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Autore: DeanHudson5    08/11/2013    1 recensioni
Finn è morto e Rachel esprime ciò che prova in una delle storie più commuoventi che abbia mai scritto.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Finn Hudson, Kurt Hummel, Nuove Direzioni, Rachel Berry | Coppie: Finn/Rachel
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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''Finn è morto''.
Quelle erano le parole che le rimbombavano in testa costantemente da quel fatidico giorno.
Non aveva ancora capito, la sua mente non aveva ancora elaborato quel concetto tanto importante e così doloroso, troppo per lei.
Il buio e il pianto avevano sostituito il palco e i riflettori che capeggiavano da sempre nei suoi sogni, quello era troppo, troppo anche per lei.
Aveva già subito brutti colpi in passato ma tutti erano nulla in confronto a quello, in quel momento la paura di non essere ammessa alla Nyada, il provino per Funny Girl, l'odio della July verso di lei, sembravano tutti scherzi, tutte cose futili e inutili, cose che a quei tempi le erano sembrate ostacoli insormontabili.
E ora?
Ora cosa avrebbe fatto?
Aveva perso l'amore della sua vita, l'unico ragazzo che l'aveva amata per quello che era, il solo che la faceva sentire speciale, unica, bella, cosa che lei non si era mai sentita..
Era colpa sua, tutta colpa sua, se solo gli fosse stata più vicino, se solo non lo avesse allontanato in quell'auditorium, se solo fosse corsa da lui dopo aver saputo di quello che aveva fatto per lei..con Brody.
Invece no, l'unica cosa che in quel momento le importava era Broadway, il suo sogno così vicino ormai, da toccarlo con le dita, dita che in quel momento svanivano nel fumo nero come tutto il resto che la circondava.
Non sapeva se si sarebbe mai rialzata, aveva paura che non lo avrebbe più fatto, sarebbe rimasta chiusa a piangere per giorni, settimane, mesi, forse lo avrebbe fatto ma non poteva, no non poteva.
Doveva andare avanti, andare avanti per lui, perchè sapeva per certo che era quello che lui avrebbe voluto.
Finn glielo aveva dimostrato più volte, l'aveva spinta lontana da sè più e più volte, senza curarsi di sè stesso, dell'amore che provava verso di lei, e lei lo aveva odiato, eccome se lo aveva odiato.
Per mesi e mesi era rimasta a fissare la sua foto che aveva come sfondo del cellulare, sperando quasi che quest'ultima iniziasse a parlare da un momento all'altro, che la potesse abbracciare per dirle che stava bene, che era vivo e che non era morto in guerra.
Forse erano pensieri esagerati all'epoca, ma lei aveva paura di perderlo, quasi come se non ricordasse la sua vita prima dell'arrivo di Finn, non era male solo..non era vivere.
Era come se avesse iniziato a vivere solo in quel momento, come se il suo cuore avesse iniziato a battere nel momento in cui i loro sguardi si erano incrociati per la prima volta nei corridoi, e forse era vero.
La vecchia Rachel in quel momento era cambiata, non molto, ma aveva lasciato spazio per l'amore nel suo piccolo cuoricino delicato, ma forte come una roccia.
Avrebbe pagato oro per tornare ad un qualsiasi giorno con lui, persino al giorno in cui Finn l'aveva abbandonata alla stazione, aveva sofferto si, ma quel dolore in quel momento era nulla confronto a quello che provava ora.

Prese un lungo respiro e aprii la portiera della macchina, non era certa di volerlo fare, non era sicura di voler entrare in quella scuola ed immergersi nei ricordi, ma una parte di lei invece smaniava per tornare là dentro, inebriandosi dei ricordi migliori con lui.
''Forse è un brutto sogno, forse mi sveglierò tra poco e tutto sarà finito.
Mi sveglierò a casa, in camera mia, Kurt sarà seduto sul divano con una cioccolata in mano e me ne offrirà una mentre Santana inveisce contro la tv in spagnolo; poi si aprirà la porta e Finn entrerà con un piccolo albero di natale ed insieme inizieremo ad addobbarlo, poco prima che inizino le mie prove generali per Funny Girl.
S-Si..sicuramente è così'', pensava ogni giorno davanti allo specchio, tentando inutilmente di convincersi nonostante i suoi occhi fossero rossi e ormai secchi per le troppe lacrime.

Non dormiva da giorni e forse era anche per quello che non voleva entrare, non voleva che gli altri la vedessero debole e vulnerabile, alcuni avrebbero anche potuto infierire di più su di lei e..poi pensò a Kurt, lui c'era sempre, nessuno l'avrebbe ferita in un momento simile, Kurt, Santana e gli altri l'avrebbero protetta e come una grande famiglia sarebbero andati avanti, perchè quello era il glee per loro, una famiglia, per tutti, anche per Finn.
Si ravvivò i capelli con la mano e asciugò le lacrime come poteva, sbattendo la portiera e riponendo il fazzoletto nella tasca della giacca.
In pochi minuti raggiunse la porta di ingresso e subito una voce alle sue spalle la fece fermare.
''Rachel!''
Si paralizzò, era la sua voce, era tornato e..si voltò velocemente ma il parcheggio era deserto e grigio come il cielo sopra di lei.
Finn non era lì con lei, non avrebbe più sentito il suo profumo, il suo abbraccio e la sua voce, nè si sarebbe più deliziata alla vista di un suo sorriso, era finita e doveva provare ad andare avanti.
Entrò a passi decisi e forzò un sorriso nel rivedere tutti i suoi compagni, era una colonna portante del Glee dopotutto, doveva dare il buon esempio.
Abbracciò Kurt e Mercedes, quasi non li vedesse da una vita, e rimase ferma tra le loro braccia per qualche minuto, cercando di riprendersi il più possibile.
Finalmente si staccò e, stringendo la mano di Kurt lo seguii verso l'altarino che avevano costruito apposta per lui.
Anche Kurt stava come lei, si vedeva che non aveva dormito e che aveva pianto tutte le sue lacrime, ed in quel momento Rachel capì di dovergli stare vicino, dovevano aiutarsi per superarlo.

-Oh..-

Sussurrò portandosi una mano davanti alle labbra nel vedere quanto la gente volesse bene a Finn, il suo Finn.
Strinse con forza la mano di Kurt, gelida come il ghiaccio, e si chinò ad accendere una piccola candela e ad osservare più da vicino quella sorta di sacrario.
Quante persone, tutte quelle persone volevano bene a Finn?
Era tanto amato, ne era certa, una parte di lei però era arrabbiata, perchè tutte quelle persone, o almeno la maggiorparte, non si erano mai fatte avanti quando era vivo?
Quando gli venivano lanciate granite addosso o quando veniva insultato per il suo peso dov'erano?
Avrebbe tanto voluto avere anche solo un quarto della forza di Finn in quel momento, per poter sorridere e andare avanti ma forse non ci sarebbe riuscita, non subito.
Forzò un altro sorriso e, dopo aver accarezzato la foto del ragazzo, si incamminò con gli altri verso l'aula canto.

Un altro richiamo, la sua risata, risuonò nell'aria non appena lei entrò in classe, lui era lì, poteva sentirlo, era vicino ma non così vicino da poterla stringere.
Accarezzò l'aria con lo sguardo e accennò un gesto con la mano, quasi a salutarlo.

-Ciao Finn..-

Sussurrarono le sue labbra in un suono impercettibile.
Si sistemò la gonna e si lisciò i capelli per l'agitazione, tutti gli sguardi erano su di lei, un tempo non le sarebbe dispiaciuto ma in quel momento si stava chiedendo, ''riuscirò a cantare''?.
Un mormorio di voci si alzarono di fronte a lei.

-''Per Finn''.
The show must go all over the place or something''-

Esordirono tutti, e lei scoppiò in una risata, una risata liberatoria, quasi di sfinimento.
Si portò la mano davanti alla bocca prima di scoppiare nuovamente in un pianto silenzioso.
Per un attimo sentì le gambe molli, quasi di gelatina, era certa che non avrebbe retto ma poi sentì una mano, una mano che la sollevò e che l'aiutò a reggersi in piedi.
Subito alzò lo sguardo, convinta di trovare Kurt al suo fianco ma si sbagliò, Kurt non c'era, era seduto a due passi da lei.
Capì subito cosa era successo e guardò in alto, sorridendo tra le lacrime, prima di cominciare a cantare ad occhi chiusi.
In quel momento fiumi di immagini si susseguirono nella sua mente come pezzi di film, piccole scenette che li ritraevano insieme: il loro primo bacio, il loro primo incontro, lo sguardo che lui le aveva lanciato al club della castità, il loro primo litigio e persino la loro prima volta.
Il senso di colpa che le corrodeva l'anima si fece sempre più forte, rimpianse quelle volte in cui era troppo occupata per dargli corda, o per colpa di una maratona di Funny Girl in tv o anche solo per un semplice raffreddore che sicuramente lui le aveva attaccato e che doveva togliersi al più presto, sperando di non forzare troppo le sue corde vocali e di non rompersi il talento.
A causa di tutti quei ricordi le scappò un sorriso, subito seguito da una piccola lacrima a rigarle la guancia..
Era come se sentisse il suo respiro sul collo e la mano intrecciata alla sua, lui era lì, era sempre più certa di questo, e non la avrebbe mai abbandonata; e se avesse avuto bisogno di lui la sera, sapeva dove trovarlo, bastava guardare la stella, la sua luminosa stella, Finn Hudson.
   
 
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