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Autore: Petit_fantome    09/11/2013    7 recensioni
Lettera d' amore inaspettata.
Genere: Introspettivo, Poesia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le parole che non ho il coraggio di dirti









Ciao piccola,
ci sono molte cose che non ho il coraggio di dirti,
ma voglio che tu le sappia,
quindi con qualche timore, prendo la penna, un foglio e le scrivo.
Non sai quante parole dovrei scrivere.
Mi ci vorrebbe un'eternità.
Per non annoiarti sarò breve.
Inizierò con l'episodio più triste.
Quando abbiamo litigato.
Te lo ricordi quel giorno?
Siamo sempre stati inseparabili, anzi quasi simbiotici.
Spesso ci chiedevano se avevamo una storia,
 e tu, con un sorrisetto finto, rispondevi che eravamo solo amici.
Cinque lettere che mi distruggevano il cuore.
Non potevi essere solo un'amica per me,
perché eri il mio tutto.
Tu con i tuoi insulsi demoni che ti tormentavano l'esistenza
mi sei entrata nel cuore.
Esistevi tu e solo tu.
Tu con i tuoi problemi, paranoie, fissazioni, autolesionismi mentali e fisici.
Quante volte ho dovuto nascondere le pillole di calmanti e le bottiglie di alcolici.
Non ricordo nemmeno più dove le mettevo per non fartele trovare.
Tu e i tuoi falsi amori improponibili.
Mentivi a te stessa dicendo che ti stava bene stare da sola,
ma in realtà elemosinavi amore da tutte quelle persone che nemmeno sapevano come si scrive quella parola.
All'ennesima crisi dovuta all'ennesimo rifiuto non riuscì a reprimere la rabbia.
Ti urlai in faccia tutto quello che pensavo.
Ti urlai in faccia le peggiori cose.
Ti urlai in faccia la verità.
"Tu non vuoi essere felice, ecco il tuo problema."
Sbattei la porta di casa tua così forte che i vetri tremarono.
Come il mio cuore.
Ero arrabbiato, furioso con te.
Ma passo dopo passo cominciarono a mancarmi il profumo dei tuoi capelli, il tuo odore, il tuo viso, la delicatezza delle tue mani.
Piansi tutta la notte steso a letto finchè non crollai dal sonno.
Per la prima e ultima volta.
I giorni successivi mi accorsi che mi guardavi con discrezione.
La corazza da dura che ti era creata era diventata la tua stessa prigione.
Non riuscivi più ad essere come eri prima.
E io,
 bè, io non volevo soffrire di nuovo.
Non volevo avere di nuovo il cuore a pezzi.
Qualche giorno dopo ero seduto al solito tavolo, del solito bar.
Tu entrasti e non mi badasti nemmeno.
Ma mi accorsi della tua smorfia di dolore mentre la cameriera ci stava nuovamente provando con me.
Uscisti velocemente,
 la vidi bene la lacrima che scendeva dai tuoi occhi.
(Tranquilla, anche quella volta rifiutai le sue avance.)
Finalmente finì l' anno scolastico e tutti erano in fibrillazione per il ballo.
Iniziai a tremare di rabbia quando quell'idiota si avvicinò a te tutto spavaldo chiedendoti di essere la sua accompagnatrice.
Lo avrei ammazzato mentre ti sfiorava i capelli e tu arrossivi.
Ma ormai avevo ripromesso a me stesso che non c'era più nulla tra me e te.
Uscì a fumare.
Ti maledi perché senza di te nemmeno le sigarette avevano lo stesso sapore.
Buttai il mozzicone a terra e mi girai per tornare in aula, quando vidi il tuo cavaliere insieme con altri idioti.
Passandogli accanto capii che stavano organizzando qualcosa per metterti in ridicolo davanti a tutti.
Non riuscì a sentire tutto.
La rabbia si impossessò di me.
Non avrei mai permesso una cosa del genere.
Quel giorno ti seguì ovunque.
Ti osservavo da lontano.
Ti guardavo mentre provavi vari vestiti per il ballo, mentre sceglievi l'intimo, le scarpe, gli accessori.
Ti guardavo e intanto il mio cuore si distruggeva e il mio viso si riempiva di lacrime.
Ti riaccompagnai a casa e attesi fuori che succedesse qualcosa.
Ti vidi uscire e prendendo una scorciatoia arrivai al locale prima di te.
Ora, non so bene cosa successe.
So solo che iniziai a scaldarmi appena lo vidi, tu ancora non c'eri.
Lo aggredì.
Troppo rumore, troppa rabbia, troppe luci, troppo silenzio, troppo.
Ma tu non arrivavi.
Corsi fuori dal locale indenne.
Non so come io ci sia riuscito.
Ripercorsi la strada che avresti dovuto fare tu.
Ma...
Tu non c'eri.
Non c'eri da nessuna parte.
Non avevo la minima idea di dove fossi e con le lacrime agli occhi tornai a casa.
Per tutto il tragitto guardai solo le punte delle mie scarpe.
Ti avevo perso per sempre.
Non ti avrei più avuta nemmeno come amica.
Non avrei più avuto nulla.
Perché tu eri il mio tutto.
Aprii il cancello e entrai a casa.
Che scemo! Avevo pure lasciato la luce accesa.
Feci una smorfia e pensai che avevi ragione a dire che lo sono.
Quando ti vidi seduta sul mio divano non riuscì a reagire dalla sorpresa.
Eri bellissima.
Indossavi gli abiti che avevi comprato poche ore prima.
Ti alzasti e venisti vicino a me.
I tuoi occhi avevano una luce diversa.
Tu avevi una luce diversa.
Tu eri di nuovo tu.
"Voglio imparare ad essere felice… insieme a te."
Il tuo sorriso.
Fu il tuo sorriso a riportarmi in vita.
Oltre a quelle parole sussurrate piano.
Ti baciai, ti baciai cento volte anzi mille volte.
Continuai a baciarti per l'intera notte mentre piano diventavi mia e io perdutamente tu.
Queste e altre mille parole sono per te e solo per te.
 

                                                                                Solo Tuo.





PS Dopo che ti sei svegliata e avrai letto questa lettera, posso entrare come se nulla fosse, tornare a letto stringerti forte e baciarti ancora come stanotte? 
  
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