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Autore: Ciajka    09/11/2013    3 recensioni
"Avete mai visitato Venezia?
Quella strana città che sorge come un miraggio appena sopra la superficie del mare? Piena di storia e arte, che tutto il mondo invidia?
Bene, Aurora la odia.
Ma il fato ha un gran senso dell'ironia e non sapete quante risate si è fatto quando la ragazza ha deciso di iscriversi ad un corso di studio che ha sede proprio nella sua odiata Venezia.
Eppure questo è un fatto marginale se si considera che la sua normalissima esistenza vacillerà, quando scoprirà che, oltre a quello che gli occhi comuni riescono a scorgere, esiste un altro mondo nascosto, molto più interessante e misterioso. Ma anche molto più pericoloso."
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IL MONDO INVISIBILE

ATTENZIONE: OGNI RIFERIMENTO A COSE O PERSONE REALI È TOTALMENTE CASUALE

 

PROLOGO

Questo racconto avrà inizio in una piccola cittadina, un minuto agglomerato di casette i cui storici abitanti si possono contare sulle dita delle mani. Un paesello tranquillo. Così tranquillo che appena accade un evento al di fuori del comune tutti i paesani vanno in fibrillazione come tante piccole formiche a cui hanno distrutto il proprio formicaio.
Le casette sono tutte appiccicate tra loro, strette in un unico grande abbraccio, come per ripararsi dal gelido inverno che tra qualche mese colpirà spietatamente la valle.
Pensate che, rispetto al resto degli altri centri urbani, non ha nemmeno un fiume che l’attraversa. L’acqua rimane comodamente sottoterra e il solo modo per raccoglierla, nel passato, era attraverso l’unico pozzo posto al centro della piazzetta principale.
Questa cittadina, costruita solo per il bisogno degli affezionati abitanti, non può considerarsi pittoresca o storica. Non ci sono scorci interessanti, né un paesaggio mozzafiato. Ma è proprio la quotidianità dei paesani a darle un vero e proprio carattere, un’anima.
Questo paesello si potrebbe paragonare ad una candida bolla di sapone che fluttua pacatamente nel bel mezzo di un viale commerciale di una metropoli, circondata dall’aria inquinata di smog e dai disattenti passi dei passanti distratti. Una bolla il cui destino è quello di scoppiare.
Un mondo completamente diverso dal nostro, un mondo che sta per essere scoperto. Un mondi invisibil- oh.
Oh no, ho sbagliato storia. Scusatemi. Devo aver preso il foglio sbagliato… Non posso neanche fare finta di nulla perché questo mio precedente sproloquio non descrive nel modo più fedele possibile la città di Venezia, vero?
Ah, già che ci siamo, vorrei fare un sondaggio.
Sì sto parlando con te, coraggioso lettore che ti sei avventurato incautamente a scorrere con gli occhi queste mie precedenti righe.
E sì, hai capito bene, voglio fare un sondaggio.
Hey! Dove stai andando? No! Ti prego! Ritorna qui!
Uffa, appena nomini la parola sondaggio ecco che la gente se ne va. Manco avesse la peste.

Ah, sei ancora qui? Oh bene, non mi capita spesso di trovare persone con un animo così paziente!
Ritorniamo a noi e al mio sondaggio. Volevo sapere che aggettivo attribuiresti alla città di Venezia. Proprio così, ad impatto.
Unica? Antica? Interessante? … Ah, sì giusto, non dimentichiamoci il classico dei classici: romantica e magica.
Ottimo.
I primi aggettivi che sono balzati in mente alla piccola Aurora, la prima volta che ha messo piede a Venezia, sono stati “Brutta, sporca, puzzolente e piena di gente.” *
I suoi genitori avevano inizialmente riso al sentire quelle acide parole pronunciate dalla loro paffuta e rosea bimba, con i boccoli dorati e vestitino blu, mentre percorrevano la strada per arrivare a piazza San Marco.
“Hai perfettamente ragione!” aggiunse poco dopo la madre, sorridendo teneramente.
“Allora torniamo a casa!” esclamò con rabbia Aurora, stringendo maggiormente la mano della donna.
Ma come risposta ricevette solo una di quelle ingiuste e incoerenti frasi che dicono unicamente i grandi: “No, amore, non è ancora ora.”
Che cosa voleva dire? Le avevano dato ragione, anche loro odiavano quello schifo di città, ma allora perché volevano andare avanti? Era un controsenso. Potevano tornare in stazione e prendere un treno come avevano fatto pochi minuti prima. Non era così complicato.
Voleva mettersi a piangere, ma sapeva che era tutto inutile. Ma nulla le vietò di mettere il broncio e appesantire il passo, con l’unico scopo di infastidire i suoi genitori. I quali, però, erano così presi da quell’inutile sfondo di gente, case strette e canali di acqua marroncina che non si accorsero neanche del suo dispetto. In quel momento odiò con tutto l’animo quella città fatta di gente che spingeva, gridava, ridacchiava, pestava i piedi, per non contare quella puzza di acqua ferma ed escrementi che riposavano ai lati delle vie.
“Mai più.” promise a se stessa “Non ci tornerò mai più.”



* Se i vostri aggettivi rientrano nel primo elenco allora vuol dire che non avete mai visitato questa città, se invece i vostri aggettivi sono più simili a quelli usati dalla tenera e cara Aurora allora vuol dire che avete esperienza in materia o siete semplicemente veneti.

(Se invece sono l’unione dei due allora siete persone che semplicemente amano quest’agglomerato di pompose palafitte ma che allo stesso tempo riconoscono la sua inevitabile impraticità. Per esempio: costosa, umida, invivibile, treni perennemente in ritardo, traghetti pieni, stradine strette e puzzolenti ma effettivamente se si ha un bazooka abbastanza potente da poter far saltare in aria tutti i turisti, la città non è malaccio. )




NOTA DELL'AUTRICE: Salve a tutti, questa è la mia prima storia originale quindi vi chiedo di essere clementi. Per ora non ho nulla da aggiungere, se non ribadire che questo è solo un prologo e non un vero e proprio capitolo... Per questo non accade nulla di particolare... ehm... ok, ho capito ora me ne vado... Comunque se volete rispondere veramente al "sondaggio" mi farebbe molto piacere! XD Vorrei vedere se la mia teoria è corretta oppure no! 
Alla prossima! 

  
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