Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: V@le    22/04/2008    6 recensioni
La piccola, messo il broncio, scese dalla sedia e si diresse a testa bassa in camera da letto, calpestando gli orli del pigiama troppo grande per lei.
Hinata la seguì con lo sguardo. Aveva la pelle bianca come la sua. I capelli corvini come i suoi. Sorrideva dolcemente come lei.
Ma quegli occhi azzurri... quella impertinenza... quella energia...
Portò una mano agli occhi e premette le dita sulle tempie, quasi per impedire alle lacrime di fare capolino dagli occhi. Ma quelle scivolarono sulle guance pallide comunque.
[NaruHina]
11^ classificata al concorso sulla memoria e il ricordo indetto da Naco chan e Izumi
Genere: Triste, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Sabaku no Gaara
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Patience - concorso ricordo e memoria by V@le


WHITE PATIENCE


-"...così i nostri soldati hanno sbaragliato il nemico, senza però evitare di subire poche ma significative perdite. Fra le più dolorose..."
La radio venne spenta, suscitando immediatamente le proteste della bambina.
-Mamma! No! Voglio sentire...
-Hai sentito anche troppo. E' ora di andare a letto, avanti.
La piccola, messo il broncio, scese dalla sedia e si diresse a testa bassa in camera da letto, calpestando gli orli del pigiama troppo grande per lei.
Hinata la seguì con lo sguardo. Aveva la pelle bianca come la sua. I capelli corvini come i suoi. Sorrideva dolcemente come lei.
Ma quegli occhi azzurri... quella impertinenza... quella energia...
Portò una mano agli occhi e premette le dita sulle tempie, quasi per impedire alle lacrime di fare capolino dagli occhi. Ma quelle scivolarono sulle guance pallide comunque.
La testa cominciò a girarle. Traballò fino alla sedia dove prima la figlia in ginocchio ascoltava la voce ruvida della radio che, come ogni sera, informava quei pochi fortunati che potevano stare nelle loro case di come procedeva la guerra.
Quella stupida guerra...
Volse lo sguardo alla parete alla sua destra, dove era appeso con un chiodo un fazzoletto bianco. Quel dannato fazzoletto bianco.
Lo aveva portato sempre al polso a quei tempi...
Tempi di guerra anche quelli. Tempi di pianti anche quelli.
Tempi passati da più di dieci anni, in cui il bianco di quel fazzoletto non era così sporco e così impregnato di lacrime.
Era anzi impregnato di ideali, di decisione, di indignazione per quello che stava accadendo e di voglia di cambiare le cose. Poi tutto era svanito nel nulla, scomparso, come era scomparso Naruto dalla sua vita, a causa di quella stupida guerra.
Allora la rabbia, il dolore, il vuoto avevano sporcato il suo cuore, una volta puro come il bianco. Aveva perso la sua vitalità, la sua voglia di combattere e la sua unica certezza era che il mondo fosse ingiusto. Troppo ingiusto e troppo complicato perché si potessero cambiare le cose.
Realista, ma anche pessimista.
Scosse la testa. Non sapeva perché le era venuto in mente come le aveva risposto Gaara a quell'acido commento.
Gaara... era l'unico amico che aveva sentito davvero vicino in quel periodaccio. L'unico che era riuscito a sollevarle il morale, anche se solo per pochi minuti.
Un timido mezzo sorriso si fece spazio sulle sue labbra.
Se lo ricordava benissimo... una macchia di bianca serenità in quel fazzoletto sporco di sofferenza che era ormai la sua vita.
I piedi dondolavano nel vuoto. Gli occhi fissi sull'orizzonte, oltre il quale il sangue della persona che aveva amato di più era penetrato nella terra umida.
Una mano accarezzava il fazzoletto bianco al polso, nella speranza di percepire sensazioni ormai perdute per sempre.
-Hinata! Ehi, Hinata!
Si voltò lentamente verso il ragazzo che la stava raggiungendo.
Gaara si inginocchiò accanto a lei.
-La manifestazione sta per cominciare, che ci fai ancora qui?
-A che serve? Tanto le cose non cambieranno solo perché qualche centinaia di persone protestano. Il mondo è ingiusto. Troppo ingiusto e troppo complicato perchè si possano cambiare le cose.
-Realista, ma anche pessimista. Non è da te.
-Come se avesse importanza.
Il ragazzo la fissò un momento, poi si sedette e fece un respiro profondo.
-Naruto non ti avrebbe voluto così... sfiduciata.
-Naruto non voleva neanche che partecipassi alle proteste, alle manifestazioni e a tutte quelle cose che sembravano valere qualcosa.
-Ma tu non puoi rinunciare a tutto quello in cui credi solo perchè lui...- lasciò cadere la frase.
-Solo perché lui è morto?- completò Hinata -A me sembra una ragione più che valida.
Gaara si strofinò una mano sul collo.
-Senti, alla manifestazione ricorderanno i morti dell'ultima settimana. Vienici almeno per lui.
La ragazza si voltò dall'altra parte.
Trenta secondi dopo aveva ceduto, così l'aveva seguito verso la piazza, in mezzo a quella folla entusiasta e urlante in attesa di qualcuno che salisse sul palco istallato e gridasse le loro idee al mondo. A quel mondo ingiusto.
In effetti qualcuno salì sul palco: un ragazzo e una ragazza, vestiti di bianco, si posizionarono al microfono, davanti ad un complesso.
-Che devono fare quei due?- chiese Hinata senza interesse.
-Aprono la manifestazione con una canzone- spiegò Gaara -ascoltala, magari ti tranquillizza...
-La vedo dura...
-Tu ascolta.
Il complesso iniziò a suonare e il ragazzo si sporse sul microfono.

"I know you have questions
same ones as me
How long has it been?
How long will it be?
When will come the morning
to drive the night away?
Tell me when will come the morning
of a brighter day?"

-Non può essere...- Hinata, per la sorpresa, si era portata una mano alla fronte e fissava il cantante a bocca aperta -questa è...

"Patience, little sister
patience, little brother
patience, patience
Take each other by the hand
Patience, little sisters
patience, little brothers
Let us walk together
to the Promise Land"

-...è la canzone della tua prima manifetazione. Una volta mi hai raccontato che grazie a questa canzone avevi cominciato a protestare contro la guerra- spiegò Gaara -alla seconda manifestazione già eri diventata una dei manifestanti più convinti...e alla terza hai...-
-...incontrato Naruto.
-E credi ancora che non valgano niente? All'inizio la pensavi in un modo completamente diverso...
-Le cose cambiano.
-Ma non quelle più importanti.

"There's a river to cross
and a mountain to climb
patience, patience
It's gonna take some time"

Era vero. All'inizio Hinata pensava che le manifestazioni fossero il migliore degli espedienti per unirsi sotto un ideale comune e combattere per qualcosa di giusto. Ma dopo la morte di Naruto, non sapeva più cosa credere o meno, cosa andasse bene o no. Era un continuo battibecco emotivo: lei amava manifestare, ma lui lo aveva sempre disapprovato; lei odiava la guerra, lui ci era andato in guerra; lei disprezzava il sistema, lui era stato figlio del sistema.
Eppure era bastato uno sguardo e lei era arrossita di colpo. Un solo sguardo e lui aveva abbassato il manganello.
Un unico gesto da parte di entrambi e non erano più la manifestante e lo sbirro, ma due persone come tante il cui stomaco si riempiva di farfalle. Si erano innamorati e benché i litigi non mancassero, si sentivano più uniti che mai.
Anche perché avevano un punto forte in comune: volevano la pace, anche se lui cercava di ottenerla combattendo e lei protestando perché non si combattesse.
Questo stava a significare il fazzoletto bianco che le aveva regalato: la lotta per la pace.

"We must walk in peace
(We got to walk in peace)
It's the only, only way
If we wanna see that morning
Of a Brighter Day
(Of a Brighter Day)"

E allora perché doveva smettere di lottare per la pace?
Solo perché Naruto era morto nel tentativo di raggiungerla? Proprio per questo invece non doveva mollare e continuare finché poteva...
Le lacrime cominciarono a scorrerle sulle gote e si unì agli altri nel cantare a squarciagola quell'inno alla fratellanza, liberando finalmente tutta la tensione che covava dentro.
Gaara le lanciò un'occhiata di sollievo, per poi tornare a guardare il palco, senza però emettere un fiato.

"Patience, little sister
Patience, little brother
Patience, Patience
We're gonna find a way
Patience, little sisters
Patience, little brothers
Until that morning of a Brighter Day
Patience, Patience
'Til the Brighter Day
Patience, Patience
'Til the Brighter Day"

Quando Hinata sentì il nome del suo amato fra i tanti dei soldati caduti, si sentì più fiera che mai e rinnovò la sua promessa di continuare a lottare per tutto ciò in cui lui aveva creduto e in cui lei ricominciava a credere. Poi abbracciò l'amico con un grazie sulle labbra che non riuscì a emettere, perché svenne tra le sue braccia.
Si era risvegliata mezz'ora più tardi al pronto soccorso e un dottore le aveva annunciato che aspettava un bambino. Circa nove mesi dopo teneva in braccio una piccola creaturina con gli occhi di un azzurro cristallino che avevano restituito al suo cuore un po' della sua originaria bianca purezza.
Al ricordo le lacrime avevano cessato di scendere e il respiro si era fatto meno pesante.
Hinata si alzò dalla sedia e tese una mano per toccare quel fazzoletto, all'apparenza sporco, ma che a lei sembrava più pulito che mai. L'aveva riscoperto ancora impregnato delle sue giovanili convinzioni e ciò straordinariamente le procurava sollievo.
Nel bianco di quel fazzoletto vedeva pulsare il cuore di Naruto e solo allora si rendeva conto che il suo animo le era sempre stato accanto, proteggendo lei e la loro bambina.
Stava cancellando le ultime tracce di pianto, quando sentì qualcosa muoversi alle sue spalle.
Voltatasi, vide la sua piccola camminarle incontro strofinandosi l'occhio con una mano.
-Shiroiko... che ci fai ancora sveglia?
-Ti ho sentito piangere. Perché piangevi, mamma? Sei triste?
Hinata sorrise, stupendosi lei stessa di riuscire a farlo così naturalmente, per poi prenderla in braccio e avvicinarla al prezioso cimelio.
-Vedi questo fazzoletto? Me lo ha regalato tuo padre prima di partire, dicendo che finché lo avessi portato al polso, avrei avuto un motivo per lottare in nome della pace. Piangevo per questo e per altri ricordi, tesoro.
-Ma se adesso non lo porti più...- rifletté ad alta voce Shiroiko -vuol dire che hai smesso di lottare per la pace?
-Sì, piccola, ho smesso. Ma d'ora in poi ricomincerò e non mi fermerò più.
-Però il fazzoletto non lo porti al polso...
-Perché il mio nuovo motivo sei tu.
La bambina la guardò con un dito sulla bocca e un'espressione interrogativa, segno che non aveva ben compreso le sue parole.
A quella faccia Hinata sorrise ancora e la posò a terra.
-Ora però devi fare la brava e andare a letto.
-Va bene. Buona notte, mamma- augurò abbracciando le ginocchia del genitore, per poi correre in camera.
-Buona notte, tesoro- sussurrò di rimando la donna seguendola con lo sguardo.
Quella volta in lei rivide l'entusiasta giovane che era stata.
Si guardò un attimo intorno, facendo mente locale, poi prese subito il telefono e digitò un numero che conosceva anche troppo bene.
-Pronto?- rispose la voce dall'altro capo.
-Gaara, sono Hinata.
-Ciao, quanto tempo...
-Già. Senti, ci vai domani alla manifestazione notturna?
-Può darsi... ma perché, hai deciso di andarci?
Lei abbassò lo sguardo un attimo, ovviamente non vista dall'amico.
-Mi piacerebbe provare.
-Ok, se vuoi ti accompagno... un attimo: come farai con tua figlia?
-La porterò con me: è solo una marcia, non sarà pericoloso.
-Ok, se lo dici tu. Come mai vuoi portare anche lei?
La tenerezza riempì le iridi di Hinata per le parole che le stavano uscendo di bocca.
-Perché voglio farle vedere quello che è stato il mio mondo. Devo lasciarti- aggiunse velocemente prima che l'altro potesse commentare -a domani.
-Ok, a domani.
Mise giù la cornetta e accese la radio.
Mentre quella voce ruvida sembrava diventare meno ruvida, si avvicinò alla finestra aperta e rimase a fissare il cielo un po' coperto un po' sereno, nel cui mezzo splendeva una bianca luna. L'orecchio era teso ad ascoltare.
-"...e non dimenticatevi della manifestazione di domani notte, in cui verranno ricordati gli eventi della guerra conclusa dieci anni fa' e durante il quale tutti i bambini dei caduti in battaglia verranno fatti salire sul nostro carro della pace e trasportati per tutto il tragitto. Se davvero credete in quello per cui abbiamo sempre lottato, la pace, non mancate alla Marcia Bianca..."


Fine


N.d.A. Questa è la ff che ho presentato a concorso sulla memoria e il ricordo indetto da Naco Chan e Izumi. Spero vi piaccia. La canzone usata è "Patience" dalla colonna sonora di Dreamgirls.
Traduzione della canzone, molto "grezza":

So che hai delle domande
le stesse che ho io.
Per quanto tempo è durata?
Per quanto tempo durerà?
Quando arriverà la mattina
a scacciar via la notte?
Dimmi quando verà la mattina
di un giorno più splendente.

Pazienza, piccolo fratello
Pazienza, piccola sorella

Pazienza, Pazienza,
Prendiamoci per mano
Pazienza, piccoli fratelli
Pazienza, piccole sorelle
Camminiamo insieme
 verso la Terra Promessa

C'è un fiume da attraversare
E una montagna da scalare
Pazienza, pazienza

Si prenderà un po' di tempo

Dobbiamo camminare in pace
(Dobiamo camminare in pace)
E' il solo, l'unico modo
Se vogliamo vedere quella mattina
Di un giorno più splendente
(
Di un giorno più splendente)

Pazienza, piccolo fratello
Pazienza, piccola sorella

Pazienza, Pazienza,
Troveremo un modo
Pazienza, piccoli fratelli
Pazienza, piccole sorelle
Fino a quella mattina di un giorno più splendente
Pazienza, Pazienza,
Fino a quel giorno più splendente
Pazienza, Pazienza,
Fino a quel giorno più splendente


  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: V@le