. Sapeva di aver trovato la sua metà mancante in lei. Non aveva la minima idea di cosa avesse fatto quando l’avrebbe rivista davanti alla scuola; se l’avrebbe baciata, se l’avrebbe stretta forte tra le sue braccia fino a farle mancare il fiato o se l’avesse sollevata da terra fino a quando il suo corpo avrebbe retto. Di una cosa però era inevitabilmente certo: la amava come nessun’altra cosa al mondo.  
 
  
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