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Autore: M_Cullen    08/11/2013    1 recensioni
[Vellin]
Ficcatelo in testa Vic Fuentes… tu e Kellin siete solo buoni amici.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Vic Fuentes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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KING FOR…EVER
 
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19:45

Ho riflettuto a lungo su questa cosa, e adesso credo sia arrivato il momento di dirti tutto… ti amo Kell.
 

Senti, so che è una follia, ma davvero non riesco a dimenticarti.

 
Sono innamorato di te, Kellin Quinn.
 


Da più di mezz’ora provo a formulare un messaggio che abbia un senso logico, ma senza alcun risultato. Ogni frase mi sembra inadatta, priva di senso… la verità è che sono solo un codardo, non ho il coraggio di esternargli i miei sentimenti… tutto per paura di perderlo.
Lancio il cellulare sul letto, lasciandolo rimbalzare sulle coperte.
Sospiro pesantemente, sedendomi a gambe incrociate ai piedi del materasso e con i gomiti poggiati sulle ginocchia, mi prendo la testa fra le mani stringendola disperatamente, finché il martellare alle tempie si attenua leggermente. Sono stanco, confuso e nervoso.
Idiota. Idiota. Idiota. Continuo a ripetermelo. Sono proprio senza speranze!
Mi dirigo verso la portafinestra che da sul terrazzo, la apro con le mani tremanti per l’agitazione ed esco fuori a prendere una boccata d’aria, accendendo una sigaretta, con l’intenzione di rilassarmi i nervi. Tentativo del tutto inutile.
Da quando ho conosciuto Kellin, da quando l’ho visto quella dannatissima prima volta, mi sento rinato, è come se la mia vita dipendesse solo ed esclusivamente da lui… il suo viso mi appare in ogni istante della mia giornata, riesco a sentire ovunque la sua voce. Non avrei mai pensato che ci si potesse innamorare così di botto, senza avere il tempo di ragionare, ma sono arrivato alla conclusione che l’amore non sente ragioni.
Forse sarò anche pazzo ad inseguire un amore impossibile, blasfemo, ma è più forte di me… non riesco a dimenticarlo, ed anche se volessi non potrei. È difficile non averlo e continuare a frequentarlo giorno per giorno, facendo finta di niente, sorridendogli in modo falso, quando invece il mio cuore soffre. Ma preferisco soffrire piuttosto che non amare.
Sento il cuore scoppiarmi in petto ogni volta che incrocio i suoi occhioni di ghiaccio… quel ghiaccio che mi illudo di sciogliere. Se questo non è amore, non vedo cos’altro possa essere.
Vorrei potergli dimostrare quanto lo amo, confidargli i miei pensieri più intimi, amarlo sia col cuore, sia con la mente, sia col corpo. Ma non credo che lui provi lo stesso per me o addirittura si accorga mai della mia presenza.
Ficcatelo in testa Vic Fuentes… tu e Kellin siete solo buoni amici.
Improvvisamente i miei pensieri vengono interrotti da una goccia che mi bagna la guancia e ci metto un po’ per capire che non è una lacrima, ma pioggia, sinonimo che ben presto arriverà un temporale.
Rivolgo lo sguardo verso l’alto e mi accorgo quanto questa pioggia infinita somigli ai mille pensieri che scorrono nella mia mente… pensieri di cui solo io ne sono a conoscenza e che rimarranno per sempre intrappolati in essa.
Rientro in camera mia e allungando il braccio, spingo il tasto d’accensione sullo stereo, con l’intento di immergermi completamente nella musica, l’unico mio sfogo.
 
Baby please come home
I need you here right now
I’m crying underwater so you don’t hear the sound.
 
Non è possibile. Sembra che tutto si rivolti contro di me. Seriamente. Ogni cosa, ogni canzone, ogni singola parola mi riporta a lui.
La mia mano si allunga automaticamente per cambiare traccia.
Lo stereo inizia a suonare le note di “King for a day”…mi sembra di essere tornato in quello studio di registrazione, dove cercavo con tutto me stesso di concentrarmi sull’incisione, troppo impegnato ad osservare i suoi occhi, ad ascoltare la sua voce sublime. Già, la sua voce… mi manca da morire. Ho bisogno di sentirla…
Mi armo di coraggio e afferro nuovamente il cellulare tra le mani.
Deglutisco faticosamente e con la mano tremante, compongo quel numero ormai conosciuto, poi pigiando sul tasto verde, avvicino il telefono all’orecchio.
Dai, ti prego, rispondi penso.

 
Questa è la segreteria telefonica di Kellin Quinn, al momento non sono disponibile, lasciate un messaggio dopo il bip.”


Sbuffando, lascio scorrere il dito sul tasto di chiusura chiamata. Ho sudato freddo per nulla.
Ripeto l’operazione una seconda volta, intenzionato a lasciargli un messaggio, facendo così ripartire la segreteria.
 
Bip

- Kellin Quinn, la tua segreteria telefonica mi da sui nervi, dovresti cambiarla. È da un po’ che provo a chiamarti… che fine hai fatto? Richiamami. -

Perché non accendi questo fottuto cellulare?!?
La risposta è ovvia… evidentemente non ha voglia di sentirmi. Non significo niente per lui.
 

Questa è la segreteria telefonica di Kellin Quinn, al momento non sono disponibile, lasciate un messaggio dopo il bip.”


Bip
 
- Kell, so benissimo che ti sto rompendo, ma… ho bisogno di parlarti… ti prego, richiamami. Beh io… io… Dio, quanto è difficile… io… sono innamorato di te... –
 
So esattamente il motivo per cui ho pronunciato quelle parole. Proprio sul più bello avevo già finito il credito. La mia confessione è andata a vuoto. Forse è meglio così.
Mi avvicino alla finestra fissando le goccioline che rigano il vetro, mentre cerco di immaginare cosa stesse facendo di così importante da non rispondere alle mie chiamate quando, proprio in quel preciso istante, sento vibrare il cellulare, facendomi sobbalzare.
Mi precipito verso il letto e lo afferro col cuore in gola, cercando di sbloccarlo con le mie mani tremanti, che non riescono nemmeno a muoversi per l’emozione.
C'è un nuovo messaggio. Clicco velocemente su ‘leggi’, sperando con tutto me stesso che non sia una risposta negativa.
 
20:15
Hola mi hermano! Volevo informarti che molto probabilmente questa sera non tornerò a casa, ma rimarrò da Tony e Jaime. Non vorrai mica che il tuo bel fratellino si bagni… Besitos!
 
Sento una rabbia spaventosa aumentare pericolosamente.
Ma vaffanculo, Mike Fuentes!
Mi lascio cadere sul letto, stringendo tra le mani quel maledetto cellulare, come se volessi schiacciarlo.
Sapevo che era troppo bello per essere vero.
Mi rassegno, giungendo ad una conclusione: Kellin Quinn non vuole avere niente a che fare con me.
Chiudo gli occhi aspettando che il sonno mi conceda qualche ora di riposo.
 
-
 
Un paio di ore dopo vengo svegliato dal fastidioso suono del campanello, sobbalzando per lo spavento.
Irritato mi alzo di colpo e scendendo di fretta le scale, mi precipito verso la porta.
Guardo l’orologio, che segna le 22:00 in punto. A quest’ora deve essere solo quel rompiscatole di mio fratello.

- Quando imparerai a portarti con te le chiavi di casa??? – gli urlo dall’ingresso, sperando che possa sentire la mia ira.
Apro la porta di scatto.

- Sei un idiota, Mike Fuent… -

Rimango di sasso, impietrito davanti all’entrata, incapace di completare la frase, quando vedo che chi mi ritrovo di fronte non è mio fratello.

- K-Kellin? – riesco a stento a pronunciare il suo nome. -S-scusa, i-io… credevo che… -

- Ciao, Vic – la sua voce è un sussurro, le labbra piegate in un sorriso imbarazzato, immobile sulla soglia della porta… i capelli gocciolanti per la pioggia e i dolcissimi occhioni azzurri puntati su di me che mi impediscono di respirare, incollandomi al pavimento come un ebete.
Persino il mio nome, pronunciato dalle sue labbra, ha un suono speciale, melodioso.

- Cosa ti porta qui a quest’ora? –

- Felice di vederti anch’io… - sorride, abbassando lo sguardo.

Sono proprio un idiota. L’emozione ha talmente preso il sopravvento che non riesco a formulare frasi migliori.
Non riesco nemmeno a staccargli gli occhi di dosso, dai suoi abiti inzuppati, fin troppo appiccicati al corpo, che mettono in risalto il suo fisico, le sue gambe mozzafiato.

- Vic, sono venuto per dirti… -

- Che ci fai ancora fuori? Entra, ti prenderai una polmonite… - lo interrompo involontariamente.
Sorride ancora una volta, con quelle sue labbra perfette da togliermi il respiro ed io, chiudendo la porta, lo faccio accomodare dentro casa.

- Perché non hai risposto al cellulare? Ti ho chiamato un paio di volte… -

- Perdonami… l’ho dimenticato a casa... –

Quindi… tutto quello che avevo pensato era solo frutto della mia stupida immaginazione… come ho potuto pensare una cosa del genere su di lui? Lui, la persona più squisita del mondo.

- Ma adesso sono qui, puoi dirmi tutto ciò che desideri… - riprende, incrociando i miei occhi, facendomi divampare l’interno.

Non posso dirgli la verità… almeno non ora. Rovinerei tutto.

- Vado a prenderti dei vestiti asciutti… ci metto un attimo… - sussurro, cambiando discorso. Non vorrei mica spaventarlo, né tanto meno farlo andare via… voglio godermi la sua presenza finché ne avrò la possibilità perché, in fondo, è ciò di cui ho bisogno per sentirmi bene.

Mi dirigo verso camera mia, salendo le scale a due alla volta, cercando di fare il più in fretta possibile.
Che situazione! Fino ad un attimo fa ero distrutto, e adesso lui è in casa mia! Non capisco… cosa è venuto a fare? Avrei voglia di toccare la sua pelle bagnata, di stringere tra le mani i suoi capelli umidi, di baciarlo, di stenderlo sul divano e di farlo mio in tutti i modi umanamente possibili.
Prendo alcuni dei miei indumenti dall’armadio, che addosso a lui sarebbero stati sicuramente meglio, e mi precipito al piano di sotto con il cuore in gola, ansioso di rivederlo ancora, come se fosse una droga.

- Questi ti dovrebbero andare bene… -

- Grazie… - si sfila la maglietta inzuppata, senza mai staccarmi lo sguardo di dosso.

Spalanco gli occhi, sbattendo le palpebre più volte davanti a quel capolavoro, che è il suo corpo bianco, liscio, perfetto. Ho un capogiro… non riesco a credere di essere lì davvero e che il ragazzo che desidero più di ogni altra cosa al mondo, si stia spogliando dinnanzi a me, nel mio appartamento.
Calma Vic… è solo un ragazzo mezzo nudo sul tuo divano… solo un ragazzo che non ricambia minimamente il tuo amore, oltretutto.
Senza emettere fiato, mi avvicino a lui con in mano un ampio asciugamano. I nostri occhi continuano ad incrociarsi, più loquaci di qualsiasi parola.
Comincio a sfregarlo delicatamente sulle spalle, tamponando piano sui punti più sensibili del suo petto, e per ultimo, passo a strofinargli i capelli umidi.
Lui non smette di fissarmi con quelle sue iridi splendide, in silenzio, mentre dalle nostre labbra si ode fuoriuscire solamente l’armonia dei nostri respiri trattenuti.
Senza nemmeno rendermene conto, ci ritroviamo a pochi centimetri di distanza… percepisco il suo respiro agitato e caldo sulla mia pelle che mi fa trasalire, provocandomi dei brividi lungo la schiena.
I centimetri lentamente diventano millimetri, tanto da poter sentire il suo alito dal sapore di fragole sulle mie labbra, incredibilmente vicine alle sue.
Socchiudo le palpebre e sento il naso di lui sfiorare delicatamente il mio viso, poi le sue labbra umide toccano le mie, e per qualche istante resto impalato senza reagire.
È la realtà, o sto ancora sognando?

- Scusa – sussurra, staccandosi giusto la distanza per parlare. - Mi dispiace, i-io… non avrei dovuto… -

Pochi secondi dopo, senza proferire parola, gli accarezzo il viso delicato, avvicinandolo ulteriormente al mio, e impedendogli di finire la frase, premo la mia bocca sulla sua.
Per tutta risposta mi bacia sempre con più passione ed io lo stringo a me, mentre le nostre labbra continuano a toccarsi, a desiderarsi a vicenda, proseguendo a baciarci fino a mancare l’ossigeno.
Sorrido staccandomi solo un momento per poterlo osservare, deliziato dalle sue guance rosee, in fiamme e dalle labbra gonfie d’amore. I suoi occhi si fondono con i miei, mentre il petto si alza e si abbassa veloce, respirando affannosamente.

- Sono uscito di casa con l’intento di fare questo… come vedi, nemmeno uno stupido temporale è riuscito a fermarmi… - sfoggia il suo solito sorriso dolce, disarmante, il solo in grado di mandarmi in estasi. - Credevo che mi avresti rifiutato… -

- Ho sempre creduto il contrario… -

- Sei uno sciocco, Vic Fuentes… come puoi pensare questo? Io ti amo… ti ho sempre amato… solo che non ho avuto mai il coraggio di dirtelo… -

Lo guardo incredulo. Non so quali delle migliori emozioni stia provando in questo momento. L’unica cosa di cui sono sicuro è che sento il mio cuore scoppiarmi in petto da un momento all’altro.

- Allora siamo due sciocchi… -

- Quindi tu… -

- Shh… - Poso un dito sulle sue labbra. – Ti amo, Kellin Quinn… non sai da quanto tempo… -
Mi avvicino di nuovo al suo viso, perdendomi nei suoi occhi in estasi, ancora più dolci, ancora più belli, ed emozionati ricominciamo a baciarci sempre con più foga e passione.
Le carezze si fanno più audaci e i nostri corpi reagiscono da soli.
Lo faccio posizionare a cavalcioni sulle mie gambe, mentre lui mi libera lentamente dalla t-shirt che ho addosso, ed io cingendogli i fianchi, faccio entrare in contatto le nostre pelli già accaldate.
Delicatamente lo sollevo dal divano afferrandolo dal sedere, senza staccare le labbra dalle sue, che dolcemente continuano a muoversi morbide sulle mie.
Lo porto su per le scale e arrivati in camera mia, lo poso delicatamente sulle coperte, ricominciando ad amarci.
Proprio sul più bello, sento il telefono vibrare. Lo ignoro, continuando a baciarlo.

- Vic, amore… forse è meglio che tu risponda… - mi sussurra all’orecchio, vedendo la mia più completa indifferenza verso quello stupido aggeggio che sta disturbando la nostra intimità.

- Oh… non è importante, mio dolce Kell… è di sicuro mio fratello. Sarà rimasto dietro la porta di casa… - rido. – Lo farò entrare non appena avremo finito… -
Sorridiamo insieme, e avvinghiati l’un l’altro, riprendiamo a fare l’amore, amandoci non per un solo giorno, ma per sempre.






Angolo autrice:
Ciao a tutti! :D Questa è la mia prima fanfic sulla coppia!!! <3
L'ho scritta ascoltando "Props & Mayhem". 
https://www.youtube.com/watch?v=yBbr9n9JnZg Spero vi sia piaciuta, e se volete, commentate!!
Grazie a tutti coloro che hanno perso del tempo a leggerla :)
 
  
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